LE CRONACHE DI TRENTO. ALTRI LUOGHI E ALTRE DIMENSIONI
pubblicato da: Mirna - 12 Novembre, 2019 @ 2:31 pmSarà questo novembre già invernale che mi spinge a riprendere a scrivere non solo di libri, ma di ciò che accade all’infuori di essi?
Cioè della nostra vita reale giunta ad un punto in cui il Tempo è liquido, lento, pacato.
Ieri pomeriggio mi sono resa conto del LUSSO che potevo permettermi: molte ore in una casa calda a leggere, scrivere, cucinare zucca in tutti i modi, guardare un film senza impegni imposti da altri.
Che sensazione di libertà! E di allegra fattiva solitudine.
Attenzione …non isolamento.
Mi raccomando amici coetanei.
Si può godere del nostro personale vis à vis dopo aver visto amici al mattino, dopo aver parlato al telefono con altri. E fare progetti. Piccoli o grandi, ma non troppi per assaporarli appieno e poi goderseli nell’attesa e nel ricordo.
Da bambina riflessiva e amante della solitudine pensavo spesso a come si sarebbe diventati invecchiando ed ero certa che insieme al cambiamento fisico – non allettante – ci sarebbe stato par contre un cambiamento in positivo del nostro sentire.
Di accettazione : forse meno dinamici, ma pieni di disincanto divertito perchè avremmo conosciuto meglio noi stessi e gli altri (con difetti e pregi), di saggezza nel comprendere ciò che si può fare per raggiungere una qualità di vita più confacente al momemto. Grosso modo è così. Avevo previsto giusto.
Mi sembra di essere in un luogo indefinito dove ogni giorno è il paradigma di una vita.
Si rinasce ogni mattina a prescindere da come si è dormito la notte, anzi ci si adegua alla nostra stanchezza o alla vivacità post caffè, al tempo metereologico, agli impegni e ci si abbandona appagati di aver fatto il nostro dovere nel tempo precedente: di aver amato, curato,lavorato…
E ora, almeno per me, ogni giorno è una pagina bianca da riempire – si spera e ci si sforza di farlo – di cose piacevoli.
Mi sveglio quasi sempre al buio…anche voi? Ma vedo alcune finestrelle illuminate: accanto a me a sinistra il ragazzo che va a lavorare presto. Di fronte all’estrema destra forse un’infermiera. Talvolta qualche insonne. Ma io con la cup of coffee torno a letto a godermi il calduccioi e 5 kg di gatta sulla pancia!
Quando mi alzo arriva Annibale, il piccione che ho adottato, mi riconosce, vuole la colazione, e nonostante io gli butti il fumo della sigaretta in faccia per mandarlo via lui non desiste , anzi chiama suo cugino più magro….che si chiami Asdrubale? Così nutro entrambi. Ma dovrò farlo con cautela perchè la condomina che mi spia dalla finestra accanto è anti-piccione.
Mi diverto, condivido le foto con Stefy e mio fratello, vorrei farlo con Giuliana perchè noi ci divertivamo come bambine con nonsense e discorsi di fantasia.
Per essere più seria e consona all’età ho provato a fare gli gnocchi di zucca…ebbene è meglio che parli con i piccioni!
La zucca forse non era troppo cotta, per schiacciarla mi sono indolenzita, ho aggiunto uovo e farina…che li ha fatti diventare come pietre. Ma li ho mangiati con burro e salvia . Resistenti, ma buoni.
Altre ore da plasmare: lavatrice, telefilm carino, libro, wsapp con figlia, amici.
E domani è sempre un altro giorno. Sperando ovviamente che ci sia.
Life is great.
DAI TUOI OCCHI SOLAMENTE di Francesca Diotallevi, Neri Pozza
pubblicato da: Mirna - 5 Novembre, 2019 @ 2:01 pmLa vita un po’ romanzata, ma forse non troppo, di Vivian Maier la donna che riusciva a leggere e catturare frammenti di vita degli altri.
Tutti conoscerete la sua storia: una ragazza americana che come lavoro faceva la “tata” ma nel contempo viveva attraverso l’obiettivo della sua machina fotografica.
