LA STORIA DI CHRISTINE, di Elizabeth von Arnim
pubblicato da: admin - 31 Maggio, 2010 @ 10:22 pm Tornata dalla fine settimana friulana riprendo puntualmente ad aggiornare il blog con le mie letture e riflessioni.
 (Prima però voglio ringraziare tutte coloro che mi hanno fatto gli auguri! Grazie di cuore! )
Stavo pensando che efficace compagnia è un buon libro quando si viaggia in treno. Tra l’andata e ritorno per e da Aquileia ho letto tutto il libro di Elizabeth von Arnim. Si tratta di un romanzo epistolare, lettere che una giovane e talentuosa violinista inglese manda all’adorata  mamma. Christine ha lasciato Londra per studiare a Berlino sotto la guida di un geniale maestro. Siamo nel maggio 1914 e molto presto ci sarà l’attentato a Sarajevo.
Le lettere che Christine scrive alla mamma non sono solo piene di dimostrazione d’ affetto o di  racconti quotidiani, ma contengono impressioni interessanti e presto inquietanti sulle persone che frequenta. Con sgomento la giovane presto capisce che l’intera nazione germanica si sente superiore ad ogni altra e che vuole a tutti i costi la guerra.
 Si fidanza comunque con un gentile ufficiale prussiano amante della musica e  che non sembra indottrinato come la maggior parte del popolo tedesco. Gli avvenimenti  poi si succedono precipitosamente.
Scoppia la guerra e presto lei diventa una nemica della Santa Alleanza essendo l’Inghilterra schieratasi a fianco di Serbia, Francia e Russia.
Questo romanzo prende spunto dalla storia vera della von Arnim la cui la figlia sedicenne morì in Germania dove si era recata per un corso di perfezionamento musicale. Il libro uscito nel 1917 ebbe un grande successo, ma attirò l’accusa di fomentare la propaganda antitedesca.
Molto interessante la vita di questa scrittrice nata nel 1866 in Australia, cresciuta in Inghilterra,  cugina di Katherine Mansfield, amica di Forster. Suo marito H.A. von Arnim era figlio adottivo di Cosima Wagner. Rimasta vedova divenne l’amante di H.G. Wells, più tardi sposò Francis Russell fratello di Bertrand.
La bellezza di queste pagine per me sta anche nell’affettuoso  rapporto che Christine ha per la madre rimasta a Londra. Le sue lettere mi ricordano quelle che mi scriveva Stefania dagli Usa… Ci siamo scambiate tante e-mails, che poi io ho stampato. E’ ormai un enorme plico che noi chiamiamo il “carteggio Sevigné”. Da rileggere …
Anche Christine  parla di nostalgia, di desiderio di condividere le nuove esperienze, del suo amore assoluto per la musica; “…non appena suono torno ad essere spontanea e felice“.
Considera che un lavoro che si ama è la chiave per la felicità . “Sarà ben difficile superare la gioia che deriva dallo svolgere bene il lavoro per cui si è tagliati. L’evidente, costante miglioramento dei propri risultati attraverso il duro lavoro è un tripudio, un’estasi“
le lettere di Cristina sono piene di affetto per la madre e anche piene di preoccupazione per lei. Per la sua solitudine, quella della mamma intendo e, quasi, per l’intuizione della stessa Cristina: lascierà la madre o potrà tornare da lei? Ancora non ha incontrato il suo amore e tuttavia la sua nostalgia rivela , in ogni lettera, qualcosa di più di un temporaneo distacco. E il senso di estraneità nei confronti di chi la circonda, in Germania, preludono alla grande delusione della vita adulta: anche il suo maestro, tanto apprezzato, la tradirà , si inabisserà nella folla dei “nemici”. Cristina parte, fugge, e la sua vita finirà senza patire la delusione più grande: il suo amore, csì perfetto,non viene travolto dalla delusione di diventare adulti. Un bel romanzo epistolare, in tempi lontani ma attualissimi. Oggi il rapporto tra la mamma e Cristina si sarebbe solo infittito, di amore e allegria e sarebbe divenuto più che quotidiano . ma nella sostanza nessuna differenza. I libri belli, mi sembra, sono talmente attuali, talmente nostri, sempre.Ciao Mirna, mi unisco ai tanti auguri affettusi delle tue amiche. Per ua figlia e per te.
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