VIVERE FELICI CON UN GATTO, le 10 regole
pubblicato da: admin - 5 Giugno, 2010 @ 6:56 pmChe un laureato magna cum laude in fisica scriva un delizioso libro per aiutarci a capire i gatti è meraviglioso.Â
 Dario de Judicibus è un autore eclettico che si occupa di svariati aspetti della conoscenza, in campo sia umanistico sia scientifico. Del gatto, animale affascinante, ci dice molto: le sue caratteristiche fisiche e, da scienziato, ci spiega di cromosomi, di alleli dominanti o recessivi che determinao il colore del pelo, la tipologia. Ci racconta la sua storia che sembra iniziare molto prima che in Egitto, ma addirittura 9.000 anni fa nella solita Mezzaluna fertile.
Soprattutto ci insegna come essere felici con questo piccolo quadrupede. Impariamo le dieci regole fondamentali, prima fra tutte:
“Il gatto non è il vostro animale domestico: siete voi il suo.” Questo l’ho capito da sola, è Mimilla che sceglie di volta in volta su quale divano trascorrere i caldi pomeriggi ed io scelgo naturalmente quello libero. E’ Sua Maestà : quando vuole mi concede l’onore o di venire sulla pancia a mo’ di cuscino peloso e caldo, o di permettermi di fare coccole ,  poi mi avverte  con miagolii stentorei che è l’ora di giocare (sempre quando mi accingo o a scrivere il blog o a fare una telefonata). I suoi miagolii diventano patetici quando vuole mangiare qualcosa di goloso… (non i soliti croccantini) ,  se non l’accontento mi guarda severamente e mi volta la schiena.
In cambio regala felicità , dolcezza, compagnia. Sebbene, dice Dario de Judicibus, egli si senta superiore a noi. La quarta regola infatti  recita “Il gatto si aspetta che siate voi a non calpestargli la coda, non lui a doverla spostare.” Seguono paginette amene e divertenti sulla convivenza umani-gatti. Mi viene in mente Dorian che ogni mattina si stende voluttuoso  sul petto di Riccardo e rimane a fissarlo negli occhi fintanto che Maria Teresa non arriva con il caffè. Sembra che Riccardo sia bravissimo a bere la calda bevanda  senza far cadere nè tazzina nè gatto. E’ un grande amore!
“Se un giorno la razza umana dovesse entrare in contatto con una specie aliena, allora è augurabile che il primo a comunicare con gli extraterrestri sia qualcuno che abbia vissuto per un certo periodo di tempo assieme ad un gatto. Non c’è nulla di più simile a una specie aliena intelligente, infatti, di un felino domestico…”
Chi convive con un gatto è perciò arricchito psicologicamente e può senz’altro vivere momenti felici pur tra un pelo e l’altro. Ciò che mi ha intrigato in questo scritto è proprio l’idea che il gatto ci vede in un modo diverso da quello che noi crediamo di essere.
E non è così anche tra gli umani? Proprio stamattina durante una gustosa e interessante conversazione con Camilla si analizzava la pirandelliana questione di come ci vedono gli altri, ci si chiedeva addirittura se gli stessi figli ci conoscono a fondo. E come madri come siamo percepite dagli stessi figli?
Com’è ricca la vita e la visione che noi abbiamo del mondo e delle persone, a volte simile e condivisibile, altre dissimile, ma sempre unica… come le impronte digitali.
Chi ha avuto a che fare con i gatti lo sa. sono infinite le storie di gatti: tutte incredibili per chi non li conosce bene. Quando i miei figli erano bambini abbiamo sempre avuto gatti: Uno, di nome Michele, si arrabbiò molto con noi tre (mamma e due figli) perchè lo avevamo lasciato alle cure di una signora gentile e ce ne eravamo andati al mare per ben 15 giorni.Al ritorno era seccatissimo, mi morse la caviglia, non salutò nessuno e, approfittando del via-vai del nostro sbarco a casa, sgattaiolò, veoce come il vento, scese in un lampo 5 piani di scale e…sparì. Era luglio. Mio figlio pianse per notti e per giorni, mia figlia non parlava più, la casa era in lutto. poi , un po’ tristi, pensammo che, povero Michele, aveva scelto la sua libertà . Pssarono i mesi: La notte della vigilia di Natale, nevicava, nevicava, nevicava, tutto era silenzioso. io e i bambini avevamo aspettato la mezzanotte per brindare a gesù bambino e aprire i doni che erano apparsi (improvvisamente?) sotto l’alberello di Natale, con le lucine accese. – Spegni la luce mamma- e alzammo i calici di aranciata. Ma dopo poco sentimmo qualche rumore, un grattare contro la porta, “E’ il Michele!” – gridò il mio piccolo Roberto. Io e Lorena dicemmo “Ma no, caro, no…” – Però , piano, piano e con una bella paura, andai a guardare dallo spiocino.tutto buio ma il miagolio era innegabile. michele era ritonato. Davvero. Sporco e lacero. ma era lui.
Che bella storia! Come contributo personale daro’ la lettura di un episodio recente.
