IL FUOCO NEL MARE , di Leonardo Sciascia

pubblicato da: admin - 26 Novembre, 2010 @ 8:02 pm

 

Il libro che ci presenta Riccardo è affascinante.

 Leggere “tessere” varie  del pensiero di un autore come Sciascia non può che arricchire il nostro essere, sia  di Lettori che di  Persone. 

Testi sparsi, racconti dispersi, pubblicati dal 1949 al 1975

Biblioteca Adelphi 557

Pagine 179, €18

Sciascia, Racalmuto 1921 – Palermo 1989. Sciascia, tutti conoscono questo nome, come Pirandello, del resto, chi non ne conosce il nome? Sciascia, Il giorno della civetta, Todo modo, chi non li ha visti al cinema o in TV? Ma, Sciascia, chi lo conosce veramente? Andate in internet (Wikipedia) e potrete vedere come sia già un’ottima lettura leggere “l’indice” della sua vita, quasi come leggere – cercando di capirlo – l’indice di un’opera letteraria complessa e soprattutto “l’indice” di un uomo . Ricordo che da giovane studente, a Genova, il professore di filosofia del diritto, tale Luigi Bagolini, nell’interrogarmi, mi chiese: “Mi esponga l’indice del Kelsen (Hans Kelsen, Austriaco, filosofo del diritto). Cioè mi chiedeva che io gli esponessi l’indice del volume di filosofia del diritto posto a base dell’esame. Infatti, avere compreso quell’”ordine” significava avere studiato e avere assimilato i contenuti della materia. Perdonate la divagazione, ma io so resistere a tutto tranne che alle tentazioni. E questa era fortissima.

 

Sciascia, maestro elementare, romanziere, storico, saggista, commediografo, uomo politico, giornalista, sceneggiatore, uomo del sud. Personalità complessa? No, direi “ricca”, esuberante come la fioritura dei mandorli nella piana di Girgenti, il profumo delle zagare, la forza del vino siciliano, che mio nonno materno – l’unica volta che, bambino, “scesi” in Sicilia a trovarlo per accompagnare mia mamma, Agrigento classe 1904 – spillava dal fiasco “di paglia” mediante una pompetta applicata alla sua sommità, per evitare, lui così vecchio, lo sforzo di sollevare il peso di due litri di rame fuso alla temperatura di 18 gradi alcolici.

Sciascia poeta: “Sento la notte declinare nel passo profondo dei muli, nel fischio dei contadini che tra loro si chiamano …poi il silenzio raggiunge ancora i confini del sonno … il clemente naufragio dell’ora è penetrato dagli zoccoli petulanti delle donne, dal loro chiamarsi senza necessità, dal loro imprecare contro il maligno da fare che porta il giorno …

Cosa si può chiedere di più, ad uno “scrittore”?

Mio figlio Edoardo, professionista della comunicazione, mi ha appena fatto notare che ogni libro “nasce” non quando viene scritto, ma quando viene letto … quando chi lo legge lo rapporta ai propri sentimenti, alla propria sensibilità, alla propria storia.

Ed allora, anche se certamente avrete letto molto di lui, leggete anche questa raccolta. Io vi ho riconosciuto Pirandello nei piccoli grandi frammenti di assurdità (non oso arrivare a Kafka) che qua e là affiorano, secondo una ricercata causalità; Camilleri, nell’amore per la sua terra e nel poliziesco che improvvisamente conclude taluni racconti; Manzoni, per la sottile ironia che arricchisce le diverse situazioni; Shagall e Van Gogh, per l’intensità del tratto e la vivacità del colore della prosa; Richard Strauss e la sua Alpensinfonie per la ricchezza del caleidoscopio nel che consiste questa raccolta come del resto l’intera vita ed opera del suo autore.

Racconti brevi, alcuni favole pre moderne per adulti, altri quasi saggi storici, altri frammenti di costume, altri poesie, altri … fate voi, sennò vi racconto tutto, ed allora, come fate poi, voi, a “scriverla” – leggendola – questa raccolta?

 

Riccardo Lucatti.

 

Share

8 commenti
Lascia un commento »

  1. E’ un tale gradevole esercizio leggere le tue impressioni ( o schede o recensioni,un po’ di tutto questo), su libri o su autori, anche assai complessi, dove ci sono sempre piccoli cenni autobiografici – il fiasco di vino e la pompetta del nonno e cose così originali e mai scontate, niente luoghi comuni, niente frasi fatte, che leggere le tue impressioni, appunto, è un raro e piacevole e interessante divertimento.Detto questo mi rendo subito conto che il mezzo che stiamo usando non è adatto , in questo particolare caso di Sciascia, a mettere in parole quei vaghi fruscii di qualcosa che non è nè critica, nè dissenso e che tuttavia, come un leggero appannamento momentaneo di un cielo pieno di sole, l’anima percepisce e la mente teme di permettersi di non notare e, di conseguenza, sente la necessità di osservare con maggiore rigore.Qualche cosa che non …Che non.Che forse, ma. Però. Sono completamente d’accordo con tuo figlio Edoardo : ogni libro nasce , continuamente, da ogni suo lettore. Scrivi, scrivi riccardo che ti viene bene.

