TRENTO DA…LEGGERE
pubblicato da: Mirna - 4 Maggio, 2012 @ 11:25 amSempre nel Libri & Caffè di Andrea Mattei ora si viene accolti dallo splendido sorriso di Elisabetta, detta Betti già  anni addietro collaboratrice del libraio-barista.
Insieme nel 2005  avevano iniziato questa avventura di coniugare amore per la lettura in uno spazio in cui soffermarsi a bere o mangiare qualcosa, giusto per dilatare il piacere di stare tra i libri, sfogliarli, acquistare le ultime novità editoriali e discuterne.
“Era venerdì 17 alle ore 17 quando ci si decise” ricorda Betti e questo la dice lunga sul coinvolgimento emotivo per questo locale particolare, unico nel suo genere qui in  città .
Ma chi è Betti, che molti conoscono anche se dal 2009 si è allontana per altre avventure di lavoro?Â
Una ragazza solare, dallo sguardo vivace e intelligente, amante naturalmente dei libri , del cinema, del mondo.
Laureata in ….Lettere, ovviamente,  con una tesi sulla rivista “L’Interplanetario” del 1929  alla quale collaborò anche Moravia poco prima di publlicare “Gli indifferenti”, ha frequentato molti master in Cooperazione e Sviluppo, master in Editoria a Milano, ha collaborato con la Biblioteca per la catalogazione dei libri, ha aderito al progetto Social Business in India –  dove ha lasciato parte del suo cuore – insomma una vita che l’ha portata e la porta ad essere in contatto sempre con i libri.
Ci mettiamo a parlare di letteratura e le chiedo che tipo di lettrice è. E’ sicuramente esigente e i suoi gusti ultimamente si dirigono a romanzi e scritti su argomenti forti. Mi consiglia di leggere ” Ogni mattina a Jenin” di Susan  Aboulhawa e  l’Accabadora di Michela Murgia
Poi si parla del suo amore per il primo Tabucchi, quello di  “Notturno indiano” e  per Mc Ewan di “Espiazione”, sottolinea la sua delusione quando capisce che i romanzi vengono scritti per il mercato.
E qui ci si chiede davanti alla pletora di libri pubblicati   se la vera Letteratura ci regalerà ancora romanzi indimenticabili. Fra i pochi siamo d’accordo sul valore letterario  della Veladiano.
Gran parte della sua giovane vita è stata dedicata ai viaggi compiuti da sola o con il compagno:da una splendida Cuba a trekking in Nepal, dal deserto della Libia al Vietnam. Da esperienza toccanti di volontariato in Etiopia al sud Ameria e tanti altri paesi. Conoscere il mondo e le persone che lo abitano.
 Ricorda che a Bombay ha ritrovato la stessa atmosfera descritta in Shantaram e in Patagonia ha cenato addirittuta nello stesso risporante descritto da Sepulveda in “Patagonia Express“.
Viaggiare, leggere, non ha in fondo lo stesso scopo di conoscere gli altri e la loro vita?
Ma che cosa legge Betti in questi giorni?
Come me ha due o tre libri avviati: Parrella “Lo spazio bianco“, ed. Einaudi, , “Mal tiempo” di Fauquemberg e qualche altro.
Credo che la scelta di tornare in quest’angolo colmo di lusinghe letterarie  per una giovane donna amante dei libri e dell’animo umano  sia azzeccata.
“Ho imparato anche a fare un buon caffè” conclude.
Vogliamo provare?
Grazie Mirna!!!
@Mirna – bellissimo il tuo articolo Mirna, irresistibile la bella Betti, viene voglia di andarci al Papiro. magari a cercare altri libri di Hella Haasse : al Papiro ne ho trovati alcuni e mi ci sono beata.
Vorrei ora segnalare un bel libro, dire insolito è necessario; un notevole romanzo di Angelika Overath, GIORNI VICINI, dell’editore Keller di Rovereto, che sta facendo un gran bel lavoro . La scrittura di Angelika Overath è memorabile, un accostarsi ai suoi ricordi, dopo la morte della madre, di eccezionale e rara veritÃ
( nulla, ma nulla di quelle concessioni al mercato editoriale di tipo “strappa applauso” che sono difficili da percepire ma sono maligne e rendono qualsiasi racconto una cosa solo da consumare) al punto che al lettore sembra di sfiorare un precipizio oscuro e terribile che pure gli appartiene e tuttavia il lettore si tiene stretto alla salda mano dell’autrice che dice l’indicibile, con una maestria e una forza lampanti.E questo non è certo un romanzo per il mercato.Non leggerlo sarebbe un peccato.sarebbe la rinuncia a un’esperienza “pericolosa” ma unica, ci vuole attenzione, ci vuole la mente sgombra, ci vuole la sospensione dei giudizi e l’ascolto profondo ma davvero ne vale la pena.Spero di rivedervi presto.Sei a Trento Stefania??
meravigliosa betti e il suo sorriso contagioso!
