IL CIMITERO DI PRAGA, di Umberto Eco
pubblicato da: admin - 3 Maggio, 2011 @ 10:23 pmCome mi piace questo post di Riccardo! Appassionato, sincero, spontaneo. Di Eco lessi a suo tempo “Il nome della rosa” e lì mi sono fermata.
Questo libro (sebbene ricordi lo struggente cimitero ebraico che dà il titolo a questo romanzo ) non entrerà a far parte della mia biblioteca. Mentre vi è entrato l’ultimo delizioso lavoro di Alberto Cavanna, – un azzurro Coffee table book ” -“A piccoli colpi di remo“.
Ieri sera a casa della nostra ospitalissima Cristina, l’autore di tanti libri sul mare e sulle navi ci ha parlato affabilmente della sua vita di scrittore e della genesi dei suoi libri. E dobbiamo proprio ringraziare Riccardo che da navigante tra flutti e librerie  ha scoperto per noi un amabile e interessante autore “di bosco e di riviera”.
Lascerò spazio ai partecipanti alla serata per ulteriori ragguagli , ma inserisco due foto dell’incontro accademico scattateci da …Riccardo.
Â
Ed ecco “Il cimitero di Praga“
Di “cosa parlaâ€? Su internet trovate tanti riassunti, recensioni, critiche. Accomodatevi. All’inizio mi aveva affascinato, fino a quando cioè si parlava dei retroscena politici dei servizi segreti che stavano dietro l’impresa di Garibaldi. Ma poi … basta, per carità , vorrà dire che questa volta il blog di Mirna ospiterà un post “negativoâ€, di disapprovazione. Se Eco voleva farci sapere che ha una grande fantasia, una grande capacità di narrazione, una grande cultura (cultura = “insieme di conoscenzeâ€), che conosce la storia, che sa a memoria molte ricette di cucina, che si orienta benissimo fra certe viuzze di Parigi e molto altro, c’è riuscito. Del resto lo sapevano già , nè ci sarebbe stato bisogno di questo minestrone (e ci risiamo con le ricette di cucina!) intricatissimo, sconcertante e avvelenante. Infatti, soprattutto semplicemente orrende le teorizzazioni dell’antisemitismo, cui a suo tempo attinse lo stesso Adolf Hitler. Ma che bisogno c’era di rievocarle? Rievocarle in un tempo, il nostro, in cui l’Iran sta cercando di costruire la bomba atomica per distruggere lo Stato di Israele (ma Eco voleva vincere il Premio Strega di Teheran?); in cui quest’ultimo Stato sta usando violenza al popolo palestinese; in cui altri popoli migrano spinti dalla fame e dalle guerre cui cercano di sottrarsi, sperando di essere accolti e non respinti? E poi, tutto quel machiavellismo, quella “politica†autoreferenziale che sempre giustifica stessa in nome della … “politica stessa†(ma l’avreste mai detto? Un po’ come quando membri di un Parlamento votano la fiducia al Governo, cioè a loro stessi in quanto essi sono anche membri di quel Governo!); in cui ad altri popoli (ad esempio il nostro) vengono quotidianamente servite in tavola “interpretazioni ufficialiâ€, barzellette e giochi di prestigio al posto di verità ? Che bisogno c’era di contribuire a confonderle le idee, anziché di chiarirle? E non mi si dica, con un sorriso di indulgente commiserazione sul viso, che io “non ho capitoâ€, che “dietro c’è ben altroâ€, che in realtà si voleva stimolare una reazione “contro†e non la condivisione, etc.. Il mondo non è fatto di super intellettuali che possono capire ciò che “ovviamente†sfugge ai comuni mortali. Il mondo è’ fatto soprattutto di “gente comune†(evviva la Gente Comune!â€), la quale o legge molto, ed allora di fronte a questo libro si indigna, o legge veramente poco, ed allora di fronte questo libro si domanda “ma possibile che non vi sia del vero, che abbia ragion “luiâ€?†(“Lui†chi? Non ve lo dico. Fate un po’ voi …). Ma se la maggioranza della popolazione legge veramente “pocoâ€, allora forse c’è la speranza che questo libro proprio non rientri in quel “pocoâ€. Insomma, indignazione o scandalo. E le vendite del libro come stanno andando? Sinceramente mi auguro male. Se poi decidete ugualmente di leggerlo, paradossalmente spronati da questo giudizio, procuratevi un notes e una matita per annotare nomi, trame, etc. altrimenti vi perderete per strada†tanto è difficile riannodarne le fila … oppure, prima, leggete la trama e i commenti su internet … vi faciliteranno la comprensione … un po’ come “tradurre dal greco†con a fianco la traduzione interlineare. E comunque l’assassino non è il maggiordomo.
