IL CAMALEONTE di Matteo Menapace
pubblicato da: Mirna - 16 Aprile, 2013 @ 8:21 amNon è facile raccontare il romanzo del giovane Matteo Menapace perchè tutta la storia è una ricerca a spirale di sè e del senso della vita. Soprattutto è la ricerca sofferta della propria identità .
“Uno, nessuno, centomila” riflette in un accorato monologo interiore il Camaleonte, il personaggio misterioso e inquietante che deve cambiare “pelle” per non sentirsi oppresso dal suo “nulla”. Deve perciò entrare nella pelle di qualcun altro. Deve trasformarsi. E lo fa come gli antichi dei dei miti greci. Per ottenere l’appagamento sessuale, cioè l’amore, cioè un sollievo alla sua solitudine cosmica.
Ma come fa questo giovane uomo a diventare un altro? A diventare un doppio da sè, un doppelganger, il sosia di una persona vivente, e suo gemello maligno?
Con una particolare abilità nel truccarsi e con la caparbia ricerca di una “forma” distante dal suo  sè-nulla, con l’identificazione in uomini che sono amati.
Il Camaleonte ruba l’aspetto e l’identità di mariti di giovani donne per poter avere un amplesso. Per sentirsi amato.  E per un po’ ci riesce.
Sulle sue tracce ci sono poliziotti, criminologi, agenti speciali. E  fra questi il detective Martin Mohu a sua volta alla ricerca di un suo sè totalmente perso –  tranne gli ultimi cinque anni –  in una completa amnesia dopo essere stato ferito in testa.
Quante domande e riflessioni in queste pagine !
Tutti i sentimenti profondi dell’essere umano sono scandagliati: la solitudine, il desiderio d’amore, il dolore. “Parlano” anche alcune tra le donne vittime del Camaleonte: Bianca Bòis che vorrebbe rivedere ancora l’amato marito morto in un incidente, o Paula che non riesce a risollevarsi dalla disperazione.
Tutti i personaggi si sentono alla mercè del Fato e sembrano mille pezzetti di specchio che riflettono le parti frammentate di un Io che non vuole ricomporsi.
Ma è l’amore che può aiutare ? Il Camaleonte si innamora di Natalie e  si fa duttile come la creta per poterla amare.
Aspettiamo Matteo Menapace nel nostro gruppo-lettura affinchè ci spieghi come è nata questa sua storia, sebbene alcune risposte si possono evincere nei versi dolorosi  di pagina 12o e seg.
Cicatrici di un perimetro infinito
di pensieri intermittenti
persi nell’universo che ulula.
Matteo Menapace. Laureato in Scienze della Comunicazione alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara, ha recentemente pubblicato il suo primo libro, dal titolo “Il Camaleonte“, edito da Caravaggio Editore.
Su Trentoblog Matteo ci racconterà la sua esperienza da scrittore, affrontando, nello specifico, quelli che sono i temi principali del suo libro: l’identità delle persone, le relazioni interpersonali, i problemi della comunicazione, alla ricerca della relazione che esiste tra identità e comportamento.
“La scrittura è stata nella mia vita un modo di evasione, un meccanismo per raccontare me stesso facendo la cosa che più di tutte mi reca soddisfazione e verso la quale mi sento attratto.â€
Vai al blog di Matteo Menapace >
Nell’ultimo gruppo lettura al bar- libreria Controvento di via Galilei ho chiesto a Riccardo di spiegare qualcosa  a proposito delle Metamorfosi di Apuleio che lui, insieme ad Emma, sta analizzando in bliblioteca. Sarebbe interessante trovare spunti di riflessione sul desiderio sempre vivo negli uomini di trasformarsi e capirne le motivazioni… www.trentoblog.it/riccardolucatti
Non ho ancora letto nessun commento – lo aspettavo da te, Camilla – su “Butcher’s Crossing†nuovo libro di John Williams recentemente tradotto da Fazi.
Niente di più diverso dal precedente “Stonerâ€, per argomento, ma altrettanto coinvolgente nella scrittura. Mi piacerebbe sentire cosa hanno da dirne i frequentatori del blog.
Annoto alcune impressioni su questo libro centrato sulla mitologia del west, che riporta alla memoria Buffalo Bill – bisogna però essere americani per apprezzarne il mito, e da questo derivano le mie riserve.
I quattro uomini che partono per l’ovest selvaggio e sconosciuto, spinti ciascuno da motivi diversi, sono delineati nella loro primitiva rozzezza mentre lottano contro la natura selvaggia, rappresentata soprattutto dal bisonte. Ciascuno agisce a suo modo, mostra forze e debolezze. Viene descritta con grande precisione la vita selvaggia di una stagione di caccia, in cui uccidere migliaia di bisonti e prenderne le pelli è l’unico scopo, finché la natura si prende la sua rivincita e anche quel mondo finisce. Il punto di vista è soprattutto quello del giovane che lascia la sua vita di studente per affrontare terre sconosciute e la vita del cacciatore, uscendone trasformato.
Ho proprio bisogno di sentire che cosa ne pensate.
Carissima Grazia, vedo per caso,il tuo post e ben volentieri ti dico che Williams è un grande. dopo lo splendido STONER , BUTCHER’S CROSSING , pur ambientato, e quanto ambientato, con quanta passione e orrida grandezza, nel West e nel suo mito americano, è un romanzo magnifico. Il giovane Andrews affronta un viaggio iniziatico dagli umori mortali. Williams ci racconta lo strazio dei corpi, il massacro delle bestie, inutile e spaventoso, senza un grido. senza , quasi , un sospiro, senza un attimo di sollievo. Senza scena madri, nè colpi di scena, la Frontiera di Williams viene descritta con una sapienza incredibile, distruggendo qualunque vaga idea del “mito americano”. Con sapienza diabolica l’uomo ha violentato la natura, che inevitabilmente si vendica. Andrews, che cerca follemente una sua verità , non riesce ovviamente a trovarla. Ogni pagina di questo magnifico romanzo di formazione, ci mostra un giovane alla ricerca di sè e un pugno di uomini duri e apparentemente grandi esperti, di vita , come ciechi e folli randagi. Poche storie sono più intrise di disagio esistenziale di BUTCHER’S CROSSSING, Fazi editore. Da leggere sicuramente chiedendosi come mai non fosse stato tradotto prima, ad esempio di CAVALLI SELVAGGI, di Cormac Mc Arty, uscito tanti anni dopo e moooolto simile.Senza averne il pathos incredibile di Williams. Ciao carissima, le tue letture sono sempre interessanti.