IL CASO MAURIZIUS, di Jakob Wasserman
pubblicato da: admin - 30 Marzo, 2011 @ 8:44 am Un libro scelto e commentato da un uomo, il nostro Riccardo. Interessante la linea dei colori che sottolineano questa lettura.
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Wassermann. scrittore tedesco vissuto a cavallo dell’800 e del 900. Ho acquistato il libro pensando fosse un giallo.
 In realtà è anche un giallo, ma i colori prevalenti sono altri. Il rosa sfumato di un racconto d’amore che, se estrapolato, potrebbe essere quasi un romanzo rosa appunto ma che – non abbiate paura – non inquina gli altri colori. Il rosso della passione giovanile per la verità di un ragazzo che la ricerca a qualunque costo; il nero dell’autoritarismo del nobile Procuratore Generale tedesco, padre del “protagonista di fattoâ€; il grigio di una pretesa “eminenza grigia†a metà fra il politico, il filosofo, il faccendiere, l’amatore, una sorta di Sgarbi ante litteram; il vuoto di colore delle prigioni tedesche dell’epoca … il verde della speranza di un padre che crede nell’innocenza del figlio … Molta introspezione, forse troppa per un lettore come me, avido di sapere “come va a finireâ€. Per certi aspetti “manzoniana†nel senso che i protagonisti, sia pure titolari di nomi difficili da ricordare, li ricordate benissimo, pagina dopo pagina, per via di come sono analizzati dall’interno.
 Romanzo d’introspezione, dunque, soprattutto maschile (si, maschile, una volta tanto, in questo blog soprattutto al femminile!), introspezione profonda, cruda ma vera. Sono 500 pagine da leggere “a piccole dosiâ€. Scrive Henry Miller: “Ho meditato sul caso Maurizius più che su qualsiasi altro libro … La giustizia, separata dall’amore, diviene vendetta: Wassermann sviluppa il tema fino ad un livello da dargli la grandiosità di una tragedia grecaâ€. Altri scrive:â€Romanzo giallo e di formazione, romanzo filosofico e romanzo d’amore, Il caso Maurizius rappresenta una delle più appassionate denunce dell’ingiustizia e della crudeltà borghesi che il secolo scorso ci abbia lasciatoâ€.
Buona lettura!
Riccardo
Non mi ricordo niente di questo caso Maurizius!! dimmi qualcosa di tramaccioso . I colori sono bellissimi ma non mi raccontano niente caro Riccardo. forza , raccontaci per sommi capi la trama.
Sono le 6 e 20 di giovedì mattina. Sto per andare a Riva a navigare (a vela, naturalmente), ma prima…
…lui la sposa ma la tradisce con la cognata, o quasi. Fra i due si interpone “Sgarbi” … lei viene “sparata” e il marito va in prigione, “grazie” alla testimonianza di “Sgarbi”. Il padre del condannato insiste: “E’ innocente” e cerca di arrivare al Procuratore Generale tramite il figlio sedicenne del procuratore stesso (il vero protagonostanista, a mio avviso), il quale “scappa” di casa e si mette alla ricerca dello “Sgarbi” , nel frattempo sparito dalla circolazione, lo trova e …. Nel frattempo allo stesso Procuratore Generale sorge qualche dubbio e si reca in carcere per lunghissimi colloqui con il condannato che sta quasi terminando il primo ventennio della condanna …
Tutto questo però viene descritto “a ritroso”, iniziando dall’analisi impietosa della personalità del Procuratore Generale, della pìetas del padre del condannato, dal desiderio di verità e giustizia del ragazzo, dall'”egò” greco dello “Sgarbi” … (“io, io, io, io, tanto gli altri non contano …”).
Insomma, la trama non è niente di speciale in sè e per sè, è solo una “scusa” per le analisi dei personaggi, del tempo e dei tempi in cui essi si muovono …
Del resto anche le trame delle tragedie greche sono molto più scontate di una “trama Camilleri”, eppure suscitano pathos e ci fanno entrare, più che nei personaggi di allora, nei tempi di allora. E comunque sono una testimonianza della cultura e della sensibilità dei tempi. Come Il caso Maurizius.
Mi sono ricordata qualcosa del romanzo: forse i padri padroni, così come fino a 50 anni fa’, tendono a sparire. Certo che ne hanno fatto del male. Ho ricordato tra l’altro, la letttera al padre di Kafka. E ho ricordato che io stessa a 17 anni me ne andai di casa , e oggi credo, più che per un grande amore, che a quell’età è una forma di malattia tipo morbillo, brutta ma passeggera, per scappare da un padre padrone, del resto amatissimo. E mai mi sono pentita di quella fuga.Anche se oggi capisco che lui era figlio del suo tempo e che io ero figlia, precoce e determinata, del mio. Tutto bene.
qualcuno ha i padri e qualcuno ha…. le madri… a ognuno il suo!
E’ il potere, bellezza!
Il padre nel libro è “Procuratore Generale, nobile, in Germania, all’inzio del ‘900”. Ed allora, cosa pretendevate? Però anche qui da noi c’è stata una bella evoluzione, non vi pare? Da paese agricolo (il “capoccia” toscano; il “don” meridionale, il maso chiuso in Alto Adige …che però persiste, o no? Etc.) siamo diventati paese industriale, in poco tempo. Dall’analfabetismo ci siamo liberati mica tanti anni fa … come pure del delitto d’onore; e che dire di “il marito è il capo della famiglia”? Anche questo è superato da non molto … ed allora? L’evoluzione culturale e scientifica ha interessato tutti i campi. Solo che ora che siamo “tesi”, cioè che abbiamo la pancia (e la testa) piena (anche troppo) di tutto, cibo e sapere, notiamo una tendenza regressiva … saranno i corsi ed i ricorsi della storia … Historia che dovrebbe essere Magistra vitae ma che poi noi tanto “mariniamo” questa scuola … per andare dietro al guru di turno, ghe pensi mi, tanto ci pensa lui e noi facciamo meno fatica … tutti al mare!
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