PIANTO DI STELLE, Messaggi in poesia
pubblicato da: admin - 27 Luglio, 2010 @ 7:01 pmPoesia che fa rima con nostalgia, quella di un tempo passato e quella di qualcosa che vorremmo e che non otterremo mai. E Giovanni Pascoli è maestro nel rimescolare sentimenti forti, delicati, di crisi dell’uomo. Fatto sta che pur preferendo Montale ed altri poeti, Pascoli mi è però “entrato dentro” ed i suoi versi sono come canzoni malinconiche e nostalgiche che “canto spesso”.
Non  passa inizio di primavera che io non declami dentro di me o ad alta voce “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole…”, il X Agosto guarderò il cielo e sussurrerò “San Lorenzo, io lo so perchè tanto / di stelle per l’aria tranquuilla / arde e cade, perché sì gran pianto / nel concavo cielo sfavilla. Oppure reciterò : E s’aprono i fiori notturni / nell’ora che penso ai miei cari, sono apparse in mezzo ai viburni / le farfalle crepuscolari…”
Il volumetto azzurro, qui accanto a me, e che non posso farvi vedere perchè non ho lo scanner fa parte della Collana Acquerelli e ha accompagnato me e mio marito in uno di quei viaggi “letteraturizzati ” che eravamo abituati a fare partendo da questa nostra casa ligure. Dopo Arles alla ricerca dei colori di Van Gogh, le Langhe di Pavese, ecc. il 3 agosto 2002 partimmo per Barga per ascoltare il rintocco delle ore del campanile cantato dal poeta. “E suona ancora l’ora, e mi manda / prima un suo grido di meraviglia / tinnulo, e quindi con la sua blanda / voce di prima parla e consiglia, / e grave grave grave m’incuora: / mi dice, E’ tardi; mi dice, E’ l’ora.”
Prima però Piero ed io, sorridenti e curiosi,visitammo a Castelvecchio  la sua casa con giardino, poi pranzammo all’Osteria del Platano dove lo stesso Pascoli era abituato ad andare.
Che nostalgia di quella giornata felice, così nitida nella mia memoria!
Sono pascoliana in questo pomeriggio in cui comincia la mia “cattività ” borzonaschina: Stefania riparte per gli States ed io mi ritroverò per un mese in questa casa sola con Mimilla.
 Reciterò sconsolata ” Lasciami immoto qui a rimanere / fra tanto moto d’ale e di fronde; / e udire il gallo che da un podere / chiama, e da un altro l’altro risponde…0 invece siederò languidamente sulla sedia a sdraio sotto l’amareno appagata d’estate e libertà pensando …Ma un poco ancora lascia che guardi / l’albero, il ragno, l’ape, lo stelo, / cose che han molti secoli o un anno / o un’ora, e quelle nubi che vanno.”
Il bello del nostro animo è la sua variabilità ; io stessa spesso non riesco a prevedere come mi sentirò l’indomani. Una cosa è certa: io parlo con me stessa, voglio capirmi e il più delle volte, con me, non mi annoio.
La poesia in ogni caso è sempre un valido sostegno.
La poesia e’ l’iperbole della vita; tutto cio’ che la vita porta, la poesia ingigantisce e rimescola.
Anche io, guardando fuori dalla mia finestra di Chiavari, alla vigilia dell’ennesima partenza e con estrema nostalgia per chi lascio, ho voglia di emozioni “piccole,” che parlino ma che smorzino i torrenti emotivi – spesso in piena – degli eventi esistenziali. E Pascoli ha la forza del “minimo” con un’immediatezza disarmante, il suo “canto,” come dici tu, allo stesso tempo intimo e sonoro. Con lo sguardo velato di chi sa che tutto passa e scorre (penso alla musica di Schubert) e con il sorriso di chi aspetta che tutto ritorni. A presto, mamma.
Le nuove donne, Stefania, evviva! sono una delle gioie e …delle certezze, che anche la mia piccola vicenda (personale ma , soprattutto, politica, con le mie battaglie e militanze e , di conseguenza, esperienze )vicenda di vita, intendo, sia stata una cosa buona. Vedere “risultati” durante una vita non è per tutti e questo mi rende felice e speranzosa per il futuro delle ragazze .
Succede anche a me di avere sempre in testa un lieve e piacevole accompagnamento, vuoi musicale che di scintille di poesie, o prosa, ma parole, parole significanti e mazzetti di note. A volte messe assieme, e mugolo “casta diva, casta diva che inargenti iiii, quando vedo una bella luna bianca in alto, di notte. E, quando in questi ultimi, diciamo tempi, apro il giornale …”Cortigiani, vil razza dannata…”e le note del chiaro di luna suonato da Benedetti Michelangeli che i miei genitori ascoltavano tanto spesso sui disconi neri che frusciavano , e Ravel, gli piaceva Ravel. E mio padre suonava la chitarra e io, piccola, cantavo le sue canzoni preferite :Carissimo Pinocchio…Insomma le nostre colonne sonore ci accompagnano sempre, con la forza del “minimo”, come dice Stefania, mi piace molto questa frase. Le mie nipoti sono partire:Una farà uno stage di danza a Londra l’altra starà 5 settimane a Berlino per un corso di tedesco. E tutto a costi bassi, con vari escamotage economici. Donne stupende. E così io le sento vicinissime, perchè….approvo, capisci Mirna? Se fossero qui, asdirlinquirsi nelle loro fuggevoli anche se straordinarie bellezze le sentirei molto lontane, estranee. direi :Non le capisco, invece le capisco e condivido. Un bacio affettuoso e virtuale anche a Stefania.