Riccardo
Â
Commento alla “Serata Alberto Cavanna”. Il 14 aprile era stato pubblicato il post sui piccoli colpi di remo. Ricordo, l’estate scorsa …in piedi, rivolto in avanti, a piccoli colpi di remo, lentissimi, rasento gli scogli. Il gozzo procede appena, senza increspare l’acqua, senza fare rumore … anche i remi sono silenziosi, non escono mai dall’acqua, bensì, con una rotazione, la fendono ora di piatto, ora di taglio. Trascino una lenza, alla cui estremità ho assicurato un sasso ed un pezzo di stoffa rossa. Improvvisamente avverto uno strappo. Il polpo ha afferrato l’esca. La recupero lentamente e con un ultimo scatto il polpo è adagiato sul fondo della barca. Cerca una via di scampo che non troverebbe mai. Rifletto sull’armonia dei suoi movimenti, sulla ingenuità dei suoi tentativi … lo afferro e … lo getto in acqua. E’ la prima volta che lo faccio. Proseguo, a piccoli colpi di remo. Senza la lenza.
Alberto -che non conoscevamo personalmente- è arrivato tra noi come un vecchio amico. Sì, perchè si è proprio presentato salutando come un amico di vecchia data! Ha poi detto che dai post, dai commenti e dallo scambio di mail con qualcuno di noi aveva “annusato” l’atmosfera giusta e capito che tra noi si sarebbe trovato bene. E’ la prima volta che avvicino uno scrittore e mi trovo così a mio agio, senza il benchè minimo problema di comunicazione.
Ringrazio dunque anch’io Alberto Cavanna per essere venuto dalla sua Liguria, terra da molti di noi amatissima, quassù a Trento a farci trascorrere una così bella serata, densa di richiami al mare, alla storia, alle avventure, alle sue invenzioni letterarie, alle sue stesse vicende biografiche, a mille elementi che si sono intrecciati nel suo parlare e nel nostro intervenire.
Sono davvero contenta e ringrazio, in ordine di tempo, Mirna per aver dato intelligente avvio a questa avventura col suo blog e Cristina che ci apre sempre la sua bella casa con squisita ospitalità !
E’strano vedere dentro il post dedicato al grandissimo roditore di antichi incunaboli (forse ora solo gran navigatore in internet, a grossi colpi di remo) e parlo del professore Umberto Eco , grande e importante intellettuale , sapiente e brillante scrittore di testi intellettual-gotico-socio filosofici e chi più ne ha ecc., è’ strano- dicevo- trovare la lieve e assolata , schiumante di mare, barca che si muove a piccoli colpi di remo. Senza lenza- e questa frase piccola mi è molto piaciuta. E’ un piccolo poema letta nel contesto. Ed ecco due uomini ,due scrittori, tanto diversi tra loro messi assieme proprio da Riccardo. E’ strano vi dico. Io non ho potuto partecipare alla bella serata con Alberto Cavanna ma potendolo fare e potendo – ipotesi di pura immaginazione-, scegliere tra un incontro con il professor U.Eco e lo scrittore Cavanna avrei scelto questo ultimo. Perchè chi ha bisogno di montagne di libri e di storie antiche per raccontarci una storia , quale che sia il risultato, non è certamente interessato ai viventi. Tanto meno a quelli semplici e tranquilli e amabili e attenti e, anche, sinceramente entusiasti come siete voi tutti e come mi sento anch’io. Sono contenta che la serata sia stata bella e le parole di Maria Teresa sono del tutto esaurienti. Bello.
