CONCERTO DI STEFANIA dal blog di Riccardo Lucatti
pubblicato da: Mirna - 10 Agosto, 2018 @ 8:40 amVIAGGIO IN ITALIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti – 10 agosto, 2018 @ 8:15 am
Detto altrimenti: di Stefania Neonato (post 3283)
.
Il concerto è nel Cortile Maggiore del palazzo Ducale, prestigiosa sede che si affaccia sulla centralissima Piazza de Ferrari, il cuore pulsante della città , per le 22,00, ma alle 21,30 tutti i 300 posti a sedere erano occupati. Le altre circa 100 persone si sono accomodate per terra, contro le colonne
I notturni en plein air, quarta edizione. E’ la seconda volta che Stefania suona in questa rassegna. Ed ogni volta il pienone!
.
.
.
Le previsioni del tempo davano un temporalone alle 23,00 e noi tutti ogni tanto ad inseguire con lo sguardo le note che salivano in altro, verso quelle nuvole e invece no: il vento dell’armonia ha richiamato un altro vento, quello da nord ovest, che ha spinto il temporale verso il mare salvando il concerto. Qui a fianco, la bandiera sulla torre del palazzo che io da velista qual sono studiavo per capire come girasse il vento.
.
.
.
.
Genova ¦ come è cambiata da quando io l’ho vissuta, dal 1944 al 1976, quando la lasciai per Torino, Milano, Roma, Trento ¦ per motivi di lavoro. La metropolitana, il centro storico da luogo della malavita (contrabbando, prostituzione, droga) a luogo della movida cittadina, il traffico (aumentato, ovviamente) ¦ angoli prima dimenticati ora rivalutati ¦ insomma: Genova, sei più bella: ora sei una bellissima città turistica. Noi stessi, cinque amici, prima del concerto, una focacciata al formaggio alla Tortuga, subito dietro la Porta Soprana, subito dietro la casa di Cristoforo (Colombo, of course!).
.
.
Ma veniamo al concerto: preceduto da una chiara illustrazione di Stefania ¦ Chopin non ha mai avuto un pubblico così¬ numeroso!): 3 Mazurkas op. 50, Scherzo in mi maggiore op. 54, 2 Nockturnes op. 62, 3 Ecossaises op. 72 . Grande valse brillante in mi bemolle maggiore op. 18 Andante spianato et Grande polonaise brillante op. 22. Vicino a me, due file dietro, un tale evidentemente musicista anch’egli anticipava a voce le battute e alla fina applaudiva a squarciagola. Mi dispiace non essere un musicologo bensì¬ un semplice musicofilo, perchè in tal caso meglio saprei esprimere ciò che musicalmente significava la pelle d’oca mi assaliva Si, è vero, devo confessarlo, Stefania è innanzi tutto una carissima amica, come pure sua madre Mirna Moretti, la mia madrina blogger, la persona che mi ha indotto a diventare un blogger ma ciò nulla toglie all’elogio che tributo ad entrambe, figlia e madre, figlia musicista, madre grande lettrice, poetessa, artista dei sentimenti.
Viaggio in Italia, dunque, per tutti i presenti e anche per voi, care lettrici e cari lettori, che avete avuto la compiacenza di leggere queste mie semplici sudate carte elettroniche!
Trento, dove Stefania vive quando è in Italia, il 3 dicembre prossimo, insieme al soprano Maria Letizia Grosselli, sarà in concerto presso la nostra Associazione privata Accademia delle Muse: un privilegio raro! Grazie anche per questo, Stefania! E grazie a te, Maria Letizia!
P.S.: qui sul blog e ovviamente in internet troverete molto su Stefania e Maria Letizia ed anche sulla nostra Accademia.
.
.
Consigli di lettura di Maria Grazia
pubblicato da: Mirna - 8 Agosto, 2018 @ 3:35 pm
Comments Closed
CRONACHE DI BORZONASCA – AGOSTO 2018
pubblicato da: Mirna - 4 Agosto, 2018 @ 10:02 am
CRONACHE DI BORZONASCA AGOSTO 2018
ho sempre parlato di questo paese letteraturizzando ogni suo aspetto e certamente continuerò a farlo…altrimenti si rischia di banalizzare un’altra estate calda.