  2. TRASFERISCO IL COMMENTO DI LUIGI A “MARTIRI E EROI TRENTINI” NEL POST ODIERNO.
    E’ SEMPRE INTERESSANTE E APPASSIONANTE CIO’ CHE QUESTO SIMPATICO E FRESCO RAGAZZO RIESCE AD ESPRIMERE. SOPRATTUTTO CI DA’ LA SPERANZA CHE TANTI ALTRI GIOVANI COME LUI PORTINO AVANTI I NOSTRI IDEALI, LE NOSTRE SPERANZE SENZA MAI DIMENTICARE LA SOFFERENZA DEL PASSATO.

    Inizio con il complimentarmi con Riccardo per il bel post, d’argomento molto interessante e ricco di spunti per riflessioni.
    Arrivo un po’ in ritardo con questo commento, ma spero che comunque qualcuno abbia la possibilità di leggerlo.
    Per iniziare, mi sembra giusto riportare la lettera già citata che Cesare Battisti indirizzò al fratello, Giuliano Battisti, unico suo congiunto rimasto in Austria e che fu scritta sotto dettatura dal carceriere e non da Cesare Battisti stesso, perché non gli fu permesso: “Caro fratello, mi hanno condannato a morte. La sentenza sarà subito eseguita. Mando a te il saluto estremo che non posso indirizzare alla mia famiglia. Portalo tu quando potrai alla mia Ernesta, che fu per me una santa, ai miei dolcissimi figli Gigino, Livietta, Camillo, al nonno, alle zie, allo zio, alle mie sorelle e alle loro famiglie. Io vado incontro alla mia sorte con animo sereno e tranquillo. Ai miei figli: siate buoni e vogliate bene alla mamma, e consolate il suo dolore.”
    Basterebbero queste righe come commento… Ma se devo dire la mia sul “restare o andare via”, beh, in certi momenti devo dire che sarei in dubbio su cosa fare. In quel tempo certamente Battisti e gli altri morirono per l’Italia, ma anche in tempi più “moderni” c’è e c’è stato chi è morto per l’Italia (ad esempio, spero di non far arrabbiare o offendere nessuno, Matteotti, Moro, Falcone, Borsellino, solo per citarne alcuni). Anche loro, secondo me, vanno annoverati fra i martiri ed eroi (“martirio” infatti deriva dal greco e significa “testimonianza”), perché hanno dato il loro contributo, la loro testimonianza appunto, per costruire un’Italia migliore, o quantomeno hanno dato esempio di come tutti dovremmo comportarci nei confronti della nostra patria, lasciando da parte escort, vallette, scandali ecc.
    Che la testimonianza dei martiri trentini e italiani resti per sempre indelebile, per far sapere a tutti che possiamo “restare” e costruire un Paese migliore, per far sapere a tutti che se vogliamo un Paese migliore c’è…

  3. Camilla: grazie, troppo buona … in effetti mi piace scrivere e soprattutto “fare connessioni”, “scoprire paralleli”, gestire “incroci” … e poi sai, basta lasciare andare la penna, i ricordi ed i sentimenti. Ok, qualche attenzione alla grammatica ed ai congiuntvi, ma a me custe cose vengono spontanee, non ho cuasi mai problemi con cueste cuestioni!!! Cuasi mai …

    Luigi: Martiri, cioè Testimoni, sono sicuramente anche tutti gli Eroi da te citati. A questi vorrei aggiungere coloro che sono morti sul lavoro e non solo nei cantieri, ma anche in autostrada, in un goviglio di lamiere contorte nella nebbia, mentre stavano macinando 100.000 km all’anno per portare alla loro famiglia nei casi più fortunati 2.000 euro al mese, al lordo delle tasse.

    Restare o andare? La domanda me la posi sin dal ginnasio, leggendo Shakespeare:
    To be, or not to be: that is the question: whether ‘tis nobler in the mind to suffer the slings and arrows of outrageous fortune, or to take arms against a sea of troubles, and by opposing end them?
    Io nella vita di relazione e soprattutto di lavoro, sono sempre stato per il to be, per il restare. Sarà che sono stato alpinista e sono velista: in caso di incidente, di tormenta, di burrasca, quando credi di esserti perso, la prima regola è “to last”, cioè durare.
    Durare, esserci, per “testimoniare” anche nei piccoli atti di ogni giorno, ciò in cui crediamo. Lo so, la coerenza non dat panem … ma io preferisco così.

  4. Yo mama so hairy Bigfoot is taking her picture!

  5. What’s the difference between a headmaster and a poisonous snake? You can make a pet out of a snake!

  6. The service we render others is really the rent we pay for our room on Earth.

  7. Hey there would you mind sharing which blog platform you’re using? I’m looking to start my own blog soon but I’m having a hard time making a decision between BlogEngine/Wordpress/B2evolution and Drupal. The reason I ask is because your design and style seems different then most blogs and I’m looking for something completely unique. P.S Apologies for getting off-topic but I had to ask! Also, please visit my website http://hitachinv45ab.terapad.com/

  8. The body of a sensualist is the coffin of a dead soul. – Christian Nevell Bovee