IL FILO DELL’EQUILIBRIO
pubblicato da: Mirna - 16 Maggio, 2013 @ 1:53 pm Ebbene, sì, il filo del mio equilibrio, o - senza esagerare – gran parte di esso è dovuto a Mimilla. Gattina arrivata dopo quattro anni che arrancavo per salvarmi dalla mancanza di mio marito… aiutata nel frattempo in modo amorevolissimo  e attento da Stefania, dal mio lavoro, dai LIBRI.
Mimilla che mi ha dato cinque anni di “felicità “, riempiendo la mia casa spesso vuota – a parte le visite di  care amiche, di Stefania di ritorno dagli USA , e dai carissimi LIBRI –  aspettandomi al rientro con effusioni gioiose e facendomi compagnia durante i pasti e le notti  e condividendo le ultime estati a Borzonasca in un modo naturale e speciale “traghettandomi” dall’acerba nostalgia delle nostre estati familiari felici  in una sorta di panteismo leggero e colorato di scoperte infinitesimali come farfalline violette, lucciole fioche , fili d’erba che sembrano insignificanti ma cariche di luci e odori misteriosi.
Sono una lettrice e una blogger.
Quindi scrivere è per me anche “ leggere”. Leggere dentro di me. Ma non lo è per tutti? Corrispondenza classica o e-mail, sms, commenti, diari, poesie, sentimenti da voler condividere e “regalare”; siamo tutti un po’ scrittori.
Devo scrivere dunque della mia lettura intima  perchè la lettura di libri altri  è ora al secondo posto dopo Mimilla.
Vorrei provare a non essere prolissa e a sintetizzare cosa sono stati questi ultimni 13 giorni con Mimilla ammalata. Batterio nefasto, broncopolmonite, inapettenza, febbre…vado  dal veterinario Mauro Bonatti dagli occhi grandi e azzurri quasi ogni giorno. Salveremo questa gattina? continuo a chiedergli. Lui mi rassicura e corre in farmacia a prendermi ogni farmaco che può alleviarle il vomito, la febbre, la gastrite, l’inappetenza, la stipsi. Le fa flebo, antibiotici e altro.
Stefania è lontana, a Stoccarda nel suo studio della Hoche Schule ad organizzare il suo lavoro, ma qui ci sono Maria Teresa e Riccardo che ci amano. Ci portano anche due volte al giorno dal dottor Bonatti. Persino stamane sotto la pioggia battente Maria Teresa è arrivata puntuale perchè sapevamo che era la mattinata della “peretta”. Eravamo attrezzate per l’evenienza. Ci siamo dette  “Potremo ridere di questa avventura grastroenterica un giorno? ” Mimilla educatissima ha aspettato di arrivare a casa per correre nella sua cassetta …meno male, sarebbe stata troppo umiliante per lei…
Ora lei sta cercando gli angoli più scuri e remoti per riprendersi, io non so se supererà questa malattia, domani dovremo ritornare dal veterinario …sempre accompagnate dai carissimi amici Lucatti che non mi lasciano e non mi fanno sentire mai sola.
Ho sul tavolino tanti libri sui gatti regali natalizi di un’altra adoratrice di questi felini speciali. Fra tutti “Impronte di gatto” di Detlef Bluhm , Corbaccio. Nell’arte, nella letteratura,nella vita dell’uomo. Pensate che il primo libro dedicato esclusivamente ai gatti uscì in Francia nel 1727. Da allora ne sono stati scritti migliaia.
Ho chiesto a dottor Bonatti la differenza tra gatti e cani. I cani imparano tutto dall’uomo e danno l’impressione di essere sicuramente più ricettivi e forse più intelligenti. I gatti decidono loro cosa vogliono fare.
Mia madre tanti anni fa mi disse – ero ancora molto giovane - “Per tuo fratello mi preoccuperò sempre un po’ di più, per te no, perchè in fondo sei forte e sai cosa fare“. Mi sono sentita   un po’ “abbandonata” a me stessa, (spesso mi sento ancora un’Alice vulnerabile ed ingenua ed in questi giorni mi sento banderuola sul filo precario dell’equilibrista), ma in sostanza so di essere  gatto, tanto “libera dentro”…. come poche sere fa il caro amico Ruggero ha detto di intravvedere  in me e come evidentemente aveva intuito mia madre.
Mio fratello  forse si è perso dietro ad altri miraggi e suggestioni, troppo influenzabile dal benessere effimero della Carpi degli anni del boom economico. Entrambi però  amavamo i Beatles, le nostre camere erano tappezzate delle loro foto, lui le “baciava” prima di addormentarsi”! Entrambi siamo stati a  Londra per molti molti mesi, lui suonava la chitarra , io volevo assomigliare a Joan Baez e provavamo a  cantare in inglese.
