LA CITTA' DEI RAGAZZI, di Eraldo Affinati

pubblicato da: admin - 5 Agosto, 2010 @ 10:08 am

Come promesso, oggi la parola …a Raffaella che ci presenta con commossa partecipazione un bellissimo libro di uno scrittore che anch’io ho conosciuto durante una conferenza nella biblioteca di Trento. Eraldo Affinati:  persona speciale, attiva, affettuosamente e costruttivamente  attenta ai bisogni dei ragazzi  stranieri o disadattati,   dei più deboli,  dei più bisognosi,  dei più inermi. Un aiuto forte, consolatorio, di esempio. Un vero maestro di vita.

  Il giorno in cui sono realmente  diventata insegnante, il mio “ battesimo professionale”,  non è stato il giorno dell’abilitazione né la prima ora di lezione in classe ma il giorno in cui un mio alunno mi chiamò al telefono di casa per dirmi che era omosessuale e che aveva bisogno del mio aiuto. O  forse è stato quel giorno in cui un’alunna ha avuto il coraggio di dirmi che era stata violentata dal padre. O ancora quel giorno in cui un gruppo di ragazzi scalmanati delle scuole professionali, dopo avermi fatto impazzire tutto l’anno, mi hanno offerto una birra al bar, io timida venticinquenne provata alla seconda supplenza, e mi hanno detto “ thank  you prof” ( insegno inglese, almeno quello lo avevano imparato!).

 E’ estate ed i miei ragazzi mi mancano. Alla faccia dei professori poco motivati,  la mia famiglia mi dice che io lo sono anche troppo e ripete la solita frase “ non ti faranno comunque il monumento”. Ma io non bado loro ed ho un esempio da seguire, oltre che quello della splendida curatrice di questo blog,  insegnante eccezionale e inimitabile  maestra di vita.

Dopo aver parlato di Murakami Haruki  e della Nemirovsky , presento il mio esempio, Eraldo Affinati, uno scrittore che amo molto e che ha dato tantissimo ai suoi ragazzi come” insegnante –padre”. Ho letto tutto di Affinati e lo consiglio ai lettori  del blog se già non lo conoscessero ( Luigi, anche lui ama moltissimo la montagna!).

“ La città dei ragazzi “ ( Mondadori , 2008) è un romanzo che sfugge ad ogni categorizzazione, e descrive l’esperienza di Affinati  all’interno della Città dei Ragazzi, storica comunità alle porte di Roma che aiuta ragazzi stranieri e disadattati ad imparare la nostra lingua, leggere, scrivere, trovarsi un lavoro e rendersi autonomi, ritrovare in poche parole , la dignità. Ma non solo ; le storie dei ragazzi stimolano in Affinati un colloquio intimo con il padre scomparso, a sua volta orfano e privo di  punti riferimento, che da ragazzo sarebbe stato proprio come uno degli studenti che lo scrittore cerca ora di aiutare . Non manca il  viaggio, un viaggio reale, quasi sempre presente nelle opere dello scrittore , un viaggio  che Eraldo compie con Omar e Faris, a ritroso , in Marocco da dove sono venuti, per capire, perché “ i  gesti, i fatti, i silenzi contano più di molte parole”, e “ sono gli ultimi della  Terra, i più inermi e vessati, a insegnare a noi  le vie della giustizia e della pace”.

Molto è stato scritto e recensito di questo splendido libro, quindi non essendo in grado di aggiungere nulla  tranne la mia profonda stima ed ammirazione per l’autore  ( che ho avuto il piacere di incontrare più volte alle presentazioni dei suoi libri in Trentino), riporto uno stralcio che mi ha colpito in particolare modo. Tratto dal capitolo  “Tutti qui”, in cui lo scrittore dedica un pensiero a tutti i ragazzi.

“Ci perderemo. Tutti, nessuno escluso
Tu Gianni e la tua ironia profonda.(…)
Tu Faris e il tuo rigore morale
Tu Peppino e le tue bestemmie per dirmi che esisti.(…)
Tu Aziz e la tua serietà lancinante (…)
Tu Petrit e la tua fedeltà assoluta.
Tu Severino e la tua compostezza superstite (…)
Tu Abdul e il tuo equilibrio crepato (…)
Ci dissolveremo. Andremo tutti in fumo.
Eppure siamo ancora qui: petali di un grande fiore secco dentro il libro”.

 

Grazie Eraldo per la tua testimonianza.

 

 Raffaella Masera

 

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  1. Per scherzi tecnici aggiungo ora , per completezza, delle note bio-bibliografiche sull’autore, per chi non lo conoscesse.Note bio-bibliografiche.
    Eraldo Affinati è uno scrittore romano che , tra le altre cose, dirige una scuola di lingua italiana per stranieri, la “Penny Wirton”, funzionante grazie al volontariato di alcuni insegnanti . Tra i molti scritti ha pubblicato Veglia d’armi. L’uomo di Tolstoj” ; Soldati del 1956 (Marco Nardi 1993, Oscar Mondadori, 1997); Bandiera Bianca (Mondadori, 1995, ); Patto giurato, La poesia di Milo de Angelis (Tracce 1996); Campo del sangue (Mondadori, 1997, Oscar Mondadori 1998, , Selezione Premio Strega e Premio Campiello); Uomini pericolosi (Mondadori, 1998, Oscar Mondadori 2000); Il nemico negli occhi (Mondadori, 2001), Un teologo contro Hitler. Sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer(Mondadori, 2003); “Secoli di gioventù” (Mondadori, 2004); “Compagni segreti. Storie di viaggi, bombe e scrittori” (Fandango Libri, 2006). Ha curato l’edizione completa delle opere di Mario Rigoni Stern Storie dall’Altipiano (I Meridiani Mondadori 2003). Ha vinto con il suo ultimo libro ‘Berlin’ (Rizzoli) la quarta edizione del Premio Recanati-Festival della Narrativa italiana ed il Superflaiano 2009.
    P.S. E’ grazie a Campo del Sangue che ho conosciuto ed apprezzato per la prima volta questo straordinario scrittore, ed anche di quello ci sarebbe molto da parlare… A settembre, Mirna? Magari…

