MEMORIA DI RAGAZZA, di Annie Ernaux
pubblicato da: Mirna - 30 Novembre, 2017 @ 8:50 amUltimo romanzo di questa straordinaria scrittrice, oggi 77 enne, vincitrice del Premio Strega Europeo del 2016 con Gli anni.
Annie Ernaux già da ragazza iniziò a fare di se stessa un essere letterario, qualcuno che viveva le cose come se un giorno dovessero essere scritte.
Una vera scrittrice dunque che ha  fatto della sua autobiografia letteraturizzata uno strumento acuminato di indagine sociale, psicologica, storica.
E il nodo tra il suo essere reale ed essere poi scrittrice si snoda in questo forte e non indulgente “Memoria di ragazza“
Non è¨ un caso che il periodo topico dei suoi 17- 20 anni non fossero stati analizzati precedentemente fino in fondo. C’era qualcosi di nascosto, forse “vergognoso” secondo la morale corrente di quegli anni.
Ora è¨ il momento per Annie Ernaux: ora che ha davanti a se¨ quasi tutto l’arazzo della sua esistenza.
Torniamo all’estate del 1958, quando Annie ha quasi 18 anni e si sente imprigionata nella piccola città in cui vive, controllata dai genitori bigotti che possiedono un bar-drogheria di cui per tanto tempo si vergogna.
Un’adolescente alla ricerca della libertà . dei piaceri del sesso, di “io” diversi come quelli che conosce passando da un libro all’altro.
Ha l’occasi0ne di fare l’educatrice in una Colonia Sanatorio…finalmente da sola, lontano dai genitori amorevolmente oppressivi.  Sente che sta per vivere un momento esaltante e si butta a capofitto in ciò che crede di essere – o forse per lei lo è¨ veramente – la libertà , la gioia, il piacere. Si sente un’avanguardista del “piacere sessuale” ancor prima di aver letto Il secondo sesso di Simone de Beauvoir.
Ma è troppo “ingorda ” di vita, di ebbrezza per essere serena o equilibrata. E’ un’adolescente che vuole scoprire i piaceri del sesso.
Ma le sue occasioni sono frustranti ed umilianti. Forse per questo la Ernaux riesce a scriverne solo ora.
A me dà l’impressione che nel suo “agitarsi” nel desiderare H (che assomiglia vagamente a un pesante Marlon Brando) ci sia soprattutto un contorcersi per cercare veramente ciò che vuole dalla vita.
Un semestre a Londra come ragazza alla pari prima di capire che lei ama solo la letteratura e vuole diventare scrittrice.
Ed ora finalmente la necessità di svelare quel periodo di turbamenti, disordini alimentari, angosce. Un periodo proibito in cui sicuramente è germogliata la sua vocazione.
Ciò che conta non è¨ quel che succede, E¨ cio² che si fa di ciò che succede.
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LA PIU’ AMATA di Teresa Ciabatti, ed.Mondadori
pubblicato da: Mirna - 26 Novembre, 2017 @ 6:58 amE’ un n romanzo autobiografico questo  scandagliare la propria vita che Teresa Ciabatti ci regala? Sicuramente gli elementi della veridicità della storia ci sono. Ambienti collegati alla Massoneria, agli uomini politici  del secondo Novecento, la ricchezza , le famiglie intoccabili. Odore di mafia, di corruzione, di Loggia P2?
Questo il contesto sociale e storico nel quale si muove “senza grazia” la nostra protagonista.
Si sente Principessa perchè figlia del ricchissimo Primario di Orbetello, perchè ha una stupenda villa con piscina accanto a quella degli Agnelli, perchè tutti venerano il Professore, ma  si sente anche sola, nonostante il fratello gemello, perchè il padre non le fa mai una carezza, perchè la madre per un anno sembra morta (fa la cura del sonno), un anno proprio mentre i bambini di 6 anni vorrebbero condividere la scoperta della vita.
Teresa Ciabatti 44 anni, dalla bocca generosa, bei capelli, sempre in lotta con la bilancia e con il conformismo si racconta.
