DODICI RACCONTI RAMINGHI, e le voci del vento

pubblicato da: admin - 24 Luglio, 2010 @ 10:50 am

Mi sveglio e sento il vento: la sua voce fresca  fa frusciare le fronde che si riflettono arabescate nella cucina. Fa anche cadere le piccole prugne ( caterinette) in testa ai gatti che vorrebbero corteggiare Mimilla.

 Io leggo i vostri commenti, care Camilla e Raffa, e mi si apre il cuore. Qui il fresco è assicurato, almeno alla sera e nelle prime ore del mattino, ma poi ci saranno tanti giorni di forzato eremitaggio. Leggerò, scriverò, mi godrò le rondini del tramonto…Mio genero però ieri sera, mentre a Chiavari gustavamo una cenetta a base di pesce, ha aperto le scommesse dicendo che senza la visita quotidiana di Stefania durerò da sola nel paese fino al 10 agosto! 

Si vedrà. Intanto, come dice Camilla, sono fuggita dal caldo surriscaldato della città e posso ascoltare voci nuove. Come quelle dei “Dodici racconti raminghi”di Gabriel Garcia Marquez che tanto piace a Raffa. Questo libro è sul comodino di Stefania, sopra a Moby Dick( quest’ultimo…mai finito di leggere….dopo dieci anni)|

Questo libro di Marquez, edito da Arnoldo Mondadori Editore, stampato nel 1992,ha una lucida copertina con una coloratissima begonia dipinta. Qualche volta, mi piacciono i racconti, anche se io tendo ad amare i  romanzi che mi tengono legata per giorni e giorni. Ma di questi “raminghi” mi piace parlarne per la loro particolarità. Lo stesso Garcia Marquez confessa che essi sono stati scritti per raccontare delle cose strane che succedono ai latino-americani in Europa, soffermandosi sugli eterni temi del sogno, della solitudine , della magia, dell’amore e della morte.  Sembra che per l’arte di Marquez  “il mondo non sia altro che un immenso giocattolo a molla con cui si inventa la vita”.

“Gli spaventi d’agosto” mi ricordano un po’ Poe per il fantasma sanguinario che si aggira nel castello rinascimentale di Arezzo dove una famigliola sudamericana viene ospitata dal proprietario, lo scrittore venezuelano Otero Silva. Nessuno crede che il fantasma del folle Lodovico che pugnalò la moglie dopo una notte d’amore  e che poi si fece sbranare dai suoi cani da guerra, sia veramente presente nelle 80 stanze.  Tranquillamente i due ospiti accettano di passare la notte nel castello…ma al mattino si risveglieranno nella stanza nuziale di Ludovico, l’unica a non essere stata ristrutturata,…e nello stesso letto ancora impregnato dell’odore di sangue dell’uxoricidio..

Ed ancora sangue nel delicatssino ultimo racconto che parla della sposa che si è ferita un dito con una rosa. Proprio il dito con l’anello matrimoniale. E’ Nena Daconte ancora una bambina”con certi occhi da uccello felice e una pelle di melassa che irraggiava ancora il solleone dei Caraibi nel lugubre imbrunire di gennaio”. Siamo in Francia, ma nessuno riesce a frenare questo sangue che continua a sgorgare e a lasciare tracce sulla neve. “A Parigi, il dito era una sorgente incontenibile, e lei sentì davvero che l’anima stava uscendole dalla ferita”.

Gabriel Garcia Marquez nell’introduzione ci spiega la genesi dei suoi dodici racconti raminghi: ricordi, notizie lette sui giornali, sogni, argomenti per sceneggiature…tutti “redenti dalla loro condizione mortale grazie alle astuzie della poesia”.

Racconti raminghi perchè nella mente e sulla scrivania dello scrittore andavano e venivano, ma poi tutto viene risolto. Il rarefatto capovolgimento stupefacente di antiche suggestioni, i fantasmi della memoria, diventano il puro piacere della narrazione, che “è forse la condizione umana che più somiglia alla levitazione.”

“Chi li leggerà saprà cosa farne” conclude Garcia Marques, e noi lettori golosi lo sappiamo…per essere più felici.

