DONNA AL PIANO, e la musica della vita

pubblicato da: admin - 29 Dicembre, 2010 @ 9:12 pm

Catherine MacKenna è  innanzitutto una musicista . Poi di lei si può dire che è irlandese, che ha lasciato la famiglia troppo repressiva nel loro bigotto cattolicesimo, che ha avuto da poco una bambina da un uomo che ha dovuto abbandonare perchè alcolizzato violento. E che è depressa.

Ma Catherine è una musicista, una compositrice e tutta la sua vita, dalle gioie, al dolore ed ora nella depressione,  ha un ritmo.

 Credo che per commentare  al meglio questo romanzo di Bernard Mac Laverty, finalista al Booker Prize 1997, ci vorrebbe una musicista  (Stefania? Cristina?) perchè  così la sua “conquista” sarebbe totale.

Che piacere comunque, anche per me, sentire parlare di musicisti, opere, strumenti. Leggere  di Vivaldi, che pur essendo sacerdote, nella Venezia del Settecento, non disse mai la messa. A lui bastava la musica e mise in piedi un’orchestra di orfanelle, tutte vestite di bianco, che diventarono la migliore orchestra di Europa.

 Un esperimento meraviglioso simile  a El Sistema adottato ora in Venezuela

Bernard Mac Laverty ci porta aventi e indietro nella vita di Catherine. Inizia quando lei parte da Glasgow dove abita con la figlioletta Anna di poco più di un anno, per tornare a Belfast, la sua città natale, per il funerale del padre.

Catherine è depressa, ha avuto un periodo difficile nell’accettare la presenza costante della piccolina mentre tenta di rimanere a galla grazie alla musica, ha abbandonato l’isola dove viveva con  il padre della bimba, deve riallacciare un rapporto profondo ma difficile con la madre che ancora non sa della bambina.

Tutto ciò che rivive in ricordi, ossessioni, depressione, timori è scandito da un suo ritmo interiore che verrà esplicitato  con una matita n.3 su pentagrammi. Talvolta è terrorizzata dai cattivi pensieri di astio verso la bambina che la limita e che la costringe a ripetere giorno dopo giorno le stesse azioni, come nelle Vessazioni  di Eric Satie, pezzo per pianoforte che dovrebbe  essere suonato 840 volte consecutivamente.(!)

Ma la depressione post partum e la sua crisi esistenziale si risolveranno. Bellissimo l’incontro a Belfast, dopo il funerale del padre, con la sua antica insegnante di pianoforte che ha sempre riconosciuto in lei un grande talento.  Si legge con estremo piacere la loro deliziosa conversazione.  Catherine spiega alla signorina Bingham che vorrebe comporre semplici pezzi musicali, come fossero  degli haiku dedicati ai dipinti di Vermeer e alle sue donne rinchiuse nelle stanze. Un suono come un colore. Le anticipa il desiderio di comporre un’opera per  “Trombettisti e trombonieri”.

Il rapporto con la madre lentamente si risolve nel ripensare al parto che  rivive e rielabora  durante il  viaggio di ritorno dalla sua bambina. Comprende quindi la meraviglia della creazione e della procreazione della vita.

Sente che il ritmo della vita di una donna è sincronizzato con la luna e la luna è sincronizzata  col mare, dunque la donna è sincronizzata con la marea.

E la  Suite che sta terminando su commissione  per un evento importante è nata durante una passeggiata con la piccola Anna lungo la spiaggia dell’isola. La sua opera si chiama “Veronica” come la medaglia dei Pellegrini medievali di Chaucer che andavano verso Canterbury.

Insomma un romanzo pieno di religiosità, di conflitti d’amore e soprattutto di creatività: la creatività artistica, ma anche la procreazione.

Mi rimane un po’ di rimpianto di non essere musicista. Avrei apprezzato molto di più questo romanzo in cui il suo ritmo d’urgenza”, le sue citazioni, i suoi rimandi avrebbero completato il mio pacere di Lettrice.

Eppure per alcuni anni ho seguito lezione di ipianoforte – “Ha delle manine delicate” diceva il mio Maestro a mia madre -  ( ma non sono quelle che servono – occorrono mani forti e larghe). Evidentemente il Talento di mio marito e di mia figlia non mi ha raggiunto  per…osmosi!

Ma chissà! La vita comincia dopo i 60…potrei anche mettermi a imparare nuovamente a suonare, visto che in casa ci sono due pianoforti!

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  1. Comincio con: imparare uno strumento non ha età…
    La trama di questo libro “suona” avvincente proprio perchè la musica è mescolata nella vita della protagonista e ne detta spesso (e assieme scaturisce da) le esperienze. Con piacere ho ascoltato gli occasionali commenti di mamma assorta nella lettura, commenti riguardanti brani musicali, autori, curiosità. Mi sono fatta l’idea che, come Banville infarcisce il suo “Eclisse” con citazioni letterarie, anche qui il livello di lettura si approfondirebbe con la conoscenza del retroscena culturale. Ma come sappiamo l’arte in tutte le sue manifestazioni può essere colta a vari livelli e se un musicista potrebbe cogliere tutto (o quasi) di questo romanzo, l’appassionato può certamente goderne i contorni e l’atmosfera, e il messaggio centrale, che le citazioni solamente amplificano.

  2. good choice of colors on your blog. I enjoyed reading it!