E la storia della sua vita finora sembra un treno in corsa con deragliamenti, sussulti, incidenti, ma  sempre in cerca di una stazione, di un porto in cui fermarsi per capire e perdonare.
Uno stile svelto, nervoso che ha il preciso scopo di sezionare come il bisturi del padre famoso il suo vissuto. E soprattutto scoprire chi era veramente suo padre. Se le nostre radici non sono chiare come può l’alberello crescere rigoglioso?
Del padre dice che era calcolatore, vendicativo, amante del potere, ma quanto desiderava essere protetta ed amata da lui!
E’ rancorosa anche verso la madre che anteponeva  ai figli il suo orgoglio ferito trovando scappatoie come la cura del sonno per un anno intero.
Finalista al premio Strega questo romanzo forte, feroce, incredibile ci parla di risentimento e amore di una famiglia.
Ripercorriamo con Teresa l’inizio dell’amore tra il padre e la madre, giovane anestesista femminista, che lentamente si farà schiacciare ed annullare da una forza ambigua più grande di lei.
Ascolteremo l’infanzia dissociata di Teresa che si sente grassa e inadeguata ma che con tutta la sua forza urla che lei è figlia del prof. Ciabatti.
Chiara, vera, coraggiosa l’autrice si dichiara un’adulta incompiuta
“Mi chiamo Teresa Ciabatti. ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perchè sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo collego. Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male. Ricordo , collego, invento. Cosa ha generato questa donna incompiuta?”
E la scrittura è la sua salvezza e la sua compagna che sopisce questa urgenza di sviscerare ricordi ed emozioni lontani, sopiti e forse non compresi ancora completamente.
Bel libro.
TUTTE LE DONNE DI, di Caterina Bonvicini, ed.Garzanti
pubblicato da: Mirna - 23 Novembre, 2017 @ 11:02 amUn bel racconto strutturato in modo chiaro e scorrevole.
L’autrice bolognese, poco più che quarantenne,  ha già vinto numerosi premi con i precedenti romanzi  da leggere sicuramente.
Tutte le donne di…sono le sette donne più care di Vittorio, scrittore sessantenne che non si presenta alla cena della vigilia  Natale dove tutta la sua famiglia allargata lo sta aspettando.
La madre, una ex-moglie, moglie attuale, due figlie , una sorella e la giovane amica del cuore.
Arriva un enigmatico messaggio alla madre, ma Vittorio non si presenterà .
Panico totale per queste donne per le quali Vittorio è il centro del mondo seppure ovviamente in modo diverso. Tutte vengono assalite da una sensazione di squilibrio e poco conta appoggiarsi  a un gentile agente di polizia  che piano  piano viene attratto da questo gineceo complicato e contorto.
L’autrice dà la voce ad ognuna di esse che lentamente intraprenderanno un cammino di cambiamento e conoscenza reciproca. Anzi arriveranno a farlo insieme per una necessità profonda di appoggiarsi le une con le altre.
Si avvicinano persino a Camilla, la giovane amante di Vittorio che era stata invitata da Cristina, la seconda moglie per una sorta di  dispetto malevolo.
Dalle parole di una e dell’altra  capiremo sia la vita di Vittorio, sia la vita e i sentimenti di ognuna di loro.
Divertenti le paginette di Giulia la figlia minore che si esprime con simboli e gergo giovanili e racconta dei vari rapporti fra queste donne, rapporti che continueranno anche a Pasqua, a Ferragosto modificandosi lentamente nel tempo.
L’anziana madre Lucrezia, famoso architetto ancora in auge , è smaliziata, distaccata e ci fa regala un affresco della borghesia milanese con le sue luci e le sue ombre.
Paoletta la figlia della prima moglie si è sempre sentita messa in disparte dal padere che sembra avere più dialogo con Giulia
Ada ,ex-moglie, che  si ritiene la più cara amica di Vittorio comincia  a farsi delle domande. Ma chi sono veramente tutti quanti? Ci si conosce a fondo?
