SORELLE E COMPLICI, e le relazioni privilegiate
pubblicato da: admin - 21 Settembre, 2010 @ 6:38 pmQuesto stupendo libro di Jane Dunn che ci descrive l’esistenza di  Virginia Woolf  intimamente collegata con quella di sua sorella Vanessa Bell, doveva essere uno dei miei primi libri da presentare nel blog. Ma, come a volte capita, si tende a tenere “il boccone più gustoso” per ultimo, o almeno questo tendevo a fare…ora cerco di  non farlo più…ora so che occorre afferrare subito il massimo…al presente…
Finalmente ne parlo. Perchè? Forse perchè stamattina, dorata mattinata di lieve autunno incipiente, incontro due coppie di sorelle che sembravano complici. Una coppia si è iscritta confabulando sommessamente ai corsi della Utetd (che invidia i loro sguardi sicuri, le decisioni concordate già prese! io indecisa tra tai chi, yoga, danze, ecc.); altre due sorelle tornavano invece soddisfatte dall’acquisto di camicie per i rispettivi mariti. Immagino i loro consigli reciproci, il confabulare. Io, da sola, invece mi sono comperata il cappottino nero. Mi starà bene? Mi nasconderà la ciccia? Non sarà troppo giovanile tanto da farmi apparire una nonna-fanciulla?
Ah, come vorrei avere una sorella! Una sorella complice, naturalmente. Come quelle dei racconti della Pym, dove entrambe si sostengono a vicenda, si consolano o della vedovanza o della solitudine sentimentale perenne e sono un fronte unito contro l’imprevedibile.  Naturalmente non  come le sorelle-nemiche di altra letteratura di cui abbiamo già parlato, o come certi film dell’orrore. Chi ricorda “Che fine ha fatto Baby Jane?”.
 Sorelle che riescono a comprendere e  condividere la propria essenza e ricordare senza acredine il passato familiare comune.
Se poi le sorelle sono persone speciali, sono artiste come Virginia e Vanessa leggere della  loro vita diventa un estremo piacere. Fra loro poca differenza d’età , soltanto tre anni. Ma Vanessa , pittrice di talento (suo il ritratto di Virginia nella copertina del libro) ha sempre avuto un rapporto di protezione materna verso la sorella sensisibilissima e psicologicamente fragile. Anche rivalità però, quella certa tensione di accesa attenzione l’una per l’altra, in ogni caso relazione singolare, ricca di intimi segreti incomunicabili agli altri, tanto da sentirsi sempre una”coppia” contro gli altri.
Dai tempi della loro difficile adolescenza nella famiglia ampia di fratellastri ambigui e sorellastre amate e perdute, all’ambiente intellettuale di Bloomsbury, territorio non più sotto il controllo dell’educazione vittoriana, ma trampolino per i primi disinvolti atteggiamenti liberi sia morali che sessuali.
Vite intrecciate in ogni caso anche dopo i rispettivi matrimoni. Si parla di un flirt fugace di Virginia con il marito di Vanessa, si raccontano momenti di incomprensioni e rancori. Una competizione quasi cosmica sembra dividerle: Vanessa fertile e domestica, Virginia sterile e intellettuale, ma la complicità promordiale che le attorciglia non riesce ad allontanarle. Vite congiunte, diverse, complementari quasi allo spasimo. Le loro biografie distinte le possiamo rileggere con interesse. Ma per tracciare la reciprocità della natura di queste due sorelle occorre accostarle. Troppo impastate l’una con l’altra. Scrive Jane Dunn:
“Basta prendere un qualunque brano di Virginia, aprire a caso i diari , o le lettere, o anche la narrativa, ed ecco emergere Vanessa. D’altro canto, quando Vanessa si trovava ad affrontare gli abissi della disperazione e a dubitare della sua stessa esistenza, è a Virginia che si rivolgeva.”
Il loro è un rapporto molto stretto, una sorta di “respiro unico”, pur nella lotta di essere ed essere percepite come persone diverse,perchè  ci sono il desiderio e la necessità di essere una cosa sola.
Dopo la turbolenta vita sentimentale di Vanessa, dopo i grandi romanzi di Virginia e le sue ricadute nella “follia”, eccole ancora più vicine, negli ultimi anni prima del suicidio di Virginia.
E’ vero che fra sorelle si può creare il più intimo e duraturo dei rapporti personali?
Chi ne sa qualcosa?
Â
Ciao cara Mirna,
giornata difficile… ma la tua compagnie e delle altre/i amici del blog mi ha sollevato.
E’ un canto d’amore, il legame tra me e mia sorella Sissi. Anche nella sofferenza per la perdita della mia cara Emanuela ci siamo guardate e vissute in profondità . Allora ero muta e sola; ci siamo strette l’una all’altra. E’ dalla volontà di capirsi nella follia e nel disordine che inizi a seguire il tuo cuore, e grazie a volti, sogni e parole ti perdi e custodisci nel mondo.
Un abbraccio a tutti,
MIKI
Anche per me giornata difficile, oggi, faticosa e opprimente…. Che dire di questo per me difficilissimo argomento? Purtroppo non è automatico che due sorelle riescano a “impastarsi”, nonostante esperienze dolorose che, al contrario dovrebbero unirle. I legami tra due sorelle possono essere complicati, contorti, ombrosi e misteriosi. E provocare sofferenza pungente e continua, perchè nella quotidiana incapacità di comunicare vive una solitudine protratta che è difficile accettare. Ed è proprio una solitudine con la S maiuscola quella con una sorella “sconosciuta”. Nonostante l’età che avanza e il desiderio di seppellire quello che non sai nemmeno tu cosa sia….
Non ho sorelle, ma ho un fratello con il quale ho un buon rapporto, basato soprattutto sulla nostra complicità di sradicati e sulla reciproca e tacita volontà , basata sull’affetto che ci legava ai nostri genitori, di non rompere quell’armonia di ricordi, che a volte scopro, parlandone, diversi, se pur vissuti in un uguale spazio temporale.
Che dire del rapporto fra sorelle.
Ho spesso cercato nelle amiche, che ho incontrato lungo la strada, di mettere in comune la mia fragilità per costruire una, anche se momentanea, sorellanza, perché mi sembrava di capire che incontrarsi per davvero poteva essere una delle esperienze più liberatorie che avrei potuto fare: il necessario percorso per poter guardare a me stessa e alle altre con affetto.
Naturalmente tante le delusioni e le perdite, perché non sempre si può essere accoglienti e non competitive nei confronti delle proprie simili e la solidarietà , per essere costruttiva, dovrebbe essere totale, comprendendo anche le “troppo†in tutti sensi (belle, brutte, intelligenti, sceme).
Io non ho sorelle… nemmeno fratelli purtroppo. La mia condizione di figlia unica non mi è mai pesata, fino a che eventi dolorosi ( ieri e oggi sono proprio giornate “così” per molte, sembra…, anche per me) non mi hanno fatto vivere la solitudine in modo palpabile…Le amiche sono state delle ottime sostitute; è a loro che affido il mio cuore ( anche al marito, ma è diverso), e mi sono state e tuttora mi sono vicine… Però, una sorella, chissà …La rimpiango molto…
Eternal peace lasts only until the next war. – Russian Proverb