Carissimi amici, quanta emozione l’altra sera! Alberto Cavanna ci ha donato la sua generosità , simpatia e la sua grande serenità . Ascoltandolo mentre parlava tutti ci siamo ritrovati con lui in mare aperto, abbiamo navigato a piccoli colpi di remo, abbiamo sentito l’aria salmastra e il richiamo dell’acqua. Grazie Alberto per la gioia che ci hai donato, grazie a Riccardo e a MTK che si sono così prodigati per la riuscita della serata. Grazie a tutti per la partecipazione così sentita, così spontanea e densa di generosità . Queste serate hanno l’enorme pregio di farci sentire tutti uniti e, tramite il fantastico Blog di Mirna, rendere partecipi altri amici, condividere con loro interessi, sensazioni e momenti di assoluta bellezza.
Avevo promesso che sarei stata per qualche giorno lontana dalla mia adorata tastiera, per riposarmi. Confesso: non ho mantenuto la promessa! Questa mattina ho suonato per me soltanto l’Andante di Mozart, brano dolcissimo che mi riempie sempre di emozioni e nostalgia. Mi sono commossa e ho pensato che anche suonando, stavo procedendo a “piccoli colpi di remo”!!
Un abbraccio a tutti Cris.
@Miki
Sorry, su “stretto dal ruggito di leone vicino Gibilterra” non ricordo nulla. Ho anche cercato in internet, ma inutilmente.
INCOLLO UN ALTRO APPREZZAMENTO DELLA SERATA CULTURALE TRASCORSA INSIEME AD ALBERTO CAVANNA
A Riccardo
Oggetto: BELLISSIMA SERATA
SCUSA IL RITARDO, MA VOLEVO RINGRAZIARTI PER LA BELLISSIMA SERATA DI LUNEDì CON CAVANNA, è STATO BELLISSIMO POTERLO CONOSCERE. AFFASCINANTE SIA COME SCRIVE CHE COME PARLA. UN SALUTO A TE E ALLA SPOSA
DANIELA E LUIGI
Sai Riccardo, non sei il primo che non ha amato l’ultimo romanzo di Eco. Io l’ho regalato ad uno zio avido lettore e non è riuscito nemmeno ad arrivare alla metà …E concordo con Camilla, avrei preferito incontrare anche io il mitico, simpatico, versatile ed intelligente scrittore Alberto Cavanna che da quello che raccontate è una persona deliziosa e per nulla ” piena di sè”. Comprerò sicuramente un libro di Alberto… Buon weekend a tutti…
Carissimi tutti, ormai mi sento quasi una div oi… se permettete.
A Mirna avevo detto che stavo leggendo Il Cimitero di Praga… e che ero un po’ perplessa.
Questo commento di Riccardo… mi ha confortata… dicevo…mah … forse sono io che non capisco…
il fatto e’ che con il Cimitero di Praga… titolo che mi aveva attirate… cercavo ‘sto cimitero… ma ahimè, fino alle ultime pagine, non si e’ proprio palesato.
In effetti tutto il libro iniziando dal’invasione dei Mille in Sicilia, si snoda con molte voli pindarici di ritorno in Italia e poi… fuggisco a Parigi, il protagonista… anzi i due protagonisti… che non sono certo delle perfone di specchiata onesta’… anche se uno … o tutti e due.. non si e’ capito molto … vesta abiti talari…
Insomma mi associo a riccardo nel dire che non mi e’ piaciuto… ho fatto fatica ad arrivare in fondo e poi la fine… sinceramente ancora non l’ho leta….
Mi consola il fatto che il libro non l’ho comperato. Avendomi regalato i miei figli un ‘attrezza’ elettronico sul quale si possono caricare e leggere i libri… ho subito approfittato …. almeno quello…
tonero’ con il mio commento sull’ultimo di Wilbur Smith, che ahimè … ha riscosso piu’ o meno lo stesso successo… almeno per me… troppo di tutto, troppo amore, troppa violenza, troppa ricchezza, troppo, troppo, troppo
SUGGERISCO PER QUESTO WEEK END LA DELIZIOSA LETTURA DI UN LIBRO “SCRITTO” OGGI DA RICCARDO
Viaggio in Italia
Goethe? Schiller? O altri ancora?
