L'IMPORTANZA DI ESSERE ONESTO, di Oscar Wilde
pubblicato da: admin - 22 Febbraio, 2010 @ 7:58 pmDopo il dramma della giovane coppia di Revolutionary Road, cosa c’è di più consolatorio che  parlare di onestà nel modo leggero che Oscar Wilde commediografo sa fare?
” The importance of being earnest“ è il titolo originale che significa “l’importanza di far sul serio” e dove si gioca sul nome proprio Ernest che risulta identico nella pronuncia all’aggettivo earnest (retto, onesto).
Nelle traduzioni in italiano a volte figura il nome Onesto, come in questa mia edizione della B.U.R., in altre lasciano Ernest.
Siamo nella Londra di fine Ottocento in un ambiente aristocratico dove il personaggio principale, Jack Worthing (worth significa valore) vive una doppia vita: una in campagna dove è il serio tutore di una giovinetta, Miss Cecily, l’altra in città dove  si finge suo fratello (inesistente), adottando il nome di Ernest (Onesto nella traduzione italiana) per condurre una vita dedita ai piaceri.
” Hai inventato un utilissimo fratello minore di nome Ernest (Onesto)  affinchè ti sia possibile venire in città ogni volta che vuoi” commenta il suo amico Algernon che poi, a sua volta fingerà di essere lo stesso Ernest quando conoscerà e si innamorerà di Miss Cecily.
E’ una storia di malintesi, di scambi di identità ; viene messo in risalto  “il doppio”, tema caro ai narratori dell’Ottocento, lo stesso Wilde lo tratterà magistralmente nel Ritratto di Dorian Gray.
Commedia scritta in funzione del successo e della platea, farcita di dialoghi arguti, divertenti, brillanti, ma superficiali. Lo stesso Oscar Wilde la giudica così : “It is by a butterfly for butterflies” (è una frivolezza per persone frivole?) (Mi aiutino mia figlia Stefania e le colleghe angliste)
C’è poca azione, a parte l’innamoramento di Jack-Ernest per la cugina di Algernon, Gwendolen; i momenti più “emozionanti” sembra siano quelli per la scelta tra i sandwiches al cetriolo o i muffins durante il rito del tè. E’ un mondo lieto, leggero, quasi di nonsense alla Lewis Carroll. Infatti si scoprirà , giusto per il lieto fine, che Jack è fratello di Algernon e che era stato “perso”, appena nato,  dalla governante perchè riposto, per sbadataggine, in una borsetta invece che nella carrozzella, borsetta che uscirà miracolosamente nelle scene finali. E poi si scopre negli annuari di famiglia che il nome Ernest è consueto .
Esclama allora Gwendolen, l’innamorata di Jack : “ Ernest! Ernest! Mio diletto! Fin dal primo istante ho sentito che non potevi avere un altro nome!”
E Jack conclude”…mi accorgo adesso, per la prima volta da quando sono al mondo, della vitale importanza dei essere Ernest (Â Onesto).”
Lo copio anche in inglese dalla Oxford Anthology.”I’ve now realized for th first time in my life the vital Importance of Being Earnest“
L’importanza di essere Franco sarebbe stato un titolo italiano più efficace…
Conosco la commedia con il titolo “L’importanza di chiamarsi Ernesto”. In essa Wilde prende in giro la “seriosità ” del periodo tardo vittoriano e quel mondo dell’aristocrazia e dell’alta borghesia londinese che egli stesso frequentava ed amava.
Egli sceglie di prendere in giro questo mondo, in cui la menzogna è la regola, la crudeltà presentata come buonismo, la discriminazione travestita da solidarietà . Questo mondo non è semplicemente quello lontano dell’aristocrazia britannica di un secolo fa, ma qualcosa di più generale e attuale: l’impossibilità dell’uomo moderno di vivere con onestà e di guardare la realtà senza travisamenti o modifiche.
Questo è ciò che Wilde, con le armi dell’ironia e della risata, può insegnare oggi.
Durante il liceo ho letto questo libro in inglese ma soprattutto ho visto il video dello spettacolo teatrale. Dato che non ero molto brava in inglese, non capivo assolutamente nulla e mentre i miei compagni ridevano e commentavano, io praticamente dormivo.
Però mi fa piacere ricordare qui il mio caro professor di inglese Vincenzo Iorio, scomparso solo qualche mese fa, addormentatosi nel letto come un bimbo e mai più risvegliatosi.
Gli ho voluto un gran bene soprattutto dopo il liceo, magari non era il miglior prof di inglese che potessi trovare ma era una brava e onesta persona. E non la mandava mai a dire a nessuno ma per ognuno aveva il suo bel “pistolotto” Ce ne fossero persone come lui in Italia… L’importanza di essere onesto…
cara mirna, come faccio ad avere la Sua edizione della Bur? Non riesco a trovarla e sto scrivendo una tesi sull’argomento..(aiuto!)
giulia
anche io ho avuto il prof. iorio… i (pochi) compagni maschi erano, per lui, tutti ‘sceriffo’. e siccome io sono nata a genova, mi chiamava ‘fivelands’ (cinque terre).
ma a parte questo… ho visto il film e ho letto il testo di wilde, che mi ha divertita molto.
mi piacciono i libri che, anche se a tratti paradossali, ci invitano a ridere di noi e a prendere le cose con un po’ di sana leggerezza.
pungente la considerazione sui parenti:
«mio caro, adoro sentir parlare male dei miei parenti. è la sola cosa che me li rende minimamente sopportabili. i parenti sono semplicemente una masnada di persone noiosissime che non hanno la più piccola idea di come vivere, né la più piccola intuizione di quando morire»
ed anche quest’altra:
«la donna diventa sempre come sua madre. è la sua tragedia. l’uomo, mai. ed è la sua tragedia».
infine, ogni tanto non si potrebbe bunbureggiare un pochino? dopotutto, «si ha il diritto di bunbureggiare dovunque si voglia. chiunque bunbureggia sul serio lo sa benissimo».
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