ANDAR PER CASTELLI…. tra un libro e l’altro
pubblicato da: Mirna - 8 Ottobre, 2012 @ 2:06 pmAltra mite mattinata ottobrina da vivere in questo Trentino felix.
Daria, Enza ed io decidiamo di andare   a  Castel Thun dove una particolare e preziosa mostra intitolata “OSPITE D’ONORE –  Matteo Thun ritratto da Giuseppe Molteni -” è allestita nella  torretta biblioteca.
La curatrice è Emanuela Rollandini che ci aspetta sorridente  e ci fa entrare, anche noi quasi ospiti d’onore, in un’atmosfera romantica. Ci sentiamo proprio in un salotto d’altri tempi.Â
 Matteo Thun, il cui ritratto campeggia nella saletta, ci accoglie morbidamente appoggiato ai marmi del suo castello di cui vediamo in penombra armature e pertugi.
Ha 20 anni, indossa la divisa austriaca ed ha l’aria sognante. Il pittore Giuseppe Molteni respira la corrente romantica dell’epoca perciò riesce ad esprimere nel ritratto del giovane nobile le contraddizioni dei due secoli “l’un l’altro contro l’altro armati”, il legame classico e le inquietudini del nuovo.Â
 Lo stesso Matteo Thun ama frequentare il nuovo ambiente percorso  da fremiti innovativi nei salotti di Milano che lui trova grande città colma di “un fermento singolare negli ingegni“. E la sua formazione culturale si rafforza  proprio in Lombardia, luogo dove molti funzionari trentini, grazie al bilinguismo, sono al servizio dell’Impero Austro-ungarico.  Grande influenza su di lui la ebbe anche la madre Violante, bresciana e ostile all’Austria, ma  soprattutto Andrea Maffei , funzionario dell’impero, scrittore, poeta, traduttore. Esiste infatti fra i due  un cospicuo carteggio interessantissimo che ci rivela la vita che  entrambi svolgono  tra il Castello e i salotti milanesi  frequentati da pittori come Hayez e scrittori come Balzac.
Tutto questo ci viene spiegato benissimo nel catalogo curato da Emanuela Rollandini. Â
Ma nella piccola mostra ci sono anche altri quadri: il bell’Andrea Maffei che , ci racconta Emanuela, diventerà ancor più bello in età matura e che, si sa , era molto vanesio. E poi c’è sua moglie Clara, ritratta da Francesco Hayez nel 1845. Bellissimo. Visetto chiaro, acconciatura a boccoli, sguardo fermo e  un po’ disincantato ? sorriso obliquo. Clara Maffei , come Violante Thun : grandi dame della cultura del tempo e garbate ospiti di importanti salotti letterari.
Ammiriamo  lettere, libretti,  un servizio per corrispondenza e …un acquerello delizioso di un certo Francesco Gonin che nel 1835 dipinge l’ Interno dello studio di Giuseppe Molteni
Ci fermiamo estasiate ed “entriamo” anche noi nel suo atelier dove ci sono lo stesso Molteni che ritrae una modella, di spalle vediamo Massimo d’Azeglio e dipinto nell dipinto… un ritratto di Alessandro Manzoni!
Che desiderare di più in una domenica trentina? Un calice di Rotari rosè che ci viene offerto dal castello  e che beviamo con Emanuela, la quale ci dice  che continuerà a lavorare tra le novemila  lettere scritte e ricevute da Matteo Thun per regalarci inediti sguardi su una famiglia così importante .
La mostra continuerà fino al 4 novembre.
I primi grandi classici inglesi, francesi e tedeschi su cui misi le mie zampe fin da piccola furono i bellissimi libri , di piccolo formato (allora dovevano pesare poco perchè i lettori, soprattutto le lettrici, si portavano il libro ovunque , nelle borsettine dell’epoca,o nelle tasche delle giacche) tradotti da Andrea Maffei. Era un carissimo amico della mia prozia Elena, sorella di mia nonna Paola e, per me, un nome noto e amato come traduttore che mi permise letture grandiose senza che nessuno se ne accorgesse. E’ la prima volta che sento nominare Andrea Maffei,Eppure fu , almeno per il nord Italia, un intellettuale e un letterato eccezionale e moderno. Bello Castel Thun, e tutte le reminiscenze che evoca. Ciao a tutti
Fortunata Camilla!
Il castello, le immagini, gli scritti e le parole della competente accompagnatrice hanno portato al presente un tempo lontano, divenendone così anche attori.
Grazie, Mirna, per questo carezzevole resoconto della vostra domenica. Dico carezzevole perchè sei delicata, raffinata nel raccontare e rendi ancor più gradevole quello che comunque è già gradevolissimo. Davvero viviamo in un posto straordinario: abbiamo a portata di mano ambienti interessanti, appassionanti, raggiungibili senza ore di traffico. Beati noi e poveretti i milanesi, i romani, ecc ecc! Voglio tornare presto a Castel Thun, prima che finisca questa mostra.
Che belle reminiscenze, quelle di Camilla!