NEMICO, AMICO, AMANTE… di Alice Munro

pubblicato da: Mirna - 21 Luglio, 2012 @ 7:23 pm

 

Einaudi

 

Libri che vanno, libri che vengono, come queste lunghe ore estive che regalano tempo lento per riflettere, ricordare, leggere e rileggere.

 

I racconti di Alice Munro regalatimi da Gary sono molto molto belli. Sicuramente la Munro e’ una delle piu’ importanti scrittrici canadesi contemporanee.

Non mi ero mai avvicinata ai suoi racconti essendo il romanzo la mia forma prediletta di narrazione, ma queste piccole storie sono perfette, scritte a tutto  tondo; un mondo completo e ricco di sentimenti, verita’ e allusioni profondi.

 

Sia che si tratti del primo racconto che da’ il titolo alla raccolta dove la protagonista e’ alla ricerca del compagno e ci riesce grazie agli inganni di due ragazzine e a una partita di mobili dimenticati in garage, sia che si tratti di Elfrida in “Mobili di famiglia”.  Qui il personaggio principale ci viene raccontato lungo un bel tratto della sua vita  da una giovane cugina. Viene descritta una donna allegra, forte, particolare e sempre un po’ misteriosa che attrae o che irrita e che rimescola antichi sentimenti nascosti.

‘Scattava un pericolo, ogni volta che ritornavo a giocare in casa. Era il pericolo di guardare alla mia vita attraverso occhi che non fossero I miei.”

Un personaggio indimenticabile quello di Elfrida anche per la descrizione fisica del so sorriso ampio pieno di denti irregolari, dei suoi colori, del suo modo di vestire.

 

Quasi tutte donne le protagoniste, donne particolari,forti, deboli, ma sempre alla ricerca della consapevolezza di se’.

Come fa Lorna in “Post and beam”, una  giovane casalinga frustrata, infelice che riesce in un certo pomeriggio a cercare un luogo – la stanza del suo giovane ammiratore, in quel momento assente – in cui sedersi al centro del quadrato di linoleum  “restare seduta per ore non tanto per osservare la stanza di lui, ma per sprofonfarci dentro. Per rimanere in quello spazio dove nessuno la conosceva ne’ pretendeva niente da lei. Rimanere li’ un tempo lunghissimo, facendosi intanto sempre piu’ aguzza e piu’ sottile, leggera come un ago.”.

Spesso la completezza della storia ci rimanda all’inizio perche nella sua eccezionalita’ di narratrice la Munro scrive mai in modo banale o piatto  per cui talvolta la consequenzialita’ viene lasciata da scoprire cammin facendo al lettore .

 

Libri che vanno e che vengono.

Ho cercato per Renata La rosa candida, consigliatoci caldamente da Camilla. Credo proprio che glielo leggero’ prima!

E poi  ho “La vita matrimoniale di Miss Buncle” arrivato per posta da Trento, e sempre da Camilla.

E I libretti grossi e piccoli di Grazia: tra questi “Sufficit” di Nino Vetri, “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono, e I romanzi di Elena Ferrante tra cu.i “I giorni dell’abbandono”, “L’amore molesto”.

 

Ed altri occhieggiano un po’ ovunque, da Barbara,la mia prima ospite Americana, polacca d’origine mi sono arrivate le ultime poesie del premio Nobel Wislawa Szymborska “Here”.

 

Come consigliava Confucio anch’io  ho in casa libri e fiori!

 

Ed infine, proprio ieri, e’ arrivato da Milano, da un carissimo amico avvocato, ultraottantenne un libro che parla di lui, un’autobiografia per I suoi figli e le persone care, un libro raro d’altri tempi in cui ci si consola un po’ pensando che persone rette e giuste esistono.

Di “Amore per la  Patria, la Famiglia, l’Avvocatura” di P.D. ne parlero’

A proposito, sembra che anche il Presidente Naplitano ne abbia una copia sulla sua scrivania!

Share

6 commenti
Lascia un commento »

  1. Alice Munro è poco tradotta in italiano,malgrado la sua grandissima produzione di racconti , mi pare che iniziò la Tartaruga, molti anni fa’ , a tradurre alcune sue raccolte di storie perfette. Mi sarebbe piaciuto leggere il suo unico romanzo, dove i racconti sono strettamente legati l’un l’altro,:forse potrebbe somigliare a “OLIVE KITTERIDGE”.
    Ciao Mirna, stammi bene tra ituoi freschi fiori. Se per caso leggi Rosa Candida lasciati andare, senza maniglie, senza salvagenti, senza ombrello, senza golfino , nessun pericolo! Nessun pericolo, senza spine è la rosa, senza noccioli da sputare e bucce dure è il frutto, senza trabocchetti il percorso. Una storia pura: una rarità. Un frutto raro, un fiore raro. Un ragazzo affidabile, da stringere sul cuore. ciaociao