Migliaia e migliaia di scatti alle persone che incontrava per strada e che sollecitavano il suo senso artistico ed esistenziale. Scatti non sviluppati, rullini pieni di emozioni, sorrisi, ombre, selfies – diremmo ora – scoperti dopo la sua morte in un magazzino affittato.
Ho visto la sua mostra fotografica a Genova due estati fa: un incanto di sguardi su momenti topici di vite altrui . Quasi tutte in bianco e nero.
Inizia a fotografare nel 1954 quando ha ventotto anni e la Rolleyflex sempre appesa al collo diventa il suo scudo e il suo filtro per poter interagire con il mondo.
Francesca Diotallevi riesce con acutezza psicologica ed empatica (nonostante la non approvazione degli eredi) a tracciare le linee di una vita solitaria e malinconica che sembra ravvivarsi ogni volta che il suo obiettivo riconosce in occhi, visi e gesti qualcosa che forse le appartiene.
Esponente importante della street photography è vissuta in sordina, quasi invisibile, per scelta o per forza ? ma senza rinnegare l’impulso della vita che rubava agli altri.
Da leggere
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I CONSIGLI DEL NOSTRO GRUPPO DI LETTURA Ottobre 2019
pubblicato da: Mirna - 29 Ottobre, 2019 @ 4:31 pmPuntuali ci ritroviamo con i nostri libri sottobraccio e tanta voglia di parlare delle nostre ultime letture.
Prima però , of course, ordiniamo qualcosa alla barista.
Potremmo definirci la compagnia dell’orzo?
Ma attenzione: orzo in tazza grande, in tazza piccola macchiato senza schiuma, macchiato caldo con schiuma, macchiato freddo, caffè espresso, cappuccino, talvolta un prosecco o una tisana…giusto per cambiare…ma al bar Città sono abilissimi a ricordarsi tutto e a farci entrare alla grande nella Letteratura!
Evviva. Anche questa volta tanti libri letti e tante riflessioni.
Emma parla di un interessante romanzo Il pianoforte di Chopin di Paul Kildea che lei definisce giallo – ma non lo è – soltanto perchè c’è la misteriosa sparizione del pianoforte che il compositore polacco aveva a Maiorca quando stava con George Sand. Si ripercorrono le peripezie dello strumento che approderà “come vuolsi così colà come si puote….a Varsavia? O tornerà a Valldemossa?
Nel novembre 1838 da una cella della certosa abbandonata di Valldemossa, fra le montagne che circondano Palma di Maiorca, si diffondono le note di un «pianino». Non sono note qualsiasi: sono quelle che completeranno i ventiquattro Preludi di Frédéric Chopin, opera cardine del Romanticismo. Non è stato possibile trovare uno strumento migliore sull’isola, ma quel piccolo pianoforte, costruito da un artigiano locale, fatto di legno dolce, ferro, rame, feltro e avorio, avrà una grande vita….
(Stefania è andata subito a comparlo!)
Enza consiglia Red Girls di Sakuraba Kazuki la saga di una famiglia giapponese dal 1950 ai giorni nostri. Si narra di tre generazioni di donne nel dopoguerra giapponese. Mescola elementi di realismo magico e di giallo. Bello.
Roberto, coraggioso, si è impegnato nella lettura cinica e stupenda di Celine
“Viaggio al termine della notte”. So che dovrò leggerlo anch’io.
Come il titolo stesso suggerisce, Voyage au bout de la nuit è un cupo, nichilistico romanzo in cui si mescolano misantropia e cinismo. Il titolo deriva da una strofa di una canzone dell’ufficiale svizzero, Thomas Legler[2]: «La nostra vita è come il viaggio / di un viandante nella notte; / ognuno ha sul suo cammino / qualcosa che gli dà pena.»
Céline esprime un pessimismo pressoché inconsolabile sulla natura umana, sulle istituzioni umane, sulla società e sulla vita in generale.
Io vi consiglio
Da grande di Jamie Attenberg, una scrittura fluida, una grande capacità di osservazione di sè al femminile e della vita intorno, una ricerca di ciò che si vuole o non si vuole. E in tutto questo percorso la consapevolezza di ciò che ti aiuta o ti fa dannare. Bellissimo.
