TENERA E' LA NOTTE, di Francis Scott Fitzegerald
pubblicato da: admin - 18 Agosto, 2010 @ 3:52 pmDal lungomare di Chiavari ieri mattina, sotto un sole chiaro, spaziavo con lo sguardo da levante a ponente. Vedevo Portofino come una prua di una nave pronta a salpare ed oltre il suo promontorio immaginavo la strada verso la Francia, la Cote d’Azur così vicina a noi.. Mentone dove soggiornò Katherine Mansfield in cerca del clima mite per vincere la sua malattia ai polmoni, Nice con la celeberrima Promenade des Anglais, ed infine la spiaggia di Anbtibes che ci riporta al gruppo di americani di “Tenera è la notte”.
Siamo nel mitico decennio degli Stati Uniti, chiamato l’età del jazz, cha va dalla fine della prima guerra mondiale al crollo della borsa di Wall Street del 1929. E’ il decennio del proibizionismo, del suffragio femminile, del dilagare delle automobili e della radio, anni del boom capitalistico e della “grande paura rossa”, gli anni dell'”americanismo ad oltranza…il decennio di tutte le proteste e di tutte le rivolte, delle utopie più ottimistiche e delle delusioni più spietate. “ Così la grande Fernanda Pivano, dal largo viso di eterna ragazza curiosa e tollerante, scrive nell’introduzione a questo romanzo che ho ripreso e stretto a me con ardore.
E’ l’epoca delle “flappers”, le maschiette, le ragazze che indossano calze di rayon color carne, vestiti di raso senza maniche con le cinture abbassate sui fianchi. Le circonda un’aria di scandalo insieme alle sigarette fumate con lunghi bocchini. Prosperità e benessere sembravano assicurati e perchè dunque non andare in Francia per le vacanze estive?
Fitzgerald con la moglie Zelda andò al Cap d’Antibes nell’agosto del 1925 quando sulla spiaggia vi si incontravano le celebrità della letteratura e del cinema come Doss Passos, Rodolfo Valentino, Mistinguette…E’ questa lambientazione del romanzo che fa da cornice dorata ad una storia di amore e di disastri esistenziali. Una giovane e promettente attrice del cinema, Rosemary “ che aveva una magia nelle rosee palme, e guance accese in una bella fiamma, come il trepido rossore dei bimbi dopo il bagno freddo serale.”…incontra nell’albergo di lusso sul mare tanti personaggi fra cui lo psichiatra affascinante Dick Diver . “Lo guardò e per un momento lei visse nel luminoso mondo azzurro degli occhi di lui, con curiosità e fiducia. “
 E se ne innamora.
Dick è sposato a Nicole, sua ex paziente miliardaria, che ha però ancora ricadute. Quando quest’ultima  si sentirà  guarita completamente divorzia da Dick lasciandolo alla deriva. Il disastro del protagonista personale e professionale si può attribuire all’egoismo miliardario del mondo della moglie che avevav esplicitato  chiaramente “l’acquisto in famiglia” di un medico in grado di curare un suo membro.
La malata, guarita, si ricostruisce una vita inversamente proporzionale a  quella del suo medico-marito che si autodistruggerà .
C’è molto di autobiografico. Sappiamo della malattia mentale di Zelda e dell’alcoolismo di Fitzgerald.
Un romanzo da rileggere anche per la scrittura poetica dell’autore ” si sedette…dove gli alberi creavano un crepuscolo verde sui tavoli e un’orchestra corteggiava un pubblico immaginario…”
L’abbandonarsi sensuale all’estate mediterranea, ai sentimenti istantanei, al piacere e alla musica della vita senza pensare alle conseguenze “tornare…con un mare dai colori misteriosi come le agate e i cornioli dell’infanzia, verde come un latte verde, azzurro come acqua di lavanda, scuro come vino.”
“Tenera è la notte” scelse Fitzgerald come titolo per questa storia rifacendosi a un verso dell”Ode all’usignolo” di John Keats : “Tender is the Night”
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I doni della vita, mi viene da dire, non solo ricordando quella spece di “felicità “consapevole, solo vagamente, ma consapevole, del …pericolo incombente , della fine inevitabile del sogno che i libri di Fitzgerald mi davano, così nuovi mi sembravano, così fascinosi e densi di sensazioni.Idoni della mia vita sono tanto legati alla letteratura. Le sensazioni più belle, il senso delle cose, quello che resta, che rimane intatto e il tempo che è passato non è riuscito a distruggere , per me viene da lì. Un giorno, tantissimi anni fa’, nelle mie vicende legate alla politica-attiva, mi recavo nella sede, un antro scuro in piazz Pasi, in cima ad una vecchia casa semidiroccata (poi venne ristrutturata, certamente!)nella sede del partito radicale . – allora, chiesi al ragazzo che stava alla scivania,-quando arriva, chi va prenderla? Ma, rispose lui, non so, è venuta gente prima, di là – disse segnando con gli occhi la sala riunioni, e “quell’asin bigio” continuò a sbatacchiare i tasti della vecchia olivettiportatile verde. La trovai, rannicchiata su una sedia di plastica, infreddolita e sfinita. un borsone ai suoi piedi, gli occhi semichiusi. Mi batteva il cuore come un martello , era lei, uno dei miei miti, lei, sola e abbandonata, bagnata (pioveva quel giorno)e abbandonata: Era Fernanda Pivano (che candidava in Trentino per i R. ) Me la presi tutta io, la portai a casa mia, la coccolai, la feci riposare, le massaggiai i piedi gelati, la misi a letto con paio di calzettoni. Insomma, diventammo amiche e per me fu un tale dono, ancor oggi,parlare di Pavese , di tutti gli americani tradotti da lei, di Spoon river….insomma la Nanda torna sempre a rallegrare i miei pensieri ed è sempre lì, nella mia stanza segreta dei doni che ho ricevuto.Ciao Mirna, torna presto.
Che bello pensare a Nizza, la Costa Azzurra, Antibes…. Ci sono stata una sola volta, ma per lavoro… Quindi praticamente non mi sono goduta appieno questi luoghi…. Fitzgerald mi piace , anche Il Grande Gatsby è da rileggere, proprio, come dici tu Mirna, per la prosa, l’attenzione al dettaglio, la poesia di alcune descrizioni…
mi sento una pecora nera perché leggo che lo avete apprezzato, ma devo confessare che ho fatto molta fatica a finire questo libro, e non ne ho capito granché… la trama, i personaggi… mi è sembrata poco precisa anche la punteggiatura. chissà ! forse non era destino!