ANATOMIA DI UNA SCOMPARSA di Hisham Matar

pubblicato da: admin - 4 Novembre, 2011 @ 10:27 am

scansione0001Di che cosa parla questo bellissimo romanzo edito dalla Mondadori?

 Di un viaggio interiore alla ricerca dei propri genitori, e soprattutto del padre.

Le tessere che mancano alla nostra vita per essere completa sono sempre quelle relative alla famiglia d’origine. E’ necessario per la propria identità rintracciare la parte misteriosa del sè legata ai propri genitori.

Hisham Matar con un linguaggio evocativo e nostalgico ci porta nella sua terra dell’infanzia:l’Egitto e non solo.

Il racconto inizia proprio in una località turistica vicino ad Alessandria e precisamente ai bordi di una piscina circondata da piastrelle che evocano quelle dell’Alahmbra di Granada. La trama si snoda attraverso l’amore per Mona che  pian piano però sbiadisce nella ricerca emotiva dell’inafferabilità di un padre misterioso e sfuggente.

Nuri, la voce narrante, ha un inesauribile bisogno d’affetto e di attenzione. La bellissima madre morta suicida gli acuisce la sensibilità.  Il vuoto lo stritola.

Il percorso verso l’accettazione della sua vita e il dirimersi degli interrogativi è arduo. Ma occorre sempre conoscersi e capire ciò che è accaduto.

Ed allora ecco il dipanarsi dei ricordi: la madre che un tempo era raggiante “come appena scesa da una giostra” , ma che negli ultimi anni era  invece terribilmente infelice e rinchiusa in “un proprio paese”, e poi il padre infedele, lontano, che sposa Mona e poi  scompare drammaticamente…

Le similitudini cher  Matar ci regala sono veramente poetiche e tutto ciò che ci racconta sembra universale: la potenza che gli affetti primigeni hanno sulla nostra storia…

Siete d’accordo?

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  1. E’ vero, Mirna. La voce di nuri, bambino, ragazzo e poi uomo, ci accompagna lungo strade e città, con luci tanto diverse, il sole accecante, il mare il caldo dell’Africa e la bruma dell’Europa del nord, le città gli alberghi. e la scoperta dell’amore, dell’attrazione di Nuri verso la moglie del padre. eppure è il padre che regna nel romanzo. misterioso e caldo, misterioso e freddo, incomprensibile e tenero. Indimenticabile amore filiale,per un padre . il suo odore, le sue abitudini, i suoi modi. Una serie di immagini elegantissime vengono evocate dai ricordi e dalle fantasie di Nuri adorante figlio di un papà sparito drammaticamente. E che dire di quella mamma , che è ancora viva, piena di amore assoluto per Nuri. vive come domestica nella grande casa egiziana. anche dopo, anche quando Nuri, diventato un giovane uomo, torna nella sua grande casa africana e sa.

    Eppure questo romanzo è anche, a pieno titolo, un intrigante spy story, che tiene il lettore avvinto oltre che commosso. ciaociao

  2. A GENOVA
    Città del cuore quando giovane ragazza mi sentivo “donna di marine” e mi imbarcavo dall’antico porto su navi bianche per incontrare meraviglie e amore. “L’aria della mattine bianca” mi sfaldava il cuore.
    Città che oggi piange disperata ed io con essa. Riprendo in mano le poesie di Giorgio Caproni “Genova di tutta la vita” (vedi Archivio) e rileggo le sue parole che odorano di salsedine, di riviere scoscese, di acque, di precarietà
    “La mia città dagli amori in salita, / Genova mia di mare tutta scale / e, su dal porto, risucchi di vita…”
    “Genova di tutta la vita /nasceva in quella salita…”
    E da Litania:
    Genova mia città intera.
    Geranio.Polveriera…
    Genova verticale,
    vertigine, aria, scale….
    Genova da intravedere,
    mattoni,ghiaia, scogliere.
    Genova mia di Sturla,
    che ancora nel sangue mi urla…
    Genova disperata,
    invano da me implorata…
    GENOVA di tutta la vita.
    Mia litania infinita

  3. Oggi, Genova. Tramite L’Adige, ho scritto al miniostro Matteoli una lettera. Il ponte sullo Stretto di Messina o piuttosto difendersi dalle alluvioni?