Francesca la sorella vedova, anafettiva, “rompiballe” come la definiscono tutti  chi è veramente? E Cristina la seconda moglie che ha anche l’amante? E la giovane Camilla, chi è?
Insomma la sparizione di Vittorio smussa astio e rancori fra le sette donne sempre all’erta per avere più amore, più attenzione, più soldi da lui,
l’uomo della famiglia, Â il fulcro da dove tutto parte e tutto ritorna.
Nessuna di loro può averne l’amore assoluto e questa consapevolezza le fa appoggiare l’una all’altra.
La conquista della libertà necessita di consapevolezza, elasticità e rottura di sovrastrutture sociali.
E Vittorio l’avrà fatto?
Da leggere.
E a
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LA CASA DEI FANTASMI di John Boyne, Rizzoli
pubblicato da: Mirna - 19 Novembre, 2017 @ 6:21 amVi piacciono le storie di fantasmi? A me sì, sin da quando la nonna, le sere d’inverno ci raccontava storie inquietanti di personaggi che si aggiravano per cimiteri o boscaglie.
E poi la lettura di Henry James con il Giro di vite, Â le Bronte, Dickens , Willis con la sua Signora in bianco e il film The Others...
Insomma si può anche non crederci, ma entrare in racconti da brivido come se ci credessimo e rimanere avvinti da accadimenti è un puro piacere, specialmente nei pomeriggi uggiosi di novembre.
Che delizioso questo racconto un po’ Jane Eyre, un po’ Giro di vite e altre citazioni letterarie.
E bravo John Boyne, classe 1971 (l’autore di quel Il bambino con i pigiama a righe dal quale fu tratto il fortunato film)
La storia di Eliza, ventunenne orfana che è costretta a fare l’istitutrice in un maniero misterioso inglese, ricorda ovviamente Jane Eyre.
E i due bambini speciali vestiti  spesso di bianco  riportano a James.
Forze misteriose vogliono farle del male e presto Eliza, pur confortata dall’amicizia del dottore e di sua moglie e dell’avvocato che cura le sostanze della famiglia che l’ha assunta comprende una verità terribile.
Qualcuno la vuole uccidere? Venti impetuosi, cani all’improvviso feroci, tegole che piovono dai tetti, acqua bollente… E che, se non la madre dei bambini, la splendida donna spagnola impiccata per omicidio un anno prima?
E dove si trova il padre dei bambini?
Eliza è pratica, coraggiosa, pronta a combattere per aiutare i due orfanelli nonostante le ferite e i colpi che le arrivano all’improvviso.
Sente però  che oltre l’entità malvagia ne esiste una che la protegge .
Una ghost story in stile classico raccontato con gusto tipico inglese che regala ciò che ci si aspetta da questo genere.
Da leggere…prteferibilmente al lume di candela?!!
Brividi assicurati!
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I CONSIGLI DI LETTURA DEL LIBRINCONTRI
pubblicato da: Mirna - 14 Novembre, 2017 @ 9:02 amRileggere “La storia della filosofia greca di Luciano de Crescenzo perchè si  conoscono Aristarco ed Ipparco e le loro scoperte astronomiche . Con il metodo scientifico ante litteram: osservazione e sperimentazione. Giovanni ce lo racconta con entusiasmo. Pensate che Ipparco aveva quasi indovinato la distanza tra terra e luna e qualcun altro la circonferenza della terra. Osservando luce ed ombre.
Riccardo sta terminando un saggio politico “Nel nome dell’Umanità ” di Riccardo Petrella. Si parla della base della nostra esistenza: semi, acqua, conoscenza.
Finalista al Premio Strega Teresa Ciabatti con La più amata. Sarà  un monologo interiore autobiografico?
Maria Teresa se lo domanda e poi me lo presta. Sono curiosa. Sicuramente si parlerà di rapporti familiari.
Ian McEwan “Nel guscio”. parla un bambino ancora nel ventre materno. Quello che “sente” intorno a sè non è sempre allegro.