Così la parola scritta può modificare, colorare, abbellire un altrove che talvolta è troppo altrove o non lo è per niente nel senso che ci si sente un po’ canne al vento e ci deve ancorare al principio di realtà .
E poi sappiamo che tutto è dentro di noi, nei nostri pensieri e suggestioni.
Chi mi legge sa delle epifanie che provo soprattutto nel mio giardinetto montaliano pieno di alberi e cespugli mediterranei, emozioni che ricerco in questo torrido agosto anche di sera nonostante le zanzare cattive.
Le giornate spesso respirate all’interno della casa dai muri spessi sono tollerabili grazie ai libri e al mio letto blu. E a Mimilla fedele compagna delle mie ore in cui cerco di trasfigurare questo lembo di verde in un giardino di meraviglie immaginando un tempo fluido e circolare in cui fatti avvenuti sembrano futuri e viceversa, dove certi sospiri della casa mi svegliano e mi fanno sentire la presenza del legno che si dilata e contrae o altri palpiti.
Se il caldo mi impone di stare ferma la mia fantasia può invece correre a prendere un tè con il Cappellaio Matto di cui spesso parlavo con Giuliana, il fatto di immaginarlo lo fa sentire vero.
Quindi anche il coniglio bianco potrebbe essere nascosto dietro al mio reale cespuglio di ortensie rosa.
Mi sdraio sulla terrazza con il libro in mano e i miei vicini tutelari – che non letteraturizzano niente – anzi mi porgono pomodori maturi come il sole, zucchine fiorite, pezzi caldi di torte di riso, fiori ed erba Luigia.
Ho detto loro “Mi mantenete voi “
Un po’ mi vergogno del mio spleen, ma ho sempre la scusa del mal di schiena, del male alla spalla per cui io mi abbandono alla pigrizia estiva certa delle mie scelte.
Ma la narrazione dov’è?
Dopo più di quarant’anni che vengo in questo paese non so che raccontare: delle signore che invecchiano ma sono sempre pimpanti? Del gruppo del bar Macera che parla e stride ogni mattina come un pollaio?
Tanti avvenimenti accadono come in ogni parte del mondo, alcuni brutti, altri gradevoli.
Ciò che ho notato in questa estate 2018 è un decadimento del paese un tempo frizzante e popoloso. Negozietti chiusi, in certe ore poca gente per la strada, non c’è neppure più il Parroco.
Emerge una tendenza all’individualismo, al solipsismo, quel coinvolgimento ciarliero un po’ pettegolo sembra smorzato…qualche raro incontro nella piazzetta del carruggio a mangiar farinata, o intorno a un tavolo di tartine offerte dai Carabinieri.
Colpa delle relazioni virtuali o di un cambiamento epocale?Per fortuna ci sono sempre le stelle e in queste notti calde si possono vedere quelle cadenti.
Mimilla è però felice, guarda alla scaletta delle piane come se guardasse alla porta del Paradiso, luogo di odori e tortore, farfalle e talpe. Anzi una piccola talpa deliziosa mi è stata portata in dono una mattina all’alba…naturalmente l’ho portata fuori .
Ho avuto un incontro ravvicinato con un geco adolescente…anch’esso si è convinto ad uscire.
Ma oltre alla diletta figlia che sta preparandosi per il concerto del 9 agosto a Palazzo Ducale a Genova (Chopin) ho anche amicizie umane: in primis la cara Grazia, compagna di caffè , sigarette (ahimè), tisane, passeggiate, riflessioni e tanti libri. E poi la bella Maria Rosa dalla casa sul mare di Zoagli e con un giardino incantato.
Un attimo di sospensione in tre l’altra sera dopo aver ascoltato le prove di Stefania,. Lungomare di Chiavari al tramonto rosa, aperitivo, per me un mojito.
Non voglio neppure dimenticare il fratello ritrovato con il quale sto scoprendo affinità e ricordi interessanti.
L’altrove è ovunque.
LETTURE D’ESTATE
pubblicato da: Mirna - 20 Luglio, 2018 @ 10:34 amDistesa estate, recitava Cardarelli .
Odio l’estate, cantava Bruno Martino.
Anche Pavese non amava l’estate.
