TRENTO DA… LEGGERE
pubblicato da: Mirna - 16 Gennaio, 2012 @ 7:38 amTra una lettura e l’altra cosa si fa a Trento, la città più vivibile d’Italia? Si va a zonzo.  Parlo per quelli come me, poco sportivi, un po’ languidi, che amano passeggiare lentamente fra vie larghe rinascimentali, vicoletti e portici medievali e osservare la gente che cammina, che corre al lavoro, che si ferma davanti ai negozi, e si spera, anche dentro per fare un po’ di acquisti “salva Italia”.
Ho sempre ritenuto Trento, a prescindere dalle valutazioni dell’Istat, una città dove la qualità della vita è molto buona per tutti. Ciò che offre questa città ordinata, rispettosa e gentile è molto. Non solo passeggiate cittadine gradevoli sia in centro che lungo i suoi fiumi, ma chiese e musei bellissimi, mostre, conferenze, concerti e iniziative culturali di vario genere. E teatri, cinema, bar, biblioteche e librerie.
Ed ecco  dove voglio  sostare in questo mio andare a zonzo per la città – come diceva di fare anche  Giovanni Verga quando abitava a Milano - mi fermo davanti  a  “Libri & caffè” de  Il Papiro in  via Galilei, 5.
Ed entro. E’ questo il luogo dei miei sogni di lettrice appassionata che  in questo contesto può accoppiare un piacere con un altro piacere: quello di bere un caffè tra i libri e possibilmente parlarne con amici.
Eccoci dunque in un delizioso angolo luminoso e tranquillo dove una musichetta americana quietamente accompagna le nostre mani che sfogliano i volumi posti tutto intorno ai tavolini per le consumazioni.
Che bellezza essere librai, penso! Il mestiere più bello del mondo! Chiedo conferma al libraio stesso, Andrea Mattei, seduto ad una piccola scrivania dietro il bancone del bar e sommerso da carte, faldoni e libri. Che cosa signica la professione di  libraio a Trento, – gli chiedo – nell’attuale contesto di grandi librerie?
Il pericolo è proprio nei grandi stores che vendono non solo cultura – riflette - ma gadget, riviste, CD ecc. e che possono oscurare se non addirittura far sparire i piccoli spazi di ricerca accurata e meditata di un libro.
Ricordate il film “C’è posta per te”? Quello con Meg Ryan e Tom Hanks? Ebbene si parla proprio di una piccola libreria risucchiata da un megastore.
Ma qui non siamo nella eccessiva New York – sebbene quest’ambiente mi riporta proprio in quella città per l’atmosfera trendy, unica, soft , da Greenwich Village – siamo a Trento e noi sappiamo gustare ed apprezzzare un luogo così prezioso.
Che gioia sedermi al tavolino sorseggiando un caffè e parlare con Andrea dei libri più venduti in questo ultimo mese! Mi mostra i più richiesti “La storia di trento“, “Io e Dio” di Vito Mancuso, “Il linguaggio segreto dei fiori“ di Vanessa Diffenbaugh e “I ricordi mi guardano” del premio Nobel Tomas Transtromer. ( Ah, questo lo voglio leggere subito, poi forse passero ai “fiori”)
Gli chiedo se ha le poesie euro-occidentali e americane tradotte da Boato e lui mi porta i due volumi bianchi, ma vedo anche le prose di Hopper, le ultime riflessioni di Magris, tutti gli ultimi romanzi compreso “La vita accanto” .
Entra una ragazza bionda e chiede di “Eva dorme”.
Andrea un po’ si lamenta del fatto che ormai i titoli sono raddoppiati, triplicati, lo spettro di informazioni si è ampliato terribilmente e non si riesce ad accontentare le mille richieste dei generi più disparati, dai “mille” manuali per cucinare meglio - ma non tutti sono Artusi – alle autobiografie di personaggi televisivi. Ma il mio “fiuto” di lettrice abbastanza esigente trova in questo salotto - e perchè non farlo diventare un piccolo angolo di informazione ? – titoli appaganti e interessanti.
Nel frattempo sono arrivati Andrea Bianchi e la mia amica Daria.
Il tempo passa in modo piacevole in questo angolo di paradiso.
