GLI INGREDIENTI SEGRETI DELL’AMORE di Nicolas Barreau
pubblicato da: Mirna - 26 Marzo, 2012 @ 7:25 amUn delizioso e leggero romanzo di un giovane scrittore francese  che in patria ha avuto un grande successo grazie soprattutto al passaparola dei lettori.
In Italia ed. Feltrinelli.
Ci sono tutti gli ingredienti giusti per piacere: Parigi, la lettura, Â la cucina, l’amore.
La storia inizia proprio con una lode importante dei i libri “ L’anno scorso a novembre, un libro mi ha salvato la vita”.
 Esagerazione? Forse. Ma per Aurélie, in crisi depressiva per l’abbandono fidanzato, la lettura di un romanzo è salvifica. Prima dal Ponte sulla Senna guardava tristemente il suo ombrellino a pois cadutole di mano che se ne andava lentamente sull’acqua, poi improvvisamente l’idea di entrare in una piccola libreria,  dove  il libraio assomiglia a Chagall, e scegliere un romanzo che  sembra parlare di lei e del suo piccolo ristorante a Saint-Germain -des-Prés.
Una notte per  finire il romanzo: Aurélie  vi è  descritta minuziosamente, dai lunghi capelli biondi e il  suo vestito verde preferito  alle tovaglie rosse del suo ristorante Le temps des cerises. Non più lacrime, ma sorrisi e desiderio di incontrare subito  l’autore che sembra conoscere così bene tutto di lei.
Ma di mezzo ci si metterà l’editore, che intercetta le lettere che Aurélie spedisce all’autore e mescolerà parecchio gli ingredienti di questa storia d’amore.
Scrivere di cucina è una carta vincente: quanti romanzi ormai ci parlano di cibo tradizionale, esotico, magico. Qui assaporiamo piatti della cucina francese tra cui prelibati piatti del Menu d’amour (vedi ricette nelle ultime pagine, tra cui Ragout d’agneau alla melagrana e un Parfait all’orange).
E poi c’è PARIGI dove tutto sembra poter accadere, la città celeste come scriveva Henry James o perlomeno il luogo  in cui comprare il biglietto per giungervi.
In “Da Parigi alla luna” di Adam Gopnik, testo che ho solamente sfogliato, leggo nella prima pagina dell’attrazione che la Ville lumière ha sempre esercitato su noi tutti. Si descrive un incisione di Daumier che raffigura un treno che dalla Rive Droite parigina parte per la luna. Luogo moderno per natura, dove tutto può realizzarsi.
La prima volta che vidi Parigi…città anche da me idealizzata, sognata, amata laprima meta da raggiungere nel mio progetto di vita che era quello di viaggiare. Prima però erto capitata a Londra, città altrettanto amata. Ma Parigi di cui conoscevo ancor prima di visitarla ogni suo luogo importante, era il primo amore.
Dopo l’anno in Inghilterra sulla via del ritorno a casa,  io e due amiche care, come me,  ex au pair arrivammo nel  maggio del 1968 a PARIS. Pochi giorni intensi di scoperte, di gioia, di vivere ciò che conoscevo attraverso letture e film. I luoghi tipici, il Louvre e l’incontro sconvolgente  con la Vittoria di Samotracia e  Monna Lisa, Montmatre dove sulla scalinata ci sedemmo con i figli dei fiori che suonavano la chitarra, poi la Sorbonne e …i carri armati. Foto sorridenti con i soldati…non capivamo ciò che storicamente si stava svolgendo, ma sentivamo sulla pelle, nel sangue il brivido eccitante della città .
Trascorremmo le notti in uno squallido alberghetto di Rue Broca, frequentato da personaggi inquietanti, per questo prendemmo un’unica stanza con due letti singoli. A turno dormivamo due in un letto. Ma eravamo felici, felici. Nelle tiepide serate ci affacciavamo ridendo alla finestra per nulla turbate dagli sguardi e dalle frasi un po’ spinte che i  suddetti personaggi cci  lanciavano.
Ma eravamo giovani, piene di speranza, ed eravamo a Parigi.
I Viaggi “fisici” e letterari della Mirna fanno sognare e ci aprono a infinite possibilità per rinnovare e ritrovare una innata creatività . Te ne ringrazio, sempre.
Le mie letture in questo periodo sono varie, un pò confuse e inframmezzate da pause. La Merini e le sue poesie piene d’enfasi e d’ansia di vita, lette lentamente, per cercare d’assaporarne le verità . M’attendono J.Egan ” Il tempo è un bastardo”, di Transtromer ” la lugubre gondola”, e di Adiga ” L’ultimo uomo nella torre”, con l’intento di ridestarmi e seguire il tempo della primavera.
V’abbraccio.