Andrea, la protagonista, è nella parte “non artistica” della sua vita da tempo, ormai. Ha quasi quarant’anni, un lavoro ben pagato ma noioso, è single e ha un rapporto difficile con i suoi affetti. Per lei comportarsi “da grande”, nonostante i quarant’anni, è difficile…
Lucia ha letto Una stagione incerta della nota giornalista Edda Lanza, ormai vovantenne. Narra di un amore ritrovato in tarda età.. Molto dolce, ma non melenso.
E tanti altri suggerimenti. Daria ha letto dell’irlandese Edna O’Brien La stanza dei figli, storia del difficile rapporto di una madre e i suoi due figli dai caratteri e dai destini diversi. Quarant’anni di amore intenso e di sofferenze attraversando Londra,l’ Irlanda,l’Italia nella seconda metà del Novecento.
Carla sta leggendo Le mani della madre di Recalcati Io e lei di Edoardo Boncinelli, dove Lei è…la morte
Ancora un intricato caso da risolvere per l’ispettore Martin Beck della squadra omicidi di Stoccolma. I passeggeri di un autobus vengono uccisi a colpi di mitra. Tra le vittime c’è anche un giovane poliziotto. Per scoprire il movente della strage Martin Beck ripercorre le tracce di un delitto che il giovane collaboratore seguiva.
DESTINAZIONE AMERICA di Gary Shteyngart, ed.Guanda
pubblicato da: Mirna - 22 Ottobre, 2019 @ 8:37 amSi sa che l’America nel nostro collettivo immaginario è la terra vasta in cui tutti possono raggiungere i propri sogni. E’ progresso, ricchezza, benessere. C’è sempre un far west da conquistare.
Terra di mobilità, di viaggi.
Accade talvolta che chi ha raggiunto il top del successo occidentale ossia denaro, stratus symbols, prestigio debba intraprendere un altro viaggio …a ritroso. Ritornare su di sè, viaggiare per riconquistare la conoscenza di sè.
E’ ciò che accade a Barry Cohen, manager di un fondo speculativo, un ricchissino e avido hedge fund, con una moglie bellissima e altrettanto avida di lusso.
Accade che una sua speculazione senza scrupoli lo metta in difficoltà – ma si salverà come i Trump del momento – ma soprattutto è la diagnosi di autismo che viene fatta sul figlioletto Shiva che lo destabilizza.
Non è possibile che suo figlio non sia perfetto come la collezione dei suoi costosissimi orologi. Tutta la sua impalcatura sembra crollare.
Dopo un litigio con la bellissima moglie indiana, sembra non rimanere altro che la fuga, il rifiuto di ciò che è, che è stato.
L’America offre anche questo, si può cambiare pelle.
La si percorre in lungo e in largo per diventare un altro da sè.
Sembra impossibile in quell’estate 2o16 che Trump sia vicino alla Presidenza di un America più che mai divisa e scontenta.
Ma in America si può cambiare vita da un momento all’altro: Barry si spoglia dei suoi simboli materiali: carte di credito, iphone per intraprendere il viaggio alla ricerca del suo io perduto. I suoi miti letterari come Hemingway, la sua indimenticata fidanzata idealista del college sono un conforto a ciò che sta implodendo nella sua vita.
Ma non si stacca dai suoi orologi perchè essi gli danno serentità e consapevolezza di un tempo atemporale che risulta indifferente – ma certo – all’esistenza umana.
Attraversiamo dunque gli States con i mitici Greyhounds: dalla ricchssima Manhattan ai quartieri più disastrati di Baltimora per giungere fino alla rovente frontiera messicana.
Una piccola odissea di fuga in cui gli incontri saranno determinanti per cambiare la Weltanshaung di uno squalo di Wall Street…che comunque, come ci insegna l’atttualità, cade sempre in piedi!!!!
Gary Shteyngart ci dà un affresco a tutto tondo di una società variegata e abbastanza inclusiva di etnie diverse, ma soggiogata dai falsi valori del materialismo.
Una storia triste ed ilare.“Leggero, tagliente, sfrontato e malinconico”
Da leggere.
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OLGA di Bernhard Schlink, Neri Pozza
pubblicato da: Mirna - 15 Ottobre, 2019 @ 8:15 amChe bel romanzo di impianto classico, scritto benissimo, avvincente.
Viene raccontata la vita di Olga dall’infanzia a Breslavia alla Pomerania e alla Prussia.