Entrambi adoravamo  tutti i nostri gatti da Pucci, a Romolo e Camillo. Peccato però  che lui non sia stato  un po’ più gatto .
Mimilla è tenera e delicata, ma anche un po’ leonessa per la forza che sta dimostrando! Per non parlare della signorilità con cui ha saputo autocontrollare gli effetti della pratica di stamattina…
Ho avuto un solo gatto e so bene quanto affetto si generi nei confronti di una bestiola così, nonostante o forse PROPRIO PER la sua natura, che non si sottomette all’umano. Mentre il cane fa quello che vuole il suo padrone, il gatto fa quello che vuole lui stesso. Dunque l’affetto che si riceve da un gatto è voluto dalla bestiola, frutto di una sua scelta e non dato per compiacenza, pur con preziosa dedizione e fedeltà , come quello del cane.
Forza Mimilla! Siamo tutti con te, tutti a tifare per la tua ripresa, già delineata ed avviata, tutti a sperare di ridere presto con Mirna di questa avventura gastroenterica!
Carissima Mirna, se c’è una persona che ti può capire quella sono io. L’affetto, anche l’amore, per i nostri amici gatti è un sentimento fortissimo. Talvolta mi chiedo se non sia un errore, quasi un “male”, riservare loro tanto spazio nel nostro cuore. Poi rifletto su quanto “loro” ci danno, su quanto poco ci chiedono e su quanto insegnano alla nostra sensibilità ad amare ogni forma di vita, vegetale, animale, umana e me ne faccio una ragione. Coraggio Mirna, la tua piccola, delicata Mimilla pare stia reagendo molto meglio del mio marcantonio Dorian … che in sette giorni mi ha lasciato. Forse dipende anche dalle cure … che siano migliori, quelle che il suo veterinario le somministra? Me lo auguro. Nel mio caso Dorian era stato ricoverato, il che ha voluto dire che io non ho potuto seguire di persona l’evoluzione della malattia … mi è rimasto un brutto pensiero, un dubbio …. Ma invece, nel caso di Mimilla, tu ne segui giorno per giorno i miglioramenti … coraggio, vedrai che ce la farà , grazie alla cure ed al tuo amore per lei. Noi tre (Maria Teresa, Dorian ed io) vi siamo vicini!
Il rapporto più simbiotico con un animale l’ho avuto proprio con un gatto , la mia adorata Lilla, nera come la tua Mimilla, che è stata al mio fianco per ben 17 anni ed è cresciuta con me…. Separarmene è stato perdere un pezzettino di me… La crisi è stata forte e ti auguro carissima amica che questo momento ineluttabile avvenga non ora ma il più tardi possibile…Anche lei come la tua Mimilla era selvatica, selvaggia, non era fedele come un cane, ma cercava solo me mentre rifuggiva dagli altri… Al momento di partorire i gattini , i miagolii delle doglie ( ebbene sì erano fortissimi ) cessavano quando mi avvicinavo…Voleva me vicino e l’ho aiutata a fare i suoi bei micini io che di ostetricia felina non è che me ne intendessi molto… Mentre studiavo al liceo e all’università la sua presenza costante sulle mie gambe e le sue fusa mi rassicuravano… Quando ero a letto ammalata, lei stava giornate intere vicino a me… Come ti capisco quando parli di filo dell’equilibrio… Chi non ha avuto animali, stenta a comprendere questo…
Incrocio le dita per Mimilla… Un bacione <3
Cara Mirna,
anche se è un po’ che non ci sentiamo, ti penso spesso, immersa nelle tue/nostre letture e attorniata dal fedele gruppo di lettura; e non mi meraviglia, ora, leggere delle tue interiori confessioni e della tua sensibilità verso questa felina compagna di vita.
Che dire? Citi l’equilibrio, e così mi hai fatto tornare alla memoria un libro di qualche anno fa, che se non l’hai letto, ora ti potrebbe aiutare, perché è stato scritto da un uomo – Philippe Petit – che dell’equilibrismo ha fatto non solo un’arte (funambolo nel 1976 tra le torri di Notre Dame), ma una vera e propria filosofia di vita: “Trattato di funambolismo”.
Il vero funambolismo è quello che ci è richiesto per attraversare la vita, a piedi nudi su di un filo sottile; i gatti ne sono maestri, saperli comprendere è anch’essa un’arte, che nessuno ti potrà togliere.
Con affetto.
Andrea
Sì, la vera libertà è quella interiore, innata, che si rafforza, attraverso le esperienze, che la vita man mano ci propone. Penso che essa sia la vera forza che aiuta a ricomporre equilibri che inevitabilmente si spezzano, soprattutto quando chi amiamo soffre o ci abbandona.
Mi piace pensare che nulla finisce per sempre e che l’amore dato e ricevuto non può che arricchire spazi invisibili e segreti.