    Genova, autunno 1970, autunno 2011. Nel 1970 c’ero anch’io. Oggi abito lungo “la Fersena”, il cui alveo anche questa estate, come al solito, è stato dragato e ripulito a dovere. A Genova niente di altrettanto efficiente ed efficace. Lo so, sono condizioni diverse, ma almeno signor ministro, proviamoci, non le pare? Il clima sta cambiando, prendiamone atto. In particolare ricordiamoci che il Golfo di Genova – e i metereologi bene lo sanno – è il centro di fabbricazione del maltempo nel Mediterraneo. Ed allora?
    Genova si è espansa (troppo) “a monte”, sulle sue ripide colline, oggi tutte asfaltate e cementificate, ma almeno ripuliamo gli alvei dei torrenti, verifichiamo se è lecito e conveniente costruire case che scaricano le acque piovane nella rete fognaria dimensionata per flussi più regolari e di assai minori dimensioni, riorganizziamo il sistema degli argini, dei canali di deflusso, smettiamola di ridurre, come sta accadendo, la distanza limite per la costruzione vicino agli alvei, oggi recentemente ridotta a soli tre metri!
    Signor ministro, lei si è recato in visita nelle Cinque Terre ed è stato accolto dalla popolazione a badilate di fango. Ora andrà anche a Genova? Lei che, smentendo un suo sottosegretario, ha ribadito che il ponte sullo stretto di Messina s’ha da fare?
    Ma siamo seri, una buona volta, signor ministro! Non ci basta il danno di non credibilità e di sfiducia che ci siamo già “conquistati”? Perché farci ancora del male?
    Si tratta di stabilire le giuste priorità. Devo aiutarla io? Ci provo: smaltimento dei rifiuti, difesa del territorio urbano, difesa del territorio montano e delle campagne anche dal loro spopolamento, altro che costruire un ponte enorme in zona sismica, per di più con le sue estremità collegate ad un sistema viario assolutamente insufficiente. Una marcia indietro sul progetto del ponte sarebbe un primo segnale di serietà per l’Europa. Signor ministro, pensi come è fortunato! Lei ha la possibilità di trasformare una calamità in un’occasione per dimostrare che sa adeguare la programmazione alle esigenze più pressanti, senza nulla concedere a megalomanie assolutamente fuori da ogni ragionevolezza. Non le pare, signor ministro? Si consigli con il suo presidente del consiglio, magari mentre siete a pranzo in un ristorante, sempre che riusciate a prenotare un paio di posti, visto che gli Italiani li stanno affollando tutti!

