ONE PAIR OF HANDS, di Monica Dickens
pubblicato da: admin - 21 Novembre, 2010 @ 7:41 pmSì, una Dickens, la bis nipote del grande Charles. Donna straordinaria nata nel 1915 e scomparsa nel 1992. Non solo scrittrice prolissa, ma giornalista, viaggiatrice, sostenitrice di associazioni umanitarie, aspirante attrice di teatro,ma senza successo come ci racconta lei in uno dei suoi tanti romazi autobiografici. Ancora autobiografie, dunque, ma non “pizzi” come paventa Camilla, queste sono stralci di vita vissuta raccontata con forza, onestà  e un delizioso sense of humor!
“Intrattenere, raccontare la verità , cercare di aiutare le persone a capire gli altri” questa è la filosofia dello scrivere di Monica Dickens.
“One pair of hands “ fu il primo libro che lessi appena arrivata in Inghilterra come ragazza alla pari  presso la famiglia Kendix. La prima cosa che chiesi alla gentile signora Kendix fu quella di visitare  la più vicina Library, allora lei immediatamente volle regalarmi questo libro della Dickens. Mi colpì molto quel gesto…non solo per la generosità …ma perchè era l’unico libro che si trovava in casa!
Il sgnor Kendix geniale dirigente leggeva esclusivamente quotidiani finanziari mentre  sua moglie leggeva libri soltanto presi dalla biblioteca. Per me un vuoto terribile non vedere intorno libri allineati o accatastati, aperti…mah!
Comunque iniziai a leggere stentatamente il delizioso racconto della Dickens che parlava della sua esperienza come cuoca tuttofare presso una importante famiglia, lavoro svolto in giovane età . Divertente leggere della sua inesperienza in cucina , della fatica di governare una famiglia, degli insuccessi e dei successi ottenuti.Â
Ne cercai subito un altro e trovai “One pair of feet” dove al posto del lavoro delle mani c’era l’affaticamento dei piedi. Anche qui vita vissuta durante la seconda guerra. Nel 1942 infatti Monica lavorò come infermiera in un ospedale. Non so se esitono le traduzioni in italiano, ma ho letto che da quest’ultimo è stato tratto un film con James Stewart.
Ah, questo blog, croce e delizia! Delizia perchè posso scrivere e leggere di libri, scrivere e leggere di noi, dei nostri gusti, della nostra personalità . Croce perchè è uno spazio invaso anch’esso  dai micidiali spam, pubblicità che arrivano da lontano…oggi ce n’erano 300. Dovrò fare qualcosa con la Casa Madre…
Mia fa piacere che anche Riccardo ami Trieste,  ho scritto parecchi post su questa città azzurra  descritta da Magris, Svevo, Saba…
Spero che Dario regali a Camilla i libri di Rebecca West autrice che anch’io amo molto.
Ho nel mio spazio- riserva due posts di Riccardo e uno di Raffaella che spedirò nelle giornate in cui non potrò avere il tempo per scrivere io stessa.
Sono soddisfatta di questa finestra aperta sulla nostra voglia di leggere e “compartecipare”; rileggendo il mio primissimo post “ Memorie di una lettrice notturna”, scritto più di 300 giorni fa, posso dire di essere riuscita nel mio intento.
Leggere, leggere, leggere. Scriverne e dialogare. Grazie.
Avere voglia di di qualcosa di buono, di confortante e piacevole- come il libro di questa nipote di Dickens raccontato con i toni di Mirna che, di per sè, sono una cura, un dono col fiocco rosa scuro e rosa chiaro, elegante, il dono intendo. Perchè ecco come è la Mirna, elegante, che deriva dal latino “elegare” :sciegliere, e che significa, nella fattispecie, “squisitamente accurato, sottilmente ingegnoso” e cose così. Belle.
Stavo dicendo , appunto, avere voglia di cose così e buttarmi nella lettura di Cecenia anno III, del bravissimo Jonathan Littel, quello delle Benevole. Ecco il tema del libro : non la banalità del male ma, come nelle Benevole, l’efficienza del male, la sua produttività , la sua normalità . Il male come regola. Chiamato anche dall’etica liberale “MALE MINORE”. E Littel, da quel grande uomo e poeta che è, in questo male minore (dove le infamie si giustificano totalmente)al male minore non ci crede. E non ha , ovviamente, ricette. C’è da disperarsi. E da camminare in punta dei piedi, sperando che queste bestie malate di male, che ci girano intorno cariche di odio e di intolleranza, non si risveglino del tutto anche nel nostro Paese. Trascrivo due righe di Littel :”…..il genere di uomini che non ha paura di niente e non ha pietà di niente, uomini per i quali il massimo della disperazione umana non rappresenta assolutamente niente…”
Finirò oggi questo reportage dall’orrore. E domani è un altro giorno. Scusatemi.
Consolante tuffarsi nella”finestra” di questo blog, ma che potrebbe essere anche un’altra occasione per esprimere i pensieri del mattino.
I miei, un po’ grigi e freddi, pur stretti dai nastri rosa che cerco con tutte le mie forze per legarmi in ricordi piacevoli, sono riscaldati dai commenti di Camilla, dalla posta privata di Riccardo e Cristina , da quella di mia figlia e altre amiche, insomma da un assaggio di rapporti interpersonali virtuali che durante il giorno diventeranno reali.
Che cosa spinge Camilla a buttarsi in Littel? La sua energia, la sua curiosità intellettuale? La sua sicurezza e forza di saper reggere i pensieri malevoli della nostra specie umana?
Io costretta dal pochissimo tempo a mia disposizione per cercare nuovi spunti di lettura, mi ripiego su dolcezze lontane…figuratevi che ieri sera ho iniziato – dopo una domenica pomeriggio buia, solitaria, irritante per la cancellazione degli spam che continuano ad arrivare- “La figlia di Jane Eyre”.
Se non ho appigli devo aggrapparmi al sicuro, anche se così facendo do un’impressione non sempre veritiera di ciò che sono.
Le mille sfaccettature della persona!
Spero che arrivi il sole nel freddo Trentino che rivedro’ fra pochissimo! Qui al mare, c’e’ finalmente l’azzurro dopo l’ennesimo temporale di questa mattina. Vorrei commentare su tutto cari compagni (nel senso fraterno del termine), ma ahime’ sono presa ancora con le correzioni alla mia monumentale tesi che dovro’ consegnare presto.La sera leggo pero’ un libro illuminante confezionato come insieme di interviste a uno dei piu’ grandi pianisti (ed intellettuali) del secolo scorso: Glenn Gould. “No, non sono un eccentrico” e’ il titolo. Brillante.
Ralph Waldo Emerson~ A mans wife has more power over him than the state has.
Remember, worth and value are not wrapped up in what you do.You are not a human doing.You are a human being.
Konkretnie napisane, a co najważniejsze ciekawie.
Character is like a tree and reputation its shadow. The shadow is what we think it is; the tree is the real thing. -Abraham Lincoln
Lyndon B. Johnson~ The Negro says Now. Others say Never. The voice of responsible Americans … says Together. There is no other way.