  2. Tra una camminata e l’altra, tra le valli del Bianco e quelle del Gran Paradiso, ho avuto modo di leggere la recensione di Angelo Guglielmi a un libro pubblicato da Sellerio, “La stazione termale”, che mi sono affrettata a cercare in libreria (precisamente a “Montagne di carta” di Cogne, quanti bei nomi per le librerie), di Ginevra Bompiani, figlia dell’editore, credo, e direttrice della casa editrice Nottetempo.
    Si tratta di un romanzo breve o racconto lungo, 145 pagine appena, protagoniste quattro donne, una delle quali bambina. Si incontrano in una stazione termale, si frequentano ed inizia un sottile gioco di relazioni, di pensieri a più voci, ed escono fuori le inquietudini, i dolori, le illusioni, la ricerca della giovinezza nelle cure del corpo, la paura dell’invecchiare, sentimenti e riflessioni complessi e nuove possibilità di affetti, inaspettati e fuori dagli schemi.
    Bello e molto ben raccontato, da leggere.
    Cari saluti a tutti i frequentatori del blog.

  3. Si può indovinare come contento ero io, trovando i libri di Munro a questa libreria a Chiavari. Avevo cercato qualcosa da David Mitchell, in particolare, “Glu autunni mille di Jacob di Zoet,” ma sono contento che non l’ho trovato. Da Munro, ho letto la sua raccolta “In fuga” (“Runaway,” 2004), sebbene prenderei nota del film di Sarah Polley, “Away from her,” un’adattamento del racconto suo, “L’orso è venuto sulla montagna.”

    È un’età superba per le autrici canadesi: Munro, Carol Shields (“A meno che” (Unless), il suo libro ultimo), Lisa Moore (“Febbraio,” “Alligatore”), Connie Gault (“Euphoria,” il titolo inglese), e accanto le migliore, Miriam Toews (“Un complicato atto d’amore” (A complicated kindness), e “Irma Voth,” il suo libro più recente). Mi sembra che solo “Un compicato atto d’amore” è già tradotto.

  4. Proprio recentemente nel “Il Sole” della domenica era allegato un libricino che conteneva due racconti della Munro. Ho scoperto così la sua scrittura lineare e profonda, ripromettendomi di cercare altri suoi scritti.
    Ho letto anch’io “La stazione termale”, ritrovando sensazioni percepite in un contesto simile non molto tempo fa. Curandosi ci si scopre, ci si libera, nasce la fiducia, parlando fra donne.

  5. @ Gary – euforia- ecco la parola giusta , quando nel blog si parla di libri e di AUTORI. dopo Munro e Shield ( di cui ho letto recentemente un bel romanzo che ha letto anche Mirna) e David Mitchell, ho preso nota delle autrici che nomini. Cercherò le traduzioni. Conosco bene la grande Atwood, i racconti di Mavis Gallant, Naomi klein. i romanzoni bellissimi di Anne Marie Mac Donald e altri che al momento non mi vengono in mente. ti penso spesso caro Gary, ogni volta che mi viene in mano qualche vetusto libro di teatro che, se tu fossi nei paraggi, ti darei volentieri. Grazie dei buoni consigli di lettura e delle tue descrizioni ( le cose che dici sono sempre descrittive). Sono belle. Ti interessa la roba (antica) scritta in francese??

  6. @ Camilla. Cioa, e buona sera. Sono ritornato stasera da una cena cogli amici qui a Ithaca, dove parlavo di Borzonasca, i giardini, e anche i paraggi di Lincolnshire e le Ebridi, dove sono stato quest’estate prima del viaggio a Liguria. La trattoria è stata rumorosa, ma la conversazione è state bella e leggera. Marion ed Alan si ricordavano il loro viaggio primo a Firenze.

    Non conosco Atwood bene; mi piace molto l’opera derivata dal suo romanzo “The Handmaid’s Tale,” (il compositore Danese, Poul Ruders). Nei questi giorni Atwood ha vinto qualche scaramuccia contro il sindaco stolto di Toronto; dobbiamo debiti di riconoscenza a lei. Il sindaco ha cercato di chiudere qualche biblioteca, e Atwood ha guidato l’opposizione.

    Sto leggendo queste settimane il Baricco (come ho detto, “Tre volte all’alba”), il romanzo nuovo di Hilary Mantel (“Bring Up the Bodies”), e saggi per le mie ricerche sopra Rossini, in particolare, l’opera seria “Maometto II” (Napoli, 1820), sul soggetto di Anna Erizzo e l’assedio di Negroponte. Per il lavoro mio, gli altri versioni sul questo tema (da Zacchi, Gambara, Vincenzo Formaleoni) non rientrano nel ambito proprio. Sono noti da Lei?

    Leggo le opere e gli spettacoli francesi da tempo a tempo; pochi saggi. Rossini ha fatto la sua opera “L’assedio di Corinto” per Parigi dopo “Maometto II,” allora, devo consultare scrittori francesi ogni tanto.