LA LIBRERIA DEI NUOVI INIZI, l’augurio per tutti
pubblicato da: Mirna - 23 Dicembre, 2011 @ 4:43 pmQuale sogno, quale fantasticheria è più gradito a noi lettori?
Quello di possedere una libreria, suppongo. Almeno per me lo è. Da sempre.
Appena iniziato a leggere questo romanzo di Anjiali Banerjee sono entrata nel “mio ” sogno. La storia mi ha deliziato nonostante il linguaggio semplice semplice, quasi un libro per bambini. In effetti la scrittrice di origini indiane, ma trapiantata nello stato di Washington, è una famosa scrittrice per l’infanzia. E qui gli ingredienti per fantasticare ci sono: una vecchia libreria a più piani in stile vittoriano situata a Shelter Island di fronte a Seattle, libri che cadono da soli, fogli che volteggiano per mandarci messaggi e apparizioni più o meno fugaci dei grandi scrittori come la Dickinson, la Austen, Charles Dickens, Edgar Allan Poe…che sussurra che vorrebbe essere un gatto nero…
Fay la nipote della proprietaria deve prendersi cura della libreria per un mese circa senza rendersi conto che anch’essa possiede il dono della zia: quello di vedere i fantasmi. Eh, sì, proprio fantasmi e persino di innamorarsi di uno di loro, un medico scrittore che appare e in carne e ossa.
Accetta di controvoglia l’impegno  chiedendosi chi ancora ha il tempo per leggere con il lavoro, la posta elettronica e gli sms da controllare.
Elogio dei libri di carta dunque, del loro odore e della loro musica, “libri che respirano di notte” al terzo piano della libreria e che se dapprima inquietano Fay poi la catturano definitivamente. Deve dormire tra i suoi libri per mantenerne la quiete. Atmosfera magica nel sottotetto dove dormirà leggendo alfine le novelle di Poe senza più spaventarsi.
Ma questa magia non è quella che noi afferriamo ogni qualvolta “entriamo” in un libro?
E non troviamo in essi ciò che desideriamo trovare, come messaggi scritti su  foglietti che volano?
Libro facile, semplice, intriso anche di profumi e rimandi esotici della protagonista indiana, ma così adatto ad augurare nuove piacevoli letture per il periodo di vacanza e per l’anno a venire.
Romanzo dedicato “Ai librai e alle libraie, ovunque, che non si stancano mai di vendere sogni”
Buon Natale.
Che belli i libri che parlano di libri… Una lettura leggera ma gradevole, a quanto pare. Sto facendo pubblicità al blog di Mirna, con il nuovo link, perchè è una perla rara , uno spazio che consulto con gustoquotidianamente per vedere i post, i bellissimi commenti di Camilla, le poesie di Riccardo, trovare new entry o rientri, ciao Luigi! Purtroppo non sempre mi soffermo a commentare, ultimamente non sono stata tanto bene, niente di grave solo che tra scuola e malanni di stagione, ho ” esaurito ” le pile. Un caro saluto a tutti, sperando di vederci durante o dopo le feste, davanti ad un caffè magari!!! Un abbraccio , Raffaella
LUIGI ci consiglia un libro di don Dante Clauser
LA MIA STRADA
Ho voluto tornare a scrivere su questo blog con un capitolo che penso sia adatto alle prossime festività natalizie. E proprio perché Natale si sta avvicinando, in un periodo designato ormai da tutti “lacrime e sangueâ€, vorrei proporvi questo agile libro per distogliere -almeno per un po’- il pensiero dall’ostilità del presente, per tuffarci nel passato, ed anche per ricercare speranza, che già il Natale di per sé porta (sia per chi, come il sottoscritto, credente, ma anche per chi non crede o non crede più).
Ma cominciamo con ordine… Credo sia nota a tutti la figura di don Dante Clauser, fondatore nel 1977 del “Punto d’incontroâ€, casa di accoglienza per i senza dimora, a Trento. Ma quello che più mi interessa adesso di quest’omone dalla voce profonda non è quest’aspetto. Quello che mi interessa maggiormente riguarda il periodo in cui don Dante fu parroco (il suo primo incarico da parroco) per quattro anni, in un piccolo paesino della montagna di Pergine: Vignola. Parliamo della Vignola di più di cinquant’anni fa, ancora popolosa di circa duecento abitanti. Don Dante ricorderà sempre questo periodo come il più bello della sua vita.