Maria Grazia ci sorprende sempre con le sue scelte particolari di lettura. Questa volta ci racconta  un pezzo di teatro di Friedrich Durenmatt “Romolo il grande“.  Sembra che si dedicasse alla pollicoltura
Santo consiglia La banalità del male di Hanna Arendt, famoso saggio scritto dopo il processo ad Eichmann. Un testo che tutti dovremmo leggere.
Luca Canali  “Potresti averli già incontrati a una fermata d’autobus” del 2004
Canali ha conosciuto da vicino decine di situazioni diverse e migliaia di persone. In questo libro è raccolto un campionario efficace: racconti che, uno di seguito all’altro, compongono una sorta di “romanzo esistenziale totale”: dal patrigno studioso dell’incesto, allo stunt men, all’amico dei gatti, all’innamorato di una lesbica, all’amante di studentesse vessate in diverse e perverse prestazioni sessuali, al politico che diventa vivaista per disgusto della politica ma poi alla politica ritorna, al giovane omosessuale che vorrebbe tornare normale senza mai riuscirci. Un dolce e spietato romanzo in racconti di varia umanità .
Alfonso ci presenta il suo prossimo recital che parlerà di Cesare Pavese. Sceglierà le parti che preannunciano il suicidio “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”
Lucia ha letto l’ultimo romanzo di Susanna Tamaro “Ogni angelo è tremendo”  e Paola Still Alice che parla del morbo di Alzheimer. Da quest’ultimo romanzo è stato tratto un film molto bello e toccante.
Insomma tante letture intense , interessanti e gradevoli.
Da non dimenticare un altro libro su Van Gogh consigliato da Enza “Il valzer degli alberi e del cielo” di Jean-Michel Guenassia,ed.Salani. Voglio leggere anche questo!
Infine Claudio parla de Il peso della farfalla di Erri de Luca. Storia di un rivoluzionario che diventa bracconiere, il tutto incentrato sul rapporto  uomo-montagna.
Un gruppo numeroso, vivace che sta bene insieme. Carla ci propone un sito per gli amanti della lettura.
In questo mese sto leggendo moltissimo, sono già pronte alcune recensioni di libri belli . Ma non posso aggiungere che ho trovato un libro di narrativa svedese molto brutto. Ho voluto terminarlo per curiosità :trama gialla, psicologica molto intricata. “Scomparsi” di Caroline Eriksson. Un guazzabuglio…che brutto! Almeno per me!
Ci si incontrerà mercoledì 22 novembre al solito bar?
Vi avviserò in tempo perchè vi chiederemo di anticipare alle 16.30
A PIEDI NUDI di Andrea Bianchi
pubblicato da: Mirna - 12 Novembre, 2017 @ 3:39 pmIl cammino silenzioso dalla A alla Zeta
Interessantissima la presentazione dell’ultimo libro di Andrea Bianchi, editore di Trento Blog e  già autore di testi di riflessione, ricerca, meditazione.
Camminare a piedi nudi in alta montagna, praticare ciò che gli americani chiamano barefoot hiking, cioè  fare escursionismo …scalzi.
Si può? Certamente e se ne possono trarre benefici.
Andrea ci racconta come nacque in lui questo desiderio di  mettersi a contatto diretto con la terra. Da una prima lieta esperienza con la sua figlioletta a un cammino – è il caso di dirlo – sempre più ampio e strutturato.
Cominciata dunque in forma privata questa esperienza ha aperto nuove dimensioni di conoscenza. Questo  percorso personale di prove, interrogativi ha portato  Andrea  alla consapevolezza di stare vivendo un atto di libertà senza preparazioni particolari e senza il filtro delle scarpe.
Da questioni tecniche fino a questioni emozionali, e  interiori. Da esperienza sensoriale, come il contatto con il suolo, le foglie, i sassi, l’acqua di un ruscello fino a esperienza spirituale di connessione diretta con la natura e il suo afflato.
