MAXIMUM CITY, di Suketu Mehta

pubblicato da: admin - 14 Luglio, 2010 @ 6:18 pm

 Mi fa piacere dopo aver parlato della triste e affascinante  Istanbul di Pamuk, del Bosforo al chiaro di luna, del chiaro scuro dell’animo dei suoi abitanti, primi fra tutti  i suoi quattro grandi scrittori tristi che l’hanno cantata a amata, sentire parlare da Riccardo  di – Bombay città degli eccessi - 

Non sono mai andata in India che mi attrae e mi spaventa per il “ troppo” che intuisco: troppi colori, suoni, profumi, troppa vita per una come me che ama le mezze stagioni, ma certamente una sfida a non tralasciare una civiltà diversa impregnata di filosofia altra da quella occidentale, di un misticismo libero e tangibile. Questo libro che Riccardo ci presenta è senz’altro esaustivo; conosceremo Mumbai nei suoi mille  aspetti , dagli slum dell’underworld, quindi l’estrema povertà, alla carica gioiosa che vediamo attraverso i  film di Bollywood dove i bellissimi protagonisti  cantano e danzano tra mille colori e tintinnamenti di ciondoli.

Ma è la gente, la folla che vive in questo paese che ne segna gran parte l’identità . Scrive Suketu che c’è una  “ battaglia di sè contro la folla, ma per uscirne arricchito e non schiacciato…Siamo individui multipli, in una solitudine plurale. La folla e il sè”

Ci illustra Riccardo:

L’autore è scrittore e giornalista. Questo è il suo primo libro, il ritratto di una della più grandi città del pianeta, attraverso la voce dei suoi abitanti: dalla malavita al cinema, dal mondo delle ballerine dei night club agli scontri fra le comunità indù e musulmana. Fra le altre, storie vere di gangster raccontate dagli stessi “protagonisti”. I capitoli? Eccoli:

  1. Parte prima: Potere

    1. Geografia personale

    2. Powertoni

    3. Mumbai

    4. Colletti neri

  2. Parte seconda: Piacere

    1. Una città di mangiatori di vadapav

    2. Una città in calore

    3. Distillerie di piacere

  3. Parte terza. Passaggi

    1. Miniere di ricordi

    2. Sone ki Chidiya

    3. Addio mondo

 

Mumbai l’incredibile, direi io! Incute paura unita al desiderio di un viaggio. Sicuramente una “lettura nuova”, sorprendente, ricca di informazioni su una civiltà per tanti aspetti a noi sconosciuta, vista attraverso la vita vissuta e non sui libri di testo.

Dopo averlo letto, terrete questo libro jn una posizione dominante nei vostri scaffali. Lo merita.

Riccardo Lucatti

 

 

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  1. Lessi, qualche anno fa’, questo libro-reportage , un genere che non è nelle mie corde, io amo la letteratura perchè ha tutto il potere dell’arte che rende dicibile l’indicbile e ci fa comprendere l’incomprensibile, togliendo ogni possibilità di distacco e di giudizio . Ho molto aprezzato, tra i tantissimi nuovi scrittori indiani, Aravind Adiga, con “La tigre bianca ” e i racconti , davvero terribili ma estremamente poetici “Fra due omicidi” , Amo molto anche Kiran Desai, che ha scritto il magnifico “Gli eredi della sconfitta”un libro che non ddi dimentica.
    Sul grande reportage di Mehta avevo letto che lo stesso regista del Billionaire avrebbe girato un film. Non è eccessivo speculare sugli orrori del mondo, non è una colpevole semplificazione?

  2. Aw, this was a very nice post. In idea I wish to put in writing like this additionally – taking time and actual effort to make a very good article… however what can I say… I procrastinate alot and on no account appear to get one thing done.