Ma sopratutto un viaggio interiore, di ascesa culturale. La consapevolezza della bambina povera rimasta prematuramente orfana che sa che crescere vuol dire conoscere, leggere, studiare.
Un riscatto maturo, forte, pratico.
Così la conoscenza e poi l’amore per Herbert il vicino ricco proprietario è cosa ammissibile e normale. Ma non per la famiglia di Herbert, soprattutto per la sorella che farà di tutto per mandare Olga diventata ormai insegnante a lavorare ben lontano da loro.
Ma anche Herbert è speciale, diverso, con forti sogni e progetti, proprio come Olga.
Lui desidera “correrre in compagnia del sole“, viaggiare, esplorare, conquistare grandi spazi.
In un certo senso sono simili e il loro amore regge nonostante le distanze di tempo e di spazio.
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo Herbert è orgoglioso della Germania, della sua politica coloniale. Molto meno Olga. Ciononostante il loro amore cresce fino a diventare parte di se stessi. Tanto che quando Herbert nei suoi desiderati viaggi si perderà per sempre nei ghiacci del Polo Nord, Olga continuerà a scrivergli per anni.
Nel frattempo Olga perde l’impiego di insegnante perchè antinazista, ma diventerà sarta e incontrerà una famiglia che la farà lavorare spesso in casa e qui conoscerà l’io narrante, un giovane che si appassiona alla sua storia, al suo amore per Herbert il mitico espoloratore. Diventa quasi il curatore testamentario della loro storia.
E qui sta la bravura di Bernhard Schlink che farà trovare la corrispondenza di Olga mai letta da Herbert così conosceremo a tutto tondo una vita speciale, la vita di una persona grande che ha attraversato anni duri e difficili sempre con un principio di lealtà e realtà ineccepibili…e forse anche di coerenza.? Visto il finale a sorpresa.
Questo autore che con Il lettore ha vinto numerosi premi è uno dei maggiori scrittori tedeschi contemporanei.
Di lui scrivono”Schlink è considerato il bardo della sua generazione come Gunter Grass lo era della precedente”
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UN NUOVO ANNO DI LIBRINCONTRI
pubblicato da: Mirna - 12 Ottobre, 2019 @ 4:46 pmE che piacere rivederci dopo l’estate con tante suggestioni e piaceri di lettura da condividere.
Abbiamo letto molto: chi in montagna tra una passeggiata e l’altra, chi al mare, chi in viaggio, chi con una nuova nipotina o un cambio di casa.
Tutti con accanto sempre un libro piacevole da gustare.
Santo ci chiede se certe letture possono dare euforia o dipendenza come certe droghe. Tutti diciamo di sì.
Riccardo parla dei gialli svedesi con l’ispettore Wallander che vorrebbe leggere all’infinito, io penso alla Saga dei Cazalet, ma non solo, insomma tutti abbiamo necessità di leggere.
Ed è proprio per questo che continuiamo ad incontrarci per scoprire nuovi titoli, saggi o romanzi, nuove riflessioni da condividere.
Ci siamo quasi tutti, mancano Giovanni impegnato nella sua mostra a Torre Mirana e Carla, assente giustificata.
Ma è venuta per la prima volta Anita Anibaldi, cara amica, pittrice e scrittrice. Ci parla del suo libro per rgazzi “La tana del lupo” dove raccontando una realistica vita naturale degli abitanti del bosco fa riflettere sulle difficolta delle relazioni parentali.
Maria Grazia interviene agganciandosi con un racconto di viaggio
Nelle foreste siberiane di Sylvain Tesson:
«Mi ero ripromesso che prima dei quarant’anni avrei vissuto da eremita nei boschi. Sono andato a stare per sei mesi in una capanna siberiana, sulla sponda del lago Bajkal (…). Mi sono portato libri, sigari e vodka. Il resto – spazio, silenzio e solitudine – c’era già». Un uomo solo di fronte alla natura: un’esperienza radicale, un esperimento e una riflessione sulla condizione umana.
Enza è entusiasta de L’invisibile vita di Euridice Gusman. Una sorta di realismo magico reso magnificamente anche nel film. L’autrice è Martha Batalha.
Nella Rio de Janeiro degli anni Cinquanta, dominata dal machismo patriacale, due sorelle inseparabili, Guida e Euridice, vengono divise da un infausto destino. Entrambe affrontano un percorso di emancipazione nella speranza di potersi ricongiungere.
