Turista per caso di Anne Tyler

pubblicato da: admin - 6 Ottobre, 2011 @ 5:55 pm

 

DATE LE CIRCOSTANZE  CREDO CHE GRAZIA NON ME NE VORRA’ SE INSIEME AL SUO POST SPEDISCO ANCHE LE BELLISSIME E SUGGESTIVE RIGHE DELLA LETTERA PER ME PERCHè RIENTRANO ANCH’ESSE NEL NOSTRO AMORE PER I LIBRI

Cara Mirna,

spero che tu ti sia abituata al braccio ingessato, scorrono i giorni, presto sarà il momento di togliere tutto. Ho trovato “Mrs  Dalloway” in una vecchia edizione economica Newton, spero di poterlo apprezzare guidata dai tuoi consigli, conto di dedicarmici presto, pile di libri e scuola permettendo. Ieri ho quasi finito, mi mancano alcune pagine che riservo alle prossime ore, “I pesci non chiudono gli occhi” di Erri de Luca, libro breve e intenso, l’autore ricorda i suoi dieci anni, consigliabile, se non lo hai già letto.

La tua richiesta di parlare di  “Turista per caso” della Tyler, mi ha indotto a rileggere quel libro per l’ennesima volta.

L’ho portato con me domenica sulla cima del Monte Bue, dove sedevo avvolta dal sole caldo e dalla luce, a tratti alzavo lo sguardo dalle pagine verso il profilo delle cime montuose e verso la pianura del parmense. Cosa desiderare di meglio? Un libro, il sole, le montagne e poi le colline e la pianura, indefinite, all’orizzonte…

Ripresa la lettura il pomeriggio di lunedì, sulla spiaggia, ho terminato quando eravamo rimasti, nella quiete dell’acqua e della sabbia, con il sole ormai basso sull’orizzonte, in tre, forse quattro persone.

Piacevolezza nella piacevolezza.

Veniamo al libro, che ogni volta mi sembra un po’ diverso e mi dà diverse emozioni.

Macom Leary, il protagonista, ha ormai superato i quarant’anni, odia viaggiare ma deve farlo spesso perchè scrive guide per “accidental tourist”, persone che per lavoro devono girare il mondo. Indica al turista “per necessità” l’indispensabile da mettere nella ventiquattrore e i posti dove ritrovare luoghi il più possibile simili a quelli a cui è abituato.

 

Divertente l’approccio di Macom alla lettura. Nella sua ventiquattrore c’è immancabilmente un libro di 1198 pagine,  “Piccola MacIntosh, tesoro mio”, lo apre per non essere disturbato in aereo o in treno dagli altri viaggiatori, quel libro “aveva il vantaggio di non possedere nessun intreccio, almeno per quanto gli risultava, ma di riuscire invariabilmente a interessare, per cui poteva immergervisi a caso”.

 

Il suo matrimonio con Sarah va in pezzi dopo che il loro bambino dodicenne  è stato ucciso  in un fast food. Dopo la separazione, Macom si trova spaesato e “per tirare avanti” mette in pratica una personalissima riorganizzazione della casa; elabora un metodo per lavare i piatti, uno per dare da mangiare al gatto e al cane, uno per preparare la colazione e i pasti, uno per fare il bucato. Sposta la doccia dal mattino alla sera pestando sul fondo della vasca la biancheria sporca del giorno, la stende sugli appendini… indossa quella pulita per non sporcare il pigiama… riesce ogni notte a dormire in lenzuola pulite cucendo “sacchi corporei” che dispone sul materasso. Nonostante i tentativi di tenere tutto sotto controllo, di economizzare gli sforzi, “ce la faceva a stento a tirare avanti alla giornata”..

Finché in un incidente domestico (esilarante) Macom si rompe una gamba e va a stabilirsi nella casa di famiglia dove vivono la sorella e due fratelli, entrambi reduci da matrimoni falliti. Per lui è il ritorno alla sicurezza, al bozzolo protettivo della famiglia, per quanto (deliziosamente) eccentrici siano i Leary.

Riescono a perdersi nel centro della loro città dopo aver studiato a lungo la mappa del percorso, discutono su tutto senza riuscire a decidere, non rispondono al telefono, “chi diavolo potrebbe volere proprio noi?”.

Su tutti veglia Rose, la sorella, che di tutti si occupa. Rassicurante, per Macom, la dispensa di Rose, con tutte le marmellate “in ordine alfabetico”, lo stesso ordine del cibo negli armadi di cucina.

 

Anche Edward, il cane di Macom, è a pezzi dopo la morte del padroncino, per tenerlo a bada durante i viaggi di lavoro e per impedirgli di aggredire chi gli si avvicina, deve farlo addestrare. Questo compito spetta a Muriel, una giovane tutta riccioli e improbabili abiti di seconda mano che abbina a scarpe con tacchi vertiginosi. Per il cane e per Macon comincia la rieducazione, alla convivenza, all’apertura al mondo, all’imprevedibile e la fine della misantropia.

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Macon dapprima è attratto e travolto da Muriel, dalla sua forza, dalla sua capacità di affrontare la vita, e sta con lei per alcuni mesi, nel loro rapporto si inserisce la tenerezza per il bambino di Muriel, pieno di malanni ma “con ditini talmente unici e pieni di carattere”  che Macom “sente dilagare nell’intimo una piacevole sorta di pena” quando gli dà la mano.