Provare per credere. Con buon senso, ci raccomanda Andrea, con attenzione che fa aumentare la concentrazione e percepire meglio ciò che ci circonda. Soprattutto un silenzio interiore.
Il piede non è più bloccato dalla scarpa e così sembrano pure i nostri pensieri. Ci si integra con il terreno rispettandolo maggiormente. Aumenta anche la memoria del percorso e il legame con il terreno diventa sempre più stretto.
E’ un ritorno al nostro camminare primigenio, una ricerca di centratura, equilibrio esistenziale  e di silenzio .
Il concetto BIOFILIA di Eric Fromm si basa proprio sull’innata tendenza dell’individuo verso le forme naturali. Sembra vengono riattivate strutture psichiche antiche e ormai dimenticate.
Andrea da ingegnere bio-chimico ci tiene a precisare che non si tratta di filosofia new-age ma di prove scientifiche per cui il benessere del contatto della nostra pelle con il suolo ci dona più energia..
Leggete il libro e tutte le voci dalla A alla Z.
In sostanza uscire dalla zona-confort del conosciuto per approcciare l’incognito o il meno noto non è altro che conoscenza.
Mettiamoci alla prova.
Alla fine della presentazione  nella bella saletta della Libreria Mondadori, Andrea ci propone  di  metterci a piedi nudi e a camminare insieme…divertente, bello, piacevole.
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RITORNO AL FUTURO . Amarcord IV
pubblicato da: Mirna - 5 Novembre, 2017 @ 7:42 amOrmai i nostri incontri ravvicinati nella  dolce Carpi materna  dell’infanzia e prima giovinezza si stanno evolvendo: da un Amarcord del passato di compagni di strada in un desiderio di futuro per conoscerci meglio da ciò che eravamo a 10, a 15, a 20 anni.
Se con Vincenzo la conoscenza si è allargata grazia alle mail e  a Skype con gli altri tutto si intreccia e cresce  nel momento dell’incontro, come i  vari ricordi di scuole, di strada, di feste, il  nostro presente e futuro.
Ciò che siamo diventati ora  delimita con gioia e conforto  ogni semestre di rimpatriate in una terra dove molti ci vivono ancora, altri non la dimenticano perchè parte integrante della loro storia.
Da coltivare come un giardino delicato questo ritrovarsi perchè tutto sembra prezioso proprio per la fragilità dei tempi. degli anni a venire, degli accadimenti.
E se Corrado si “fa investire” sulle strisce pedonali e non può partecipare ci fa  però sentire la sua mancanza. Quindi aspetteremo primavera per ritrovarci e perchè no per allargarci anche al di fuori di Cantarana, la strada  mia, di Vincenzo, di Brunella e  di Claudia.
Luogo e spazio delimitati ma che si dilatano con gli amici di uno o dell’altra o di tutti.
E così anche questo Amarcord novembrino è stato bello e dolce e “sospiroso”.
Carpi era risplendente di ocra, giallo e azzurro e suoni di voci liete. Brusii di sapori, profumi di chiacchiere. Scusate le sinestesie, è più forte di me quando scrivo!
Come ricordo lontanissimo ammiriamo in Duomo le reliquie di vari santi:  ossa,  femori, crani rivestiti d’oro. Incredibile quella parte di altare  che verrà poi ricoperta per il resto dell’anno!
Io cerco un amico al Bar Dorando della piazza. Senza timidezze o ritrosie ne parlo con titolari e avventori. Qui ci si sente in una famiglia sempre ben disposta ad accoglierti. Purtroppo Romano non c’è più. Mi sarebbe piaciuto rivederlo e invitarlo ai nostri prossimi convivi.
Ci attende la campagna lieve, colorata, dolcissima che ti entra nel cuore quasi con malinconia perchè vorresti che quella bellezza non ti abbandonasse, ma facesse sempre parte di te.
Pioppi, foglie gialle, rosse, arancione, celestino del cielo, profumi di terra buona e amica.
