NON VOGLIO IL SILENZIO e altri libri

pubblicato da: admin - 1 Novembre, 2011 @ 10:30 am

 Ecco le ultime letture di Riccardo alle quali, a breve, seguiranno le mie

Prima della chiusura del Blog siete invitati, se avete voglia, a scrivere quale libro state leggendo giusto per terminare in un …crescendo di consigli…

  Scrive Riccardo: 

Patrik Fogli, Ferruccio Pinotti

Non voglio il silenzio  Il romanzo delle stragi

Ed. PIEMME

 Denaro, mafia, potere politico, …. quante volte ne siamo stati informati dai media, quanti libri al riguardo abbiamo trovato sui banconi del libraio … Io ormai li rifuggo come un déjà vu. Infatti, schon katholische, già convertito, recita un efficace modo di dire tedesco, cioè già convinto della cosa … Eppure questo volume (già, perché si trtta di oltre 500 pagine) mi ha attratto. Innanzi tutto gli autori, un ingegnere elettronico (?) ed un giornalista, entrambi scrittori, ovviamente. Poi, prima dell’acquisto, l’ho aperto, sfogliandolo e leggendone qua e là alcuni passaggi … La prosa è articolata, le “scene” (più che capitoli sono tali, infatti, le singole componenti) rimbalzano il lettore su diversi piani: familiare; professionale; della coscienza interiore di ognuno; del bisogno di conoscere la verità; della pericolosità della sua scoperta, quasi come il folle volo dantesco di Ulisse oltre le colonne d’Ercole, “simbolo di ogni viaggio che, se inteso come percorso conoscitivo, è sempre potenzialmente pericoloso, perché avventura verso l’ignoto”. E l’ignoto è ciò che esiste solo in quanto resta tale, al pari dei servizi segreti italiani, i quali, secondo il testo de quo, non possono mai essere “deviati” perché, essendo “segreti” non possono mai essere verificati come tali. Segreti, appunto. “Segui il denaro” … “nessuno si può arricchire in tal modo …..nè manovrare tanto denaro se non è collegato con i poteri forti d’ogni tipo “. Situazioni attualissime, Palermo e Milano … solo alcuni nomi sono diversi. Licenza poetica, pare. In questa sequela, giornalisti padre e figlio ed un magistrato si muovono all’interno di un percorso fatto di domande formulate solo a metà, di risposte non date ma che valgono in quanto tali, di intuizioni che conducono alla “verità vera” ma mai potrebbero condurre alla “verità giudiziaria”, dialoghi che presuppongono, nella realtà che rappresentano, la capacità di leggere un mondo non scritto ma pericolosamente intuito. Questa lettura, per certi aspetti, mi ha richiamato alla mente alcuni passaggi della mia vita, allorquando io, che non sono un politico (ma vado a votare, non mi fraintendete!) ho assistito ad alcune riunioni di “politici”. Ogni volta mi sono detto: questa volta stai attento, cerca di capire il significato del loro discorso, cerca di cogliere la sostanza dei ragionamenti, dove vogliono andare a parare … bè … il più delle volte ne sono uscito deluso, sia di chi non si esprime con la necessaria chiarezza, sia soprattutto di me stesso, che dopo tanti studi, laurea, esperienze lavorative e di vita, letture, confronti etc., non riuscivo a venire a capo di alcunché, perchè io sono rimasto al 2 + 2 fa 4 ed anche velocemente. Non che non si capisca il romanzo, anzi … il fatto è che esso descrive fatti di cronaca e della nostra storia recente assolutamente veri, (al centro le stragi, ad iniziare da quelle di Falcone e Borsellino) interpretati tuttavia alla luce di comportamenti delle due parti in causa, e cioè della legge e di ciò che è “fuori legge” che mai avreste pensato che avrebbero potuto essere analizzati e quindi, alla fine, svelati (o intuiti) nella loro brutale verità potenziale (o forse, quel che sarebbe peggio, reale!?). Un pentito confessa. Ma sarò vero o lo ha mandato “Picone”? La sua è la “verità vera” o solo “espediente per chiudere le indagini”? Come si fa a distinguere “voci di corridoio, pettegolezzi” da “fatti accertati”? L’ “accettare di partecipare ad una trattativa con la mafia” (atteggiamento colpevole, attivo) dal “trovarvisi coinvolto” (atteggiamento quasi incolpevole, passivo)? La “fuga di notizie” da “informazione attendibile”? La “trattativa” dalla “indagine”? La “trattativa” da “colloqui investigativi”? La ricerca della “giustizia comunque” dal “perseguimento solo di quei reati che a proprio giudizio danneggiano il bene comune”? Il “combattere” Cosa Nostra dal “convivere” con Cosa nostra? La “ricerca del bene” da quella del “minor male possibile”? Il “segreto al servizio della verità vera” dal “segreto al servizio dei depistaggi, della collusione, delle bombe”? A pensar male … Il fatto è che il mondo è piccolo. Il nostro poi, quello del nostro Paese, addirittura minuscolo. In tre passaggi, dice taluno, arrivi al Papa. Vai dal tuo parroco, lui ti presenta al suo Vescovo ed è fatta. Allo stesso modo non dobbiamo credere che gli improvvisi arricchimenti, le stragi, le incongruenze del sistema legislativo, gli scandali d’ogni tipo siano rara avis che svolazzano spontaneamente all’interno di una foresta misteriosa al pari di quella salgariana. Non è così. Solo che la mente della maggior parte della popolazione si muove su di un piano diverso, lontano mille miglia dalle foreste di quel tipo. L’altro giorno ho chiesto alla nostra colf quanto pensasse che era fosse l’enorme (proprio così, io dissi enorme, smisurata) indennità di buonuscita recentemente elargita ad un banchiere, invitandola a dire una cifra assolutamente esagerata. “100.000 euro”, mi ha detto. In realtà sono stati 42 milioni di euro. Vedete che poi tutti i torti non li ho? Prossimo libro che leggerò da questa sera: “Non tutti i bastardi sono di Vienna”, primo romanzo di Andrea Molesini (Sellerio). 

