LE ONDE, e il ritmo del mare
pubblicato da: admin - 8 Gennaio, 2011 @ 8:13 pmPenso all’acqua e al suo fluire. La nominiamo spesso parlando di libri e della nostra vita. Anche Virginia Woolf ha intessuto un romanzo intorno al mare portandoci a St. Ives, luogo delle vacanze dell’infanzia e paesaggio introiettato nella sua poetica da cui partire per raggiungere il faro, in cui fermarsi per sentire il rumore del mare che fugge e ritorna in modo ritmico.
Anche la vita è  come l’acqua che scorre, ma non è sempre uguale. Tutto è mutevole: il fluido e il  solido, basta soltanto un cambiamento della luce dei vari momenti del giorno per ritrovarci in mille attimi e percezioni diversi. Come nelle diverse cattedrali di Rouen dipinte da Monet.
E’ poesia in prosa questo romanzo del 1931, quasi un contrappunto per sei voci soliste, Bernard, Rhoda, Jinny, Susan, Neville, Louis che inquisiscono, parlano tra sè sulla vita, la passione, la morte. Gli elementi ispiratori furono i suoi amici: da Ethel, Vita Duncan a sua sorella Vanessa che le fecero vivere un’estate agitata durante la quale ebbe anche un malore fortissimo, un “breve incontro con la morte” come lo definisce lei.
Vuole dunque terminare The Waves per riepilogare “la nostra situazione. Una mappa del mondo.” Riesce a lavorare in modo regolare. Pur passando un momento di disistima come scrittrice scrive nel suo diario “sono sempre più soddisfatta della libertà di movimento, dell’autonomia, della possibilità di mangiare la mia cena a qualsiasi tavolo dopo averla preparata. Questo ritmo (dico che sto scrivendo The Waves secondo un ritmo, non secondo un intreccio) è in armonia con quello dei pittori. Tranquillità , trascuratezza, felicità sono quindi tutte assicurate.”
Il romanzo è diviso in nove parti, nove soliloqui tra cui l’ultimo, quello di Bernard sembra compendiare tutte le altre voci. Nonostante Virginia nel suo diario abbia accennato a un ritmo tranquillo di lavoro nella stesura di questo lavoro appaiono a fasi alterne i dubbi, la fatica, la febbre, lo sconforto. La coinvolge particolarmente il soliloquio di Bernard che vuole “svolgere in modo da spezzare la prosa, scavarla in profondità , farla muovere -sì, lo giuro – come non si è mai mossa finora; dalla risatina, dal balbettio, alla rapsodia…”
Che emozione leggere i pensieri della creatrice-scrittrice  che come creta prende tra le sue “mani” le parole e i sentimenti e ci dona un capolavoro!
E il momento creativo è sempre sofferenza per l’artista, ma attraverso illuminazioni, squarci, catarsi essa  riesce alfine ad esprimere la propria esaltante ed appassionante intuizione.
Sembrano qui confluire tutti i motivi della sua poetica: la lettura, frantumata in ritorni tematici, il paesaggio amato nella sua mutabilità fissa attraverso l’eterno risorgere del sole che determina variazioni gioiose e dolorose di intermittenza tra luce ed ombra; e soprattutto la “condanna” dell’ascolto delle sue “voci” interiori che la torturano nel profondo ma che a noi ci giungono ricche e poliedriche con echi femminuili, maschili , di poesia  e di follia.
E la sua luce, le sue illuminazioni che sgorgano dall’ombra, sono momenti intensi in cui, insieme a lei, anche noi Lettori riusciamo sia a scorgere l’essenza della vita  sia ad abbracciare con la sua parola l’estensione lirica dell’essere: Il “momento d’essere”. Moments of being.
Mare, onde, ritmo.
Anche noi siamo Onde che nasciamo e torniamo nell’indistinto Mare. Nostro padre, come scrive Montale parlando di Esterina? Nostra madre perchè ci dà la vita? Nostro Tutto?
Onde, mareggiata … da ragazzini, a Genova, sempre “in” (letteralmente!) mare, con qualsiasi “mare” (cioè “condizione di mare agitato”. Oggi c’è mare significava oggi il mare è agitato). Onde alte anche due, tre metri, risacca forte .. mai nessuno di noi si è fatto male. Scrutavamo attenti l’arrivo delle onde più grandi, ogni volta ci tuffavamo nel loro nero cavo, ogni volta ci lasciavamo trasportare sino a terra, ogni volta ci rialzavamo per ricominciare, mai impauriti, mai sconfitti, mai stanchi, mai appagati, se non a sera, a casa, nel nostro letto. E così è stata la Vita, almeno per me. Onde. Ecco qui il loro ricordo:
Mareggiata in Liguria
Lo sguardo
assapora il respiro di sale
e ascolta l’orchestra di luci
dai mille strumenti trapunti
di candide spume di smalto
frangenti.
Il vento
dall’alto
scolpisce, colora, accarezza
la forza del Mare
rallenta improvviso l’ebbrezza
e rapisce
al Suo tempestivo orchestrare
il tuo sentimento.
La ghiaia
lucente d’un velo d’opale
percuote in crescendo i tamburi
ritratta dall’onda
che sale
imponente
con liquidi muri.
L’onda
la figlia dei venti
sorella del tuono
frantuma i colori silenti
preziosa marea
cosparge con furia
di perle lucenti
rocciosa platea
di Terra Liguria.
Riccardo
Le poesie sono come le ciliegie! Una tira l’altra. E per chi ama “poetare” ci sono sempre versi dedicati al mare. Siete invitati anche voi a scriverne.
Ecco ora i miei:
APPUNTI MARINI
Immobile nell’azzurritÃ
di una giovane estate
credevo di essere eterna.
Scivolavano intanto
soltanto per me
vele d’argento polveroso
là , all’orizzonte
disegnato dal sole
e, senza suoni, cerchiavano
come compassi
il mio attimo divino.
Verdi e blu i ciottoli di vetro
frusciavano ai miei piedi
mentre inquieta l’anima
sembrava risvegliarsi
e accendersi nel quieto
ritmo della marea.
Mirna
Non poesia ma prosa, un breve commento ad una scrittrice che io considero un “genio”, un unicum nella storia letteraria, una meteora preziosa che nella sua breve corsa ha lasciato cadere frammenti di una luminosita’ abbagliante. “To the Lighthouse”, “Mrs. Dalloway”, “The Waves” ecc., tutti capisaldi dell’estetica modernista, non nel senso piu’ maschile dello “sperimentare” intellettualmente, ma in quello femminile – sottovoce – dell’integrazione quasi inosservata fra sfera intellettuale ed emotiva. Un miracolo artistico che pochi hanno attuato.
Complimenti ai poeti marini!