Una stagione in cui essere forti perchè si è più trasparenti e vulnerabili.
Se il tempo e le amicizie sono luminose è una stagione breve e tutta da godere come il mare celestino del Golfo del Tigullio.
Se qualche pensiero triste come nuvole grigie attraversano il nostro cielo c’è il rimedio consolatorio della lettura.
Di Rebecca West consiglio La Famiglia Aubrey, una saga familiare che ci fa entrare e partecipare alla vita di personaggi stravaganti ma colmi di ricchezza interiore.
In tre volumi sapremo tutto dei ragazzi Aubrey: le gemelle talentuose che adorano la musica, Cordelia che non vedeva l’ora di fuggire da una famiglia sempre sull’orlo della miseria, e di Richard Quin il più giovane, ma dotato di una saggezza filosofica che lo fa vivere in gioia come i gigli che crescono nel campo.
“.Vorrei poter stare seduto tutta la notte a osservare il movimento lento delle costellazioni..non l’ho mai fatto .Il problema che anche dormire è bello…Le cose belle del mondo sono troppe. Anche quando si gode di una cosa ce n’è qualcun’altra che ci sta sfuggendoâ€
Versione romanzata dell’infanzia della stessa autrice che fu attrice di teatro, femminista antelitteram, socialista e suffragetta allo scoppio della prima guerra mondiale.
Si tratta di una trilogia dal titolo originale “The Fountain Overflows†che vorrebbe ripercorrere cento anni di storia.
Una lettura piacevole, soprattutto femminile, ed io immagino signore e signorine sotto pergolati fioriti con in mano uno dei volumi della West e tornare con essa nella Londra di fine Ottocento e oltre.
Interessante per gli amanti della musica e per tutti coloro che vogliono conoscere vite altre da sé.
Personaggi indimenticabili come la madre che regge e fa scorrere gli ingranaggi difficili della famiglia.
Sempre e soprattutto di animo femminile parla il romanzo breve di Cristina Comencini e
“Da soli†sebbene i punti di vista vengano espressi anche dagli uomini.
Due coppie amiche che si separano.
In una decide il marito, nell’altra decide la moglie.
Sessantenni che cercano di capire chi sono veramente e che cosa vogliono da un matrimonio.
E un dilemma nuovo che appare in questo inizio secolo:stiamo meglio da soli o con qualcuno accanto notte e giorno? Ci vuole coraggio per capirsi e scegliere la vita a noi più confacente.
Potrebbe interessare anche i miei amici uomini.
Per non dare sempre tutto per scontato.
Ed infine per analizzarci fino al midollo…ovviamente “Sul lettino di Freud†di Irvin Yalom dove possiamo scandagliare ogni sussulto del nostro animo, però in chiave un po’ dissacratoria. E con tanto di storie di psicoanalisti sull’orlo di una crisi di nervi. Divertente alla fine. Con sempre qualcosa che ci riguarda. Da non tralasciare mai indagini sul nostro percorso passato e presente.
Cogito ergo sum.
RESTO QUI di Marco Balzano, ed. Einaudi
pubblicato da: Mirna - 11 Luglio, 2018 @ 4:35 pmOra capisco perchè mio padre era così affascinato da Curon Venosta e da quel campanile che emerge dall’acqua come un fantasma.
Ci passavamo spesso poi negli anni Sessanta – come turisti – ma sono certa ci avrà raccontato la storia dell’allagamento del paese perchè a quel tempo vivevamo ancora a Merano.
I miei genitori avranno seguito dunque con partecipazione tutto ciò che avvenne a quei due paesini della val Venosta: la costruzione della diga con la distruzione di tante casette e masi.
Per questo ho letto avidamente il romanzo di Marco Balzano che seppur in chiave romanzata ci racconta la storia degli anni travagliati del fascismo, dell’arrivo degli italiani in sud-Tirolo (e fra questi la famiglia di mia madre), le difficoltà e le sofferenze per gli altoatesini.
Si parla della coesistenza dolorosa di due popolazioni che hanno subito la prepotenza e la violenza politica dei tempi e che oggi speriamo di non dover più rivivere.
Seguiamo le vicende di Trina, diplomata maestra, ma che per le leggi fasciste non può insegnare tedesco. Per alcuni anni fa la maestra clandestina. Poi sposa un contadino che ama la sua terra di pascoli e fiori.