Un paio di sere fa, c’e’ stata un “gelata” notturna qui ad Ithaca. Quando succede, tutti i ragni fanno a gara per entrare in casa e pure ci riescono. Quindi, ero beatamente nel mio letto e stavo leggendo quando, alzato lo sguardo ho visto un ragno (che in quel momento mi e’ apparso gigantesco come in “Il ragno nero” di Ludwig Tieck) nell’angolo proprio sopra il mio letto. Pronta per il sonno, mi sono alzata seccata e ho tentato di rimuoverlo con un giornale e buttarlo fuori dalla finestra. Ma niente: il ragno era finito sulla moquette ed e’ stata dura localizzarlo. Purtroppo sono passata a piani criminali e l’ho aspirapolverato come faccio – raramente – quando non so piu’ cosa fare con un insetto o simile.
Beh, la notte ho sognato Mimilla e con lei come sempre il sentimento del mio (ma credo anche collettivo) rapporto con gli animali, tenero, di protezione e allo stesso tempo inquietante perche’ su altri binari rispetto al razionale. Credo che il povero ragnetto (diventato piccolo nel ricordo colpevole) mi abbia direttamente riportato a questo, via Mimilla, animaletto a cui sono piu’ affezionata.
Felice per il riconquistato uso di internet, mi affaccio oggi a leggere il blog di Mirna e… che cosa trovo? I gatti: la carissima Mimilla, il mio Dorian, l’orgoglioso ma fedele Michele! Bella davvero la storia di Michele, incredibile: bravissima Camilla per come l’ha raccontata!
Sono curiosissima di leggere il libro di cui Mirna così bene parla. Mi piacerà trovare conferme e/o spiegazioni dei comportamenti di Dorian. “Ogni scarrafone è bello a mamma sua” e per me Dorian è bellissimo, anche se non sono la sua mamma, bensì la nonna, essendo lui in primis di mio figlio Edoardo. Edo lo ha ricevuto come regalo di compleanno da amici durante gli anni universitari a Bologna e lo ha tenuto per alcuni mesi fino a che il padrone di casa non glielo ha più consentito. Da allora, e sono ormai 8 anni, Dorian vive con noi. Non so se abbia ancora qualche reminiscenza della vita un po’ dissoluta che conduceva a Bologna: vita di cortile, con altri gatti, con scorribande e arrampicate sugli alberi, qualche volta restando fuori anche la notte… ma bastava un fischio di mio figlio (era al pianterreno) per farlo rientrare. Passando a stare con noi, ha dovuto adattarsi a vita tranquilla, coi nonni appunto. E’ incredibile come riconosca mio marito Riccardo quale sua persona di riferimento e come gli stia sempre vicino, addirittura a volte zampettando sui tasti del computer. La cerimonia del caffè al mattino è davvero uno spasso: Dorian come un innamorato steso sulla pancia di Riccardo e quest’ultimo che sorseggia il caffè con estrema delicatezza, per non turbare questo momento… di passione!
Miagolii diversi per ogni occasione, sapienti richieste di cibo, coccole, spazzolature o uscite sul balcone… C’è un mondo di intese tra noi e Dorian e soprattutto tra Riccardo e Dorian. Chissà se sarà geloso a ottobre, quando diventeremo nonni davvero?
E io invece AMO I CANI!!!!
Che belli ….piccoli, grandi, pelo lungo o corto, sguardo intrigante o dolcissimo o furbo o…animalesco. Sono una sfida continua al nostro essere sicuri di noi stessi: perchè hanno un disperato bisogno di un padrone, l’ atavico ” capo branco” cui non possono rinunciare e in questo senso possono soddisfare il nostro bisogno di supremazia, ma nel contempo hanno un altrettanto disperato bisogno di affetto e amore ma…..come lo intendono loro! E se sbagliamo, son guai.( mai sentito parlare di mobili che cambiano aspetto grazie a strane striature???)
Ho sempre desiderato un cane, da piccola volevo un “coso” da abbracciare (e dovetti accontentarmi del mio amatissimo orsacchiotto Trudy…. ), da grande…..bè, anche, visto che ai figli passa il desiderio di essere “strapazzati” dalla mamma!!!
Ora in casa c’è il mio secondo cane, Neela, una meticcia fortissima che chiamo affettuosamente “sorcio” date le dimensioni e il musetto a punta.
Mi aiuta a staccare la spina, a prendermi del tempo da trascorrere nel bosco, a concentrarmi nell’insegnarle a non tirare al guinzaglio, a correre da me (che bello…!!!) quando la chiamo, a non raccattare tutto da terra, a non arrabbiarmi quando non mi ascolta ma a trovare altre strategie per farmi capire (quanti modi diversi ci sono per comunicare…..). E poi quanti incontri regala la passeggiata! Dalle persone più strane a quelle più interessanti, con le quali possono nascere sentimenti di amicizia .
Neela sgambetta per casa, qualche volta mi insidia le caviglie (ha certi dentini…) per farmi capire…..ancora non so cosa! ma adoro vederla correre in campagna quando crede che le farfalle siano nemici da combattere e i merli mete raggiungibili….. e mi guarda, un po’ perplessa un po’ incredula, pensando chissà cosa di questo strano mondo incomprensibile…..
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