Edizioni RL
La trama. Maria Teresa e Riccardo, una giovane coppia di quarantenni (quarant’anni di matrimonio, per essere precisi) decide di fare un viaggio in Italia, anzi un viaggetto. Parte da Trento in macchina, bici sul tetto. Si reca a Caldaro paese. Scende da Caldaro a Bolzano in bicicletta, lungo la ciclabile ricavata nell’ex sede ferroviaria (cfr. locomotiva a vapore in bella mostra a Caldaro). Lei prosegue pedalando sino in centro città . Lui risale in bici sino a Caldaro, prende l’auto e la raggiunge alla Stazione ferroviaria di Bolzano. Lei ha appena avuto una mezzorata di tempo, troppo poco per “fare danniâ€, cioè per fare acquisti. Bene, pensa lui, per questo pedalava così forte, in salita … Indi i due vanno a pranzo … dove? A Caldaro paese, ovviamente!. E qui comincia il bello.
Casualmente si recano nella trattoria Fledermaus, il Pipistrello (Signori Gestori, mettete su il disco “Il Pipistrello†di Strauss, diamine!) e scoprono che, a dispetto del nome della trattoria e della località (siamo in Sud Tyrol), il gestore Angelo Campofiorito è siciliano, di Palermo, anzi, di Sferracavallo (ed è parente del titolare del Ristorante Il Delfino a Sferracavallo, mangiare pesce per credere!), ha studiato in Germania, abita a San Michele all’Adige ed ha sposato Linda, una bella giovane moglie russa. Lei, bionda? No, direi un bel tipo mediterraneo, bruna. Lui niuro niuro? No, bruno/castano, direi quasi nordico. Insomma, insieme fanno una bella ed elegante coppia giovane. Viva la gioventù!
I nostri due parlano con Angelo (trilingue: italiano, tedesco e siciliano come lingue madri), il discorso cade su Camilleri, gli segnalano il loro blog http://www.trentoblogcommunity.com/unlibroalgiorno. Angelo preferisce Sciascia (i due concordano, ovviamente!). E poi Angelo prosegue: della Sicilia, preferisce la descrizione di Shiller piuttosto che quella di Goethe. Voi che ne dite?
Consumato un ottimo pranzo, i due si accomiatano, ripromettendosi di tornare, pre telefonando, per far preparare ad Angelo spaghetti al niuru da siccia e pesce alla siciliana (sic) e per riprendere il discorso su Goethe/Schiller e Sciascia/Camilleri.
L’indirizzo del Pipistrello? eccolo: Via dell’Oro 23 Goldgasse – I 39052 Caldaro/Kaltern. Tel. 0471 964296 – a.campofiorito@libero.it
Quando uscirà in libreria questo racconto? Ancora non si sa …
Riccardo
Un’altra stanza della musica
Forse sarebbe meglio di scrivere sotto il precedente, ma… Scrivo da Ithaca, New York, dove stasera Stefania ha suonato il concerto n. 2 di Beethoven, sotto la direzione di Leon Fleisher. La notte è stata bellissima: lo spettacolo è avvenuto a Bailey Hall, una sala di 1,600 posti, rinnovata da quattro anni. Qui la primavera è arrivata, dopo tante settimane insolite della nevica, e dell’attesa. Gli alberi sono in fiore. Fleisher, Stefania dice, sembra a lei “il custode delle mani storiche,” e, di più pertinenza per questa settimana delle prove, un collega piacevole chi ascolta bene. Egli cammina attraversa il palco coi passi piccoli. È commovente di vederlo.
Se avete mai sentito la sua esecuzione al pianoforte—ah! hanno deciso per i pianoforti moderni—che dovrei dire? Lei ha un tocco pieno della grazia, di buon umore, della pazienza, e del giudizio e varietà . Nel movimento secondo, in particolare, ci sono stati tanti momenti della magia. Spesso quando sto ascoltando di lei, mi sento le figure della commedia in piena vista, realizzate nella musica. È un regalo tremendo per noi ascoltatori di creare i casi per sentire bene. Grazie mille, Stefania.
L’ultima cosa: mi sento la voce della sorella mia, Wendy, à Toronto: “Come si è vestita?” Una gonna lunga, nera, e di setà ; la camicia nera—lei stessa dice, “avec paillettes.” Molto elegante.