Nascono due figli.
Marica è l’attesissima secondogenita che a 10 anni nel tourbillon del Nazismo incombente fugge con gli zii in Germania senza lasciare traccia di sè.
Un dolore immenso attanaglia i genitori, e se il padre tenta di fermare in disegni il ricordo della figlia, Trina le scrive una lunga lettera per raccontare il suo amore e tutti gli anni di sofferenza .
Il titolo dunque è importante, non soltanto per ricordare la scelta di molti contadini che decisero di rimanere accanto alla diga in casette prefabbricate pur di non lasciare la propria terra e la propria identità , ma anche come “rimprovero†verso la figlia amatissima che preferì andarsene.
Da leggere
Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e insegna.
Ha vinto numerosi premi tra i quali il Campiello nel 2015
Comments Closed
Ricordando Maristella
pubblicato da: Mirna - 5 Luglio, 2018 @ 5:15 pm
E’ facile e difficile lasciar correre i pensieri.
Facile se mi soffermo a guardare il volo delle farfalle sulla mia lavanda e lungo la scaletta di pietra che porta al glicine fiorito e alle altre piante liguri. Tutto sembra fluire in pace come se la vita non avesse interruzioni. Un panta rei fluido e ameno, l’estate sembra fermarti nell’hic et nunc, ti assopisce e obnubila un po’.
Difficile invece quando i pensieri incontrano i ricordi sassosi delle assenze ed allora ti senti fragile e più sola.
Ed ancora un’altra amica se n’è andata da poco, un’amica con la quale ho condiviso quarantotto anni della mia vita.
Maristella incontrata nel 1970 insieme con Marina e con mio marito Piero.
Tutti sulla stessa nave da crociera in un’estate di giovinezza e speranze .
Viaggio, avventura, amore, vita.
Ricordi di scali in nord Africa, a Madera,alle Canarie, in Spagna, risate, emozioni.
Insieme abbiamo vissuto l’esperienza forte del naufragio della nave Fulvia C nel luglio 1970.
Poi ognuno ha continuato percorsi di vita diversi, ma sempre unite da progetti in comune.
Devo ringraziare Maristella se ho lavorato per Versace e non solo.
Incontri annuali e ultimamente- dopo l’inizio della sua malattia- semestrali.
Generosa, diretta, ospitale,autentica nei suoi pregi e difetti.
Stefania ed io siamo state invitate anche a Londra nell ‘appartamento suo e di suo marito, Arlington House, accanto a Green Park.
Ricordi di parties giovanili, di spettacoli alla Scala, di cene con Marina, di shopping e risate,
di battibecchi sui miei capelli che dovevo sistemare secondo i suoi consigli.
Sono andata a Milano lo scorso mercoledì per il suo funerale.
Poi sono tornata nella sua casa che so non vedrò mai più.
Ho chiesto di sdraiarmi sul suo letto, nella sua camera azzurra. E mi sono abbandonata senza difese al flusso di coscienza.
Troppe cose da dire, raccontare, ricordare.
Ma guardando ciò che lei ha guardato per tanti anni mi sono sentita lei stessa.
Ho percepito intensamente il gusto del bello che ha sempre permeato la sua vita, e ciò che poteva provare negli ultimi tempi:
stupore di non essere più così energica, ma anche speranza di riappropriarsi della propria vita.
Ho ammirato i suoi quadri alle pareti, la marina azzurrata e il vecchio che a Londra era appeso sopra il camino.
Ho ritratto la poltrona blu dove spesso si sedeva ormai stanca ma sempre indomita a parlarmi dei suoi impegni e progetti.
Ho detto addio alla casa che conosco così bene, alle sue orchidee che mi sembravano già orfane.
Addio alle parole sospese tra lei e suo marito durante i pasti, alle nostre lunghe conversazioni sul nostro passato, sugli abiti, sull’arte, sulle amicizie comuni, su ciò che la vita ci ha offerto .
Mi sono lentamente congedata dalla sua essenza in quella luce obliqua e azzurra, ricca dei suoi ultimi faticosi sorrisi.
