JUDE THE OBSCURE, di Thomas Hardy
pubblicato da: admin - 19 Dicembre, 2010 @ 8:25 pmFinalmente ieri sera, a letto, apro un libro del “vero” Banville ( come dice Camilla), “Eclisse”. Mi immergo nel suo racconto che già mi appare doppio, triplo nella sua ricchezza di suggestioni, sogni, realtà e visioni. Ve ne parlerò quando l’avrò finito di leggere. E dopo alcune pagine, solo dopo alcune ripeto, leggo che in sogno il protagonista sale una collina e dalla cima di essa guarda verso il basso una città …quest’immagine io da Lettrice patologica l’ho già introiettata, cioè fa parte del mio vissuto letterario, della mia vita parallela. Mi appare dunque Jude, il ragazzo povero della contea di Wessex ( antico nome del Dorset dove nacque Thomas Hardy) quando un giorno,verso il tramonto, va alla ricerca della città di Christminster, sua città ideale e sua speranza per riscattarsi da una vita dura di lavoro nei campi. E’ appena stato licenziato perchè¨ non è deciso nello scacciare i corvi dai campi coltivati. La zia, presso cui abita, è¨ insofferente nei suoi riguardi.
Lui vuole vedere Christminster. Chiede informazioni, si allontana dal suo villaggio e cammina, cammina.
” A qualche distanza dall’estremo limite dell’orizzonte brillavano dei punti luminosi come topazi. L’atmosfera si fece più trasparente e i punti di topazio si rivelarono guglie, finestre, tetti spiventi,chiazze luminose dei campanili, cupole, cornicioni e altri contorni svariati e appena percettibili. Senza dubbio era Christminster; vista o forse immaginata in quell’atmosfera eccezionale.”
Anche Banville avrà certamente letto Jude l’oscuro, oppure l’immagine delli scorgere dall’alto di un crinale  una città sognata, ideale e forse salvezza delle proprie miserie fa parte del nostro inconscio collettivo.
Thomas Hardy pubblicò questa sua ultima opera nel 1895. E’ senz’altro la più pessimistica, anche se “Tess dei D’Ubersvilles” che sfida il Fato nella speranza di elevarsi socialmente non è certo allegra.
Tess e Jude ricordano i Vinti del Malavoglia, relegati per nascita al proprio ceto senza speranza di riscatto. E Jude inoltre non è accettato dalla società perchè non appartiene ad alcun ceto. Egli ha lasciato  il suo villaggio per elevarsi culturalmente. Desidera ardentemente , raggiunta Christminster (città  inventata su modello di Oxford), studiare greco e latino e frequentare l’università , accontendadosi nel frattempo del lavoro di scalpellino. Ma agli occhi degli altri egli “è un abitante nè tra gli uomini nè tra i fantasmi“,  e quindi oscuro perchè non percepito.
Sembra di muoversi in un antica tragedia greca dove è il destino ostile e quasi maligno ad annientare ogni speranza di felicità . L’uomo così piccolo, non ha potere sull’universo e questo destino immanente si ricollega anche alla visione pessimistica di Schopenhauer.
Thomas Hardy, non credente, che collega l’epoca vittoriana e il modernismo novecentesco, rivela qualcosa di sè in questo romanzo che suscitò molto scalpore. Anch’egli come Jude Fawley ebbe il grande inappagato desiderio di frequentare l’Università ,  anch’egli sposò una donna sempre più religiosa .
E’ una storia anomala: d’amore senza vero amore, di  un insistente anelito religioso senza più religione alcuna, sconfitte, contraddizioni e una corsa di tutti questi personaggi verso la distruzione.
La vita di Jude a Christminster, dopo uno sfortunato matrimonio fallito con Arabella da cui avrà un figlio prosegue con fatica e speranze disilluse. Incontra però l’amore in Sue Bridehead, una sua cugina. La loro convivenza che suscita scandalo e li emargina ancor di più è sofferta. Per molto tempo il sesso non è vissuto con naturalezza e gioia, anzi viene respinto in nome di una masochistica religiosità di Sue, figura femminile indipendente e contraddittoria. Alla fine però avranno alcuni figli e porteranno in seno alla famiglia il bambino avuto da Arabella, soprannominato Padre Tempo (Little Father time) per via della sua curiosa fisionomia di bambino precocemente vecchissimo e che farà concludere  tragicamente il destino della famiglia.