E poi ci ritroviamo dietro consiglio-ordine di Gianni Bonasi  (come dice Brunella) al Lago dei Sogni, località  Migliarina, dove ci serviranno prelibatezze emiliane rigorosamente fatte in casa con prodotti chilometro zero. E’ un Agritur ed intorno ci sono asinelli, vitelli, galletti , laghetto scintillante di canne al vento..
Magia? Sogno?
Beh, le portate ci risvegliano e ci riportano terre à terre;  ci “buttiamo” sul cibo: gnocco fritto e salumi, fra cui i ciccioli di  montagna, tortellini in brodo, tortelloni di zucca, cotechino, spezzatino, purè, polenta, dolci con creme, vini amichevoli e leggeri, liquori….
Per il caffè finalmente arriva anche Claudia con Barbara. Noi tre “ragazze” di strada ci facciamo fotografare.
Il tempo è fermo o è fluttuante tra ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che saremo? Dentro di noi ci sono ancora le ragazzine che giocavano a nascondino in Cantarana o andavano a caccia di lucciole in quelle lunghe estati calde?
Brunella dallo sguardo attento e dal senso dell’umorismo pratico è stata , come sempre,  l’organizzatrice perfetta. Era persino andata in Duomo a chiedere di aprire il reliquiario…per noi!???
E’ quasi commossa e noi pure lo siamo perchè l’energia positiva volta al benessere, alla convivialità , alla generosità ci appaga e ci ammorbidisce.
Anche  Carla Pedrielli è finalmente con noi,  ci sono Marisa, Federico e Stefania (i  due giovani figli autisti – ma felici anch’essi- quanta stria mangiano in attesa del pranzo!) , Gabriella Leporati compagna di classe, bellissima come sempre , Rosanna e Gianni Bonasi dalla simpatia straripante.
I nuovi amici …ma mancavano Corrado, Donatella, Luisa e chissà qualcun altro attirati da questo nostro canto delle sirene…
Alla prossima.
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I PAESAGGI PERDUTI di Joyce Carol Oates
pubblicato da: Mirna - 31 Ottobre, 2017 @ 1:10 pmUn mémoir della grande scrittrice statunitense portavoce di un’America forte e fragile e di inquietudini e perplessità ingigantite.
“Un romanzo di formazione di una scrittrice” di una grande scrittrice della quale ho parlato spesso nel mio blog. Cercate i titoli dei suoi romanzi e leggeteli. Non vi lasceranno indifferenti.
Che piacere dunque per una sua lettrice appassionata sapere della sua infanzia , della sua vita, del suo cammino.  Fortunatamente non racconta tutto…ho ancora in mente il pesante Le Confessioni di J.J.Rousseau…ma soltanto quello che è decisivo per farla diventare una scrittrice .
La famiglia e l’infanzia. Le basi. Â Genitori amatissimi a cui spesso la Oates dedica i romanzi.
Che bello! Soprattutto percepire che negli States non tutti  i genitori sono bistrattati, odiati o resi corresponsabili delle insoddisfazioni filiali. La dolce mamma di origini ungheresi e il bel papà dal ciuffo irlandese saranno importanti nella vita di un ragazzina mingherlina e timida. Ma in fondo determinata. E soprattutto talentuosa.
Sono del parere che la vita di ciascuno di noi sia interessante e degna di attenzione. I ricordi, le emozioni dell’infanzia sono simili e dissimili, ma tutti formativi di ciò che diventeremo come i primi appassionati affetti sia per un pollo di nome Happy per la Oates  o per una gatto di nome Pucci per me.
I nonni sempre spariti troppo presto con il loro mistero e i loro segreti ma che hanno sicuramente lasciato segni indelebile nel nostro DNA.
E gli amici di gioventù.  Una cara amica che si suicida, un’altra con una storia pesante alle spalle.  Quanto le loro storie  influenzeranno  i romanzi capolavori della Oates?
E, tra parentesi, quanto sono fortunata io che domani incontrerò nella dolce Carpi materna gli amici d’infanzia nel  IV Amarcord, noi “gli amici  di strada”?
