L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante

pubblicato da: Mirna - 9 Aprile, 2012 @ 7:06 am

Di questo bel romanzo rimarranno impressi a lungo  nella nostra memoria di Lettori i personaggi che vivono una vita dura nel rione napoletano : le famiglie dello scarparo, dell’usciere, del falegname, del fruttivendolo, del ferroviere-poeta e di quelle che riescono ad agguantare l’onda del boom economico. 

 Elena Ferrante ce ne scrive l’elenco nelle prime pagine così possiamo ricordarcene i nomi e le relazioni interpersonali.

Fra tutti emerge, oltre l’io narrante Elena Greco, la sua amica Raffaella Cerullo, detta Lila. Ed è su questa intensa amicizia che si dipana il racconto che partendo dai giorni nostri va a ritroso a scoprire la particolare relazione che lega a filo doppio le due donne.

Dall’infanzia povera del rione attraverso l’adolescenza difficile per le scelte del futuro si giunge alla propria formazione, a ciò che risulta prioritario per entrambe.

Leggendo mi sono tornati alla mente sia “Ninfa plebea” di Rea che “Il mare non bagna Napoli” della Ortese proprio per quelle descrizioni dell’ambiente parrtenopeo così intento alle piccole occupazioni per sopravvivere da non avere il tempo neppure di vedere il mare.

Perchè Elena e Lila sono così legate? Perchè sembra proprio che l’una sia speculare all’altra, che ognuna di esse abbia qualcosa cha all’altra necessiti. Prima della loro complicità c’è la voglia  di crescere e  di capire, di affermare la propria personalità. Leggiamo in una sorta di controcanto la sopraffazione di Lila su Elena, come una proiezione del Sè desiderato, e un rincorrersi e sfidarsi come  i Duellanti di un celeberrimo racconto, che si combattono ma si rispettano. 

E se la bionda e accomodante Elena, carina, brava negli studi continuerà la scuola e se ne sentirà orgogliosa, Lila, dalla mente come un diamante, farà scelte diverse dettate dalla sua passionalità, senso di giustizia e libertà.

Lila è l’amica geniale,”terribile e sfolgorante, colei che da bambina scura, secca, ribelle  si trasformerà in una affasicnante adolescente che farà girare la testa a tutti i ragazzi del quartiere, è colei della quale si vorrebbe l’approvazione, è colei che non ha bisogno di frequentare il ginnasio per apprendere greco e latino. Ma è anche una giovane donna che sembra vedere cose e situazioni ineluttabili,  sembra avere uno sguardo che va oltre il contingente,  ed è anche  una donna che soffre in silenzio e che alla fine riuscirà a fuggire e a far perdere ogni traccia di sè  prima di “smarginarsi”.

Il 31 dicembre 1958 Lila ebbe il suo primo episodio di smarginatura…Diceva che in quelle occasioni si dissolvevano all’improvviso i margini delle persone e delle cose…Per esempio aveva già avuto spesso la sensazione di trasferirsi per poche frazioni di secondo in una persona o una cosa o un numero o una sillaba, violandone i contorni.”

 E’ una sensazione sgradevole che le fa percepire una visione spaventosa del mondo e le fa provare uno spaesamento, come  un’invasione violenta  della realtà esterna.

Lila è figlia dello scarparo, lei lascia la scuola per aiutare la famiglia, proverà anche a disegnare modelli di scarpe che poi più tardi verranno realizzate. Ma intanto in famiglia ci sono tensioni e liti violente. Un giorno il padre la scaraventa giù dalla finestra facendole rompere un braccio.

Ed Elena? Studia, studia, vorrebbe però scrivere e pensare come Lila, vuole il fidanzato perchè Lila ha già parecchi spasimanti. Insomma Lila è il suo specchio, il suo riflesso migliore.

Confronti, competizioni nella faticosa strada della formazione, ma rispetto e ammirazione dell’una verso l’altra.

Bellissime pagine che coinvolgono si dall’inizio, inizio a cui si è costretti ritornare  alla fine per riannodare il cerchio di questa straordinaria amicizia femminile.

Episodi che si intrecciano, come spesso accade con la lettura, con i nostri ricordi anche perchè le protagoniste sono mie coetaneee. 

Da leggere.

Edizioni e/o

 

 

 

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2 commenti
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  1. @ PATRIZIA TRAVERSO. In attesa di conoscere anche “Preferisco leggere” ed.Tea, mi sono immersa nelle immagini bellissime di “Genova ch’è tutto dire” (ed. Il canneto) che mi ha portato mia figlia. Suggestivi ed emozionanti le foto ed i versi di Caproni. Ma ne parlerò adeguatamente la prossima settimana.
    @Camilla, spero che il terzo racconto dei Quattro gatti neri ti abbia regalato qualche brivido…Sì ho letto anch’io il divertente commento di Riccardo. Saluti cari.

  2. Bella questa storia di amicizia.. Sono reduce dalla Pasqua a Torino , piene di librerie e cioccolato, che binomio per me…
    Un abbraccio a tutti i visitatori del blog.
    P.s Sai Camilla che Paola Capriolo è stata per anni una delle mie scrittrici preferite? Vissi d’amore, la Grande Eulalia, il Doppio Regno… solo alcuni dei titolo che ho amato… Poi per qualche anno non si è più sentita.Leggerò Caino.