MESSAGGIO D'AMORE, anatomia di un matrimonio
pubblicato da: admin - 26 Luglio, 2010 @ 5:22 pmMi sveglio presto al suono delle campane della chiesa e non sono di buon umore perchè c’è ancora freddino. Questo paese mi piace quando splende il sole, l’aria è teneramente fresca e le farfalle piroettano attorno ai fiori. La gatta vuole uscire sulla terrazza della cucina, ma vuoi per un gatto minaccioso  in cima alla scaletta , vuoi per la temperatura frigida ritorna immediatamente dentro. Caffè doppio e apertura PC che per me è una finestra sul mondo. Leggo subito le righe di Camilla, mattiniera anche lei! e le disavventure circa l’acqua mancante! E della sua “relazione sentimental libresca” con Doctorow assunto in questi giorni come marito immaginario.
E a proposito di coppia oggi parlerò proprio di un matrimonio “reale”, come viene raccontato nel romanzo di Somerset Maugham.
L’ho scovato ieri pomeriggio, a lazy Sunday afternoon, tra i vari libri dimenticati qui a Borzonasca. A me sembrava di averlo letto con un altro titolo ” Mrs.Craddock“, ma sono stata contenta di sfogliarlo e ricordare questo ritratto di una coppia apparentemente felice, ma spietatamente individualista, sola e senza quella capacità di crescere insieme per amarsi anche dopo l’affievolirsi della passione .
E’ soprattutto il punto di vista della signora Berta Craddock che l’autore ci fa conoscere in una sorta di spregiudicato, divertito e segreto dialogo fra di loro.
E’ una lettura deliziosa, pur nella sua amarezza, sia per le descrizioni paesaggistiche inglesi a me tanto care: viali di olmi in autunno, passeggiate nella campagna, il rito del tè. E la genesi dell’innamoramento di Berta per Edwuard, il classico gentiluomo di campagna. “ Egli si stava avvicinando: si trattava di un uomo alto di circa ventisette anni, dalla taglia massiccia e dall’ossatura forte, con lunghe gambe e lunghe braccia, e un meraviglioso torace…il tutto era intensamente virile! Odorava di campagna ed anche la misura degli stivali mostrava un carattere deciso ed una grande sicurezza.”
Presto si sposano, ma pur continuando ad ammirare il suo fisico “ella amava le sue mani. Erano grosse, abbastanza rozze ed indurite …robuste e maschie…le facevano tornare alla mente una mano in porfido rimasta incompiuta che aveva visto in un museo italiano…”, Berta inizia a lamentarsi del poco tempo che il marito le dedica, della sua praticità campagnola, della mancanza di sensibilità . E’ anche gelosa dell’attenzione che egli riserva al vicinato, soprattutto femminile. Gli fa delle scenate, lui si stufa e spesso esce esasperato dopo aver ascoltato le sue lamentele. Un giorno Berta vorrebbe seguirlo, ma lui le sbatte la porta in faccia. Berta scoppia in singhiozzi sul divano. Il dolore viene dissipato dall’ira e dall’umiliazione, “All’improvviso sentì un sentimento di odio contro di lui; l’amore che fino ad ora era stato fermo come una torre di bronzo, cadde a pezzi come una costruzione di carta. Adesso non cercava di nascondere a se stessa i difetti d lui…Berta spogliava con gusto amaro il suo idolo di tutti gli orpelli dei quali lo aveva addobbato con la propria fantasia…”
Eccoci al dunque…tipico di molte donne non “vedere” com’è veramente il proprio uomo, idealizzarlo, pensare eventualmente di modificarlo secondo i propri romantici desideri…ed infine rimanere amaramente deluse.
Berta è in ogni caso sì capricciosa, ,ma anche decisa e testarda, si crea un suo mondo consolatorio in cui vivere con tranquillità , tenta persino una relazione amorosa con un giovanotto ( un po’ Madame Bovary).