Che piacere leggere della Betti! Che vita avventurosa e interessante!
Sono a Trento, Camilla!! Fino a mercoledì! Un caro saluto a tutti e buona domenica nei libri!
Con questo tempo grigio , la pioggia pronta a farsi viva di tanto in tanto, andrò nel mio “ufficio”di via Oriola , con i giornali. La domenica è bello : La Lettura, allegato del Corsera, è diventato una gradevole abitudine: spesso ci sono articoli molto, molto… Poi c’è il domenicale del Sole, e alcune pagine di Repubblica dedicate ai libri,la prima che vado a leggere è la rubrica : il preferito (i migliori 50 libri degli ultimi 10 anni) della settimana di Baricco. Baricco racconta le sue letture con un tale afflato amoroso, lievemente e sapientemente. E le sue letture degli ultimi 10 anni sono sorprendenti, libere, intelligenti. gli è piaciuto molto , per esempio, Olive Kitteridge di Strout, e la serie di Adamsberg di Vargas, e,alcune domeniche fa’ , raccontò da par suo, la saga degli Aubry, della Rebecca West, insomma anticonformiste e magnifiche letture, nuove e classiche, Domenica scorsa fu la volta del Gattopardo, un libro magnifico effettivamente, anche se letto da me almeno 30 anni “or sono”- e tuttavia sono andata ripescarlo: ricordavo così bene alcune descrizione della Sicilia, del caldo che dura quasi tutto l’anno…., chissà oggi di che libro racconterà Alessandro Baricco? La domenica è ricca di letture fresche come brioches appena sfornate.
@ stefania: porterò Ravel con me. E’ lieve il suo peso ( anche Ravel in carne ed ossa doveva essere magrettino): chissà se Baricco conosce Echenoz? Penso che gli piacerebbe moltissimo. Spero proprio di incontrarti. Comunque ci sentiamo presto.
Carissimi,eccomi tornata dopo ” astinenza” da Internet ( scollegata dal mondo per ben 4 giorni, anche se Andrea, mio marito, dice che mi ha fatti bene!) e costretta a riposo forzato dopo la distorsione dei legamenti del piede dovuta ad una caduta domenica mattina… Pazienza… Leggo i commenti di Camilla, così ricchi di spunti, di nuovi consigli per la lettura, di rilettura di capolavori,grazie Camilla!!! Io in questi giorni ho letto due libri interessanti , molto diversi l’uno dall’altro, uno è Venivamo tutte per mare, di Julie Otsuka, consigliato da questo blog.Un romanzo corale che mi è piaciuto tantissimo… E l’altro Lullaby ( Ninnananna) di Chuck Palahniuk. Grottesco, macabro, comico, tragico, che ti fa pensare al di là del suo essere surreale..Non conoscevo questo autore, credo che leggerò ancora qualcosa anche se non credo entrerà a fare parte dei miei preferiti… Ma sono attirata da questo tipo di scrittura così lontana dai miei canoni… Un saluto a tutti, Raffa
p.s bello questo intervento su Betti, grazie Mirna
Cari amici, ho finito in questi giorni due libri a sfondo musicale: “Il respiro della musica” di Paolo Terni (Bompiani 2011) e “Ravel” di Jean Echenoz (Adelphi, 2007, 2012). Sono sempre stata molto restia a leggere di musica perchè da un lato divulgare la musica “su carta” significa anche in qualche misura farla parlare con un linguaggio non suo e quindi o avvilirla o renderla totalmente incomprensibile, d’altra parte molti scritti con soggetti musicali – compositori, strumenti, storie di musicisti inventate e non, corrono sempre il rischio di diventare ridicole agli occhi di un intenditore o creare tonnellate di falsi miti e luoghi comuni sulla professione che poi sta ai musicisti sfatare (spesso con fatica).