Certamente un’autobiografia non ha l’afflato e l’emozione travolgente di un romanzo: ci sono  soprattutto nel lettore curiosità , interesse, ma in alcuni capitoli la grande scrittrice “colpisce” in un crescendo che va al di fuori di sè.
Sembra che la limitazione del genere non sia per lei. Lei deve “uscire”, andare Oltre lo specchio, nel paese di Alice, non a caso il suo primo e adorato libro.
La Oates e i suoi libri.
Lei e noi e la LETTURA;
Si dovrebbe vivere 1.000 anni per poter leggere tutto ciò che ci piacerebbe. …Beh, proviamo almeno ad arrivare – bene – fino ai 100.
E noi del LibrIncontri ricordiamo la data di mercoledì 8 novembre. Caffè Città già avvisato.
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LibrIncontri al Caffè
pubblicato da: Mirna - 22 Ottobre, 2017 @ 5:31 pmRentrée.  Tornati in città da un pezzo si riprendono le piacevoli attività letterarie e ludiche. Fra queste i nostri incontri al Caffè Città per parlare delle nostre letture. E dopo più di tre mesi di distacco ne abbiamo  da raccontare!
Sempre piacevole riprendere i fili dell’amicizia e delle condivisioni.
Il nostro angolo-salotto dai divanetti rossi , i nostri caffè, l’immediata sintonia ci ricollegano con facilità agli anni passati.
Contenta che siano arrivate anche Maria Pia e Paola.
OMBRE , racconti non metafisici di autori vari fra cui Stephen King, Joyce C. Oates e altri sul tema del silenzio, ispirati tutti ai quadri di Hopper e alle sue inquietanti visioni stilizzate di un’America perduta.
Sempre Maria Grazia racconta di aver riletto “Lettera a una sconosciuta” di Stefen Zweig. :
“ un famoso scrittore viennese, di ritorno da un viaggio di tre giorni in montagna, nel giorno del suo quarantunesimo compleanno riceve una lunga lettera priva dell’indirizzo del mittente. Nella lettera una donna che non rivela il suo nome descrive la propria vita, che è stata segnata dall’amore non corrisposto per lo scrittore destinatario.”
Credo che oltre alle novità letterarie la rilettura di buoni romanzi sia piacevole e arricchente, anzi proporrei di condividere con gli altri del gruppo e del blog un libro che ci sia piaciuto particolarmente.
Nadia (seppur assente)  ci ha già suggerito”L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera.
Che ne pensate?
Maria Pia ci suggerisce Delphine de Vigan  Da una storia vera Â
“ si rivela un libro potente, spiazzante, che riflette sulla celebrità , sull’ossessione, sull’atto stesso di scrivere e di inventare. Un’elegante riflessione su cosa sia la verità e sul suo significato. Delphine De Vigan si conferma un’autrice preziosa, dallo sguardo indagatore e profondo, dallo stile impeccabile e trascinante. Un libro da leggere e rileggere, per apprezzare di nuovo lo svolgimento dei fatti dal punto di vista di Delphine narratrice. E, come lei, assistere impotente alla caduta di Delphine personaggio, incapaci di gridarle di scappare, prima che sia troppo tardi.”
Un’altra importante lettura è Come ottenere il meglio da sè e dagli altri di Antony Robbins, edizione del 2017,  Consigli per crescere, avere successo, stare meglio, essere felici. Provare per credere ci dice Carla che lo sta leggendo e già ne ha avuto giovamenti.
Un altro saggio intrigante ci è consigliato da Paola “I tabù del mondo” di Massimo Recalcati. Si parla delle paure e di tanto altro, c’è anche un bel capitolo dedicato all’importanza e alla necessità della lettura. Per capire meglio il nostro mondo e le trasgressioni senza più limiti.
