MINUETTO , una novella di Guy de Maupassant
pubblicato da: admin - 13 Marzo, 2010 @ 8:39 amDomenica scorsa mia figlia Stefania e la sua amica violinista Francesca Vicari hanno suonato pezzi di Mozart nella Sala della Filarmonica di Trento, in occasione dei Concerti della Domenica.
Alla fine della Sonata in mi minore K 304 e dopo il  “Tempo di Minuetto”, il signor Riccardo Gadotti ci ha deliziato con la lettura di una bellissima novella di Guy de Maupassant, intitolata appunto “Minuetto”. E’ il racconto di un cinquantenne che ha vissuto molto, visto tante disgrazie e la brutalità della guerra, ma che nel suo cuore, più commovente di tutti, è rimasto un ricordo intensissimo  risalente alla sua gioventù. Da ragazzo infatti, racconta, era solito passeggiare nel vivaio dei giardini del Luxembourg, un piccolo spazio pieno di siepi, dai viali calmi e stretti, tra aiuole fiorite, rosai, e alberi da frutta, “un giardino grazioso come un dolce sorriso di vecchia”
Una mattina incontra uno strano vecchietto abbigliato come nel Settecento: calzoni al ginocchio, scarpini con fibbia d’argento, merletti. Magrissimo, contorto, sorridente tiene in mano un bastone col pomo d’oro. Lo “spia” con curiosità anche nelle mattinate a venire ed ecco che un giorno egli comincia a saltellare, fare una riverenza, insomma danzare e poi inchinarsi nuovamente e mandare baci a un pubblico immaginario. Ogni giorno la stessa cosa fin quando il nostro protagonista non si mette a chiacchierare con lui. Che gioia per quel vecchietto poter  raccontare di sè: egli era stato maestro di ballo all’Opera ai tempi di Luigi XV e poi aveva sposato nientemeno che la Castris, la grande ballerina amata da principi e persino dal re.
Un pomeriggio di maggio il narratore incontra anche la famosa Castris “il suo vestito nero sembrava intriso di chiarore“. Chiede al vecchio ballerino che cos’è un minuetto e questi , trasalendo, risponde: “Il minuetto, signore, è la regina delle danze, è la danza delle regine..” Poco dopo, con un inchino galante, invita sua moglie a danzarlo. Quello che il protagonista vede sarà indimenticabile, la cosa più commovente e dolce mai vissuta. I due vecchietti si dondolano, fanno inchini, vanno avanti e indietro sorridendo e facendo smorfiette infantili, come bamboline un po’ logore mosse da un meccanismo arrugginito. La malinconia provata, mista a pietà ,dentro di sè  lo fa ridere e piangere. Anche i due ballerini , finito il loro minuetto, si abbracciano e piangono.
Il signor Riccardo Gadotti ha letto benissimo queste righe di Maupassant lasciando nei nostri cuori lo stesso interrogativo che si pone il narratore. Perchè questo ricordo tormenta, assilla, come una ferita? Perchè la giovinezza con tutto il suo splendore finisce? Perchè la vita stessa finisce?
Fortunatamente, Stefania e Francesca subito dopo hanno ripreso a suonare e la musica ci ha riconciliato con l’essenza lieta della vita.
Bellissimo il racconto e bellissima anche la foto delle due musiciste…La nostalgia per il tempo passato e che non torna più è un tema comune a molti scrittori… Noi stessi a volte ci culliamo nei ricordi e spesso ci rifiutiamo di guardare avanti… ma come Mirna dice, la musica ricomincia e tutti noi dobbiamo lanciarci nel grande ballo che è la vita…
Come hai ragione mia cara Mirna, domenica il concerto in Filarmonica è stato delizioso, ha donato serenità . Il racconto “Minuetto” poi è stato molto coinvolgente. Mi ha catturata completamente e riflettendo su ciò che rappresentava per il ballerino, mi sono commossa. Ricordare ciò che non c’è più, è come accarezzare una bambola rotta, pur sapendo che non potrà più camminare….però rimettendo a posto i pezzi, può essere considerata ancora una bambola…
E’ vero, riascoltando certe musiche, il cuore e l’animo sono catturati completamente dai ricordi e talvolta sembrano scoppiare. Tutti noi abbiamo sicuramente tanti “Minuetti” che ci riportano indietro nel tempo. Quasi l’effetto che può fare il ricordo dolcissimo del “Piccolo montanaro” suonato a 10 anni, seduta su uno sgabello troppo alto per me…. Tante musiche sono legate, con il loro enorme potere rievocativo, a situazioni a volte dolcissime, altre purtroppo no. Che dire poi di quelle famose 5 note sul rigo, do-la-fa-re-do, che il mio papà mi regalò in ferro battuto? E fatte da lui di notte per fare in modo che fosse una sorpresa? Oppure il concerto suonato col pancione? Questi sono i miei Minuetti. Ma l’importante è guardare avanti, sempre e ascoltare con gioia, umiltà e serenità tutti i Minuetti che la vità vorrà ancora donarci.
L’altro giorno in Filarmonica ho praticamente respirato insieme alle artiste, mi sembrava quasi di essere ancora più vicina a loro. Mi sono lasciata cullare dalla loro musica e quasi muovevo il piede su di un virtuale pedale. Quando ho ascoltato il racconto poi, mi sono venuti i brividi per come la parola riesca sempre a rafforzare l’emozione che i suoni ci donano. E’ stata un’esperienza meravigliosa e ho sentito il calore dell’esecuzione penetrarmi fin dentro il cuore. Grazie.
Vedi che finalmente sono riuscita a ritagliarmi un piccolo spazio tutto per me? E naturalmente il tuo blog è sempre al primo posto. Mille abbracci Cris
Purtroppo, per altri impegni, non ho potuto assistere al concerto tenuto alla Filarmonica. Infatti l’interesse per musica, letteratura e teatro mi avrebbe portata a riflettere sui vari minuetti della vita. Peccato! Rileggerò Maupassant e spero di esserci per un altro concerto di Stefania.
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