Ma attenzione! La Trento da …leggere continuerà …tra un libro e l’altro
Bella questa tua idea di accompagnarci per librerie, cara Mirna, e ancor più l’aver cominciato da quella con caffè! Mi evoca un po’ l’atmosfera dei caffè letterari di un secolo fa e oltre. Pensa che conosco una signora dell’età quasi di mia mamma (ma quale età non si dice, è una signora) che si ritrova a sorseggiare il caffè e a chiacchierare una volta alla settimana lì al Papiro con alcune sue vecchie compagne di liceo. Tutte coi capelli bianchi, le liceali: bellissime! Da fotografare, anche loro.
È un mio sogno, un bar-libreria, leggere che a Trento ce n’è uno mi rallegra e mi fa invidiare la vostra bella città , anche se, a giudicare dalla foto, non ha l’aspetto intimo, caldo e un po’ demodè che mi piacerebbe trovarvi.
Ritorno nel blog, come promesso, per parlare di “Toccare i libri†di Jesus Marchamalo, edito da Ponte alle grazie, un altro libro sulla lettura.
Sono sessanta pagine, introduzione compresa, è il testo di una conferenza tenuta dall’autore. Non aggiunge molto di più a tutto ciò che si trova negli altri libri del suo genere, tuttavia, per chi, come me, ama i libri e la lettura, è irresistibile.
Intanto, come il titolo fa intendere, c’è la difesa del libro cartaceo, poi un divertente esame dei molti problemi di chi ama circondarsene.
A proposito del “Libro del cuoreâ€, ricordate l’intervista a Mirna? L’autore confessa: “Io debbo riconoscere la mia totale incapacità in questa professione di monogamiaâ€, trovandomi pienamente d’accordo.
Pare che Hesse si ponesse quattro domande quando, per mancanza di spazio, doveva disfarsi di libri ma “una sola risposta affermativa bastava a garantire la salvezza†e via raccontando, anche di illustri lettori.
Fra le altre, mi ha colpito un’osservazione che sembra fatta apposta per i frequentatori del blog: “Leggere gli stessi libri unisce le persone quanto la buona tavola, il tifo per la squadra del cuore o le vacanze al mare sulla stessa spiaggiaâ€.
Saluti a tutti, Grazia.
@ Camilla. Felicissima di apprendere la tua frequentazione di Lansdale, vorrei tanto avere anch’io un figlio che lo apprezza. È un autore che non manco mai di leggere, non sempre i suoi libri sono riusciti, lo riconosco, ma a volte lascia senza fiato, “In fondo alla paludeâ€, “Cielo di sabbiaâ€, “La sottile linea scuraâ€, sono davvero belli, ricordano Steinbek e Twain anche se lo stile è tutto suo o, come dice lui stesso, è uno “stile Lansdaleâ€.
Non ci sono mai stata nel bar-libreria del Papiro ma mi riprometto di farlo… Che bello questo connubio, libri e un buon caffè/tè. Organizziamo un incontro proprio lì con gli amici del blog? Magari… Sono in attesa di sapere se potrò partecipare giovedì all’incontro con la mitica Veladiano, avrei una riunione dalle 16.00 alle 18.00 ma ho chiesto se è possibile cambiare la data. Vedremo…Nel frattempo mi sto gustando La bambina di neve, stupendo… Un abbraccio a tutti!
–Al PAPIRO, se io fossi la padrona e dovessi lasciare tutto come sta- chiederei ai miei clienti di usare i tavoli come si fa in biblioteca: un posto un libro (e/o un caffè) in modo che ogni tavolo possa ospitare 4 o 5 persone leggenti. Io non sono mai riuscita a trovare posto al papiro, ma se si potesse sedersi in ogni possibile posto/libro l’avrei trovato. così si potrebbe conoscere nuovi colleghi lettori e via di questo passo. Ma sulle librerie, cara Mirna, avrò da dire la mia ogni volta, rassegnati
@ Grazia, leggo i tuoi post con grande interesse . Mio figlio vorrebbe tanto una mamma come te che apprezza davvero Lansdale e lo stile Lansdale! Io , insomma, ho letto molte cose del genere “mio figlio” e lui ha cercato di leggere molte cose del genere “sua madre” ma non siamo proprio convinti.Riprenderò qualche vecchio Lansdale e chissà , col tuo viatico…… Amo anch’io i libri sui libri ma quelli “autentici”, ultimamente è diventata una moda e non è più la stessa cosa. Avevi letto Mendel dei libri di S. Sweig?
@ Raffaella : e fatti vedere Raffaella, neanche se abitassi in cima all’Everest!
Errata corrige: si potrebbero conoscere nuovi colleghi lettori e scambiarsi pareri e informazioni sui libri.