  4. ECCO L’ULTIMA LETTURA DI RICCARDO

    Frank Schaetzing
    SILENZIO ASSOLUTO
    Tea

    E’ il terzo libro di Schaetzing che leggo, dopo Il mondo d’acqua (saggio) e Il quinto giorno (thriller). Cercavo uno scrittore che potesse aiutarmi a superare il fatto che avevo ormai letto tutti i thriller di Eric Ambler … beh, l’ho trovato. Silenzio assoluto. Storia d’amore, 10%; analisi introspettiva del protagonista su se stesso e … anche sugli altri, 15%; marche di whiskey, 5 %; interessi politici internazionali (veri), 20%; spy story, 20%. manca un 30 %, direte voi … be’ ve lo lascio libero, deciderete voi stessi dopo che l’avrete letto. Se consideriamo che del Quinto giorno sono state vendute 2.500.000 copie, non ci si spiega come mai i libri di FS costino così poco. Infatti sono 10 euro ben spesi, per oltre 650 pagine intelligenti, ben scritte, ricche di riflessioni, di riferimenti di cronaca, storici, scientifici di alto livello (come nel Quinto giorno, del resto) . Il tutto sul filo di un’ottima suspence. Come i precedenti libri citati, anche questo è suddiviso in capitoli non troppo lunghi, con un breve titolo di “riconoscimento”. Se ne potrebbero ricavare diversi romanzi. Ogni situazione viene sviluppata alternativamente, così come si alternano le scene di un reality. Al lettore, la soddisfazione di legare le conseguenze che ciascuna storia porta con sé. Quanto al thrilling, pur sapendosi o potendosi immaginare sin dall’inizio chi siano i cattivi, tuttavia ciò non basta … non si rimane delusi dal susseguirsi di sorprese che stravolgono ogni immaginazione, in presenza di mandanti dei mandanti dei mandanti … e di capovolgimenti di fronte.
    La storia che ne deriva potrebbe essere reale, almeno nei suoi fondamentali.
    Sorprende poi l’inserimento, da parte di uno scrittore nato a Colonia e che vive nella sua città natale, della conoscenza di alcun cittadine e paesi del Piemonte e dell’entroterra ligure. Diavolo d’un uomo!
    La trama? Eccone una sintesi (copiata da internet):
    “All’aeroporto di Colonia è tutto pronto. Sta per arrivare il presidente degli Stati Uniti perché la città tedesca è stata scelta come sede per il G8. Le misure di sicurezza sono imponenti, apparentemente inattaccabili. Ma non per un’organizzazione chiamata il Cavallo di Troia, che ha come unico scopo quello di uccidere l’uomo più potente del mondo proprio mentre scende dall’Air Force One. E che ha messo a punto una trappola impossibile da individuare, grazie a una tecnologia avveniristica e a due soli killer, i più spietati e abili in circolazione. Ma qualcun altro è atteso a Colonia. Liam O’Connor, autore di bestseller scientifici, in lizza per il premio Nobel per la fisica, è infatti appena giunto in Germania per un tour promozionale. Ed è proprio Liam che individua tra la folla un personaggio inquietante: Paddy, un ex membro dell’IRA, da tempo sparito dalla circolazione e adesso sorprendentemente impiegato come tecnico all’aeroporto. Qualcosa non torna: cosa ci fa un ex terrorista in un luogo così “caldo”? E perché si aggira intorno a un traliccio poco distante dalle piste di atterraggio? Impiccione per natura, Liam comincia a indagare, ma quello che scopre è troppo incredibile per essere vero… L’ora sta per scoccare. L’aereo del presidente americano si avvicina sempre di più a Colonia. Ma come si può convincere gli addetti alla sicurezza del pericolo se l’unica prova disponibile è una teoria scientifica tanto folle quanto geniale?”
    Ma nel romanzo c’è di più, molto di più, vi assicuro! Dimenticavo: G8? Peccato che il primo ministro italiano nel romanzo fosse un tale D’Alema, semplicemente citato dall’autore, e non Berlusconi …altrimenti il giallo si sarebbe sicuramente arricchito di ben altre, ulteriori connotazioni! Dello stesso autore mi mancano Il diavolo nella cattedrale, vincitore del Bancarella 2007 e Limit. Provvederò.
    Riccardo

  5. Ma come faremo senza i preziosi consigli di Mirna, Riccardo , Camilla? Io mi sto appuntando e trascrivendo le cose, perchè ho paura che vada tutto perso…Ma è un lavoro lunghissimo, perchè i consigli comunque non sono solo nei posts ma anche nei commenti, come questo così ben scritto di Riccardo…Speriamo che il blog rimanga, anche da chiuso, consultabile…Io sto leggendo un thriller in inglese di Elizabeth George, è un ò per riposare la mente ma non dimenticare l’inglese visto che alle scuole medie la lingua si usa in contesti semplici e semplificati… Le soddisfazioni sono più che altro umane ma mi manca la letteratura… Bacione

  6. @Raffaella: “Silenzio assoluto” ha un’appendice, che va letta prima del testo. Si tratta di 23 pagine, la cui lettura aiuta molto a comprendere il romanzo, come giustamente sottolinea l’autore stesso (e quindi deve precederne la lettura, n.d.r.). Esse sono suddivise nei seguenti paragrafi: Sul conflitto del Kosovo; Terrorismo; Sulla mafia russa; Sugli Stati Uniti; Sul rallentamento della luce; Sul whisky (“Portate sempre con voi una fiasca di whisky in caso vi mordesse un serpente. E portate sempre con voi un piccolo serpente”). E poi, a proposito di marche pregiate … io che credevo di fare il figo offrendo agli amici il Gleenfiddich!