Sono molto affezionato a questo suo periodo perché, proprio in quel periodo, mio nonno (anche lui Luigi) lavorava nelle miniere di Vignola. Sfogliando i diari di don Dante conservati nell’archivio parrocchiale di Pergine, ho trovato le sue annotazioni riguardo numerose visite fatte a mio nonno, per la sua pratica di pensionamento. Purtroppo mio nonno la pensione (altro tema che ci ricollega al presente!) non la vedrà mai, perché nel gennaio 1958, a soli cinquant’anni e con mio papà di quattro anni, pochi mesi dopo la partenza di don Dante per il suo nuovo incarico, morì all’ospedale di Levico per silicosi. Lo seguirono quasi tutti i suoi compagni di lavoro.
Don Dante era fatto così, molto attivo, con uno straordinario senso di amicizia e solidarietà per i suoi parrocchiani, la sua gente. E venne ben presto ricambiato.
Nella sua prima predica da parroco, in una Vignola innevata in un freddo febbraio del 1954, si presentò così:”Sono il vostro prete. Vi voglio bene. La mia canonica è la vostra casa. La chiave la getto via. Entrate senza bussare e se c’è qualcosa che vi serve prendetevela senza domandare”. Entrò subito nel cuore di tutti… nel cuore di chi cercava una parola di conforto per un ammalato, nel cuore dei giovani che intratteneva nella canonica con feste e proiezione di filmini “catechisticiâ€, nel cuore delle persone che accompagnava in osteria,nel cuore dei minatori. Li aspettava all’uscita delle gallerie, finito il turno, per scambiare qualche parola; li aiutava litigando con i proprietari delle miniere per ottenere il salario che non arrivava da mesi… ricorda così questo fatto: “…mi gettò sul tavolo i soldi e la nota delle spettanze ai singoli minatori. Era furibondo. Mi gridò: prenda, distribuisca e faccia firmare, tribuno della plebe! Suonai le campane e feci quanto dovevo, felice ma con l’amaro nel cuore pensando che quei soldi erano fatica, sudore e morte”. Ma suonò anche le campane, in un’altra occasione, per avvisare dell’arrivo dei finanzieri, e che la grappa distillata di contrabbando andava nascosta in chiesa…
Le parole della sua prima predica furono subito accolte dalla gente, povera gente di montagna, ma dal cuore grande. Ricorda don Dante: “Quando tornavo a casa trovavo sul tavolo la polenta, i crauti, il pranzo, senza sapere chi l’aveva preparato. Quando cadde la prima neve il capofrazione andò a Pergine e mi comprò un bel paio di scarponi”.
Dalle pagine del suo diario traspare l’immagine direi quasi idilliaca di un povero paese di montagna, dove tuttavia è possibile raggiungere lo stesso la felicità . Dove il superfluo non esiste; esiste la buona volontà .
Sulla montagna di Pergine don Dante poté anche coltivare la sua passione per la caccia, passione che stona per la sua professione, ma non con il suo animo, la sua indole, il suo carisma. Ricordo che leggendo il suo diario, mi feci da solo una risata, un giorno, perché lessi che una mattina, dopo la messa per i cacciatorialle 4.30 (di mattina!), anche lui imbracciò il fucile per una battuta di caccia, e si perse per i boschi, tornando a casa solo nel tardo pomeriggio… Nei margini del diario annotava i risultati di queste battute di caccia, che spartiva con la gente del suo paese.
Ma nel suo diario come nel libro ritrovo anche tanti viaggi su e giù da Pergine con la sua fedele motocicletta, che molto spesso si guastava e andava spinta fino a casa… “Il mio papà mi regalò una motocicletta, con la quale andavo a Pergine a fare le commissioni per i parrocchiani. Commissioni di ogni genere, comprese le bottigliette di orina che portavo al medico condotto per le analisi”.E”quando ritornavo in bicicletta da Pergine i parrocchiani mi sentivano perché cantavo a squarciagola”.
Per non parlare delle volte in cui si accompagnava un defunto al cimitero, a piedi fino al cimitero di Pergine, perché Vignola non ha cimitero… Quando, giunto il corteo all’angolo della via perginese che porta alla “cèsagranda†(il Marcadèl o via Cesare Battisti), alcuni volontari suonavano le campane dell’arcipretale per segnalare l’evento, e don Dante faceva suonare ogni volta anche il “campanònâ€, perché la gente di Vignola non avesse niente di meno della gente di città . Il ritorno ovviamente a piedi, salvo alcune volte in camion, la sera.
Con queste esperienza cominciò “la strada†che ancora adesso don Dante sta percorrendo.