CRONACHE DI BORZONASCA. IL GIARDINO NELL’ANIMA
pubblicato da: Mirna - 20 Giugno, 2018 @ 10:59 am
E’ sempre dentro di noi il desiderio di giardino, quel luogo circoscritto, sicuro, ancestrale, che ci accompagna dai primordi dell’umanità quando nell’Eden eravamo felici.
C’è nell’infanzia di tutti un giardino dove erba, fiori, alberi erano nostri compagni e complici. Poteva essere segreto, non nostro, lontano, vicino, ma quando ci trovavamo accanto a cortecce, fili d’erba, fiorellini, farfalle, api ci sentivamo a casa.
Perchè un giardino è anche uno stato mentale nel quale ci si può spogliare dalle maschere, dai condizionamenti e tornare fiore che cresce, foglia che si muove senza regole umane.
Da bambina avevo un cortiletto piccolissimo, ma c’erano alcune alberelli, violaciocche e un amico al di del muretto. Luogo che sentivamo solo nostro. Non ricordo adulti, ma solo bambini.
Come nel bellissimo libro per ragazzi “Il giardino segretoâ€
E poi intorno a noi c’era la campagna con fiordalisi e papaveri ai tempi delle spighe.
E lucciole e profumi di tiglio. Atmosfere magiche.
Ho molti libri che raccontano giardini.
Stupendo “Il giardino di Virginia Woolfâ€curato con maestria e cuore da suo marito Leonard.
Anche soltanto sfogliando le pagine ci si può immergere in visioni di fiori bianchi, gialli, i famosi “daffodils†(giacinti, di cui parla Woosdworth in una romantica poesia). Mi piace soltanto nominare i nomi di clematide, cerfoglio, viburno,euphorbia, anemoni, astri, nasturzi, delphinium (anche se alcuni non li conosco) per sentirmi in una zona franca dove regnano bellezza ed armonia.
Elizabeth von Arnim ha scritto “Il giardino di Elizabeth†che divenne la sua vera “home†dove scappare dal marito autoritario e dalla noia.
Un’ appendice postuma al suo racconto è un delizioso libretto “Il giardino perduto†che altro non è che il ricordo dell’infanzia quasi magica vissuta nella proprietà dei nonni.
Quando mio marito Piero volle ristrutturare questa vecchia casa con giardinetto a fasce sul retro feci un po’ di resistenza, ma a lavori ultimati e nonostante scale e scalette per accedere sia all’appartamento, alla mansarda e ai giardinetti rimasi affascinata.
Fu un amore a prima vista.
In quella lontana estate del 1996 potevate sentirmi declamare Montale “Meriggiare pallido e assortoâ€, vedermi in estasi di fronte agli allori, agli amareni, alle camelie, alle rosse rose antiche dette rose d’amore, comporre poesie dove dicevo “Soprattutto io amo possedere fiori d’amarene e di limoni, eccâ€.
Pur essendo un giardino piccolo, verticale, scoprivo bellezze e sorprese: roselline rosa che si arrampicavano in alto dove edera, bosso nascondevano un altro piccolissimo camminamento che dà su un sentierino in alto, c’è addirittura un po’ d’uva.
Ci sono poi una palma, un nespolo, un pruno, un albero di cachi, un arancio selvatico e rosmarino, melissa, gelsomino che a sera, insieme ai tigli vicini, ci avvolgono in un profumo intenso.
Mi meraviglio sempre quando dopo aver goduto del sole accanto a ortensie, spadoni, belle di notte, mi affaccio dal balconcino del salotto e noto che presto fioriranno le dalie, le rose rosa stanno sbpcciando , il lillà freme, Mimilla è felice e vedo persino alcune lucciole brillare timidamente sulla porta del casotto e nell’orto del vicino.
E’ un microcosmo lo so, ma ogni fiore, ogni odore che sale nella notte calda , ogni garrito delle ultime rondini rappresentano il nostro mondo desiderato, mondo che possiamo sempre ricreare nel nostro cuore e nella nostra anima affidandoci alla Natura che procede nonostante tutto.
LA FATTORIA DEI GELSOMINI di Elizabeth von Arnim
pubblicato da: Mirna - 15 Giugno, 2018 @ 4:15 pm
LA FATTORIA DEI GELSOMINI
Da non perdere questo delizioso racconto di Elizabeth von Arnim.