  7. RICCARDO in questi ultimi giorni di pioggia ha letto, letto, letto… E noi siamo contenti di sentire le sue impressioni, in questo caso su:
    AMIN MAALOUF
    Gli Scali del Levante
    Tascabili Bompiani – Premio Nonino 1998
    “Quando si dice … un libretto di nemmeno 200 paginette, un libro da leggere con la matita in una mano e l’altra sul cuore … L’autore è nato in Libano nel 1949, a Parigi dal 1976, ha scritto “Le crociate viste dagli arabi” (che andrò a cercare!). Questo, un romanzo sicuramente storico. Per certi aspetti si ricollega a quanto descritto nella Masseria delle allodole o nel libro testimonianza Con il vento nei capelli … La narrazione scorre attraverso l’intervista di un giornalista ad una persona, incontrata e riconosciuta per caso, un principe turco, figlio di un turco e di un’armena, emigrato in Libano a seguito del suocero per sfuggire alle persecuzioni razziali, trasferitosi in Francia, entrato nella resistenza francese contro i tedeschi, sposato ad un’ebrea, ritornato ad Haifa/Beyrouth, inaspettatamente separato dalla moglie partoriente dall’improvviso fronte della prima guerra arabo-israeliana, stordito dalla morte del padre, sconvolto dalla lontananza della moglie, ricoverato in manicomio per 20 anni. Alla fine si riunisce alla sua famiglia, grazie all’amore ed alla iniziativa della figlia che mai aveva conosciuto il padre, figlia che a buona ragione si conquista il podio di reginetta ed eroina del finale della narrazione. … parlava con lentezza delicata, come se dovesse spolverare ogni parola prima di pronunciarla …. come se avesse più spesso conversato con i libri che non con i suoi simili … … obbligato a rivivere un’ora dopo l’altra il suo passato, invece di ruminare l’avvenire … anche a chi possiede tutto si può sempre regalare un libro … … la figlia aveva dieci anni … tirata nel senso della lunghezza … …l’avvenire è fatto delle nostre nostalgie … … i veri maestri sono quelli che vi insegnano verità differenti … … è detestabile affibbiare ai bambini nomi che rispecchiano le opinioni dei genitori … … Petain ha evitato che fossero i tedeschi a emanare le leggi razziali, è stato bravo … è un po’ come se, vendendo entrare uno che ti vuole spaccare la testa con un randello, io ti spaccassi la testa con una bottigliata prima di lui … rendendo vana la sua azione … … ho detestato il nazismo non quando ha invaso l’Europa, ma quando ha invaso la Germania … … se neghi di essere un eroe, conservi la tua reputazione ed in più ti accrediteranno la modestia … … quando una persona racconta se stessa, l’obiettività è la strada segnalata dalla menzogna … … lei aveva posato un bacio sulle mie labbra … … ebrei contro palestinesi … dopo la disfatta del nazismo, due popoli perseguitati da Hitler si ergevano l’uno contro l’altro … … nelle mie conferenze, la gente, abituata a discorsi che sembravano discorsi, stava zitta … Libro “per uomini” e “per donne”. Da non perdere.
    Riccardo”

  8. Caro riccardo, i Premi Nonino per la letteratura sono TUTTI eccezionali. Ne furono insigniti sia il mio amato hon Banville che il mio amato Kazuo Ishiguro, per non contare del poeta premio Nobel di quest’anno.. A presto ciaociao