Ho avuto il piacere di conoscere don Dante di persona, alla presentazione del suo libro a Pergine, in una fredda sera d’inverno di qualche anno fa. Con mio papà gli mostrammo la foto di mio nonno: se lo ricordava perfettamente. Aggiunse: “me li ricordo tutti, uno per uno… tutti morti…â€.
Tempo dopo mio papà gli inviò una lettera, per il suo compleanno, con anche la copia dell’unica foto in piedi che ho di mio nonno, con tutti i suoi compagni minatori davanti alla galleria. Ne fu commosso, e nella risposta disse: “Desidererei tornare ancora una volta a Vignola. Purtroppo non mi è possibile. Posso soltanto pregare…â€.
Finito l’incontro, volle scrivere una dedica sul nostro libro: a Luigi auguro un avvenire felice. Mi auguro che non solo il mio, ma l’avvenire di tutti sia felice. Felice però come lo erano gli abitanti di Vignola di mezzo secolo fa. Felicità che deriva non dal possedere. Felice di una nuova giornata che viene, sperando che sia migliore di quella passata, felice di stare bene e di avere qualcuno che mi vuole bene, felice semplicemente per il fatto di avere ancora speranza. È cosa dura di questi tempi, ma io continuo ad avere speranza, per tutti.
Aggiungo, a titolo di cronaca, una poesia di mio papà .
El me papà minador
El passo el se fa lento
la matinabonora,
su per la val de Vignola.
Elprosac su la schena,
pan vecio, formai
e naboza de pavan.
Se laora en galeria,
come natolpinara
nela panza delatera,
se morde la roccia
al strof,
la polver
la scuerze
i polmoni.
Quel passo deventa
via crucis,
el respiro
caino,
manca l’aria.
Elcolp de tos
nol serve pù,
na coltre de polver
la stofegà la vita
de me papà minadòr.
Auguri a tutti di buon Natale e buon anno (e come dice Marco Paolini, il “buon anno, non aspettate che arrivi da solo, costruitevelo!â€).
A presto
@Luigi… Miniere in Trentino, amianto in Piemonte …Gli Eroi Ignoti dei nostri tempi.
Il Brigadiere dei CC Salvo D’Acquisto, in servizio dopo l’8 settembre, si offrì quale vittima sacrificale al fuoco nazista per evitare la fucilazione di alcuni civili. Onore all’Eroe noto.
Dopo lo stesso 8 settembre, il mio babbo, anch’egli brigadiere dei CC, si rifiutò di prestare servizio agli ordini del fascismo e dei tedeschi e si fece 2 anni di campo di concentramento in Germania. Ebbe fortuna: tornò a casa da mia mamma e dai suoi due figlioletti (uno ero io). Onore all’Eroe ignoto.
Simoncelli. Motociclista sfortunato. Ora vogliono creare una Fondazione a lui intitolata. Ovviamente fa pena. Fa sempre pena la morte di un giovane, di qualunque giovane … ecco .. appunto … anzi … la morte di chiunque, giovane, maturo o vecchio, di chiunque muoia nell’adempimento del suo lavoro, del suo dovere. Anche la morte del rappresentante di commercio che muore in un incidente automobilistico nella nebbia della Val Padana, mentre cerca di “portare a casa la pagnottaâ€. Lo stesso dicasi per i molti, troppi, morti negli incidenti sugli altri lavori. Nelle miniere, per le miniere. In superficie, per l’amianto. Nei cantieri … etc.. Onore agli Eroi Ignoti.
Oltre alla tomba al Milite Ignoto, vorrei un monumento all’Eroe Ignoto, militare o civile che sia. Ignoto non come persona, ma come Eroe. Anche lui infatti si è comportato o è morto da Eroe in guerra, in una guerra senza cannoni, ma ugualmente mortale.
@Raffaella. libri, poesie. Una notte, a Trento, mi sono svegliato. Per raggiungre la cucina e bere un po’ d’acqua, passo attraverso la sala, sfioro i miei scaffali, i miei libri, e li vedo vivi, pulsanti … Di fronte al palazo stavano completando l’ala sinistra (“orografica”) del Liceo Galilei … il cantiere era illuminato …. ed allora …
Ombre
La luce del cantiere
penetra la stanza
e disegna sulla parete
la danza delle foglie
incontrate
nel suo breve cammino.
Mobili dita
accarezzano i libri
a svegliare pagine assonnate
che s’aprono liete
all’invito.
