GULLIVER'S TRAVELS, il capolavoro di Jonathan Swift
pubblicato da: admin - 9 Dicembre, 2010 @ 8:29 pmMolti libri per ragazzi, soprattutto quelli dei secoli scorsi, sono insegnamenti e reprimende anche per gli adulti. Continuerei con  questo filone oggi perchè mi è venuto improvvisamente in mente  quando acquistai I viaggi di Gulliver, versione illustrata.
Avevo forse 11 anni. Era il giorno dopo l’Epifania. Secondo me i miei genitori, pur avendomi fatto i regali per Santa Lucia e per Natale avrebbero dovuto farmene uno anche per la Befana. Perorai a lungo la mia causa dicendo che dovevo avere assolutamentte un libro visto nella vetrina della piccola cartolibreria sotto i portici. La copertina raffigurava un gigante legato e tanti piccolissimi esseri intorno a lui. Che incentivo all’immaginazione!
 Mio padre, esasperato, mi diede i soldi. Che felicità . Corsi a comprare il libro dei miei desideri. Appunto I viaggi di Gulliver (pronunciato all’italiana con la U). Che immagini straordinarie  ! E che storia! Soprattutto la parte dei Lillipuziani, come mi piaceva! Il fatto di immedesimarmi nel protagonista viaggiatore, grande e grosso mi dava sicurezza. Beh, questo libretto è andato perso. E proprio perchè non l’ho più tra le mani il suo ricordo è più intenso. Valutavo che i miei oggetti preferiti, quelli che mi riportano momenti lontani ed emozioni perdute sono quelli che non …ho più!
Era una versione per bambini, breve, ma sufficiente per quell’età a farmi “viaggiare” e meravigliarmi. Quando invece lessi la versione integrale che sorpresa! Altro che narrativa soltanto per ragazzi.
Il corrosivo Swift non risparmia la sua società inglese degli inzi del Settecento e in generale tutto il genere umano constatando alla fine che molto superiore alla nostra sarebbe la società dei cavalli, quella degli Houyhnhnms, esseri razionali e saggi, che non conoscono il concetto di guerra e violenza. Tanto che essi  non possono accettare di inserire nella loro società un essere umano. Gulliver torna perciò a malincuore in Inghilterra dove farà molta fatica persino a sopportare l’odore della propria razza.
Ma torniamo a quando il nostro navigatore di mezza età , borghese, esperto in medicina, che  ricorda un po’ “Robinson Crusoe” ,  approda nell’isola di Lillut. Ma Gulliver è ben diverso da Robinson e le sue esperienze, contrariamente a quelle dell’eroe di Defoe, cambiano gradualmente e in modo pessimistico il suo carattere tanto che alla fine lo troviamo  disgustato dal genere umano.
E’ una grande opera satirica, dunque, contro l’uomo e la civiltà . L’intento di Swift è quello di mortificare l’orgoglio umano presentandoci l’ostentazione e la vacuità delle umane pretese, le vanità , le cerimonie, gli slogan dei politicanti, le controversie assurde che caratterizzano la società umana. E proprio a Lilliput se ne evidenzia la meschinità e l’insignificanza.Â
A Lilliput Gulliver è come fra un popolo di bambole mentre a Brobddingnag è fra giganti alti 22 mt. I Lillipuziani invece sono alti 15 cm. Queste situazione descritta con minuzia ha sempre attratto i bambini per i quali le bambole e gli oggetti riprodotti in scala ridotta hanno un fascino particolare.
Ma anche a Lilliput ci sono fazioni e controversie fra i partiti dei tacchi alti e quelli dei tacchi bassi…!
Gulliver riuscirà a fuggire sebbene condannato per tradimento  e dopo il soggiorno fra i giganti approderà su Laputa, la terra volante che si libra nell’aria e dove tutti si dedicano alla matematica e alla musica. (Stefania?….?)
Il lungo viaggio di Gulliver, come già detto, si conclude nella regione dei superiori e saggi cavalli. In uno scritto Orwell critica questa società  perchè essi “sono esenti dall’amore, dall’amicizia, dalla paura, fatta eccezione per il disprezzo per gli Yahoo- gli esseri umani – . …Gli houyhnhmn non dimostrano alcun affetto per i loro piccoli e i puledri; la ragione infatti esclude ogni dimostrazione d’amore che non sia un’astratta benevolenza universale… E’ una “tetra utopia” la loro, e si ha la senzasione  che nel concepirla Swift sia stato ispirato più dal disprezzo per gli yahoo che dall’amore per gli houyhnhnm.
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Quanto ci sarebbe da cercare, da scrivere su questo libro, e su tanti altri  libri per ragazzi che fra le righe si  rivolgono anche a noi adulti per scuoterci, consigliarci, farci capire. Non a caso Fruttero dice che il libro da leggere e rileggere  è Pinocchio.