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6 commenti
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  1. Il mio Marquez! Grazie , Mirna , per ricordarlo… Dodici racconti raminghi l’ho letto alle superiori in spagnolo, Doce cuentos peregrinos. Il primo libro di Garcia che riuscivo a leggere in lingua originale, ero così orgogliosa! I miei racconti preferiti sono Tramontana ( il vento mi mette sempre inquieta. soprattutto dopo aver letto quel racconto) e “La traccia del tuo sangue sulla neve” o qualcosa di simile. In realtà si scopre il lato inquietante e quasi macabro di Marquez… all’inizio mi hanno un pò spiazzato….Una lettura fresca ed estiva che consiglio a tutti….

  2. Cara Mirna, ora che , fisicamente, sei più lontana – perchè a Trento poteva capitarmi di incontrarti e allora averti scritto una letttera mi sarebbe sembrato un po’ da libro Cuore, ora che sei lontana mi viene proprio voglia, di scriverti una letterina.
    In questi due ultimi giorni il caldo si è attenuato e il cuore sembra tornato di miglior umore, recuperando gli entusiasmi leggerecci di sempre. Bisogna affrontare l’estate con un buon bagaglio di libri adeguati: adeguata deve essere la casa, via tappeti e tutto quello che crea manutenzioni noiose, il frigo pieno di cose bbbbuone (che significa cose buone,), adeguato il vestiario per uscire e quello per starsene in casa, adamitico quest’ultimo, e ripeto, una colonna non infame ma magnifica di bei libri. D’estate non è tanto bello rileggere, a meno che non siano letture ormai quasi dimenticate ma ancora piene di fascino, letture stuzzicanti, in tutti i casi. Ho provveduto. A Pinè, dove mi rifugio nei momenti di gran caldo, ho fatto la spesa di libri per affrontare le mie giornate, almeno fino ai primi di settembre.A pinè infatti c’è un bugigattolo che vende libri “classici” a prezzi imbattibili. Un euro e 90c. per Un cuore semplice e altri racconti di Flaubert,Felicità di K.Mansfield, libro amato tanti anni fa’ e ora perso e non vedo l’ora di rileggerlo, e La principessa di Clèves di M.de La Fayette, una di quelle superdonne francesi del 1600, che sono affascinanti e che ho proprio voglia di rileggere.Per euro 8 , eccezionale, un tomo di 1200 pagine di Anthony Trollope, Le ultime cronache del Barset, in buona edizione, un vero colpaccio. Ami Trollope? Io sì.Inoltre ho comperato,scontatissimo, euro 12, Caino di Saramago, che non scriverà più e che destinerò a una giornata di pioggia e vento e burrasca.Inoltre mio figlio mi presta ben 3 romanzi di E.L. DOCTOROW, che non conoscevo e di cui mi sono follemente innamorata dopo aver letto, uscito da pochissimo, Homer & Langley.Ti tormeterò con una letterina al giorno, salvo eventi eccezionali o un tuo palese altolà, che posso ben comprendere. E per ora, come dicono i trentini, tolgo il disturbo e ti abbraccio e spero tanto che tu sia felice. tua Camilla

  3. Carissima Camilla, mi farà piacere leggerti ogni volta che desideri scrivermi una letterina, contenta anche che sarà letta dagli altri visitatori ormai facenti parte attiva o passiva di questo blogghino che, volente o nolente, ci accomuna nella gran arte del leggere e ci fa conoscere l’un l’altro in questo nostro percorso esistenziale. Adoro i tuoi consigli “estivi”, quasi una “Gentildonna della Casa…” che condivido appieno. Togliere tappeti (che come Pamuk io non amo), riempire il frigo di cose buone e abbandonarsi alla curiosità golosa di nuovi cibi e LIBRI. Letto, anzi studiato, la deliziosa Princesse de CLèves, parlato vagamente della novella della Mansfield sul blog…e curiosa dei titoli che non coniosco. Ti immagino dunque nella verde Pinè ricca di spunti preziosi di lettura

  4. He that would have eggs must endure the cackling of hens. – Italian Proverb

  5. You present thorough method to obtain knowledge. Healthy for you

  6. Unknown~ When the time comes for friends to part love will be the bride from heart to heart.