E mentre le osservi
raccontare
le mille piccole fiabe
alla notte
ti sembra di rubare
ciò che avevi abbandonato
per la fretta di vivere
e che da tempo
non era più tuo.
Buon Natale, Raffaella!
Bellissime poesie Luigi e Riccardo…E grazie per avermene dedicata una, Mr Lucatti, you’re a great poet…Ho scartato tra i vari pacchettini tre libri che toccavo, sfogliavo, guardavo e riguardavo . Tra tutti i pensieri ricevuti i libri sono per me i regali più graditi…Uno in particolare, 1q84 , di Murakami che non vedo l’ora di leggere. Lo conosci Riccardo Murakami Haruki? Mi sembra di ricordare che Camilla non andasse pazza per questo scrittore, vero Camilla? O mi sbaglio ?Un abbraccio e di nuovo Merry Christmas to everyone!!!
QUALI LIBRI A NATALE? Scambiamoci i titoli dei libri ricevuti in dono o comprati per nostro piacere come già iniziato a fare da Raffaella. E avremo consigli di lettura interessanti per i giorni a venire.Bastano poche righe per indirizzarci nel verso giusto.
L’altro giorno sono entrata nella libreria degli Artigianelli somigliante a una parte di paradiso: luminosa, colorata, sonora e piena di “leccornie” per la mente. Ah, prenderli quasi tutti…! Poi trovare un luogo ideale davanti al caminetto in inverno con il gatto accanto, o sotto un acero d’estate per abbandonarsi ad essi. Per ora leggo un po’ al mattino sotto il piumone caldo , durante il pomeriggio con “a cup of tea” accanto e nuovamente prima di addormentarmi. …Gli “innamorati” stanno sempre vicini.
Tra i nuovi libri arrivati campeggia “Impronte di gatto” – Nell’arte, nella letteratura, nella vita dell’uomo- di Detlef Bluhm.
Lo annuso e lo bacio in attesa di entrarvi. Poi ve ne parlerò
librilibrilibri. Lo sai Raffaella che a 1Q84 di Murakami manca il finale? E’ una operazione editoriale molto discutibile che costringe l’amatore di A. Murakami a restare in attesa del finale per (pare) un anno circa.Ho sentito molti lettori di M. arrabbiatissimi, giustamente, per questo scherzetto. E’ vero, non amo il genere di M. Non amo affatto il pensiero magico perchè amo la magia del pensiero.
– Ho ricevuto moti libri – LA BAMBINA DI NEVE di Eowyn Ivey ( di cui abbiamo letto la poetica recensione di Veladiano) – IL VECCHI POZZO della grandissima Magda Szabò –MONTAIGNE L’ARTE DI VIVERE della Sarah Bakewell , un libro pluripremiato ed eletto uno tra i migliori 10 libri del 2010, che non vedo l’ora di assaporare. –BREVE STORIA DELLA VITA PRIVATA di Bill Bryson, autore di “breve storia di (quasi tutto), RITRATTI DI PITTORI di Robert Walser – ed Adelpfi con postfazione di Bernhard Echte — E il libriccino famoso (ma che libriccino) di Carlo M. cipolla con Le leggi fondamentali della stupidità umana. Devo andare a leggere ciaociao
@Raffaella. Thank you very much indeed, dear Raffaella, but I am only a writer at work, a little poet at work … No, non conosco Murakami Ci penserò, appena avrò finito i tre libri che sto leggendo in contemporanea (Il fiume dell’oppio di A. Ghosh (Neri Pozza); Essere amiche a Kabul, della Rodriguez (Piemme) e Assedio alla toga di Di Matteo- Mazzetti.
@Mirna. I libri che ho ricevuto a Natale sono:
Da Camilla (grazie, Camilla!): Lettere dalla Terra di Mark Twain; da Maria Teresa, Assedio alla toga @Camilla. Complimenti, superlettrice, sei irraggiungibile! Posso dire in giro “Io sono suo amico, sapete, si, amico di Camilla …. ebbè? Invidiosi …? Mi dispiace per voi ma non so cosa farci …”
@Everybody. Con l’occasione mi permetto di re invitarvi a visitare il mio blog (non sui libri) http://www.trentoblog.it/riccardolucatti. Sarò molto lieto se vorrete commentare i vari post.
Grazie e buona prosecuzione del periodo festivo.
Riccardo
Caro Riccardo, ho scelto questa primizia,Lettere dalla terra di M.T. anche se è stata scritta tanti anni fa’,perchè è davvero un concentrato di intelligenza e di ironia. Un libretto molto utile anche al nostro tempo. ciaociao.