Questo Blog letto da tantissime persone al giorno ne sollecita altre – soprattutto gli amici che mi conoscono -a scrivere il proprio parere su libri, autori e librerie… Sono gratificata perchè questo è lo scopo precipuo del mio Lavoro: far leggere sempre di più e permettere di scambiarci idee, titoli, impressioni, stralci leggeri della nostra vita.
@Camilla : per me sarà un piacere leggere ampliamenti e riflessioni sugli spunti che offro, pareri stuzzicanti o discordanti, perchè no? Sai cher apprezzo moltissimo i tuoi gusti raffinati e il tuo sicuro e direi infallibile giudizio.
@Raffaella: lunedi pomeriggio alle 17.30 inizierò a parlare di alcuni libri in un angolo – un gruppo di tavolini . -offertomi dal Libri?&caffè -. Sarà un esperimento legato al Blog s’intende, ma che sembrerà un ennesimo gruppo di lettura in uno spazio diverso e credo stimolante, avendo a portata di mano i Libri stessi. Ti aspetto …come dice Camilla, non abiti sull’Everest!
@ Mirna — c’è un piccolo grande, ma grande davvero, bello, ma bello, libro che si legge in poco tempo, anche per chi è oberato di lavoro. Raro, forse il primo contemporaneo dove, per tutto il romanzo la voce narrante,- è talmente elegante questa scrittura-, la voce narrante usa il NOI . La scrittrice è giapponese e si chiama Julie Otsuka e sembra che dipinga in quel modo irripetibile in occidente, l’arte del sumi-e (pennellate di inchiostro su fogli di carta di riso). chiaroscuri delicati , figure e sensazioni di una folla di donne emigrate in America, nei primi del ‘900, e poi, tanti decenni dopo, sparite con i loto figli e i loro nipoti e i loro mariti. Una storia tragica e nota ma qui diviene un cantico di donne sublimi. VENIVAMO TUTTE PER MARE di julie Otsuka- Bollati Boringhieri. Dillo al signor libraio del Papiro. ciaociao
Grazie Camilla. Ma come fai a scoprire in così poco tempo libri così belli? Sei sempre in giro per librerie ? O leggi tutte le riviste letterarie e le recensioni? Non ricordo più qual è il nome della rivista che compri mensilmente.
LA BAMBINA DI NEVE recensita da Veladiano il 31 novembre. Ve la ricopio in parte perchè è un romanzo amatissimo da Miki, Camilla, Raffaella .Ce la mandò Grazia.
IL GIORNALE DI OGGI, MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2011 › CULTURA
SE UNA BAMBINA DELL´ALASKA RISCALDA I NOSTRI SOGNI
Esce in Italia il romanzo della scrittrice Eowyn Ivey, scelto come miglior esordio per la narrativa da Barnes & Noble
Il racconto è ispirato a una fiaba russa tradizionale e si svolge negli anni Venti tra i ghiacci
I protagonisti incontrano una bimba che cambia il loro rapporto con la felicit�
MARIAPIA VELADIANO
Come si sopravvive all´inverno dei desideri? Quando non abbiamo più il cuore di avvicinarci nemmeno ai contorni di certi pensieri? E tutto fa così male che l´unica salvezza sembra essere l´immobilità ? Gelo benedetto capace di rallentare la vita che non ci riguarda più. C´è tanta luce in questo libro dal titolo di fiaba, La bambina di neve (Einaudi Stile libero, traduzione di Monica Pareschi, pagg. 414, euro 19). L´ha scritto Eowyn Ivey: è una ragazza cresciuta in Alaska, lavora in una libreria indipendente e questo suo romanzo che uscirà in America solo nel 2012 è stato scelto come miglior esordio letterario da Barnes & Noble. Ha un sito, ha fondato un blog di scrittori della sua terra e nel libro, ispirato a una fiaba russa tradizionale, racconta la vita – il ritorno della vita – dopo un grande dolore.
C´è tanta luce in questa storia, eppure non è un paradiso il mondo in cui vivono Jack e Mabel, i due protagonisti. Sono scappati in Alaska, estenuati dall´attesa di un figlio che non arriva, annientati dal dolore di averlo perso proprio quando ormai sembrava aver già trovato spazio nelle loro vite. Cercano il silenzio, che promette forse una forma di pace. Non più la paura che un qualsiasi suono di bimbo li trapassi piegandoli in due di dolore e nostalgia e perdita assoluta, irrimediabile: vita promessa, solo intravista, già amata e già perduta, prima che quel loro bimbo, o forse bimba, nato senza un suono, senza una voce da ricordare, almeno quella, e senza calore, finisse sepolto in una terra appena meno fredda di quella che ora abitano.
