GIORGIO E IO, elogio del matrimonio
pubblicato da: admin - 20 Novembre, 2010 @ 7:42 pmDopo le suggestioni d’amore di Catullo suggerite da Luigi ho ripensato a tempi più recenti e a un amore particolare, quello tra Annetta Curiel, giovane ebrea della Trieste borghese d’inizio Novecento e Giorgio Fano filosofo, mercante, scrittore, idealista, anticonformista.Â
 “Giorgio e io” è l’autobiografia di Annetta iniziata solo a tarda età e che, alla sua morte, è stata sistemata e rielaborata in minima parte dal figlio Guido Fano.
E’ una storia interessante, come tutte le vite, ma con in più il racconto della travagliata e contrastata storia d’amore con Giorgio Fano conosciuto in giovanissima età , più vecchio di lei di 16 anni e già sposato.
Anna nasce nel 1901 nel cuore di Trieste, in una grande casa borghese. Tutto ci viene raccontato, dal cibo, ai piccol e grandi avvenimenti, ci vengono riportati deliziosi dialoghi quotidiani in dialetto triestino. “Ti te ricordi quando che te lavavo i zinòci con la scartà za?” E più avanti si incontreranno anche Umberto Saba, Giorgio Voghera e tanti altri .
Elogio del matrimonio che finalmente Giorgio e Anna celebreranno nel 1931 e che si intende come il matrimonio d’amore. Non quello obbligatorio di convenienza e neppure quello trascinato con rancori e infelicità , soltanto perchè si” è arrivati prima.”
 Negli ambienti intellettuali triestini frequentati da Giorgio Fano si parla già di amore libero, delle unioni che devono durare finchè dura l’amore. Per Anna e Giorgio sarà così. Ma Anna non si ripiega su ruoli subalterni perchè più giovane e meno importante, essa non rinuncia alla propria personalità e non teme di risultare anticonformista amando un uomo sposato. E’ una donna emancipata, che scriverà a sua volta, che riesce a mantenere con orgoglio la propria femminilità  e a decidere di essere la compagna fedele e sostenitrice di un uomo geniale come Giorgio Fano, uomo singolare e non facile.Â
Si perdono e si ritrovano, si allotanano e si riuniscono, si scrivono tante lettere e si raccontano la prima giovinezza per conoscersi completamente:
“Allora me ne andavo per le strade di Trieste coi vestiti sbrindellati, con la cravatta storta e le calze ciondoloni, e sognavo la mia gloria. Con la mia triste figura me ne andavo gesticolando e ridendo da solo. Un giorno un passante mi fermò “La scusi, con chi la la ga?” L’avevo con l’amore, con la gloria, con l’amicizia. Quella volta chiamavo la gloria o la verità quello che ora chiamo il mio lavoro.” le scrive Giorgio
“I problemi sociali mi appassionavano; ero socialista, ma sognavo una tirannia illuminata sopra il volgo. Mi domnandavo da mattina a sera: cosa sono il bene e il male? cos’è la verità ? qual è lo scopo? Facevo delle orge di scettiscismo. Leggevo Platone e costruivo delle società ideali.”
E la giovane Anna lontana risponde nel 1920 “Di una cosa vorrei pregarti: che resti fra noi quell’antico patto di franchezza e che in qualunque momento ci dovessimo incontrare nella vita, ci parleremo lealmente, senza ambiguità o imbarazzo, come due persone oneste che pur essendo diverse, si stimano.”
Insomma un grande amore in questo libro,  e non solo, anche la nostra storia, la letteratura, gli ideali del secolo appena trscorso.
La vita di una mamma speciale presentataci dal figlio Guido Fano, specialista di meccanica quantistica e attualmente docente all’Università di Bologna.
Elogio del matrimonio d’amore, scelto, e poi  curato come un giardino nel quale far crescere non solo figli ma ideali condivisi, consonanze e soprattutto quel darsi la mano nel cammino della vita.
Mi piacerebbe molto, un giorno, confrontarmi qui sul blog con….i meno giovani a proposito di autobiografie. Perchè l’autobiografia si basa sulla memoria, la memoria sappiamo tutti come funziona. O si delimita subito il campo della scrittura a un periodo, recente e breve o si passa alla narrazione PIZZO ,pizzo, nel senso di quei pizzi a larghe , impalpabili figure di trine, eseguiti a mano e con gli occhi sempre più appannati, accecati, dall’impegno usurante del lavoro,che non si usan qasi più, ma anni fa’ erano ovunque nell’abbigliamento femminile specilmente e nelle biancherie più preziose e questo poteva essere per il facile sfruttamento di quegli occhi e di quelle arti …femminili, ovviamente.La narrazione pizzo è finzione, invenzione, creazione persino Letteratura (La recherche, ad esempio). Per fortuna è<così, altrimenti tutto diventa una specie di diario, di documento fatto a tavolino. E perde la sua preziosissima misteriosa confusione tra realtà e immaginazione, mescolamento dei tempi e degli eventi. Credo: O no?
E a proposito di racconti ispirati alla propria esperienza di vita (e quali non lo sono?)ieri ho letto su Repubblica, pagina CULT, che il coraggioso editore Mattioli 1885 ha appena pubblicato la TRIOLOGIA DEGLI AUBREY di Rebecca West, la grande Rebecca West, femminista ante litteram, donna eccezionale e scrittrice squisita. L’intera saga degli Aubrey, fantasmi e passioni, ritratto di famiglia alla Henry James. Mi sembra che potrei chiederlo come grosso dono di Natale: Ben oltre le mille pagine, euro 60. Che ne dite? E a chi lo chiedo? Al mio Dario, sperando che non avesse in mente qualcosa d’altro. altrimenti me lo regalerò da sola. Faccio i miei speciali saluti a mammina Valentina (leggi, leggi Valentina che alla tua piccola fa tanto bene), al giovane Luigi e a tutti .Attendo con ansia il Riccardo con qualche sua avventurosa lettura.
Trieste … Conoscevo “Mirarare” (poesia, castello, storia), i francobolli zona A zona B … Poi la Trieste della Barcolana, cui ho partecipato con il mio Fun “Whisper” da regata (4° sui 180 concorrenti di categoria e 300° sui 1.500 in totale!). Trieste, si, dove abiti Riccardo? A Trento. Vicino a Trieste, cioè, vero? Chi me lo chiedeva era a Genova, che dista da Trento quanto Trento da Trieste (350 km). Si, ma a Trento abiti in Viale Trieste, vedi che allora …. si vabbè, piantumla li.
Poi ho conosciuto Trieste dal vero e ne sono rimasto affascinato. Poi ho letto la Trieste di Boris Pahor, e ne sono rimasto sconvolto.
Ora leggerò questa nuova Trieste. E starò attento a che il mio computer non scriva “Triste” anzichè Trieste, come spesso decide di fare. Trieste merita amore e allegria in cambio del fascino che ci regala.
Riccardo
I’ll gear this review to 2 types of people: current Zune owners who are considering an upgrade, and people trying to decide between a Zune and an iPod. (There are other players worth considering out there, like the Sony Walkman X, but I hope this gives you enough info to make an informed decision of the Zune vs players other than the iPod line as well.)
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