Cara prof,
trovo finalmente un po’ di tempo per mettermi a computer e scrivere due righe di commento a questo blog. Non è che mi sia dimenticato di inserire commenti, è che soltanto o mi manca il tempo materiale, o quando trovo il tempo ho altre priorità o riposo un po’ la mente.
Ma mi sembra giusto che mi faccia risentire proprio in occasione di questo post, dove concordo anch’io dicendo “per fortuna che c’è sempre la poesiaâ€. Sarà poi il caso o quello che volete, ma proprio mente sto scrivendo sto guardando e riguardando il film che adoro di Roberto Benigni “La tigre e la neveâ€, dove appunto il cardine è la poesia.
Nel film, uno dei passaggi che preferisco (e ce ne sono tanti…) è quello in cui Benigni spiega alle figlie come ha fatto a “diventare†poeta: in soldoni dice che la poesia è il mezzo per trovare le parole giuste per trasmettere le emozioni che proviamo. E io che sono un tipo che solitamente si tiene tutto dentro e raramente esprime i suoi sentimenti, la poesia diventa una sorta di rifugio, che richiede il suo tempo, anche i tempi morti al lavoro.
E una volta che poi, parlo personalmente, non so se è una cosa che capita anche ad altri, una volta che ho finito di scrivere, mi sento con un peso in meno, come se proprio mi fossi sfogato con qualcuno.
Per contribuire un po’, alla fine inserisco l’ultima mia poesia(inizialmente in dialetto trentino, poi resa in italiano anche se un po’ ha perso la sua musicalità originaria), che mi ha occupato il tempo in questo caldo mese di luglio. Sembra che abbia un tono dimesso e rassegnato, e in parte è così, perché quando l’ho scritta avevo abbastanza il morale a terra, ma per fortuna ora la situazione è un po’ migliorata: le carte d’archivio mi distolgono parecchio e sul lavoro per fortuna devo dire che ho una compagna che è un’ottima amica e con cui finalmente sono riuscito ad instaurare un rapporto di sincerità , confidenza e spontaneità . Era molto ma molto tempo, se non addirittura la prima volta, che mi sento così con una persona, e questo mi aiuta parecchio: mi aiuta a non pensare ad altro, ad essere quello che sono per farmi apprezzare come tale e finalmente essere me stesso senza avere bisogno di costruire maschere, per dirla alla Pirandello.
Beh, sarà meglio concludere qui, altrimenti bisognerebbe intitolare questo commento “Dilemmi di un diciannovenneâ€, e non mi sembra il caso.
Viviamo giorno per giorno. Domani è un altro giorno. Arriverà anche quel giorno, in cui spariranno i problemi.
Per fortuna che c’è ancora la poesia.
ESSER SOLI
(ispirato da Quasimodo, Ed è subito sera,
e Foscolo, Alla sera)
La solitudine è una brutta condizione
che non conosce tempo, c’è in ogni situazione
sia che ci sia il sole o che faccia il temporale,
a Capodanno, Ferragosto, compleanni e Natale.
È una brutta cosa tenersi tutto dentro
Perché il cuore diventa duro da tenero:
per forza che diventi con gli altri e con te stesso duro
se come amico e compagno hai solo un muro.
Non poter sugli agli fare affidamento…
possibile che non hanno per me un momento?
Basterebbe per fare due parole un po’ di tempo,
non domando la Luna, non pretendo niente.
La solitudine però ha una peculiarità ,
che col tempo diventa la tua specialità :
impari a sognare e a vagare con la fantasia
per da questa situazione volare via.
È un sentimento comune a tutti gli anni:
giovani, preti e soprattutto anziani.
Con la gioventù è meno frequente,
ma quando c’è fa male e si sente.
Da un po’ di tempo non so più cosa fare:
piangere? Nascondersi? Reagire? Scappare?
Sarebbe bello che questa situazione presto potesse finire…
ora come ora vorrei soltanto sparire…
La poesia…. cosa sarebbe il mondo senza la musica, la poesia, l’arte…? E’ estremamente consolatorio leggere i versi di Pascoli, i commenti ” poetici” di Mirna, Stefy, Camilla…
Ogni volta che apro la pagina del blog, mi si apre anche il cuore… E già penso che passati i 365 giorni, la tua ” sfida” ,devi andare avanti , carissima Mirna, magari con ritmi meno serrati ed impegnativi ma non puoi lasciarci senza questo gioello….
Un bacione
Dimenticavo, buon viaggio Stefania !!!
Nella tua bellissima e sincera poesia ci sono tante domande, ma ci sono anche le …risposte. Proprio scrivendo, sintetizzando in versi le grandi emozioni, le graffianti aspettative, carissimo Luigi, ci fai partecipi del cammino di un giovane sensibile che sembra spaurito, ma che in fondo al suo cuore sa che cosa fare e dove andare. Nei momenti di smarrimento in nostro soccorso la fantasia, la poesia, la speranza…
Contenta che tu condivida il lavoro con una nuova e simpatica amica.
Con affetto.
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You’ll never plow a field by turning it over in your mind. – Irish Proverb