LEI COSI' AMATA, ovvero una cacciatrice d'emozioni

pubblicato da: admin - 4 Giugno, 2010 @ 7:10 pm

scansione0004Anche  Annemarie Schwarzenbach muore prematuramente con una bicicletta.  Come Antonia Pozzi. La differenza sta che Annemarie cade accidentalmente causa una pozzanghera piena d’acqua che la fa cadere e  sbattere  la testa.  ” Il sasso oblungo sporge di pochi centimetri dal terreno, subito dopo la buca.” La ragazza pedala velocemente, forse stacca le mani dal manubrio in un momento di ebbrezza di libertà. “La bicicletta slitta, deraglia, s’inclina sul fianco e cade. Qualcuno grida “Annemarie”.

Altra donna straordinaria, perchè proprio fuori dal comune Annemarie Scwarzenbach,  Figlia di un ricco industriale tessile svizzero nasce nel 1908 sul lago di Zurigo, si laurea in Storia.  Presto lascia la famiglia per trasferirsi a Berlino dove frequenta la famiglia di Thomas Mann. E’ bella, sottile, di una bellezza androgina, quasi da efebo, porta i capelli corti, ama vestirsi spesso da ragazzo  comportandosi come tale.  Vuole essere ammirata da tutti, uomini e donne. Odia la banalità e la mediocrità, vuole emergere.  Instaura un rapporto ambiguo e di “amorosa dipendenza” con  due figli di Mann, i gemelli Erika e Klaus.  Sono loro che la iniziano all’uso di droghe.

Annemarie ha una personalità tortuosa : è inquieta, impetuosa, coraggiosa è una cacciatrice di emozioni e sensazioni. Diventa un’instancabile viaggiatrice, ama fotografare, cercare resti archeologici e naturalmente scrivere sia come giornalista che come romanziera. Ma  è sempre insoddisfatta e alla ricerca di qualcosa che le manca e che vuole, senza sapere esattamente che cos’è.

Pur tra tante persone che la amano e la ammirano lei continua a sentirsi sola, forse condizionata dal rapporto ossessivo di amore-odio con la madre Renée.

I suoi viaggi sono memorabili, viaggia per tutta l’Europa, va in Oriente (si trova a Kabul allo scoppio della  II guerra mondiale), in Africa dove risale avventurosamente il fiume Congo. Tenta persino il matrimonio con Claude, un diplomatico francese, ma presto scappa dal suo ruolo di moglie, per vivere la sua ambiguità sessuale.

 Le viene riscontrata una forma di schizofrenia causata soprattutto dall’uso smodato di morfina.  Verrà ricoverata in un ospedale psichiatrico che le lascerà ferite indelebili.

Una vita dunque drammatica e infelice alla ricerca della verità della propria difficile identità personale, e soprattutto della libertà.

Bravissima Melania G. Mazzucco nell’entrare così impetuosamente  in questa storia affascinante.E’ un libro impegnativo da leggere lentamente per poter affondare  nel suo vortice ipnotico.

(Consiglio un’edizione non tascabile però,  da poter leggere senza…lente d’ingrandimento!)

Share

Nessun commento
Lascia un commento »

  1. Che bello leggere le biografie di donne così straordinarie… Lou Salomè ad esempio, l’ho conosciuta attraverso te ,carissima Mirna. Ed ora Annemarie Schwarzenbach…
    Della Mazzucco mi è piaciuto molto” La lunga attesa dell’angelo”, sulla vita della Tintoretta…
    Arte, amore,poesia…Un bel mix….