Emma che ama da sempre la Mitteleuropa e l’ebraismo ci consiglia Veloce la vita di Sylvie Schenk.
Vi si narra di Francia, Germania, resistenza e riconciliazione. Una novella agrodolce , a tempo di jazz.
Maria Teresa ci presenta una storia del Teatro che accuratamente dovrà leggere per poi riadattare La Fantesca di Della Porta per la nostra Compagnia dei Guitti!!!
Riccardo ha riletto e sottolineato Norberto Bobbio.Destra e sinistra. Ragioni e significato di una distinzione politica. Interessante e attualissimo. Da leggere.
Alfonso è alle prese con Pilato per un suo prossimo Recital.
Ha anche letto una biografia molto interessante di Maurizio Crosetti Il suo nome è Fausto Coppi, molto interessante.Incredibile le disavventure giudiziare del ciclista e della sua amante Occhini, la cosiddetta Dama Bianca. Persino il carcere!!!
Nessun atleta è stato piú grande di lui. Nessuno ha avuto una vita piú simile a un romanzo. A cento anni dalla nascita, i trionfi, le sconfitte, gli amori, le tragedie di Fausto Coppi raccontati con la voce dei personaggi che gli sono stati vicini: dai famigliari ai fedeli gregari, dalla dama bianca all’amico-rivale Bartali.
Vengono consigliati altri libri da Santo: l’ultimo di Andrea Camilleri Ora dimmi di te : Sottotitolo Lettera a Matilda. Una sorta di testamento dedicato alla nipotina.
Fedeltà di Marco Missiroli , vincitore dello Strega è da leggere. Ce lo consiglia Lucia che ha trovato intrigante il concetto di infedeltà anche se soltanto immaginata. Da discuterne a lungo.
Anche un bel giallo , un po’ diverso dal solito ci spiega Daria
Tre quadrati rossi su fondo nero di Tonino Benacquista, figlio di emigrati italiani, ha debuttato con il genere noir: L’uomo che dormiva troppo (1989), Tre quadrati rossi su fondo nero (1990), I morsi dell’alba (1992). Ma è grazie a La commedia dei perdenti (1991), Saga (1997) e Malavita (tr. it. 2006) che ha poi conosciuto il successo. Si occupa anche di drammaturgia, sceneggiature televisive, fumetti e libri per l’infanzia
“.Di giorno Antonio appende quadri, installa sculture, sospende lampade nelle gallerie d’arte contemporanea. La notte invece la passa all’Académie del’étoile dove, con un gruppo di artisti della stecca, studia con passione divorante l’arte in cui spera di diventare un campione: il biliardo… c’è un furto di un quadro e poi? Mistero. I gialli non si raccontano.
Roberto, lettore onnivoro, ci indica Il petalo cremisi e il bianco di Michel Faber storia dell’ascesa sociale di una prostituta
Londra 1875. Dall’esile candela della sua stanza nel bordello della terribile Mrs Castaway, Sugar, una prostituta di diciannove anni, la più desiderata in città, cerca la via per sottrarre il proprio corpo e l’anima al fango delle strade. Dai vicoli luridi e malfamati Michel Faber ci guida, seguendo la scalata di Sugar, fino allo splendore delle classi alte della società vittoriana, dove violiamo l’intimità di personaggi terribili e fragili, comunque indimenticabili. Come Rackam, il giovane erede di una grande fortuna che diverrà l’amante di Sugar, e sua moglie, l’angelica e infelice Agnes.
Infine “Come sfasciare il paese in sette mosse” di Ece Temulkuran
Ece Temelkuran è una delle voci politiche europee più influenti del momento.
Turca, vive in esilio dopo aver visto il suo paese sgretolarsi sotto l’onda d’urto del regime sanguinario di Erdoğan. Da questa sua traumatica esperienza ha deciso di partire per denunciare in che modo una nazione possa, in breve tempo, scivolare nel baratro della dittatura.
I passaggi salienti che hanno condotto la Turchia al suo deprecabile e sanguinoso stato attuale sono ben riconoscibili in tutto il mondo
Della mia ultima lettura scriverò nel prossimo post.
Come vedete ce n’è per tutti i gusti. L’importante è leggere e parlare di lettura.