Che caro Gary che mi ha descritto , ancor prima di Stefania, il concerto di ieri. Grazie.
Provo per Gary stima, simpatia ed affetto come una mamma e tale mi sono sentita , sebbene la sua adorata madre fosse ancora in vita, quando lo incontrai per la prima volta negli States.
Ed insieme noi tre :lui, Stefy ed io abbiamo visssuto momenti gioiosi a mangiare sul lago, a gustare un brunch, guardare fillm in tv e parlare di letteratura ed arte.
Per oggi, caro Gary, anche se da lontano voglio farti sentire che hai un po’ di “mamma” in me per te.
Un abbraccio.
Sul pianoforte (ah! moderno, Stefania suona: il suo tocco è pieno di grazia,- ci racconta Gary -di buon umore- e questo è raro tocco, e ancora di pazienza,- una parola magnifica e piena di significati nobili,e ancora di giudizio e varietà . E momenti di magia che con un rito apotropaico fa sorgere le figure stesse della commedia, in piena vista, realizzate nella musica. Insomma , gentile Gary, un animo poetico e fervido, per descrivere la pianista, tale da aver suscitato anche in me tanta ammirazione per Stefania e tanta simpatia , oltre che ammirazione, per il suo cantore. E immagino così bene la Wendy,con la sua elegante camicetta nera avec paillettes. Insomma mi hai fatta sorridere con sentimento: quel tipo di sentimento fatto di cose belle, un sentimento elegante, avec paillettes.Grazie a te. Spero che qualche volta scriverai, talmente bene dici le cose, che me le godo anch’io .
Che bello avere Mirna e Stefania come amiche! E quando si è insieme, magari subito dopo un appaluditissimo concerto di Stefania, poter dire, indicandole, “Sapete, io sono loro amico!”. Stefania. La delicatezza del tocco pianistico, la cultura non solo musicale, l’amore per i suoi fortepiani, l’ammirevole modestia quasi per non metter in imbarazzo gli ignorantoni come me … insomma, tanta, tanta classe, stile, equilibrio e simpatia.
Dovremmo impedirne l’ “esportazione” e tenerla tutta per noi …
Talvolta l’ho ascoltata “accompagnare” una soprano … almeno così recitava il programma di sala. Dentro di me ho avverrttito un moto di ribellione: è la soprano che accompagnava Stefania, perbacco!
When are you coming back to Italy, Stefy?
RENATA di Recco mi telefona per fare i complimenti a Riccardo per l’acuta critica a Il cimitero di Praga.
Anche lei, come Brunella, non è riuscita a finirne la lettura, mentre di Eco gradisce sempre “Le bustine di Minerva” dell’Espresso.
Una parolina quasi serale da Ithaca. Sono qui le 18.50 e il sole si tinge di un giallo miele. Pur non potendo intervenire sulla lettura di questa volta, mi sentivo di ringraziare Riccardo per il post e per i complimenti (torno a meta’ giugno!) e naturalmente Gary per il resoconto in anteprima che ha reso magica la mia performance. E’ stata un’esperienza toccante poter lavorare con un musicista che rappresenta, come ha detto un amico, un pezzo importante di storia del pianoforte. Un privilegio, indubbiamente. E Beethoven poi ci ha messo del suo… Un caro saluto a tutti!!!
Vorrei anch’io dire quanto , nel mio modestissimo sistemino, io abbia sempre apprezzato il grande Umberto Eco. E’ uno dei maggiori veri intellettuali italiani, e non solo, come semiologo, e “grande trasmettitore” di sapere .Solo nella sua veste di romanziere, pure dotatissimo di trame e scorribande nella storia antica o nella filosofia e nella scienza, non sono mai riuscita a “godermelo”. Troppo colto, troppo, troppo. Ma credo che la mancanza sia in me oltre che in un fatto di esigenze da lettrice, nel senso più del gusto personale che letterario. I libri di Eco , comunque, non sono di facile lettura per me. Quindi preferisco leggere i suoi saggi, dove si scopre sempre qualcosa di importante. Forse nei confronti dei suoi romanzi, che ultimamente non provo neppure a prendere in mano, forse è un po’, per me, come la volpe e l’uva.