UNA MANCIATA DI SOGNI, di Maria Wanda Caldironi

pubblicato da: admin - 25 Luglio, 2010 @ 4:09 pm

Ho avuto in prestito da Emanuela questo libretto di racconti pubblicato da La Riflessione – Davide Zedda Editore -nel giugno del 2010. E’ scritto da una sua nuova amica, un medico che vive a Padova. Dalla copertina scelta  – una delicata immagine di un bosco in autunno – possiamo già intuire la personalità di Maria Wanda Caldironi.  E lo stesso titolo dato alla raccolta ci fa capire che cosa  leggeremo. Sogno, realtà, autobiografia, immaginazione… e la  stessa personale visione del mondo dell’autrice ci introducono innanzitutto nel  bisogno della CASA della quale innamorarsi e poi viverci.

E’ così avviene che Maria Wanda ritiratasi a vita privata dopo molti anni di lavoro in ospedale, insieme al marito acquisti e ristrutturi una vecchia casa di campagna di cui si è innamorata a “prima vista”. Nel primo suo racconto è dunque la casa che parla, o meglio i suoi antichi abitanti: conosceremo l’ultimo proprietario, il conte Giacomo che ancora non sa che nascosta tra le pietre della casa c’è per lui un’importante lettera d’amore mai letta.

 Soprattutto avvince la storia di Carlo, appresa attraverso le pagine del  suo diario, che vuol far vivere alla sua figlioletta appena nata  l’emozione incantata che lui prova tra la natura, lontano dalla fretta e dai rumori della città.

La protagonista trova il diario di Carlo proprio nel bosco  grazie a uno dei suoi cani che fiuta e poi dissotterra un quaderno giallo. Questo inizia il 12 aprile 1981 e racconta la gioia di un padre nel vedere nascere e crescere Viola, poi la sistemazione nella casa tra i fiori dove egli sogna di poter continuare a vivere per sempre come nelle fiabe, trasferendo sulla piccola tutti i suoi desideri.

E’ la narratrice dunque, l”ultima proprietaria, che snoda, dirime, riannoda vecchie e lontane storie ancora in parte irrisolte. E la CASA dei sogni, quella che si incarna in noi è di nuovo il punto portante di un racconto. L’appagamento di Maria Wanda nell’averla trovata si sente come un leggero mantello di felicità sulle spalle: lei ci parla di boschi, di fiori, cani, vicini socievoli con i quali sorseggiare un buon vino novello, di stagioni decise delle quali si vedono e si sentono i colori, gli odori. Foglie gialle, ortensie, gelsomini, la brina, la prima neve. Credo che molte di noi troverebbero delle consonanze con  questa signora forte e sensibile  che ha deciso di scrivere di getto delle sue sensazioni perdute, dell’amore per la natura  rivissuta finalmente con un tempo calmo, fluido e di riaprire il cuore “all’incanto della creazione” per osservarlo con occhi nuovi. “Urgenza di voler vivere“  scrive Maria Wanda nella prefazione.

Ho terminato il terzo racconto poco fa, distesa nella mia cameretta blu mentre ascoltavo il frinire delle cicale…e sentivo il vento di rosmarino e lavanda che asciugava il mio bucato. E proprio VENTO è il titolo del racconto, nome di un bellissimo purosangue che ha condiviso con l’autrice 14 anni di vita. Il suo vero nome sarebbe stato Vento di San Martino…”Solo chi ama il suo cavallo può comprendere” scrive la Caldironi circa il legame affettivo che si instaura tra padrone e animale. Ci vengono raccontati aneddoti, passeggiate, paure, gioie condivise e soprattutto una speciale complicità che mi ha commosso più volte… Quando entrambi, cavallo e cavallerizza riescono a fronteggiare il rumoroso impatto con una fiera di paese, o quando VENTO riesce nitrendo a difendere entrambi da due agguerriti cani abbaianti…E il loro suardo in questi frangenti, il loro sguardo fermo di intesa e così ben descritto che mi fa venire ancora voglia di piangere. E’ una bellissima storia d’amore.

Grazie Maria Wanda, che ce l’hai raccontata.

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8 commenti
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  1. Cra Mirna, chissà se durante le stesure e rletture di diari sognanti, con case parlanti, giardini profumati, cavalli galoppanti e tante cose belle succede che manchi l’acqua. Non è cosa da poco, credimi. Ieri volevo semplicemente lavarmi i capelli, ero sola, mio marito in gita di due giorni , il clima di Trento èmolto migliorato, bei libri da leggere, ottimo umore. Apro il rubinetto che emette un rantolo, come minimo sgradevole, e niente acqua. Ancora! Strillo ad alta voce, nel silenzio di tutto il condominio. (Ma dove sono tutti?) Mi precipito (è la terza volta in pochi giorni) alla segnalazione guasti, numero verde e, malgrado sia domenica, dopo qualche passaggio di alta tecnologia robotica, mi risponde una voce umana. Il guasto provocato dai lavori stradali non ha ancora finito di procurare dispiaceri. Porti pazienza, siamo già sul posto. Il posto è la strada sventrata sotto casa. Insomma dopo qualche ora l’acqua è tornata ma io sono qui che la spio e mi aspetto che se ne torni via da un momento all’altro. Mi secca anche perchè questa sera ho i miei ragazzi a cena. E se manca l’acqua. Decido, ora: si va a cena fuori, acqua o non acqua.
    E per fortuna che sto leggendo il mio secondo Doctorow, “L’acquedotto di N.Y.” , questo scrittore diventerà una specie di marito immaginario per me. Mi piace moltissimoe non l’avevo acora incontrato e non ho nessuna intenzione di troncare la mia relazione nascente. Fare una simile nuova conoscenza mi rende….romantica, a mio modo certamente, ognuno hai suoi modi. Ma mi sembra di avere un sacco di cose nuove da fare. Leggere doctorow, per esempio. Ti penso molto. Camilla

  2. Grazie di cuore, Mirna, per le osservazioni che hai voluto trasmettere dopo la lettura dei miei racconti.
    Esse esprimono, con sensibilità e perspicacia il mondo, in parte fantastico, che ho cercato di descrivere e l’entusiasmo che ho provato nel rivivere, in un ” tempo calmo e fluido” sensazioni che credevo perdute.
    Spero di incontrarti presto, di persona, con la nostra amica Emanuela.

  3. Gentile dottoressa Caldironi,
    il ritratto fatto dalla recensione,corrisponde alla signora Primario Medico che ho conosciuto a Piove di Sacco,prima di lasciare anch’io la professione.Sa e’ lei dottoreesa, forso si ricorda di me,andando in pensione l’ho lasciata in piena guerra e sono contento che i morti sepelliscano i morti.
    Se mi riconosce,mi congratulo con Lei ,che ha scelto una creativita’ di cui non ha mai fatto parola,lasciando posto ad una sensibilta’che sono felice di aver incontrato.
    Se non mi riconosce leggero’ il Suo libro,che dalla presentazione assomiglia alla descizionedi una dottoressa di valore che ho conosciuto e con la quale ho lavorato con un ineguagliabile ricordo.
    Giorgio Gabbia
    cardiologo ritirato a vita privata e curioso di copnoscere cpme e’ andata a finire a Piove di Sacco
    Tel 041 926252
    E mail giorgio.gabbia@alice.it

  4. potete mandarmi per favore come piosso comunicare con la dottorresa Caldironi?
    Grazie
    Dr Giorgio Emilio Gabbia
    Cardiologo

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