Ottima romanziera, questa scrittrice nata nel 1866 in Australia, riesce a mantenere salda una trama colma di ironia sociale e che fa divertire come un romanzo di Woodhouse.
Dalla residenza lussuosa di Lady Midhurst dove un troppo uso di uva spina nei menu causa malesseri e disagi tra gli ospiti fino a una casetta in Provenza.
La pura e casta vedova Daisy Midhurst adora la propria figlia Terry che sembra crescere con le stesse materne virtù vittoriane tra Londra e le residenze di campagna. Devotissima figlia non si decide però mai a sposarsi.
Ma che è successo nella lussuosa dimora tra una crostata e uno spumone all’uva spina?
Alcun ospiti giocano a scacchi, tra questi Andrew l’amministratore della grande ricchezza di Lady Midhurst, altri corteggiano Rosy la giovane e attraente moglie di Andrew.
Rosy è di un altro ambiente sociale, l’unica cosa che le piace è farsi ammirare con i vestitini nuovi che la madre è riuscita a procurarle. Infatti generalmente non sa che dire e ripete spesso per non sbagliare “Scusi, diceva?â€
La giovane virginale Terry, spesso vestita di bianco, non è però come la società pensa che sia.
Lei è moderna, anticonformista, detesta l’ipocrisia ed è fiera di essere l’amante di Andrew, il quasi sessantenne amministratore e… pure marito di un’altra.
Relazione che viene celata, pur amandosi, per non far soffrire l’adorata madre di lei.
Ma c’è un’altra madre, quella di Rosy, la formosa e vitale Mrs.de Lacy che vive con figlia e genero.
E che presto saprà della tresca…
che fare per poterne trarre vantaggio?
Circostanze e dialoghi divertenti, un allegro cinismo e un dileggio sia del conformismo dell’aristocrazia inglese sia dei parvenu; però alla fine un punto a favore va alla poco raffinata ma sincera Mrs.de Lacey.
Le due dame saranno a confronto proprio in Provenza, nella fattoria dei gelsomini dove Mrs.Midhurst è fuggita per nascondersi dallo scandalo.
E questa parte del romanzo è veramente da gustare: due mondi antitetici a confronto con il “contorno” di altri personaggi arrivati a sorpresa.
Da non tralasciare i due esterrefatti custodi, uno silenzioso, l’altra che commenta ogni accadimento con “Tiensâ€.
Comments Closed
CRONACHE DI BORZONASCA 2018
pubblicato da: Mirna - 10 Giugno, 2018 @ 8:40 amCRONACHE DI BORZONASCA
Potremmo chiamarle “Transilvania, mon amourâ€: piovaschi, nuvole basse, sensazioni di autunni incipienti, non certo di estati folgoranti liguri e montaliane.
Ma è nella natura cercare la soluzione ottimale, n’est pas?
Ed allora troviamo meraviglie nelle piante rigogliose, godiamo della felicità di una gattina nera che osserva uccellini canterini dalla finestra della cucina, che si avventura tra erba rorida di pioggia di giugno , nell’arrivo di verdure freschissime dei miei vicini tutelari.
E poi la cara amica che arriva con libri e racconti ed insieme aggrediamo l’umidità andando a mangiare in trattorie collinari. Stoccafisso bianco a Cichero, baciocca ed altre leccornie liguri a Belpiano.
Località dai nomi suggestivi che ci rimandano a boschi e boschetti di latifoglie, a momenti di pace arcadica.
Ma già l’arrivo in questa mia seconda casa mi abbraccia con l’affetto di mio marito.
Tutto è stato scelto insieme: da dove arriva la luce, la disposizione delle poltroncine, dove sistemare i fiori del giardinetto. E quest’anno, meraviglia delle meraviglie, gigli profumatissimi.
Sempre salire le scalette delle tre fasce mi regala sorprese: le ortensie, i fiori degli spadoni -Â mai visti – !, amarene pronte per essere gustate all’istante o per fare la marmellata.
Sensazioni diverse da quelle cittadine mi assalgono e stemperano l’abitudine della monotonia. Le sorprese sono tra l’era, tra melissa fiorente, rosmarino profumato, rose d’amore e cascate di roselline. I canti di certi uccellini queruli che disturbano Stefania mentre prova le polacche e i valzer di Chopin che suonerà a Postdam.