Jonathan Swift nasce a Dublino nel 1667 da genitori inglesi. Parente povero di Sir William Temple, lavora come segretario e inizia a scrivere ben presto dei pamphlets, spesso corrosivi, a volte inquietanti. E’ un misantropo, è un deluso, un pessimista anticonformista, un severo idealista.
Alla fine del libro Swift ci lascia con le parole di Gulliver ritornato controvoglia in Inghilterra:
“La mia riconciliazione con la stirpe degli Yahoo non sarebbe tutto sommato troppo difficlie, se essi si accontentassero di quei vizi e di quelle follie cui la natura dà loro diritto.Io non mi irrito minimamente alla vista di un avvocato, di un borsaiolo, di un colonnello, di un buffone, di un pari d’Inghilterra, di un giocatore, di un politicante, di un ruffiano, di un medico, di un testimone, di un traditore o di altre simili persone. Tutto ciò rispecchia il naturale corso delle cose; ma quando io contemplo un cumulo di deformità e di malattie fisiche e morali, e lo vedo pervaso dall’ORGOGLIO, allora le mia capacità si sopportazione vengono subito meno; nè riuscirò mai a capire come simile animale e simile vizio possano andare d’accordo.”
Libro da regalare, pardon, da far comprare ai nostri politici?
Gia’, mentre leggevo il post, riflettevo appunto sull’attualita’ del pensiero etico e politico di Swift, artista come lo chiameremmo oggi “impegnato.” E questo mi porta ancora ad un’altra riflessione.Che oggi i nostri libri “impegnati” devono necessariamente parlare di spazzatura, mafie e capitalismi, non possono permettersi di fare arte o men che meno poesia, sarebbero ignorati e messi nella categoria “fiction.” Le utopie, par contre, pur usando metafore e costruendo uno scenario nato dalla fantasia dell’autore sono i mezzi piu’ efficaci per dipingere la situazione – solitamente da migliorare – di una civilta’, proprio perche’ apparentemente distaccate da essa. Pensiamo ad esempio a Campanella con “la citta’ del sole”, Platone con “La Repubblica” e W. H. Morris con “La macchina del tempo”. “I viaggi di Gulliver” si inscrivono in questo filone e… beh, al di la’ di cavalli e lillipuziani, di infantile c’e’ ben poco…
PS Un pianeta con matematica e musica sarebbe proprio un bel posto…
PS2 ora che ci ripenso… credo che Gulliver sia uno dei miei libri preferiti!
Ciao a tutti!
Come dicevo, ho letto Gulliver’s Travels ( e credo anche Stefania) per intero per un esame all’università di lingua… Spiazzante Swift, caustico, ironico, un libro che oltre a fare della satira socio-politica è un invito alla riflessione sul diverso… Gulliver è un gigante per i lillipuziani ma diventa un nanetto oggetto di scherno per i giganti. Tutto è relativo…
Ancora più spiazzante è un pamphlet che ricordo bene di Swift ” A modest proposal” , una ” modesta proposta presentata molto seriamente alla classe politica irlandese per risolvere il problema della povertà e dei bambini malnutriti costretti a chiedere l’elemosina per le strade di Dublino. La soluzione proposta da Swift? Dare loro un pò da mangiare e venderli ai ricchi come carne ; Swift dice che mangiandoli si risolverebbe il problema del sovraffollamento, i bambini non dovrebbero più soffrire ecc… Inquietante soprattutto per il linguaggio serio e argomentato usato..Un maestro dell’ironia…
Passeggiando in libreria fra gli scaffali dedicati ai ragazzi mi sono sentito un alieno. Infatti, per ritrovare i nostri vecchi capolavori devi farti strada fra una moltitudine di “libri nuovi”, molti dei quali accompagnati da un cd, che esaltano i neo eroi dell’era moderna, only born to sell e non per educare.
Ringrazio quindi gli amici colleghi del blog per questa ripresa di libri per ragazzi che ora ci accorgiamo essere anche libri per gli ex ragazzi!
Quanto a Gulliver, evidentemente aveva sentito il bisogno di sfogarsi, di formulare, attraverso il parto della fantasia, alcune osservazioni al sistema dell’epoca. Per certi aspetti il meccanismo adottato da Swift mi richiama alla mente l’espediente usato da Orwell nella sua “Fattoria”.
Chiudo con un breve riferimento ai mali incurabili: a mio avviso all’orgoglio occorre affiancare l’incapacità di una visione universale del mondo e quindi l’egoismo da cui discende l’incapacità di “essere l’altro” e cioè l’incapacità della condivisione.
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