TUTTA UN’ALTRA VITA di Lionel Shriver
pubblicato da: Mirna - 26 Giugno, 2012 @ 7:03 pmUno dei più bei romanzi letti in questi ultimi tempi questo di Lionel Shriver che è una donna, nonostante il nome maschile, una giornalista e scrittrice vincitrice di numerosi premi.
Eppure il contenuto che ho raccontato “lettura facendo” a Stefania, qui in attesa di portare me e Mimilla a Borzonasca, non è allegro: parla tutto sommato di due persone che stanno molto male. Una ragazzina affetta dalla sindrome DF, una patologia degenerativa che sembra colpire soltanto i bamibini  ebrei askenaziti e una cinquantenne colpita dal terribile mesotelioma causato dall’amianto.
Ma accanto a loro ci sono altre persone, alcune eccezionali, altre soltanto umane con le loro meschinità e fragilità . “Un romanzo fuori dal comune” come scrive The New york Times “capace di scuoterti e cambiarti nel profondo.”
Personaggio principale è Shepherd Armstrong Knackher, detto Shep, “costituzionalmente obbediente”, pragmatico, uomo tuttofare, ma con un sogno forte , quello di accumulare denaro per andare poi nella seconda metà della sua vita in un luogo, denominato  da lui e familiari “Aldilà ” dove finalmente il tempo senza impegni e la vita poco costosa gli permetteranno di inventare giorno dopo giorno il proprio tempo,  come facevano anni addietro   i  bambini durante  le loro  lunghe estati : “ampie distese di tempo privo di impegni che sconfinavano in orizzonti indistinti. …Tempo su cui improvvisare, da suonare come un sassofono.”
Shep ha venduto la sua attività lucrosa per tenere in banca i suoi 731.000 $ che gli permetteranno di andare presto a Pemba, un’isoletta di fronte a Zanzibar e dimenticare il meccanismo perverso dello stato americano dove le tasse, la mancata assistenza sanitaria, se non coperta da assicurazioni costose, sconfiggono migliaia di individui. E’ quello che “urla” il suo caro amico Jackson  dividendo i cittadini in Furbi e Fessi.
Ma appena Shep decide di partire con la famiglia c’è la sconvolgente notizia della malattia della moglie Glynis: mesotelioma.
Capitolo dopo capitolo, leggiamo della vita di queste persone che combattono e  sperano; la malattia di Glynis tiene a bada il senso di perdita di Shep  per Pemba  Shep che riesce in ogni caso a tener d’occhio il suo conto che sta prosciugandosi velocemente per le cure e i farmaci della moglie.
Lui ama sua moglie, donna che sembra fatta di metallo come le sue sculture e che combatte la malattia, sperando di sconfiggerla, con rabbia vendicativa contro tutti. Il loro rapporto è straordinario e Shep riuscirà in un finale coraggioso perchè potrebbe essere verosimile –  portare a Pemba sia la moglie morente che il figlio che sembrava rinchiuso nella sua stanza tecnologica (come certi ragazzini giapponesi detti haikumori cioè vittime della magia cibernetica) , il padre ottantenne e qualcun altro le cui vicende sono forti e avvincenti.
Da leggere.
556 pagine che per me sono state eccezionali. La vita, la morte, l’amore, le meschinità , la generosità …insomma la Vita.
Edizioni Piemme
Ho ordinato questo libro in biblioteca… Già all’angolo Papiro avevo visto Mirna entusiasta … Ci sono dei libri che ti lasciano in questo modo, libri da cui non vorresti mai separarti. Io sono molto presa da Pastorale Americana, sono a più di metà ( gli esami a scuola mi hanno preso altrimenti lo avrei già finito) e lo trovo un capolavoro… Camilla, cosa ne pensi? E’ bello sentirti, con i tuoi commenti…Un bacione a tutti e grazie a Franca Pellizzari, di cui ho appena letto il commento al post!
Una storia complessa, una speranza portata al suo compimento, lo leggerò Mirna. Tuttavia l’idea di pianificare anche per altri un comune “aldilà ” , seppur con le migliori intenzioni, mi sembra difficile da giustificare, lo trovo un pò farsesco, ma devo leggerlo prima.