“Le nostre idee erano in anticipo di cinquant’anni” dice Jude prima di morire alla vedova Edlin, parlando anche a nome dell’assente Sue, risposatasi con Phillotson. Il diritto all’istruzione per tutti, anche per i più poveri, l’attacco all’istituto matrimoniale sono senz’altro idee moderne, ciononostante il romanzo è pieno di contrasti “Lo so, il libro è tutto un contrasto” scrive lo stesso Hardy, infatti pagina dopo pagina si respira quasi fisicamente un’atmosfera di una cupezza archetipica che non ha nessuna possibilità di essere scardinata.
Un romanzo che cattura e che ti rimane impresso, quasi che le sue parole vengano incise a forza in noi, scolpite come Jude scolpisce i pinnacoli della Cattedrale .
Qanto ho amato i romanzi di T.H.!
Troverai citazioni continue in ogni scansione di Banville:tutta la letteratura classica, fino ai Nabocov, e ai grandi irlandesi, ai filosofi, alla musica (a volte rileggendo B. mi metto in internet e riesco a trovare filmati di pezzi musicali , romanze, cantate….),per non parlare della pittura, specialmente del seicento olandese, e poi e poi. Ogni citazione può non essere colta affatto,perchè l’autore la fa entrare e uscire senza soluzione di continuità , livemente, appena accennata, e è probabile che il più sfugga e l’economia del romanzo rimane intatta, ma la soddisfazione di ricordare Jude, per esempio, rende avventurosa e misteriosa e …a scatola cinese tutto il peregrinare del lettore di J.B. Eclisse è un romanzo stupendo, e corre in parallelo con l’invenzione del passato, dove….Ma basta.
Sei fenomenale nel raccontare un libro, un libro dico, semplicemente, sia esso un grande classico oppure un romanzo contemporaneo, e il tuo talento è speciale. Perciò spero proprio che questo originale talento venga ancora donato a noi lettori e bisognerà , perchè solo gli scritti rimangono, bisognerà stampare questo bloggone e tenere le tue splendide recensioni. E non sto affatto esagerando. Farebbero gran bene anche nelle scuole. Penso che tu lo sappia, ma è molto difficile scrivere dilibri tanto perfettamente, come sai fare tu. perfettamente.
Anch’io sono innamorata di questo romanzo pessimista, contorto, ritorto e ripiegato. Letto sempre grazie ad un’esame di inglese, mi ricordo ore ed ore di lettura appassionata e il dispiacere nel finirlo. Un dispiacere quasi carnale, perchè questo è un libro anche molto carnale. Dalla relazione con Arabella al il lavoro in campagna, dal colore della pietra di Christmister all’amore per Sue, fino all’epilogo, tutto per Jude è molto tangibile e pur rimandando a significati superumani, parte da una fisicità quasi urlata. L’altro legame che ho colto è quello con l’Antico Testamento, con la cupezza del nostro testo sacro che fa intravedere la luce ma la toglie regolarmente, innalza ma punisce allo stesso tempo. E nella critica a questa religiosità pesante, Hardy, assume i toni di ciò che critica, “Jude the Obscure” quasi una glossa biblica.
E’ meraviglioso e incredibilmente “scorrevole” nella lettura. Lo auguro a tutti come auguro il magnifico film di Winterbottom tratto dal romanzo con Kate Winslet (e l’attore non me lo ricordo).
E’ vero , anche io come Stefania, l’avevo letto per un’esame… Che strano non esserci mai conosciute allora… Preferisco Jude a Tess… Ed anche a me è sempre rimasto dentro questo splendido romanzo..Anche le poesie di Hardy sono molto belle..
P.s mi aggiungo al coro di coloro che vorrebbero il blog pubblicato,,,,una bellissima idea!