DUE, di Irène Némirovsky
pubblicato da: admin - 10 Luglio, 2010 @ 8:01 pmE’ con grande piacere che lascio lo spazio odierno a Raffaella che non solo è  un’assidua commentatrice del blog, ma una carissime e dolce amica. Buone vacanze, Raffa.
Ho di nuovo voglia di parlare d’amore…La mia vita di lettrice subisce delle fasi alterne; non smetto mai di leggere ma ci sono i periodi in cui amo i gialli d’autore, periodi in cui mi tuffo nella filosofia ( Nietzsche in tedesco,un’impresa titanica, moltissimi scritti di Lou salomè), momenti in cui mi dedico a lunghe liste di romanzi angloamericani del Novecento alla ricerca del capolavoro ancora non letto, e soprattutto ultimamente giorni in cui sento il bisogno di letture intimistiche, che scandagliano l’animo umano in tutte le sue sfaccettature ma in special modo quella dell’amore.
E “Due” di Irène Némirovsky ( Adelphi, 2010) è proprio un romanzo che tenta di rispondere alla domanda su cosa siano l’amore e la passione e cosa rimanga di tutto ciò nel rapporto coniugale. Protagonisti sono dei giovani borghesi parigini sopravvissuti alla Grande Guerra.
La Nemirovsky sceglie di seguire la storia di due famiglie, dei loro figli e dell’evolversi delle reciproche storie amorose ed in particolare quelle di Marianne e Antoine.
Ecco l’incipit : “ Si baciavano. Erano giovani. I baci nascono in modo così naturale sulle labbra di una ragazza di vent’anni! Non è amore, è un gioco: non si insegue la felicità , ma un attimo di piacere. Il cuore non desidera ancora niente: è stato colmato d’amore durante l’infanzia, saziato di affetto. Che taccia, adesso. Che dorma! Che lo dimentichi!â€.
Antoine vuole godersi ogni momento della vita, così fuggevole, ama Marianne ma ha nel contempo varie avventure. Lentamente questo amore evolve in affetto duraturo che porta ad un legame stabile ed i due decidono di sposarsi, proprio nel momento in cui la passione sembra essersi definitivamente spenta.
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Un amico del protagonista in una sorta di monologo interiore si pone un quesito che diverrà il perno del romanzo : “ Come avveniva , nell’unione coniugale, il passaggio dall’amore all’amicizia? Quando si cessava di tormentarsi l’un l’altro per volersi finalmente bene?â€
La Nemirovsky risponde proprio con la storia di Marianne ed Antoine, che attraverso matrimonio vengono trasformati nel loro modo di rapportarsi di fronte alla vita.Marianne , completamente sottomessa al marito, sa di essere esposta a tutti i possibili tormenti ma li accetta con saggezza e maturità . Antoine, invece, sentendosi improvvisamente invecchiato, cerca altrove quella passione e quell’amore che sa di non trovare più nella moglie . “Marito e moglie non vedono i lineamenti l’uno dell’altro, non compiono quel lavoro mentale che consiste nel paragonare di continuo l’immagine rimasta nella memoria e quella che hanno davanti in quel preciso momento. Guardano il sorriso e non il disegno della bocca, l’espressione e non la forma degli occhiâ€Â finchè dopo molti anni forse riescono a fare quell’impercettibile sforzo che li porterà a riconoscere il volto di chi condivide con loro la vita.