Ho per le mani l’ultimo uomo nella torre di A.Adiga, dove l’uomo é dipinto abilmente nella sua ambigua avidità . Ingegnosa e sapiente scrittura.
Un abbraccio a tutti tutti.
MIKI
da Maria CANNATA
Gentilissima Mirna,
innanzitutto desidero ringraziarla per la segnalazione del mio libro,una bellissima recensione in cui lei ha perfettamente colto l’anima di questo “strano racconto†scritto in un altrettanto†strano linguaggio che incuriosisce parecchio. Quando ci vedremo avrò modo di raccontarle la sua genesi,riconducibile ad un desiderio o forse qualcosa di più,vorrei dire un’urgenza: adoperare un stile che sapesse diventare respiro,onda,volo, palpito di un cuore bambino,(vuoi per paura,vuoi per speranza.) Mentre scrivevo mi accorgevo che desideravo anche dipingere per questo forse,più che le parole ho voluto usare una tavolozza di colori..ma di questo avremo occasione di parlare
Complimenti vivissimi per il suo blog,vivace ed elegante e poi per le sue innumerevoli attività . Devo all’amica Giuliana Savelli il piacere di averla conosciuta,per il momento solo “virtualmente†ma spero al più presto di persona, magari poi troverà anche lei il tempo di venire a Verona a curiosare un po’ nel nostro Circolo
.
Augurandole un’estate serena ma ricca di eventi,esperienze,stimoli,le invio cordiali saluti
MARIA CANNATA..
Accidenti se penso alla fatica che ho fatto a leggere E ORA PARLIAMO DI KEVIN, della Shriver, davvero conturbante e fastidioso come un eczema nel cuore! certo non leggerò più questa scrittrice armata fino ai denti
Pastorale americana è uno dei migliori romanzi del migliore .P: R., quando non era così disperato di essere destinato alla vecchiaia e alla morte come tutti noi.A lui non gli va giù e se la prende anche con chi lo legge.
Qui a Trento, cara Mirna , si crepa letteralmente dal caldo che peggio non me lo ricordo. Spero nei temporali di questa sera. Per fortuna ci sono libri freschi come una ROSA CANDIDA di una scrittrice che viene dall’Islanda.E una storia di formazione, ah! i Kevin , non esistono proprio in questo appassionato romanzo.
E non esiste nessun tipo di realismo, per una volta. Un ragazzino ventenne che ama immensamente le rose e i giardini, espatria per raggiungere un monastero antico che ospita un leggendario roseto, quasi abbandonato. e Arniljotur ,il nostro ragazzino,appassionato botanico, vuole riportarlo gli antichi splendori. Arniljotur ha una piccola bambina, nata a seguito di una serata di bisboccia tra studenti, da una ragazza quasi sconosciuta. E’ fiero della sua piccina e porta sempre con sè la fotografia di Flora Sol, che ha sette mesi, e la mostra a tutti, orgoglioso. Ma non sa nulla della bimba, la conosce appena e conosce appena Anna, la mammina. Ma sarà proprio la sua bambina a farlo diventare l’uomo che ancora non è e il lettore capisce che la virilità consiste ne sapersi prendere cura. tutto il resto è noia. E in questo freschissimo e speciale romanzo di noia non c’è l’ombra. ROSA CANDIDA di Audur Ava Olafsdottir–ed. Einaudi.
MIKI, credo che questo libro ti potrebbe piacere parecchio. ciao e buone vacanze. Cara Mirna ho una piccola sorpresa per te,.
Anche qui, cara Camilla, fa molto caldo. Per fortuna ombre suggestive nel giardino e verso sera portano ristoro e tempo per letture forti o amene, a seconda dei gusti e dei propri momenti .
Interessante naturalmente conoscere i diversi approcci e passioni letterarie.
E per fortuna che siamo diversi, pensa che noia se tutti quanti amassimo soltanto gli stessi libri in una sorta di omologazione del Lettore!