Rispetto al preambolo ho trovato Paolo Terni incomprensibile anche per un intenditore. Ma mi pare che l’autore si intrattenga nella sfera voluta dell’incomprensibile – cioè sembra non voler far capire fino in fondo qual è la materia delle sue riflessioni. Terni mescola quel tanto di autobiografico che serve a rendere colloquiale il suo scritto – con incursioni a ruota libera sulla storia dei generi musicali (letti attraverso lenti filosofico-spirituali-emozionali) e con nozioni più tecniche di forme e contenuti. Cita da Rameau a Messiaen, da Wagner a Mozart a Beethoven a Glass in un menu devo ammettere confuso. Insomma, mi sembra che la materia affrontata da Terni non detti chiaramente la forma di questo scritto (saggio, improvvisazione, racconti?) e che la scrittura si bei della sua stessa sonorità perdendo di significato. E di interpretazioni della musica condotte anche in modo rapsodico abbiamo begli esempi: si pensi a Vladimir Jankelevitch per citarne uno (e a proposito di Baricco, i due splendidi saggi “tecnici” su Rossini, “Il genio in fuga” – Einaudi 1997).
Tutt’altra cosa è “Ravel” di Echenoz, certamente un pezzo di bravura (2006) e una lettura agreable. Echenoz “inchioda” tutti i dati e gli aneddoti più famosi degli ultimi anni della vita di Ravel in una bacheca colorata che ne mostra le idiosincrasie. Ravel è di per sè un compositore che si presta a questo genere di operazione “a freddo” fissato com’era con gli estetismi, gli ingranaggi e il pensiero razionale. Il sentimento spaventoso di una certa assenza di sentimento trapassa dal soggetto alla scrittura e la sensazione è quella di leggere una serie di miniature di vita vissuta e già lontana nel suo farsi. Una lettura godibile per gli appassionati ma consigliabile anche ai non addetti ai lavori.
Certo poi, ascoltarne la musica, è tutt’altra cosa.
http://www.youtube.com/watch?v=dnl0ugGtIys
Cortot suona Ravel..
posso?
Già oltre duemila anni la Cina è stata leader mondiale in fatto di tecnologia , scoperte e invenzioni.
La situazione cominciò a mutare verso il XIV secolo quando sia la mancanza di un alfabeto comune (in Cina esistevano ed esistono tuttora numerosi idiomi)l’influenza del confucianesimo e del taoismo ogni dinastia cercò di sradicare ogni traccia del passato.
Pensate solo che nel XVII secolo dei missionari gesuiti mostrarono ai cinesi un orologio meccanico, questi rimasero impressionati. Non sapevano che erano stati loro stessi a inventarlo più di mille anni prima. I cinesi estraevano petrolio 2500 anni fa. Oltre al petrolio trovarono anche il gas naturale e utilizzarono entrambi nella loro vita quotidiana. Nel 535 a.C. gli eunuchi di corte acquisirono influenza e potere politico. Gli eunuchi si sottoponevano all’evirazione senza produrre alcun lamento e parte di loro morivano per impedimento di minzione e sotto i dolori più atroci.
Ogni dinastia tra confucianesimo e legalismo, compresa quella della Rivoluzione comunista del 1949 e la nascita della Repubblica Cinese ha distrutto tutto o in parte la più antica storia della civiltà cinese. Dopo la morte di MaoTse-Tung nel 1976 e dopo Den Xiaoping si è cominciato ad aprire le porte della cultura antica cinese con la scoperta dell’esercito di terracotta.
Per saperne di più sulla civiltà cinese ante e dopo Cristo leggete il romanzo “L’esercito fantasma “ di Steve Berry autore di romanzi interessanti perché rievocanti la storia unita alla avventura.
Grazie Stefania di aver letto il libro di Terni, scelto attraverso una bella recensione e, devo confessare, anche per il titolo, ma, dopo le prime pagine, trovato incomprensibile. Lo attribuivo al fatto di essere una non addetta ai lavori, così mi sento rassicurata.
Mi piace andare ai concerti di musica classica anche se non ne conosco il linguaggio e sempre, anche quando questo mi è ostico, qualcosa mi comunica, mentre la lettura, anche se non completa di questo libro, mi ha subito allontanata dall’emozione che l’ascolto può offrire.
Mi piace molto quello che hai detto su “Ravel†e sarò più attenta dal non farmi irretire dalle recensioni lunsinghiere.