E invece la paura prende forme improvvise e anche l´incanto assoluto di un tramonto rosa trasparente sulle montagne coperte di neve, azzurro non ancora cupo sul fiume, già scuro sulla foresta di abeti e sui boschi di pioppi, può diventare bellezza che squarcia l´anima, se si è ancora vivi e se un sogno impossibile ancora ci abita. E allora la morte diventa l´unica vera promessa di pace.
Ma il desiderio è potente. Ed ecco, una neve perfetta scende su un crepuscolo triste come tutti gli altri e alleggerisce i pensieri e i gesti. Le mani che hanno rinunciato alle carezze lavorano in armonia a creare una bambina di neve, gioco infantile e insieme compimento struggente ed effimero dell´immenso desiderio.
La bambina c´è anche in una favola che Mabel ascoltava da piccola, una vecchia favola scritta in una lingua a lei sconosciuta, sconosciuta come la felicità che cerca, dal finale tristissimo. Ma forse è possibile inventare finali nuovi alle storie, e “scegliere la felicità invece del doloreâ€. Da leggere assolutamente.
Ciao a tutti… da Calliano !!! che non è sull’Everest ,è vero! Mi mancate! Lo so che sembrano scuse ma è la pura verità : la settimana prossima da lunedì a venerdì non ho un pomeriggio libero, causa prescrutini dei miei corsi e aggiornamento, sempre per la scuola. Accidenti…E anche questa settimana non è che sia messa proprio bene… Spero che l’appuntamento di lunedì sia solo il primo di tanti, così potrò partecipare anche io una volta… Mi piace anche solo ascoltare…perchè da Mirna e Camilla ( e Riccardo, last but not least) con i loro suggerimenti e consigli c’è sempre da imparare e si rimane affascinati…Anche io compro qualche rivista che parla di libri e cultura, ma non sono così attenta come Camilla. Di solito prendo Tuttolibri ( allegato alla Stampa del sabato), La lettura ( allegato del Corriere la domenica) e una volta prendevo Alias, l’allegato del Manifesto , ma ho smesso.
Un abbraccio
p.s.Però la domenica non lavoro e se tutto va bene ci sarò al concerto di Stefania il 22.Spero di vedere qualcuno in quell’occasione!!!
CONCERTO DI STEFANIA, domenica 22 alle 10,30 in Filarmonica. @ Raffaella ci saremo “tutti” noi blogger e non. Ti aspettiamo per gustare le seconda sonata di Mozart interpretata da Stefania al fortepiano e da Francesca Vicari al violino.
La recensione di VENIVAMO TUTTE PER MARE l’ho letta su donna di Repubblica, sabato scorso: Io consiglio vivamente le recensioni di GIANOTTI . Quelle degli altri non sono che schede e non dicono nulla.La recensione di Gianotti mi ha fatto venire l’acquolina in bocca e sono corsa a cercare, sfogliare, annusare il piccolo grande libro. E poi l’ho preso e nel pomeriggio l’ho incominciato. Nel frattempo ho trovato un’altra bella recensione su INTERNAZIONALE (tratta dal New York Times) col massimo di 5 pallini rossi. Dice Tiziano Gianotti nella sua magnifica recensione………” Ciascuna di loro ha un baule, il cui contenuto è già un romanzo:Kimono di varie stoffe e colori diversi per ogni occasione e ogni età , tra cui quello bianco per la prima notte di nozze, pennelli da calligrafia e barrette di inchiostro nero, fogli di carta di riso e minuscoli Budda di ottone, statuette di avorio del dio volpe e pietre nere del fiume e altra bellezza….” E sono ragazze poverissime e disperate con molta speranza in cerca di un mondo migliore che avrà per loro solamente disprezzo.
Potevo non leggere un libro simile? L’ho letto e so qualcosa che non sapevo, o per lo meno, ho messo ordine in uno dei tanti caos di stereotipi che sono posteggiati nella mente.A domani, a dio piacendo.
Vengo anch’io! …. E spero che nessuno dica: “no, tu no!”
Mirna, fammi sapere quando si tengono questi incontri bellissimi …
Nel frattempo … complimenti!