Al prossimo incontro che sarà il 23 ottobre.
Ricordiamo l’assenza di Nadia alla quale vanno tutto il nostro affetto e i migliori auguri di una veloce dimissione dall’ospedale.
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AUTUNNO. AUTUNNO.
pubblicato da: Mirna - 7 Ottobre, 2019 @ 10:46 amLa Rentrée, come dicono i francesi.
Si torna in città e si riprendono le rassicuranti abitudini della stagione. L’estate è sempre, almeno per me, un altrove forse perchè i mesi a Borzonasca sono diversi. E non c’entra soltanto il luogo diverso, ma sono proprio il caldo, la luce, i profumi che ci fanno sentire altri da noi.
Il bello è proprio questo. Avere uno stacco, una dimensione nuova, una possiblità di più tempo per riflettere, osservare, conversare e leggere.
Pensieri in altalena.
Ho lasciato la Liguria con rammarico: il verde era ancora intenso, le dalie fiorivano rigogliose, il mare era ancor più trasparente, ma il Trentino dolce mi ha accolto con le “vecchie” amicizie e i tanti incontri al bar all’aperto, i laghi, le gite.
E puntuale l’Amarcord VIII a Carpi.
Attraversare la campagna emiliana ancora calda e gialla è sempre un’emozione di ritorni e ricordi. Ritrovare gli amici d’infanzia come se li avessi lasciati poco tempo prima è sempre una gioia.
Brunella ci offre sempre speciale “eventi” come quello di visitare il Monastero delle Clarisse che raramente apre al pubblico. Da bambina potevo vedere soltanto una suora dietro la grata se per caso la nonna doveva far rammendare qualche abito.
Pace e bellezza del giardino, delle celle, di una vita serena di lavoro e preghiera.
Pranzo luculliano da veri emiliani a Gargallo, appena fuori Carpi. Leccornie. dal gnoc frit ai cappelletti in brodo, lasagne, ciccioli, carne ecc.ecc. + lambrusco.,
Soprattutto NOI sempre più uniti.
Si è aggiunto Franco un cugino dei Pedrielli. Simpatia immediata come generalmente è abitudine nelle nostre terre. Come se ci conoscessimo da sempre.
Relax nella villa d campagna di Brunella con la sua mini acetatia ai piani alti, l’uva matura, i tartufi che sonnecchiano sotto i noccioli. Verde, verde, sole, terra. Bellissimo. Terra materna.
E poi l’Autunno Trentino soleggiato, senza nebbia con vallate e monti bellissimi.
Val di Sole e Val di Non per una gita con le amiche.
Vogliamo vedere la mostra Cavallini-Sgarbi al Castello di Caldes.
Ottanta opere della collezione privata della famiglia Sgarbi. Interessante. E il piccolo Castello ha un’atmosfera magica.
Vi ci immergiamo ripercorrendo la sua storia e ammirando i dipinti.
Consigliate e seguite da Antonio che si diverte a vedere noi “ragazze” con sì tal desiderio di cultura, sorrisi e…foto.
Tanto che ci offrirà il caffè nel bar vicino.
C’è la dolcezza dell’autunno intorno a noi, colori caldi, sole tiepido e nuvolette fresche che si rincorrono.
Cerchiamo ancora momenti gioiosi al Maso Platz dove splendono zucche, viti americane, fiori e foglie dai mille colori.
E dove assaggiamo il Pulled pork con zucchine verdi e gialle a km zero.
Che piaceri colorati!
Laura organizzatrice, Isabella autista, Elisabetta ed io assai contente!!!
Benvenuto AUTUNNO
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BIANCA di Francesca Pieri, ed,Dea Pianeta
pubblicato da: Mirna - 2 Ottobre, 2019 @ 8:21 amCoinvolgente e travolgente questo romanzo di Francesca Pieri.
Storia di donne di fronte alla vita – come tutti d’altro canto – ma sempre con la sola nostra prerogativa: la maternità vissuta o no.
Ma è anche una storia a sfaccettature tipiche dello specchio che riflette, modifica,amplia e rimpicciolisce. E qui iniziamo subito a parlare dell’amicizia fra due donne simili, Costanza la narratrice e Silvia.
Quasi quarantenni sembrano una l’alter ego dell’altra pur avendo vite diverse.