E quando Edward muore lei non lo ama già da molto tempo. “Si fermò di fronte al corpo esanime del marito e lo guardò. Il ricordo di Edward giovane sparì, ed ella vide il marito come era stato realmente, grassoccio e rubicondo”
Mestamente progetta il suo futuro, viaggi per dimenticare…forse l’Italia, ma subito anche la consapevolezza di essere finalmente libera. Riflette che “marito e moglie non sanno assolutamente nulla dell’altro; per quanto appassionatamente si amino, per quanto la loro unione sia stretta, non riescono mai a essere una sola persona.”.
Ma è proprio così?
Bungiorno Mirna, oggi piove anche a Trento e io, memore dei giorni soffocanti, senza tregua, in cui avrei dato.., avrei dato qualcosa per un po’ di fresco, io sono contentissima.Maughan mipiace,non ho mai letto Messaggio d’amore. Anche M. era molto prolifico e i suoi romanzi restano degni di piacevole attenzione. Forse le donne di oggi, donne del tipo di Berta, riescono a capire prima con chi stanno e, oggi come sempre, l’amore riveste di un scintllante mantello l’amato. A volte un gesto troppo brusco fa cadere il manto e il re è nudo. La povera Emma Bovary non aveva certo illusioni su suo marito , così lontano dai suoi sogni di bambina dell’epoca e cercava un poco di gioia di vivere ovunque. Amo questa Emma, Flaubert ne ha fatto un prototipo che ritorna continuamente nella letteratura. Del resto Emma fu fin troppo consapevole di aver “sbagliato”: Cosa? sbagliato il matrimonio con quell’uomo che non amava? Sbagliato a innamorarsi diei suoi sogni? Emma, oggi, avrebbe lasciato il marito e, forse, sarebbe stata felice e nessuno si sarebbe stupito di nulla. Ma le donne dell’800 e, almeno in Italia, molto oltre,( oggi c’è la mattanza di mogli e fidanzate che non ne possono più e vengono massacrate) erano considerate proprietà privata, alla stregua di un , più o meno prezioso, animale domestico.Ieri sera avevo a cena la mia bella nipote più grande col suo Fabrizio : che coppia diversa da quelle stereotipate donna-uomo e viceversa. E’ talmente convinta di essere una persona con pari dignità con chiunque altro che mi sembra una icona sfolgorante: qualcosa è davero cambiato. Non abbastanza, non a livello di massa. Ma qualcosa è cambiato davvero.Ciao Mirna, è tornato il sole?E le farfalle? Salutami la gatta.
Mi piace immaginare tua nipote come “un’icona sfolgorante”, sicura della sua identità di donna, di individuo, di essere umano come dovrebbe e come doveva essere dai primordi…Da piccola, nel mio ingenuo, ma ferreo senso di giustizia pensavo che ci fosse uguaglianza fra uomini e donne. Invece noi eravamo “Il secondo sesso”. Ho battagliato con mio padre e con persone diversamente pensanti, ma grazie al cielo Piero era l’uomo per me.
Accanto a tua nipote metterei anche Stefania…e senz’altro tante altre…era ora…
Cara Camilla, si è rinfrescato, c’è il sole, ed io inizierò, come leggerai nel post, un mese “tutto per me”. Però invidio figli, nipoti, compagno, vicini a te!!!
Gatta e farfalle della lavanda (ed ahimè, ancora i calabroni-ruggeri) salutano!
Io ho sempre pensato – grazie alle nostre “ave” – che non ci fosse alcuna differenza fra uomo e donna e che anzi – grazie a mia madre – che le donne abbiano una marcia in piu’ (che spesso non sanno di avere). Per me tutti i secoli di storia avrebbero un senso anche solo per questa conquista lunga e faticosa! E finirei col dire che il diritto alla felicita’ – con felicita’ in senso lato -e’ piu’ potente di qualsiasi altra cosa. Un hurray alle nuove donne!
Make My Day!