AI PIANI BASSI di Margaret Powell, ediz.Einaudi

pubblicato da: Mirna - 11 Marzo, 2013 @ 7:27 am

Ricordate il film Gosford Park di Altman dove vengono raccontate le storie dei proprietari aristocratici e della  loro servitù? O lo sceneggiato Downton Abbey? Ebbene è stato proprio questo  romanzo autobiografico a suggerire di portare sul grande e piccolo  schermo le vite parallele di due ben distinte classi sociali. Eh, sì nella mia amata Inghilterra le distinzioni sociali sono ancora percepite.

Negli anni Settanta sono stata a Londra ospite alla pari  per un anno presso una famiglia della piccola borghesia. Mi sono trovata benissimo, ma ricordo il mio stupore, un giorno, quando l’idraulico vene a riparare un guasto in cucina. Gli venne ovviamento offerto a cup of tea, ma in una tazza riservata alla working class. Per me sarebbe stato ovvio offrirlo nelle stesse tazze usate da noi quotidianamente.

Figuratevi all’inizio del secolo quando Margaret Powell a quttordici  anni iniziò a lavorare come sguattera in dimore lussuose!. Due mondi completamente diversi e distinti, quella dei “padroni” –  LORO –  come vengono definiti dalla servitù, e i sottoposti, persone considerate non all’altezza di apprezzare confort o cultura.

Vita durissima il lavoro di sguattera in cucine degli anni Venti, senza elettrodomestici o detersivi moderni, e sensazione di essere un nulla sentendosi all’ultimo gradino della classe sociale.

Margaret Powell è però una donna forte, lavora e osserva più con ironia che con con vittimismo i limiti di una classe aristocratica per lo più gretta ed arroccata ai propri privilegi che la fanno sentire superiore ai più.

Margaret vuole migliorare e sa come fare, vuole diventare cuoca, la “regina” della cucina e ci riesce. Migliora un po’ la qualità della sua vita. Può avere una cameretta tutta per sè, un materasso migliore di quello riempito di paglia, un po’ di ore libere per poter anche leggere.

Interessante conoscere il modo di lavorare e di vivere della lower class e interessante soprattutto perchè raccontata da chi ha vissuto questa esperienza sulla propria pelle. In una famiglia le facevano persino stirare le stringhe per le scarpe!

Non un racconto immaginato e forse edulcorato da qualcuno che crede di poter capire ciò che possono aver provato le persone “serve” di altri.  A questo proposito mi vengono in mente “Quel ch resta del giorno” o “Angeli e insetti” della Byatt, bellissimi romanzi.

Le memoires di Margaret Powell sono scritte in modo semplice, ma proprio per questo risultano veritiere ed avvincenti.

Margaret poi si sposa con un lattaio, smette per un po’ di lavorare per accudire la famiglia ed i figli. Riprenderà ad andare a servizio  quando il marito è richiamato alle armi.

Infine a sessant’anni decide di scrivere le sue memorie. Nel 1968 viene pubblicato questo suo primo libro che diventa un immediato successo. Quando muore, nel 1984, lascia un cospicuo patrimonio.

Una donna forte che non si è lasciata schiacciare!

 

 

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