* * *

Aldo Cazzullo

 

La mia anima è dovunque tu sia Mondadori

 

Libri con capitoli corti. Avevo iniziato ad apprezzarli con “Il quinto giorno” di Schaetzing (che ho commentato sul blog e che vi suggerisco). Poi mi sono imbattuto in “La vita accanto” della Veladiano. Oggi in poche ore ho letto Cazzullo: ne ho sentito parlare a “Che tempo che fa” e siccome stimo Fabio Fazio, l’ho acquistato. Ora, se i capitoli corti ti aiutano a non perderti in un thriller di oltre 1000 pagine (Schaetzing), va bene. Negli altri casi occorre che siano “compensati” da altre qualità, molte, peraltro, quali ho riscontrato nella Veladiano, che non commento lasciandola alle mie amiche “al femminile” del blog, ben più sensibili e quindi soprattutto in questo caso assai più adatte alla bisogna di quanto non possa essere io. Nel caso di Cazzullo … più storie, un tesoro, un amore dolcissimo ed intenso, fascisti e partigiani, i nuovi industriali del dopoguerra vinicolo (Alba e dintorni), due delitti, un accenno al sesso, un accenno ad un papa che era stato in Germania e tutto sommato “preferiva i neri ai rossi” e ad un vescovo che aveva vissuto i drammi della guerra partigiana e che tutto sommato “preferiva i rossi ai neri”, un prete. Tutto molto tratteggiato, tal che il libro si legge, come dicevo, in pochissimo tempo. Una malalingua potrebbe dire che ricorda quando da bambini scrivevamo largo per riempire più facciate del tema in classe che stavamo componendo. Ma questa è solo una battuta, una qualunquisticheria (che brutto neologismo … l’ho appena inventato io, scusate… o esisteva già?). Il racconto ci offre molti spunti di riflessione, soprattutto se prima leggete la presentazione sul rovescio di copertina. Il romanzo viene di certo maggiormente apprezzato da gente del nord, da Piemontesi, da abitanti delle Langhe … di Alba, poi non ne parliamo nemmeno, Alba città nella quale nel 1966 è nato l’autore. Non per niente in una paginetta, una dedica: l’Autore riporta un breve brano da Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio, non a caso dicevo. E’ anche un giallo, visto come finisce (non andate a leggere la fine, mi raccomando!). E a proposito di gialli, con l’occasione chiedo un aiuto a tutti. Io apprezzo moltissimo quelli di Ambler. Il problema è che li ho letti tutti. Chi mi sa suggerire autori “simili”? Grazie e buona lettura a tutti.

 

Riccardo

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  1. Caro riccardo, in fatto di letture sei imbattibile, solo per leggere i tuoi esaurienti post ci vogliono parecchie energie. Come fai? Sempre le pile supercariche, complimenti.

    Io vorrei sapere da voi quando potete/volete decidere di prendere un tè delle quattro e mezzo in punto con me (ho appena finito una delizia di Barbara Pym, dove il tè è il protagonista assoluto di uno dei suoi piccoli capolavori spassosi e intelligenti) Io, di fisso, ho occupato solo il mercoledì. E basta..

  2. Cara Camilla, in attesa del gradevole tè a casa tua vorrei leggere (o rileggere) il libro dellaq Pym.
    Comprato? In biblioteca?
    Posso annunciare che sto finalmente usando anche la destra per scrivere.
    Un abbraccio.

  3. Complimenti per i tuoi post Riccardo… Mi associo a Camilla… Non ho un giorno fisso per le riunioni scolastiche , per cui fissa tu cara Camilla un giorno per il nostro tè insieme, io controllerò il calendario riunioni e poi vi dirò se posso partecipare…( il giovedì è forse il giorno più bersagliato ma vedete voi…). Anzi vi chiedo gentilmente le email così se ahimè chiuderà il blog possiamo rimanere comunque in contatto… ( ho quelle di Mirna, Riccardo e Miki ). A proposito, ho perso Enza? Non vedo da un pò i tuoi commenti. Come stai? Sei in viaggio? Un abbraccio e w la libertà del braccio di Mirna…La mia email è ramasera@gmail.com!

  4. Cara Mirna, il libro delle PYM è una prima edizione italiana ed è un babà. Me lo metto in borsa e spero di vederti questa mattina stessa. Sarò al solito Oriola dalle 11 in poi. Evviva per la destra!!!e non si fraintenda.