  2. Gentile Raffaella, il “buongiorno” di oggi mi ha commossa al punto che sento un qualche luccichio negli occhi e un turbamento inatteso e straordinario. La tua pagina, è così magnificamente sincera. Tu ci racconti il tuo “battesimo professionale” , avvenuto solo nel momento in cui hai compreso che i tuoi alunni avevano trovato in te quello che tutti i giovanissimi cercano e non riescono , quasi mai, a incontrare. Essere com-presi, non solo e sempre , sommariamente giudicati. La tua ammirazione per Affinati è importante e , naturalmente, condivisibile. Ma tu sei speciale e la scuola,come istituto, ha estremo bisogno di GIUSTI come te. Ti ammiro e cercherò di far leggere la tua pagine a più gente possibile. La tua sapienza è innata, questo ti volevo dire, e chi la possiede è prezioso.E ti ringrazio tanto.

  3. La sensazione che tu fossi una persona speciale ne ha avuto la conferma da questo post. La professionalità, ma soprattutto l’umanità che ne traspare hanno provocato, come in Camilla, commozione. Sorge così la speranza e soprattutto l’augurio che queste tue doti possano essere comuni nel mondo della scuola e non solo. Un caro saluto.

  4. Tutti, nessuno escluso. Com’è importante che un insegnante o un adulto, genitore, mentore, amico guardi con l’attenzione sensibile di Affinati, di Raffaella e di tanti altri i ragazzi che hanno la necessità vitale di un aiuto, di una guida, di un valido sostegno e soprattutto di un esempio. Ogni ragazzo …una storia, una vita sulla quale aggiungere, modificare qualcosa o semplicemente …fargliela capire. Il libro di Affinati già lo sento “mio” da come ce lo spiega Raffaella, che conosco da tempo e che amo per la sua capacità di donarsi agli altri, per il suo “sguardo” trasparente. Lo leggerò perchè sarà vicinissimo anche alle mie esperienze vissute con alunni stranieri in difficoltà, con ragazzi dall’ambiente familiare disastroso, ma anche con alunni fortunati come Luigi. Ognuno però da aiutare a crescere insieme ai genitori …quando ci sono. I ricordi più toccanti :quelli di una bambina indiana adottata da una ottima famiglia, ma con ancora nel cuore i graffi di una terribile prima infanzia. Non riusciva a leggere, a sciogliersi. Grazie alla poesia, alla sollecitazione di far “sgomitolare” in versi i ricordi brucianti, l’inadeguatezza, la bella Shanty alla fine dell’anno scolastico era una poetessa e sul palco delle recite scolastiche ha letto con disinvoltura le sue poesie.
    L’amore di noi grandi verso tutti i “cuccioli” può fare miracoli.

  5. Grazie a Mirna, Camilla, Enza per i vostri post…Certo, stavolta sono io che mi commuovo per le vostre bellissime parole…Non ho avuto una vita facile per certi versi ma uno dei doni più grandi è stato il mio lavoro che faccio con tanto amore…Vi assicuro che non sono sola, ci sono tante storie sommerse di dedizione, anche sofferta, e purtroppo non vengono sempre alla luce.I media tendono a presentarci la scuola come specchio dello sfacelo della società. Do molto , è vero, mi dono in maniera incondizionata ai miei ragazzi ,ma credetemi a volte è più quello che ricevo da loro che quello che riesco a dare. Un esempio…Una telefonata ad aprile mi scuote profondamente, l’unica sorella di mio padre, a soli 65 anni, è morta all’improvviso. Una zia che avevo molto cara… E’ mattina presto, telefono a scuola, non me la sento di iniziare subito. A scuola sono presi per i capelli, mi chiedono se posso rientrare almeno le ultime due ore. Io accetto. In classe è dura, i bambini di prima media( i cuccioli !) mi vedono con le lacrime agli occhi. Ed allora si prodigano subito, mi scrivono alla lavagna che mi vogliono bene, che sono con me, mi offrono caramelle, una bambina sordomuta chiede alla compagna di leggermi ad alta voce un suo tema molto divertente sul suo cagnolino Skippy, così” mi tiro su”.
    Alla fine mi strappano sorrisi tra le lacrime. E io mi dico che sono io quella fortunata ad avere loro…

  6. Grazie Raffaella per aver aperto il tuo cuore alla tua “operazione” d’amore. Ti avrei voluto avere come Prof! Il cuore dei ragazzi, come quello di ognuno, merita di essere ascoltato. I ragazzi vissuti così pienamente da te, da Affinati e da tutti quelli che si prodigano per loro, imparano ad conoscere le loro luci, seppur nella tragedia di un’anima offesa. Dare e darsi rafforza noi che li guardiamo, alimentando la fiducia nell’intima bontà dei doni di questo mondo.
    Grazie,
    Michela

  7. Non mi resta che condividere e sottolineare le parole scritte su di te cara Raffaella, su Affinati e su tutti gli insegnanti e gli allievi. Mi rendo conto, dopo qualche anno dalla sua fine, che la scuola e’ il posto dove sto meglio e per una semplice ragione: e’ dove tutti “si permettono” ancora di imparare.