L'IDIOTA, di Fédor Michàjlovic Dostoévskij

pubblicato da: admin - 2 Marzo, 2010 @ 9:10 pm

dostojevsky 001scansione0001E poi “arrivarono” i russi.

 E quale cambiamento nelle mie letture ! Dalla campagna inglese di Thornfield e i salotti borghesi di Liala, mi ritrovai nella grande madre  Russia! Mi prese  un  fortissimo incantamento per l’ambiente e i personaggi di Dostoévskij, primi fra tutti per il principe Myskin. Da un’amica della mamma, un’operaia comunista, mi vennero regalati “I Demoni” e “L’Idiota” quando avevo appena 17 anni ( tuttora conservati gelosamente),  ed io cominciai a leggerli  con voracità, nonostante occorressero attenzione e grande impegno. Entrai con tutta me stessa nella Pietroburgo di metà Ottocento, nei salotti accanto al samovar, seguendo le colte conversazioni,  sillabando ad alta voce i nomi così affascinanti  come Natàs’ja Filippovna, principe Lev Nikolàjevic Myskin, scoprendo soprattutto quanto profondo è il nostro animo umano e quanto Dostoévskij ne sapesse scandagliare gli aspetti più misteriosi. Più che Freud fu questo grande autore russo che mi iniziò all’analisi introspettiva.

Parafrasando una trasmissione radiofonica di Radio Tre “Sulla via di Damasco” dove agli intervistati viene chiesto quale libro è stato illuminante per la propria formazione, anch’ io dirò che “L’Idiota” è stata una rivelazione fulminante,  sia per il mio percorso  di lettrice che  per la mia crescita  personale, proprio per la ricchezza  e varietà dei comportamenti umani descritti.  L’universo dell’Idiota comprende varie tipologie umane: dall’irreprensibile  e sensibile Aglàja che si innamora platonicamente del principe,  alla sensuale e profondamente umana Natàs’ja, dall’ambiguo ateo nichilista Rogozin  al meschino Ganja. E tutto intorno c’è la solita società di parassiti mondani, volti solamente al culto del denaro e del proprio orgoglio.

Si distacca la figura del principe Myskin che per Dostoévskij è l’eroe realmente buono. Lo stesso autore nella ricerca di questa tipologia umana dichiara di rifarsi al Don Chisciotte perchè anch’egli è buono e deriso, e non conosce il proprio valore.

Myskin è un aristocratico che soffre di epilessia alternata a stati di “ebetudine”, resa patetica agli occhi di tutti dalla sua accettazione ingenua di un “credo di amore universale”

Il suo ritorno dalla clinica svizzera, dove è stato curato,  a San Pietroburgo, città  preda del denaro e dell’immoralità, sembra un avvento di Cristo per salvare l’umanità; questa analogia è descritta negli appunti dello stesso Dostoévskij dove Myskin “sarebbe stata l’immagine analogica del Cristo con le sue qualità interiori, innocenza e santità“.

I personaggi di Dostoévskij rimarranno per sempre nella memoria dei  suoi lettori, per Gary “I fratelli Karamazov”, per mio padre “Il giocatore”, per altri   Raskòlnikov di “Delitto e castigo” ( romanzo che io, quando avevo 12 anni, regalai a mai madre pensando fosse un libro giallo!!!) , per me soprattutto il principe Myskin  la cui bontà innocente, l’ingenuità fraintesa mi commuovono e affascinano.

E per voi?

Quali libri vi hanno”fulminato” sulla vostra via per Damasco?

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  1. Non posso che ripetermi : ” Cent’anni di solitudine” di G. Garcià Marquez… Un’illuminazione… Pensare che ho letto l’Idiota e I fratelli Karamazov solo all’università perchè “costretta” da un corso di filosofia teoretica, e poi mi sono chiesta come mai non li avessi letti prima.Stupendi. Io però tra i due ho amato di più I Fratelli karamazov…

  2. A proposito di classici, quello che ricordo e che mi ha colpito per la descrizione dei caratteri e delle situazioni nell’evolversi della vicenda è stato “I Buddenbrook”, un romanzo dello scrittore tedesco Thomas Mann, pubblicato nel 1901, che descrive la progressiva rovina (non solo economica) di una famiglia della borghesia di Lubecca durante il XIX secolo. Ricordo ancora le descrizioni della musica, grande amore di Hanno, uno dei protagonisti, che allora mi colpirono profondamente. Dovrei proprio rileggerlo!

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