Costanza è sposata felicemente, Silvia ha appena divorziato.
Un’amicizia che ha saltato anni di pre-conoscenza perchè troppe sono le affinità di entrambe. L’una sembra il riflesso dell’altra nel concepire la vita, il proprio percorso esistenziale, l’amore. Raro ma esistono amiche che non cadono nei pettegolezzi e nella superficialità.Io lo so.
Fra di loro candore, sincerità, confidenze, vero affetto .
Quando succede l’imprevisto: una gravidanza di Silvia dopo un’occasionale avventura qualcosa sembra cambiare, ma presto come se fossero veramente unite da un destino di sorellanza anche Costanza rimane incinta.
Momenti di gioia, scelta del nome per la figlia di Costanza: Bianca.
I confronti continuano ma il destino è talvolta crudele e si accanisce sulla piccola Bianca ancor prima che possa nascere.
Francesca Pieri ci narra con pagine di poesia, di dolore, di potenza di immagine la conclusione di questo pezzo di vita di due donne che continuano a vivere coincidenze quasi incomprensibili.
E’ la stessa Donna che deve scegliere? o sono veramente Due Donne ? E la realtà ci fa conoscere ciò che è stato e ciò che poteva essere?
“Un esordio potente, forte , avvincente: una bellissima indagine sull’amicizia femminile e sui meccanismi che accompagnano le scelte più complesse, quelle che riguardano la maternità e la vita in divenire.”
Da leggere
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I consigli di Maria Grazia
pubblicato da: Mirna - 19 Settembre, 2019 @ 6:28 amFinalmente il PC si è ristabilizzato dopo il viaggio Borzonasca-Trento. Sono lieta dunque di postare i consigli di lettura di Maria Grazia
“Carissima Mirna, in attesa del tuo rientro in Trentino ho pensato di inviarti questa breve nota….
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CRONACHE DI BORZONASCA…cala il sipario sull’estate 2019
pubblicato da: Mirna - 3 Settembre, 2019 @ 11:45 amo
Settembre, andiamo, è tempo di… cambiare
Muta la lunghezza del giorno, il sapore del vento, i colori si stemperano.
L’estate che da decenni vivo nel piccolo borgo ligure volge al termine.
Tutto è e tutto non è.
Contrasti, contraddizioni.
Vorrei restare, vorrei partire.
Intravvedo dalla finestra della cucina i cachi che stanno crescendo, ma sono ancora verdi, li immaginerò maturi di sole più avanti, quando a Trento sentirò i primi freddi.
Tre mesi che conserverò nella mia Banca della vita come gioielli preziosi.
E se voglio lanciarmi poeticamente avanti nei futuri ricordi so già che una sottile nostalgia mi farà rivivere tutta l’essenza del mare verde azzurro, delle colline fresche, del mio giardino piccolo che diventa quasi un paradigma della mio luogo intimo . Silenzio, alberi diversi: dal nespolo giapponese alla palma, dalla camelia agli amareni, dal pruno agli spadoni, cespugli di glicine e lillà e ortensie e rose e tanto alloro.
E’ forse un luogo magico e segreto che si dilata per le mie aspettative?
Tempo e luogo vissuto anche attraverso gli occhi di Mimilla che vuole uscire all’alba per sentire ancora i freschi odori notturni, che guarda alla cima della scaletta come al paradiso perduto della sua lontanissima felinità libera, che freme di gioia nel portarmi gechi, cavallette, grilli e lucertole.
A tal proposito vi dirò che ho sempre salvato le incaute prede, ringraziando però tantissimo la mia micetta la quale talvolta si accontenta delle lodi altre volte scocciatissima se ne va mugolando.
Comunque come sapete io non la sgrido mai!!!
Dalla poesia alla prosa?
Vogliamo dunque parlare delle amicizie che si consolidano?
Amici con i quali abbiamo condiviso e e continueremo fino all’ultimo… apericene, focacce, gelati, pranzi ecc.
Sì parliamo sempre di libri, di politica (per fortuna in concordia) ma come si sa si finisce ormai sempre a tarallucci e vino!
E quest’estate più che mai!
La compagnia si è allargata da Grazia, Stefania e me a mio fratello, Paola e Alex, Maria Rosa e suo fratello Piero.
Quanti apericena?