Antoine ha una doppia vita: da una parte la famiglia, i figli, dall’altra l’amante, sorella minore di Marianne. “Questa occupa il posto che la notte i sogni occupano nell’esistenza di un malato, ed in cui le allucinazioni sono così intense da soppiantare la vita reale, ma senza perdere quella nota di mistero e di straordinarietà che è la loro caratteristica propria.†L’uomo la desidera e vuole possederla,tanto che preferirebbe vederla morta anziché accanto ad un altro uomo, ma riconosce che il legame con la moglie è un’altra cosa.Ad un certo punto la sorella di Marianne , durante un viaggio nel quale i due amanti trascorrono per la prima volta alcuni giorni insieme si accorge di essere innamorata ma, consapevole che Antoine non lascerà mai la moglie ed in preda alla disperazione derivata dall’impossibilità di farsi una propria vita, si uccide. Antoine ne esce distrutto e a quel punto la moglie comprende tutto. Ma il legame coniugale è tanto più forte quanto più si basa sull’ipocrisia, sulla menzogna, sul silenzio, sulla comprensione. ll matrimonio ha bisogno della “mascheraâ€.L’uomo si getta da buon borghese nel lavoro e nella quiete matrimoniale.
Marito e moglie si coricano la sera “l’uno accanto all’altro, separati dalle loro speranze, dai loro rimpianti, dai loro sogni, ma uniti dal calore dei corpi, dal dolce torpore del sonno, due in ispirito, ma, già , una sola carneâ€.
Riporto le righe finali, così pregne di significato .†Stavano immobili, abbracciati, i corpi stretti l’uno all’altro. Non provavano desiderio; erano calmi, un po’ ironici e senza gioia, ma , un istante dopo, fu come per loro ogni difficoltà fosse sparitaâ€.
Ho amato “Due” sin dalla prima pagina. E’un libro che invita a riflettere, dalla scrittura raffinata, delicata ed a tratti struggente, nel quale le dinamiche del vivere sono trattate con poesia e leggerezza.Lo consiglio…
Raffaella Masera
Mi commento da sola… ma non per manie di grandezza ma perchè volevo ribadire ( e nel post l’ho dimenticato di scrivere) che è proprio grazie a Mirna ed al suo blog che ho conosciuto la Nemirovsky. Che scoperta…Grazie!
Gentile Raffaella, hai letto Jezabel? Penso di sì, comunque sono tutti belli i libri di N.
Dico ancora qalche parola su la Recherche, che ci vorrebbe una vita intera e lunga assai più di chi è già al capolinea per poterne anche solo accennare. Ma qualche parola che, a memoria, mi esce dalle dita, permettetemi di dirla: Il nonno allora diceva “riconosco la voce di Swann” (…..) Il piccolo Marcel, quando arrivavano visitatori era costretto ad augurare la buonanotte e ad andare di sopra senza il bacio della buona notte di sua madre. La metafora del bacio della madre scorrerà per l’intera opera: “Io non distoglievo mai gli occhi da mia madre ( …….) “sceglliere con lo sguardo il punto della gota che avrei baciato, preparare il mio pensiero per avere la possibilità , grazie a quell’inizio di bacio mentale, di consacrare intero il minuto che la mamma mi avrebbe accordato a sentire la sua gota contro le mie labbra, come un pittore che, non potendo ottenere se non brevi pose, prepara la tavolozza e ha fatto già prima a memoria, servendosi dei propri appunti, tutto quello per cui può anche rinunziare alla presenza del modello”.
Scusate ma le mie poesie sono i pezzi di miei grandi scrittori che ricordo a memoria e che evocano meravigliosi anfratti.
Non ho ancora letto Jezabel ma dal post di Mirna e dalla tua domanda credo allora valga la pena di prenderlo in mano subito…Anche Suite francese mi ha colpito tantissimo… Bellissima la tua citazione della Recherche . è davvero poesia….
Ci hai sottolineato i punti più belli e importanti, cara Raffaella, e l’eterna domanda sull’amore. Passione è amore? O è egoismo e desiderio di appagare esigenze fisiche? La coppia che riesce a superare indenne i turbamenti dell’eros è una coppia che è cresciuta attraverso l’emozione e il piacere senza aver dimenticato l’altro da sè e l’essenza dell’esistenza. L’amicizia fra due coniugi è il vero tesoro, perchè in essa esistono conoscenza, rispetto, tolleranza e amore a 360 gradi.
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