MIELE di Ian McEwan, ediz. Einaudi

pubblicato da: Mirna - 14 Marzo, 2013 @ 7:07 am

Ritornare nella Londra anni Settanta, quella di Carnaby Street, delle minigonne e dei Beatles e per me un “ritorno a casa”. Uno dei periodi più belli e spensierati della mia  vita  è stato proprio  quello trascorso  in Inghilterra. Certamente in  una veste diversa da quella di Serena Frome , la protagonista di Miele, che si trova a lavorare  all’MI5,  il British Security Service, il controspionaggio inglese.

Sebbene in un tardo pomeriggio mentre Giuliana ed io eravamo in un pub di Berkeley Square  capitò  che un  maturo signore  elegante ci chiese – non so perchè – “Are you working for the Governement?”  Forse ci trovavamo nei pressi del Bureau? Forse avevamo un’espressione un po’ misteriosa?  Che bello sarebbe stato , invece di essere au-pair girls, lavorare per il Governo!

Serena si trova all’MI5 grazie all’interessamento del suo maturo amante Tony  scomparso da pochi mesi in modo sospetto. E siccome il suo incarico  nell’operazione Miele le è  stato conferito per la sua voracità  di lettrice,  lei si sente appagata e felice .

Serena, figlia di un Vescovo, è  stata spinta dalla madre a laurearsi in matematica , ma la sua vera passione è la letteratura.  Ora dovrà giudicare se Tom Haley è uno scrittore che può servire la causa occidentale trasformadosi con i suoi  scritti  in inconsapevole agente della propaganda anticomunista.

Ma a prescindere dalla trama di spy-story dove compaiono anche personaggi realmente esistiti come lo scrittore Martin Amis, l’editore Tom Maschler, il critico Ian Hamilton questo bel romanzo di McEwan è una storia d’amore. Di amore per l’amore come è ovvio che sia tra i giovani, e  Serena, bella e bionda ventiquatrenne, si innamora facilmente fintanto che non trova il grande amore proprio in Tom Haley che scrive con passione.  Ma c’è anche un altro grande amore: quello per la LETTURA  e per la SCRITTURA.

Serena è una lettrice vorace, adora ritrovare qualcosa di sè nei romanzi che legge “bramavo un’ingenua forma di realismo. Aguzzavo l’attenzione, stiravo il mio collo di lettrice, ogni volta che veniva menzionata una strada di Londra…volevo trovare fra le mani un romanzo su una ragazza in un monolocale di Camden con un umile impiego nell’MI5 e senza un uomo”

E prosegue “Mi accomodai in poltrona, inclinai la nuova lampada da lettura e tornai al mio segnalibro…Avevo una matita pronta all’uso…il mio sogno si era avverato: stavo studiando letteratura!”

Conferma al Bureau che Tom Haley è un bravissimo scrittore e che lo seguirà nel suo lavoro, senza naturalmente rivelare il suo incarico. Ma i due si innamorano complice l’amore per la letteratura e la poesia di Spenser. Bellissima la parte centrale dove i due si conoscono sempre più a fondo tra visite alla National Gallery e disquisizioni sulla poesia..

Miele mi riporta ad alcuni romanzi della Byatt, come Possession e La Torre di Babele  dove gli avvenimenti dei protagonisti si intrecciano con le storie raccontate all’interno.

In un’interessante e imperdibile intervista con Marta Perego, McEwan dice:

«Serena ama le storie che hanno un cuore, che riflettono il mondo in cui lei vive. Io ho molta sintonia con questa visione. Tom, che è uno scrittore ama i trucchi letterari, i giochi di parole, ama Calvino, Borges, Pynchon. E io condivido anche questo. In questo libro hovoluto unire i due elementi anche perché dal romanzo, oggi (quarant’anni dopo le sperimentazioni degli anni Settanta) vogliamo entrambe le cose: una storia che ci faccia sognare e una sostanza letteraria che faccia pensare».

Ecco perchè ho amato questo romanzo di  Ian McEwan.

 

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