Dalla mia terrazzina con surfinie a quella piena di begonie, basilico e vista incantata di Grazia, all’appartamento raffinato di Eugenio che ci suona anche la chitarra.
Apericena che diventano cene perchè il cibo in Liguria è un filo conduttore costante che si impingua sempre cammin facendo, per cui tartine, pizzette e patatine e olive vengono integrati da polpette, torte salate, riso, verdure ripiene, dolci…più naturalmente vino fresco e frizzante che scivola lietamente nel nostro stomaco e nei nostri pensieri.
Le ultime mie parole famose prima di partire da Trento:
“Ah, finalmente mi disintossicherò e mangerò pochissimo…”
sono state una mera illusione.
Partendo proprio dai miei adorati vicini che hanno iniziato con i loro apporti quasi quotidiani: pomodori, zucchine dell’orto, poi torta di riso, pane alle olive fatto in casa, baciocche, torte dolci, castagne arrostite, prugne, persino polenta pasticciata con la polenta di Storo portata da noi per contraccambiare un millesimo di ciò che ci danno. Ci viziano .
Ah, dimenticavo…anche il brunch americano con eggs and bacon, pan cakes con sciroppo d’acero e frutti di bosco (idea di mio fratello Eugenio)
Meno male che quando andiamo a Cavi riesco a nuotare e che a casa faccio tante scale su e giù perchè ormai le passeggiate a Borzone o in altri bei luoghi collinari non si fanno più...la nuova filosofia è trovare un agritur…
Certamente con Grazia si parla ancora di libri ma lo facciamo più volentieri se dissertiamo in pizzeria o al ristorante o al caffè con…focaccia!
A Ferragosto siamo stati a tavola quasi quattro ore gustando la famosa baciocca (torta di patate con lardo avvolta in pasta sfoglia) ravioli, carne di vario tipo, insalata russa, salumi, tiramisu… Compagnia gradevolissima.
C’è stata anche una pizza sul lungomare rosa di Chiavari e domenica scorsa un pranzo alla Malga di Perlezzi.
Giornata bellissima, nonostante nuvole dispettose che andavano e venivano e talvolta ci regalavano goccioline di pioggia.
Per giungere alla malga occorre camminare per più di mezz’ora in mezzo a un bosco incantato di lecci, felci, piccoli ruscelli – abbiamo attraversato due “guadi”!!!- ma alfin siamo giunti ad una radura più soleggiata e amena.
Mucche, cavalli, erba, che delizia!
Facciamo conoscenza con la famiglia del maniscalco venuta a cavallo da Temossi. Deliziosa.
E poi la nostra tavolata allegra sotto il piccolo porticato: baciocca e salumi, ravioli, assado, verdura e dolci e vino rosso, e liquori, e tanti sorrisi.
Una giornata da ricordare a tutto tondo: noi sei al ritorno senza più l’ombrellino, ma satolli e felici che parlavamo e ridevamo attraverso il verde rorido e colorato di erica, fiori gialli, qualche fungo e bellezza.
Una bellezza vera, naturale che ci faceva sentire leggeri.
Abbiamo qualche foto ma sicuramente in noi rimarranno i frammenti visivi di un tempo trascorso lietamente e con una sorta di .. sostenibile leggerezza dell’essere.
Come non ricordare la piccola Gloria, figlia del maniscalco, che vuol diventare veterinaria e che si muoveva come una creatura dei boschi?
O l’espressione rapita di Stefania davanti alla baciocca?
O quella di tutti quanti noi davanti al colorato piatto di ravioli?
Tempus fugit, ma l’importante è catturarlo nella pienezza dell’istante sia esso un gustoso limoncello o un augenblick di un dolce declivio verde chiaro che si intreccia con il cielo.
E se in noi esiste già il passato, il presente e il futuro forse possiamo in anteprima assaporare l’ultimo incontro nella casa in penombra di Eugenio: parole tra noi leggere, un calice di rosè, stuzzichini salati e dolci per la nostra golosità e musica della nostra giovinezza , ma non solo. Musica che ci accompagna in ogni momento, sia che la cantiamo e suoniamo con la chitarra come fa lui, sia che l’ascoltiamo dalle mani agili di Stefania, perchè ogni espressione umana è figlia del cosmo e la musica certamente è la sua voce più universale.