LE CRONACHE DI…BORZONASCA
pubblicato da: Mirna - 28 Agosto, 2012 @ 6:51 pmQuinta ed ultima puntata…per questa estate calda
Credo che di Borzonasca mi mancheranno, oltre al verde e alla quiete, I suoi odori, ma non solo quelli bruciati dal sole come il timo, l’origano o quelli che nella frescura della sera arrivano dagli orti come il basilico e l’alloro, oppure le piante di melissa e diâ€incenso†che se accarezzate ti lasciano sulle mani sentore di limone …
mi mancheranno gli odori che escono dalle case: il minestrone che bolle con mille verdure, i  polpettoni che si “crocchiano†tra zucchine, fagiolini e pan grattato, il sentore di profumi lontani  e d’altri tempi .
Chiedo ai vicini che cosa stanno cucinando mentre affondo  con nostalgia in ricordi di minestre che la nonna toscana mi preparava, sapori che non riesco mai ad imitare…sedano, alloro, rosmarino…
Stanno invece preparando la salsa di pomodoro, ne verranno tanti vasetti.
Eh, si’ i pomodori sono stati copiosi in questa estate soleggiatata.
Ma sapete qual e’ il profumo che mi sveglia ogni mattina? Quello delle “Ruette†di Macera.
Il piccolo forno della pasticceria si trova di fronte alla mia casa, nello stesso carruggio.
Odore di burro, zucchero leggero, doratura di biscotti, questa la semplice ricetta, ma antica e un po’ segreta – forse per le dosi- forse per la cura tramandata di generazione in generazione. Fatto sta che questte “rotelle†( biscotti a forma di piccole ruote } sono famose in tutto il mondo, dagli Stati Uniti, al Canada , dalla Svizzera all’Argentina. Persino a papa Giovanni Paolo II, in visita a Chiavari nel 1998, ne venne offerto un grande cesto.
La prima ruetta venne creata nel 1870 da un fratello del bisnonno dell’attuale proprietario, Gian,  che lascia pero’ la gestione al figlio Ettore e alla nuora Serena che si e’ rivelata un’ottina pasticcera degna di tanta tradizione familiare.
La vedo bionda e pallida, dai capelli raccolti come in un dipinto de Botticelli che entra ed esce dal forno o si sistema dietro I banco per incartare nella tipica carta rosa le sue ruette fragranti.
“Da in stampo a man
A ruetta a l’e’ nasciua
De anni da alua ne’ passou
Ciu’ de centi n’ho contou.”
(mancano ourtroppo tutti gli accenti giusti, maRiccardo se leggera’ potra’ tradurre)
Qusti versi sono stati scritti da Marisa Melioli Macera ‘ la mamma di Ettore, una gentile e dolce signora che ora non c’e’ piu’.
Ricordo il suo sorriso talvolta melanconico perche’ Marisa era una poetessa ed io trovo cheâ€Â è del poeta la malinconia†proprio per il fatto di riconoscere la bellezza e sapere di non potersene appropriare.
Mi parlava appunto di questa sua terra bellissima ed amata , di questa vallata che cercava d possedere attraverso I suoi versi.
Presto lascero’ Borzonasca per quest’anno percio’ mi sembra d’obbligo rendere omaggio a qusto pezzo di Liguria d’entroterra con una poesia di Marisa Macera
VALLE STURLA
MI APPARI COME SEI,
NON DIVERSA DA COME
PARLANO DI TE LE TUE BALZE.
TI VEDO RADICATA
ALLE ANTICHE CREUZE
CONSUMATE DA PASSI CHIODATI.
TI SENTO NELLA NOTTE
PROFUMATA DALL’INCENSO DEI PINI,
CONVERSARE CON I FAGGI ED I CASTAGNI.
NON SO COME RUBARTI
IL REFRIGERIO DEI BOSCHI
PER SPOSARLO ALLA MIMOSA DI RIVIERA.
NON SO COME ABRACCIARE
L’AZZURRO SFIORATO DALLE CIME
PER AVVOLGERLO AL MIO PENSIERO.
MA, LUNGO IL FIUME CHE TI FENDE,
POSSO TOCCARE IL CUORE DELLE TUE ROCCE
FRANTUMATO E LEVIGATO DALLE ACQUE.
Questo luogo per tutto quello che ci descrivi e che per te rappresenta, risveglia l’immaginazione spalancandola all’incanto e alla delizia. Le tue cronache m’hanno allietato e fatto sorridere tra campane e serpentelli, la tua descrizione di luoghi e persone è perfetta. Grazie Mirna per bellezza che che ci mostri.
Buon rientro in città !.
I profumi del forno li ho gustati a Genova, mia città natale, provenienti dal forno che si trovava alla Bocchella, in Albaro, lungo l’antica, originale, Via Aurelia, una delle fermate del tram linea 43 (Piazza De Ferrari – Via Giordano Bruno, capolinea, si scende!) detto gambazoppa per via che era di quelli lenti, corti, con le piattaforme separate dall’abitacolo da due porte scorrevoli e per sedili due lunghe panche laterali, rivolte verso il centro della vettura. La targa era a sfondo azzurro ed il numero 43 nero.
Poi, ancora di più, in Toscana, a S. Angelo in Colle (Montalcino, Siena), quando la mi’ nonna paterna Maria riscaldava il forno sul quale esisteva una servitù a favore dell’intero paese (300 anime in tutto) e le varie comari venivano ad informarsi sulla successione delle infornate, per sfruttare intelligentemente, tutte, l’avviamento di un forno già caldo.
Ora Mirna, direttamente e con le sue citazioni, mi richiama alla mente tutto ciò. La Valle dell’Aveto, la Valle Sturla … tutti posti della mia infanzia, i profumi della Riviera, li ho sentiti correndo la Riviera in Vespa (Rally 180, color violetto metallizzato, una bomba!) ed anche dal mare, rientrando la mattina presto da una pescata notturna: profumi … dalla costa di accarezzano e ti attraggono, moderne sirene che allora parlavano al palato, oggi al cuore.
Quanto ai versi dialettali, mi permetto di riscriverli “a sensoâ€, tutto in lettere minuscole e senza punteggiatura alcuna:
d’antico stampo
a mano
dolce sei nata
rotellina
son più di cento
gli anni che conto
trascorsi
Mirna, sei tornata a Trento? Siamo ansiosi di incontrarti!
cara Mirna vogliamo ringraziarLa per aver pubblicato la poesia della mamma.siamo contenti e commossi a rileggere quei bei versi.Le auguriamo un buon inverno segendola sul Suo blog
Sono Paola la figlia di Armando e della Andreina .Ettore e Serena mi conoscono bene e conoscevano bene mio papà (una memoria storica)
Manco da 20 anni dalla mia terra la Liguria e di Borzonasca ( mi sono trasferita in Sardegna) mi manca proprio tutto a partire da A Ruetta
( naturalmente ogni tanto ci vado) proprio così per un attimo ho sentito tutto quello che ha descritto mi sono ritrovata nel mio mondo Grazie.
Felicissima, cara Paola, che un mio vecchio post dalla Liguria , le abbia risvegliato ricordi dolci e intensi. Ne scriverò altri la prossima estate quando il rito caffè- ruette da Macera sarà un’abitudine quasi quotidiana.