Riccardo
@ Camilla. No, non l’avevo letto, ma ho rimediato ieri pomeriggio.
“Mendel dei libri” è proprio un bel racconto, c’è l’amore per i libri, soprattutto per i libri in sé, c’è il tema della memoria e quello della stupidità e della violenza; bellissimo il tema della assoluta concentrazione su ciò che si fa, e poi il bar, ambiente per la lettura…
Grazie per il suggerimento, al prossimo. Grazia
Ancora io, mi sembra di inflazionare il blog, ma sfogliando l’edizione elettronica della Repubblica, ho letto, in prima pagina, un articolo della Veladiano sulla scuola, data la simpatia e la stima che tutti abbiamo per la scrittrice (proprio ieri Mirna ne riportava un commento) e data la presenza nel blog di non pochi insegnanti, mi è sembrato importante farne un copia-incolla per leggerlo tutti e farne un eventuale tema di riflessione. L’autrice parla delle scuole della vostra regione che hanno i finanziamenti del Fondo di qualità , per le altre regioni non c’è neppure questo. La cultura, tanto cara ai frequentatori del blog, e il futuro, come dice la Veladiano, passa per la formazione scolastica. Grazia
LA REPUBBLICA, mercoledì 18 gennaio 2012
MARIAPIA VELADIANO 

Gentile ministro Francesco Profumo, si può far finta di niente. E lo stiamo facendo. C´è talmente tanto a cui pensare. Le parole di una crisi tremenda come questa si affollano in una gara cupa di drammaticità : disoccupazione, fallimento, crollo della Borsa, della capacità di lottare, della fiducia. Fine. La scuola qui non c´è. Orizzonte lontano dalla politica. Numeri di bilancio da tagliare.
E infatti la scuola pubblica la pagano ormai in grandissima parte le famiglie. Soprattutto, ma non solo, quella dell’istruzione obbligatoria, elementari e medie, le cui risorse sono state strangolate senza pudore a partire dalla legge 133 del 2008, Legge Brunetta, che, inconsapevole capolavoro di burocratese borbonico e antifrastico, suonava così: “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività , la stabilizzazione della finanza pubblica, la perequazione tributaria”. L´articolo 64 dettava le cifre dei tagli, in tre anni. Il ministro Gelmini li ha chiamati “riforma” e le famiglie hanno pagato. Stanno pagando.
Il “contributo delle famiglie” è una voce di bilancio senza la quale non si farebbe quasi nulla a scuola: vale almeno la metà delle entrate, spesso di più. Permette il funzionamento puro e obbligatorio. Ma non può continuare così, perché la crisi c´è anche per le famiglie. Il governo deve sapere che la scuola esiste. È un mondo: quasi nove milioni di ragazzi che nello studio cercano di sciogliere quel groviglio di desideri e paure che segnano la loro vita in costruzione e che provano a diventare quel che desiderano. È un mondo che ha ancora, lo dice l´ultimo rapporto Istat, miracolosamente, la fiducia delle persone. E questo vuol dire che le famiglie sono più sagge dei governi. Sanno che in tempo di crisi i soldi meglio spesi sono quelli per l´istruzione. Vuol dire che le famiglie credono nel futuro ancora. E che hanno visto e fatta propria la civilissima resistenza vissuta dalla scuola in questi anni di assalti. Fino ad oggi i governi hanno dissipato in modo irresponsabile questo patrimonio di fiducia. Ma c´è un´attesa, una bella attesa sulla scuola. 
E ci vuole un atto di coraggio. Qualcosa, a livello statale, che somigli a quello che in Trentino si chiama Fondo qualità e che nemmeno la crisi economica ha messo in discussione. È un investimento che va all´incremento dello studio delle lingua, all´integrazione degli stranieri, ai ragazzi con bisogni educativi speciali, agli interventi che migliorano la qualità , appunto. Proprio ora si investe sull´equità e sulla cultura. E in Trentino i libri sono del tutto gratuiti fino alle medie, e alle superiori possono essere dati in comodato d´uso. 
La crisi la si deve intaccare da molti lati. Quello della scuola non può essere lasciato alle famiglie. Una scuola che moltiplica l´iniquità non è solo indegna, è anche pericolosa, perché prepara l´esplosione della società . Coltivare la scuola vuol dire coltivare qualcosa che ci serve ora e sempre: la speranza che la via d´uscita dal presente buio sia ancora nelle nostre mani. Che il futuro ci appartenga ancora.