DOPO TANTA SOLITUDINE, e il cammino dentro di sè
pubblicato da: admin - 21 Maggio, 2010 @ 5:55 pmAltra gloriosa mattinata di maggio ed io decido di fare una passeggiata lungo il Fersina. In solitudine. Mi avvio con le mie scarpette rosse lasciando i pensieri liberi di correre con il vento e con il sole. Dopo aver parlato ieri dell’importanza delle amicizie e degli affetti, oggi mi ritrovo a pensare alla solitudine come condizione obbligatoria per molti, ma anche come necessità per rinforzarsi. Cammino e incontro Maria Teresa, sorridente e anche lei con qualcosa di rosso addosso. Mi fermo per un caffè che mi viene offerto perchè la barista ha tardato a portarmelo. Che gentile!
Mi chiedo, osservando gli ippocastani rigogliosi di foglie, quale libro citerò  sul blog ,e subito penso a “Dopo tanta solitudine” di Nuala O’Faolain. Il titolo originale parla però di “ un viaggio in avanti di una dublinese” The Onward Journey of a Dublin Woman“. Ed è infatti un’analisi attenta degli ultimi anni della scritttrice irlandese, ormai di mezza età , e delle sue nuove prospettive. E’ diventata una giornalista ed una scritttrice affermata,  ha finalmente superato le difficoltà dell’ adolescenza e la delusione di storie sentimentali fallimentari. Riscopre e rivaluta logori legami familiari, forse ha trovato  una più sicura storia d’amore. Confronta la sua vita attuale divisa fra Stati Uniti e Irlanda con il passato, traendo da ogni ricordo, emozione,  esperienza la forza e la determinazione per  proseguire la sua strada; sottolinea le sue conquiste di donna, di scrittrice, ci parla di una raggiunta serenità  pur nella solitudine.
E’ inutile citare i versi di Quasimodo “Ognuno sta solo sul cuor della terra…”, sappiamo che siamo sempre soli di fronte alla nostra vita, anche se circondati e consolati dalla famiglia e dalle amicizie.
Nuala O’Faolain attraverso il racconto della sua vita ci racconta dell’Irlanda, ci suggerisce l’importanza dell’autoanalisi, della scrittura, per avere aiuto e conforto. Noi spesso siamo i migliori interlocutori di noi stessi. Dobbiamo ascoltarci.
Riprendo la passeggiata con la mente per “aria”, ma osservo e “catturo” le roselline rosse e quelle rosa, certi ciuffetti di fiori violetti e assaporo un dolce profumo di miele. Penso che una passeggiata “sola e pensosa”è sempre un ripercorrere la propria vita; mi viene in mente la poesia di Montale in cui “Arsenio” scendendo verso il mare sembra ripercorrere l’esistenza umana, penso a Mrs. Dalloway che passeggiando per Londra affronta ricordi, sentimenti, speranze, grandi interrogativi.
E poi…su una panchina vedo rannicchiata un’adolescente che sta scrivendo su un piccolo quaderno. E’ deliziosa, capelli corti scuri, jeans, scarpe da ginnastica, sciarpetta bianca al collo. E’ concentratissima…scriverà del suo innamorato? della sensazione primaverile sentendo lo scorrere del fiume? dei suoi progetti? O della sua malinconia?  Scrive della vita, la prende, la conquista. So che il suo momento è intenso… lo ricordo…
Ecco il parallelo con me stessa a 17 anni . Anch’io cercavo spesso la solitudine e sempre portavo  con me un taccuino su cui annotare i momenti importanti che mi accadeva di percepire. La descrizione di un luogo, un pensiero fugace, un ricordo, un’emozione…cerco una mia foto d’allora…che adolescente diversa ero, – eravamo – , da quelle di oggi. Sono vestita come una “signora”…ma erano altri tempi.
Spero non me ne vorrete, passo da Nuala O’Faolain ai miei diari…la tentazione è troppo forte. Sulla foto c’è la data ed io vado a sfogliare il diario di quel giorno ” …Domani lascerò Merano, mi addolora tanto perchè la amo. La Promenade è  piena di colombi e il Passirio che scorre ha una spuma bianca e azzurra…Undici mesi di lavoro per solo un mese di svago che passa tanto in fretta da non lasciare neppure un attimo di felicità .”
Cara Mirna! Sai che stamattina incontrarci per caso è stata per me una gioia forse superiore a quella di un normale appuntamento? Bella la tua foto di Merano: anch’io a quell’epoca vestivo “da signora” e mi cotonavo i capelli così, come te. So bene che questi particolari sono dovuti alla moda di quegli anni, ma comunque… il gemellaggio fa semopre capolino!
Capire la solitudine, a cui si attribuisce sempre una nota di malinconia, forse è un punto di arrivo, una pietra miliare nella nostra vita. Anch’io ho soffero tanto di solitudine e, spesso questa sensazione mi spaventa ancora. Mi piomba addosso all’improvviso, e non sempre viene trafitta da un raggio di sole.Allora ho paura. Come diceva Brodskij, ci si dovrebbe buttare a capofitto nella solitudine, non fuggirla , la si capirebbe, allora, e si finirebbe per amarla come una vetta raggiunta, conquistata, con la bandierina personale : Vetta Mirna m. 9.000. E tutto il bello che riusciamo a vedere attorno a noi,gli affetti, le amicizie sincere, le persone empatiche e interessanti, le roselline e il verde degi alberi, i libri da poter leggere,così come tutto quello che , a volte, ci consola ci sembrerebbe talmente prezioso, che potremmo goderne , conservando quel godimento …come arredamento permanente della nostra mente.Ma conquistare la vetta è….difficile! Eri bellissima a 17 anni, signora Mirna. E sei sempre tu. quella ragazza ce l’hai dentro, per sempre. E si vede. Anche Maria Teresa è molto bella, sono contenta di averla conosciuta.
rijden rijden rijden op de scooter met romana, lekker aaien aaien aaien omdat u uw wgenbelasting gaat brekekenentete