Non sono arrivata ad esprimere i miei auguri per questa via prima di Natale: lo faccio ora, e di cuore, a tutti gli amici lettori. Valgano per questi ultimi giorni dell’anno e per il 2012!
Ho appena divorato -ma è più giusto dire che ne sono stata completamente catturata- IL BALLO della Nemirovsky, brevissimo ma intenso e coinvolgente, regalatomi da Camilla. A lei devo un grazie sentito: da brava intenditrice di libri e di piùomenolettori l’ha azzeccato in pieno!
Sto ora rileggendo UNA VITA ACCANTO della Veladiano e insieme do un’occhiata, a spizzichi, ad una cosa completamente diversa. Che cosa? Una scelta DALLA MEMORIE E DALLA COMMEDIE di Goldoni, che è un gran simpatico. C’è un motivo per cui lo faccio, ma per ora non dico.
Mirna carissima, tra i tuoi sogni c’è sempre stato quello di possedere una libreria. Mi fai venire in mente che mio padre, il quale non aveva certo l’animo del commerciante, diceva sempre che mai avrebbe tenuto un negozio di qualunque altro genere, ma una libreria sì, una libreria l’avrebbe voluta. E ieri in libreria proprio tu mi hai aiutato validamente a scegliere (avevo fretta e il tuo aiuto è stato prezioso) alcuni libretti per altrettanti bimbi a cui volevo portare un regalino: grazie anche a te, dunque!
Un rinnovato augurio a tutti, MT
Non potevo mancare all’appello dei libri di Natale!!! Beh, intanto, mi associo al sogno di mamma della libreria, anch’io ne sono una vittima… Mi piacciono molte cose del fatto di avere libri a disposizione, in primis “possedere” per un attimo vite e storie e poterle raccontare, consigliarle. E poi poter disporre questi libri in uno spazio come una stanza, scaffali. Poterli consultare… come avere tutte le zone della propria mente a disposizione e tutte chiaramente selezionabili. (se qualcuno di voi ha una biblioteca da riordinare… mi chiami!!!è il genere di cose che mi esalta grandemente). Il mio sogno è di avere una stanza adibita a biblioteca con le pareti di boiserie (ne ho vista una invidiabile nella Morgan Library di New York). Per quanto riguarda i libri veri e propri, ho appena finito di leggere Ishiguro e il suo “Never let me go” tradotto in “Non lasciarmi”, gentilmente prestatomi da Raffaella. Una storia che occupa due spazi difficilmente dialoganti: il tenero e l’agghiacciante. Una storia che lascia attoniti e intontiti. Scritto magistralmente. Certamente lo consiglio. Io sono una fan di Murakami – modo di scrivere totalmente differente ma evocazione potente. Murakami non cerca un’unica verità ma ce ne fa vedere molte, tutte ugualmente praticabili. E’ come se sottolineasse il potere della mente nel creare la propria realtà . Non ho ancora letto 1Q84 ma Gary mi dice che lo sta leggendo e che è lettura molto soddisfacente. Certamente me lo comprerò. Libri ricevuti: “La Mennulara” di Simonetta Agnello Hornby – Feltrinelli (vedi archivio blog); “L’anno della lepre” di Arto Paasilinna – Iperborea e “La maga delle spezie” di Chitra Banerjee Divakaruni – Einaudi. Sono nella bella fase di scegliere da dove iniziare.
Buone Feste a tutti e soprattutto… buona lettura!!!
Ciao a tutti, mi riaffaccio al blog dopo un periodo ” un pò così”… Ma i libri sono una gran bella consolazione… Sì Camilla, lo so che 1q84 non ha la fine, che uscirà in ottobre 2012.In Giappone è già uscito il terzo libro finale,forse la traduzione è lenta ma forse, come dici tu, è una gran furbata editoriale… Pazienza… Amo anche l’attesa, ce la posso fare. Per otto anni ho aspettato la fine di Harry Potter!!! ( ebbene sì, ero una fan un pò attempata della saga del maghetto più famoso al modo).Vedrai Stefy che ti piacerà L’anno della Lepre di Passilina. Io ne sono stata entusiasta. L’ultmo uscito da Adelphi della Nemirowsky, Il signore delle anime, è stupendo e lo consiglio a Maria Teresa. Poi vorrei leggere ancora qualcosa della PYm ( Camilla ho ancora il tuo libro che mi hai prestato, finito da un pezzo e carinissimo).Un abbraccio a tutti!