BIGLIETTI DEL MATTINO, di Guido Piovene

pubblicato da: admin - 14 Gennaio, 2011 @ 9:01 pm

scansione0008Nella nostra bella e fornita Biblioteca di Trento trovo un libretto particolare. Guardo di che cosa si tratta e mi interessa il fatto che ci siano  articoli per il quotidiano “L’Ambrosiano” pubblicati  negli anni ’30. 

Ho letto poco e  nulla di Piovene, poi capisco perchè. Per ora sono intrigata dal fatto che questi commenti siano sotto forma di lettere indirizzate  a una immaginaria signora di Amburgo nelle quali Piovene dà notizie per lo più sarcastiche degli ambienti culturali milanesi,  parla dei  libri letti, degli amici o dei circoli letterari  frequentati come il caffè “Theobroma”.

Mi ricordo alcune sue foto prima della sua morte nel 1974:  un signore dalla faccia larga e dai baffi come portava mio padre. A me conosciuto soprattutto per il romanzo “Confessioni di una novizia” e  per “Viaggio in Italia .

Purtoppo rammento che scrisse un libello antisemita che gli costò l’amicizia con Colorni.  Sebbene sembra che partecipò alle ultime fasi della  lotta partigiana, mi rimane un po’ di perplessità nei suoi riguardi. E’ il solito discorso: possiamo scindere  lo scrittore dalla persona? Ma nella mia Antologia non c’è nessun accenno alle sue simpatie politiche. E forse è giusto così. Occorre conoscere, criticare soltanto lo scrittore, l’artista?

Comunque questi “Biglietti del mattino” sono deliziosi e scritti in una prosa limpida e scorrevole.

Ce li presenta Enzo Bettiza che riconosce nel giovanissimo  irriverente Piovene, fresco di intensi studi filosofici un enfant terrible .  I suoi “mattinali di servizio” sono ironici, umorali, spesso maldicenti. Il suo innato talento lo fa sentire sicuro di sè, lo fa diventare briosamente supponente.  Si sente in cattedra, appoggiato da “L’Ambrosiano” per cui si permette critiche velenose anche verso i grandi scrittori dell’inizio del Novecento.

La destinataria delle sue lettere è un’ipotetica Edwige Salomon  alla quale si rivolge dapprima con reverenza per  poi giungere ad una più intima conoscenza

Gentile Signora, le piacciono le poesie? Sebbene io non scriva versi che per ischerzo, ed abbia sempre il vago sospetto che le poesie nascano per un capriccio del tipografo, che si diverte a tagliar gli scritti a fettoline, onoro i versi e brevi e lunghi, e chiari ed oscuri, con lo stesso ossequio con cui Don Giovanni onora le donne di tutta la specie.”

E poi giù a criticare la poesia ermetica  di Ungaretti ” E infatti, Edvige, apro ora l’ultimo numero dell’Italia Letteraria, ed in coda d’una poesia d’Ungaretti tutta ombra e veli e chiaroscuri leonardeschi, tra cui il povero critico suda a scorgere un corpo, leggo questa invocazione alla morte ” Della grandezza umana / Atleta senza sonno…/…Valeva la pena destreggiarsi fra tante raffinatissime ombre o, com’essi dicono, frasi “squisitamente allusive”, per poi concretandosi uscire al sole con una simile statua di gesso? No, no, Edvige: retorica vale retorica: e finchè retori saremo, vedremo sempre fra tante madreperlacee evanescenze e acquatili sfumature riflettersi l’ombra dell’Arco di Genova dell’architetto Piacentini…”

Ah, potenza della gioventù talentuosa e presuntuosa!  Enfant terrible! A onor del vero poi Guido Piovene riconoscerà la grandezza di tanti artisti criticati negativamente in questi suoi “biglietti”.

Ma il Guido Piovene da leggere o rileggere è senz’altro quello de “Il viaggio in Italia“ che non è soltanto una raccolta di impressioni di viaggio, ma una sorta di itinerario spirituale tradotto in una limpidissima e ammirevole prosa.

Ricopio da “La parte più dolce del Veneto

“Questa piccola parte della terra è per me veramente il grembo materno. Trascorrevo le notti su quel pezzo di strada negli anni in cui la solitudine era ancora un piacere. Il mio pensiero era la luna, splendente, rara come non l’ho più vista dopo; balzavo, volavo con essa; candida quand’era in alto; o verdastra, rossastra, quando tramontava sul piano. Mi pareva allora di avere sotto di me gli spazi eterei, un baratro vorticoso che mi trascinava seco di là dall’orizzonte con quella faccia rilucente. Era un farnetico lunare che mi ritorna come in sogno.”

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  1. DONATELLA mi scrive:
    “Mi fa stragrande piacere la tua decisione di continuare a tenere il blog anche se non con cadenza giornaliera, cosa che ti darà sicuramente più ampio respiro. In questo anno hai veramente dato molto a tutti noi e di questo ti sono grata.”