Predisponiamo l’animo e il corpo (le stanche membra come diceva Giuliana) a piaceri semplici di aria buona, pigri pomeriggi tra letture e tisane, a cercare di rimescolare la nostra vita alla luce di piccoli grandi cambiamenti cercando di non farci suggestionare dalle nubi che qui a Borzonasca incombono sul monte Cucco , indicatore meteorologico di grande rilevanza, ma pensando che il sole è lì dietro pronto a splendere per farci rifiorire…
…noi e i fiori.
Comments Closed
PIZZA DI CLASSE PER IL LIBRINCONTRI E CONSIGLI DI LETTURA
pubblicato da: Mirna - 2 Giugno, 2018 @ 6:50 am“Carissima Mirna
Come ti dicevo, di interessante in questo periodo ho letto il diario di Henry Morton Stanley “Come ho trovato il dottor Livingstoneâ€.
I due protagonisti non emergono come figure impeccabili; il primo era un giornalista e avventuriero a caccia di notorietà e di finanziamenti. Livingstone, d’altra parte, era forse un missionario, ma soprattutto un cacciatore di notorietà tramite esplorazioni geografiche, sull’esempio di Richard Francis Burton, lo scopritore delle sorgenti del Nilo.
Il diario è piuttosto ingenuo, volto ad esaltare gli sforzi fatti nella missione, ma lascia trasparire qual’era l’atteggiamento comune relativamente alla conquista dell’Africa nell’ ‘800.
Gli occidentali, europei e americani, non ci fanno una gran bella figura, ma emerge anche il ruolo che hanno avuto arabi e indiani nelle vicende connesse alla tratta degli schiavi e al finanziamento delle guerre interne tribali. Il tutto molto poco “politically correctâ€.
A me ha ricordato “Cuore di tenebraâ€, un po’ gli stesi fatti ma visti con uno sguardo opposto a quello critico e addolorato di Conrad.
Ho letto un giallo di Connelly, tipicamente americano, senza troppe esagerazioni, buono per addormentarsi.
Ho letto un giallo di Indridason, tipicamente nordico, un po’ cupo e umido, ma si legge bene. Ne leggerò altri.
Mi ha un po’ deluso “Il giocatore occulto “ di Arturo Perez-Reverte.
Sono stato invogliato dall’autore: avevo letto “Il club Dumas†(vedi film “La nona portaâ€) e di “La tavola fiammingaâ€, due libri molto intriganti, ben congegnati e ben scritti. Il primo fra collezionisti di libri antichi e satanismo; il secondo con una memorabile partita di scacchi..
Ero già stato deluso dal ciclo del capitano Alatriste, veramente povero, secondo me scritto per far cassetta, e l’ho presto abbandonato dopo un volume.
Quest’ultimo romanzo è appena sufficiente, un brodino allungato sull’assedio di Cadice da parte dei napoleonici e una serie di efferati delitti.
Ho anche letto “Una pinta d’inchiostro irlandese†di Flann O’Brien. Narrativa d’avanguardia degli anni ’40. Ricorda Joyce, fortuna è più corto. Solo notevoli alcune pagine scritte a imitazione delle saghe nordiche . Vedi saga di Cuchulain.
Infine ho letto “Hotel Angleterre†di Nico Orengo. Purtroppo. Qualche notizia e qualche storia su Puskin. Ma quanto si ama questo scrittore, quanta gente famosa conosce, quanto sa scrivere elegante. Cala Trinchetto.
Volevo infine ringraziarti per i gentili inviti ricevuti e per le piacevoli riunioni a cui mi hai fatto partecipare. Con l’arrivo dell’estate mi trasferisco a Pozza di Fassa fino a settembre e non sarò pertanto presente. Spero ci rivedremo ad ottobre, dopo aver letto molti altri libri. Ti manderò qualche altro resoconto di libri, nel frattempo.”
Abbiamo concluso l’altra sera con la pizza di classe i nostri incontri al bar Città sempre in allegria e con voglia di parlare delle nostre ultime letture. Evviva.Â
Comments Closed