Di Andrea Pirandello “Luigi e Antonietta ” Il nipote del grande scrittore ripercorre  le vicende della famiglia con particolare riguardo alle prime fasi del matrimonio di Luigi e Antonietta. Preziosa e inedita testimonianza della famiglia dall’interno.
Ed ancora un romanzo autobiografico “Una storia di amore e di tenebra ” di Amos Oz pubblicato nel 2002 e poi tradotto in quindici lingue. Dalle radici della sua famiglia  Amos Oz ripercorre le vicende storiche di Israele e del suo tempo.
Asor Rosa “Storie di animali e di altri viventi”
“La donna che scriveva racconti” di Lucia Berlin
e tanti altri titoli e commenti che si sono persi tra un sorriso , un caffè, una cioccolata e il piacere di stare insieme.
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LEGGERE, LEGGERE, LEGGERE…
pubblicato da: Mirna - 14 Ottobre, 2017 @ 10:42 amIncontro una signora del mio condominio: ha il bastone e cammina a fatica . Esclama “Che brutto invecchiare. E poi la vecchiaia è lunga.”
Però, replico, qualche momento di benessere e gioia ci può essere, per esempio nella lettura di un buon libro.
“Ecco il mio guaio” ribatte” non ho mai coltivato la lettura”!!!
Guai se non avessi i miei libri, il mio mondo di evasione, Â di confronto, Â di riflessioni, di conoscenza.
Che gioia la scorsa settimana  portare a casa dalla biblioteca parecchi libri da gustare.
“Una famiglia in pezzi” di Elisabetta Rasy mi ha particolarmente colpito. Fra l’altro  la Rasy è la prima autrice di cui ho parlato nel mio blog circa sette anni fa.
In questo volumetto edito Mondadori ripercorriamo il desiderio dell’autrice di trovare nel meandro del passato le sue origini che spaziano da Salonicco a Napoli, da Londra a Parigi. Una lettura gustosissima : Â dal console Henry a sua figlia Cleopatra per giungere alla bellissima nipote Clementina. Tutti chiari con gli occhi azzurri. Discendenti probabilmente dai Circassi. Â E poi la parte napoletana.
L’autrice inizia questo suo “viaggio” per riunire i pezzi della famiglia dopo aver conosciuto un Rasy inglese . E le sorprese sono interessantissime. Si entra in un mondo levantino, cosmopolita, aperto a culture e tradizioni familiari diverse.
Da leggere e semmai prendere spunto pe ricercare i nostri trisavoli?
“Anime baltiche” di Ian Brokken ,ed.Iperborea.  E’ un viaggio “in un cruciale, ma dimenticato pezzo d’Europa”. In questi per noi lontani paesi baltici sono nati Hannah Arrendt, Romain Gary, ecc. Quel lontano Baltico fascinoso che già si liquefa soltanto nel pronunciarne il nome.  E’ un viaggio e “viaggiare, insieme a leggere e ascoltare, è la via più breve per arrivare a se stessi”.
Ho trovato anche un romanzo di Renate Dorrestein “Mentre mio figlio fa l’amore” ed. Guanda.
Una storia intensa e forte: una cinquantenne non solo alle prese con la sua menopausa, ma soprattutto con la malattia degenerativa della madre che improvvisamente dopo un ictus  non ragiona più. Realistico e attuale in questa epoca di longevità non sempre facile. Si parla delle scelte difficili che ogni giorno bisogna affrontare.
Infine ho cercato “Le città invisibili” di Italo Calvino.
Paolo Domenico Malvinni ha pubblicato su una rivista un raccontino “Provinzia”! Un’altra città invisibile sull’onda della sorpresa che a Trento il secondo libro più letto è proprio questo immaginifico racconto di Italo Calvino.
Che dire? Leggerlo o rileggerlo perchè la città è una nostra estensione del cervello e del cuore, perchè noi siamo città , in fondo.
E Malvinni con maestria ci regala  un’altra suggestione.
Di questo ed altro parleremo anche nel nostro prossimo LibrIncontri al caffè Città , mercoledì 18 ottobre.
L’importante è…leggere