Ciao Miki, che bello sentirti… Manca poco , vero? La seconda piccolina del blog, dopo Sara che un giorno mi piacerebbe conoscere, visti gli splendidi nonni, chissà come sarà lei…
@ Cinzia, rispondo al tuo commento precedente… Che bello sentire anche te!!! Non vedo l’ora di leggere Boll ( nemmeno io trovo l’umlaut) , l’ho trovato tra i mille Oscar Mondadori , era al 25 % ( fino a fine marzo), non so perchè mi ha attratto il titolo e ne avevo sentito parlare molto bene. Spero di poterti vedere magari ad un incontro letterario al Caffè Papiro e poterne parlare a quattr’occhi… Un abbraccio
@ Miki– Penso spesso a te e alla tua bambina, cara Miki. Sono pensieri pieni di un tipo di sentimento che non so come chiamare : affetto, empatia, simpatia il tutto nato da comunicazioni vaghe e “diverse” . quelle di un blog (!la parola in sè non è che mi dica niente, sembra una bolla che scoppia, blog) eppure, eppure gli incontri reali ci sono stati e mi è sembrato di avere una nuova figlia, apparsa come nei romanzi rosa, chissà da dove. E camminare sottobraccio con te, chiacchierando, dicendoci le cose che si dicono tra amiche fidate, guardarti negli occhi, ripensando a tutto dopo le tue partenze, è stata un’esperienza miracolosa. Pensavo che il legame affettivo che sento per te si sarebbe spostato nel privato. Ma è nato così, nel blog, ed è la dimostrazione che il mezzo resta un mezzo e basta e se ci sono i sentimenti reali UK83questo mezzo contemporaneo funziona benissimo. Ti voglio tanto bene e sono un tantino in ansia per te. Insomma il prossimo evento e tutto. ciao mia Miki.
UK83 —non so da dove sia venuto. Misteri.
Bello leggere svariati commenti di affezionati o newcomers. Da’ calore e invoglia a partecipare. Ed eccomi qui a partecipare con alcuni spunti dal mio adorato Murakami. Sto leggendo “Dance Dance Dance” e mi sono subito appassionata. C’e’ qualcosa nei personaggi di Murakami che sento affine, persone dall’apparenza ordinata ed incontestabile ma dentro, come tutti, potenzialmente allo sbando. E quando la primavera giunge, nei nostri climi continentali, siamo ancora di piu’ allo sbando, la primavera ci fa fare cose che non oseremmo fare in inverno. Insomma, il protagonista del romanzo ha perso se stesso e incontra – un incontro magico al di fuori da spazio e tempo – un “collegatore”. Costui gli dice: “Finora hai perso molte cose. Molte cose preziose. (…) Il problema e’ che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via con il resto. Cosi’ ti sei consumato a poco a poco.” E alla domanda del protagonista: “Cosa devo fare?” Lui risponde: ” Danzare. Continuare a danzare, finche’ ci sara’ musica (…) Non devi chiederti perche’ (…) Il significato non importa, non c’entra (…) Anche se quello che fai puo’ sembrare stupido, non pensarci. Un passo dopo l’altro, continua a danzare. E tutto cio’ che si era irrigidito e bloccato piano piano comincera’ a sciogliersi (…) Non devi avere paura di nulla.”
Mi e’ sembrato un bel passaggio da condividere e mi perdoni Murakami se l’ho tagliuzzato un po’… Buona danza a tutti, vicini e lontani.
@ Camilla: una commozione dentro ed una gratitudine immensa, tanto tanto bene.
@ Patrizia Traverso. Ritorno, con un certo ritardo, all’intervento sulla poesia. Davvero un onore sentire l’autrice di un libro che ho letto, apprezzato e suggerito per la lettura, entrare nel dibattito per parlare del suo lavoro, grazie per l’intervento. “Genova ch’è tutto dire†è davvero molto bello, da tenere sul comodino, da sfogliare, da riprendere, da riguardare, emozionante e non solo per i versi di Caproni, musicali e stupendi, le immagini interpretano quei versi, parlano anch’esse di Genova ma in un altro modo, usano un originale altro registro. Sono relative ad una città che ho capito e amato grazie soprattutto a mio marito, genovese (io sono ligure per modo di dire) che mi ha fatto conoscere e scoprire quartieri e scorci e quegli scatti me li hanno fatti ritrovare. Cari saluti, Grazia.
@Stefania Abbiamo avuto tante vite, mai nello stesso abito umano, ogni primavera una nuova vita, ogni volta di essa innamorati, ad essa disperatamente attaccati… Magnifica, è la danza dell’Universo!
Murakami…. cara Stefania, siamo in due ad adorarlo… Forse perchè due Biliancine del ’74 hanno delle affinità in comune? Ho finito qualche tempo fa 1q84, molto bello , sono affascinata e attirata da questi personaggi che sconfinano nel surreale. Leggerò Dance Dance Dance.
Mirna, che bella sei a Parigi… Che belli leggere i tuoi racconti di una vita così avventurosa… Dopo 9 ore a scuola, davvero mi tirano su il morale e fanno sognare…