 

Tenta poi di sfuggirle perché “nella sua vita erano tornati a incombere tutti i vecchi pericoli”  e di rifugiarsi nelle sue ordinate e metodiche abitudini. Ma, poiché Muriel rivela “una bella tempra di lottatrice” e lo segue in un viaggio di lavoro a Parigi, si arrende e decide di tornare ad affrontare le gioie e i pericoli della vita.

Sembra una storia sentimentale, in parte forse lo è, ma lo straordinario della Tayler è saper raccontare e far vivere personaggi semplici e mediocri, senza apparenti qualità, – non sono nemmeno bruttissimi ma dotati di grande talento musicale – presentati nella loro intimità tanto da far sentire il lettore parte della storia, è come essere con loro, partecipare alle loro umanissime vicende.

Così a momenti il lettore ride fino alle lacrime, a momenti sorride oppure si commuove.

È a mio avviso impagabile la maestria dell’autrice nel descrivere i particolari dei gesti e delle cose, le manie, i tic, gli affetti così umani e quotidiani, e come sapientemente riesce a mescolare il tutto con l’ironia, il dolore, la speranza…

Ti saluto, Mirna cara, un abbraccio, a presto.

Grazia

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4 commenti
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  1. ricordo il piacere provato durante la lettura di Turista per caso ed anche quello provato nel vederne il film
    soprattutto mi colpisce l’immagine della cara amica avvolta nel sole e nella lettura sul monte Bue – monte visto la scorsa estate durante una gita (mi chiedevo il significato del suo nome: il dorso mastodontico? l’essere tra alpeggi? )
    ah, l’estate mi sembra ormai lontanissima in questa mattinata di primi freddi autunnali e nella costrizione del gesso.
    leggere è difficile: a letto tengo un libro piccolo con la mano sinistra ormai dolorante anch’essa, seduta sul divano invece ho trovato una soddisfacenre posizione. gambe sul tavolino, cuscino su cui appoggiare il braccio ingessato, altro cuscino in grembo su cui mettere il grosso volume della Oates (che romanzo! )…ma su questa piramide precaria all’improvviso si tuffa con miagoli siddisfatti…la mia gattina nera…e poi tutto è da rifare
    LEGGETE GENTE, LEGGETE COMODAMENTE…

  2. Buongiorno a tutti. Turista per caso è un gran bel romanzo, uno di quei romanzi dove l’autore scrive per i lettori e i lettori , per goderne a pieno, devono essere lettori “attivi”.Quei lettori amati da Vila Matas di cui si parlò anche in questo blog. E lettori attivissimi, nel nostro Paese, devono essere tutti coloro che non riescono a leggere gli scritti di Tomas Transtrotter – tradotto nel mondo, da decenni, in 50 lingue e praticamente assente qui. Super candidato al Premio Nobel, da molti anni, finalmente diventa noto anche in Italia e potremo leggerlo. Con una certa emozione, appena letta la notizia del Nobel a Transtrotter sono andata a frugare tra i miei polverosi libri, spesso pieni di foglietti e di “orecchie” e ho ritrovato tra i saggi di Josef Brodskij un elenco di poeti da J.B molto amati. A quei tempi (2004) leggevo Brodskij come salvavita e cercavo i suoi più amati GRANDI. Il nome di Tomas Transtrotter era tra questi.Ma non ero riuscita a trovare nulla di tradotto.Ora potrò, presto, trovare, editore Crocetti,qualche frammento della grande opera di questi poeta e scrittore-(un medico, un musicista e altro) che “attraverso le sue immagini translucide, offre un nuovo accesso alla realtà“.
    Sto leggendo un nuovissimo romanzo del giovane Richard Mason (quello di Anime alla deriva) che mi rallegra, mi rallegra e ancora mi rallegra. Eccezionalmente divertente- dopo il suo tragico anime alla deriva e i serissimi Noi e e Le stanze illuminate.Oggi lo finisco. ciaociao

  3. ooppsss!! Ho scritto Transtrotter anzichè TRANSTROMER. Ma si può? scusate.

  4. Il titolo mi aveva spaventato: temevo che trattasse di quei due improbabili personaggi televisivi, “turisti per caso” appunto, che girano il mondo a nostre spese per raccontarci un sacco di mon … leggerezze, diciamo. Psss, che rischio … e invece l’ennesimo bel libro si aggiunge alla già lunga lista dei “prenotati”. Ora sto leggendo “La vita accanto della Veladiano” (Einaudi). Ho già pronti sul comodino “I Pesci non chiudono gli occhi” di De Luca (Feltrinelli) e “La mia anima è ovunque tu sia di Cazzullo” (Mondadori). In elenco ho poi “La notte ha cambiato rumore” di Maria Duenas (Mondadori); “La malora” di Beppe Fenoglio (Einaudi); “La vita davanti a sè” di Roman Gary (Neri Pozza); “Gli scali del levante” di Amin Maalouf (Bompiani) ed infine “Riva” di Kim Thui. Ma come si fa a star dietro a tutto? Ma dai, che è così bello “pensare ai libri” anche prima di leggerli, il che è un po come “vivere con i libri”, quelli di carta, intendo. D’altra parte l’amore vero ha bisogno anche del contatto fisico … E Voi, cosa pensate degli E-book? Io, pur rispettando eventuali vostre diverse decisioni, io, dicevo, non mi ci avvicino nemmeno. People love paper, dicono gli Inglesi … e al riguardo mi sento “Inglese” anch’io! Devo solo trovare un accomodamento con .. i miei scaffali!
    Del commento al libro in esame mi ha colpito che ” … fa sentire il lettore parte della storia …” sarà la motivazione che mi indurrà alla sua lettura.
    Buona lettura a tutti!