SONO STATA ALICE, di Melanie Benjamin

pubblicato da: admin - 16 Maggio, 2010 @ 6:08 pm

Alice_Liddel_-_Beggar_Girl-thumbscansione0018Ho finito l’avvincente romanzo di Melanie Benjamin con dispiacere. Mi sarebbe piaciuto rimanere ancora dentro il mondo di Alice Pleasance Liddell, l’ispiratrice della famosissima fiaba scritta da Lewis Carroll. Ha ragione Cinzia, molte letture ti catturano e ti fanno vivere insieme ai personaggi. Staccarsene  è sentire una perdita.

Entriamo nella Oxford vittoriana, nella famiglia del decano del Christ Church College, frequentato anche dai figli della stessa regina. Il Decanato é il centro sociale di Oxford e la  numerosa famiglia Liddell è la famiglia più importante e privilegiata della contea. Una grande casa, ricchezza,  tantissima servitù, relazioni importanti.  Oltre il giardino del Decanato abita Charles Lutwidge Dodgson un diacono che insegna matematica,  è di gentile aspetto, balbuziente e amante della fotografia.  Egli frequenta la casa dei Liddell dimostrando una spiccata simpatia per le loro figlie. E’ premuroso, le fa divertire, racconta storia e nonsense, le accompagna a fare passeggiate insieme alla severa istitutrice.  Ha pubblicato poesie e brevi racconti con lo pseudonimo di Lewis Carroll.

Questa  biografia un po’ romanzata ha l’ “io narrante”della stessa Alice che  ci fa seguire con interesse la sua affettuosa e  misteriosa relazione con  Mr. Dodgson. E’ divisa in tre parti: la prima inizia nel 1859 quando Alice ha solo sette anni, ma è il periodo durante il quale viene scattata la sua celeberrima fotografia vestita da zingarella. E’ un punto importante della storia in cui  viene evidenziato il rapporto  particolare e un po’ ambiguo fra i due. Alice e le sorelle desiderano l’attenzione di Mr. Dodgson, tanto da diventare rivali per essere ammirate e prese in considerazione. Lui preferisce Alice con la quale ha un’intesa complice, un segreto da condividere…ci viene raccontato che la foto viene scattata dopo una piacevole e libera  corsa a piedi nudi tra l’erba.  Dogson fa vestire Alice con pochi stracci e riesce a ritrarla, forse  perchè sollecitata dalla sua amorevole attenzione, con già una intensa civetteria femminile nello sguardo.  Sembra che si capiscano: lui ancora bambino, lei quasi donna.

“Guardai Mr. Dodgson. Era appoggiato alla sua macchina fotografica e mi osservava con uno di quei suoi sorrisi seri e tristi sul volto. Mi disse “Vai ora, corri. Corri quanto vuoi, rotolati per terra, se vuoi..” Mi rotolai nell’erba come un animale selvaggio. Non c’era nessuno a dirmi “Alice, non ti sporcare” …C’era solo Mr. Dogson, che mi osservava, osservava sempre.”

 Tre anni dopo, durante una gita in barca sul fiume Isis, Mr Dogson inventa per  le sorelle Liddell  la famosa fiaba di “Alice nel paese delle meraviglie”. Alice ne è lusingata perchè è dedicata a lei,  e gli chiede di scriverla, “così non sarò costretta a diventare grande. ” E’ l’infanzia l’anello che li lega…Ma li legherà per sempre  anche il libro che, appena stampato e pubblicato, diventerà uno dei libri più letti al mondo; sembra fosse uno dei preferiti della Regina Vittoria. Sarà infine la vendita all’asta, nel 1928, dello stesso manoscritto a salvare dalla rovina economica Alice, ormai vedova e anziana.

Succede qualcosa subito dopo la pubblicazione del libro che farà sì che la signora Liddell allontani  per sempre Mr. Dogson dalla sua famiglia…troppe attenzioni…domanda di matrimonio? …una particolare situazione imbarazzante? Non si sa con certezza. Rimane un punto oscuro che sembra abbia influenzato l’intera esistenza di Alice Liddell.

Da raccontare ci sarebbe tantissimo, ma non posso fare il riassunto del libro. Posso dire che Alice prima di sposare un gentiluomo di campagna ha una  breve relazione con Leopoldo, figlio della regina Vittoria; che  avrà tre figli, due dei quali saranno uccisi sul fronte occidentale.

Una vita intensa, piena di incontri importanti , fra cui anche  quello con John Ruskin qui descritto come un personaggio ambiguo e irascibile.

Ma certamente ciò che ha definito la sua vita  è stato l’incontro con Lewis Carroll che ha fuso nella sua fiaba la vera Alice con  quella immaginaria, facendole oltrepassare lo specchio delle possibilità impossibili.

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  1. Ieri non ho osato entrare in questo piccolo mondo di poesia con la mia storiella ….più che prosaica. Oggi oso. Da qualche giorno mi sono messa in testa di legge i 12 romanzi , finalisti del Premio Strega. E, in biblioteca sono riuscita a trovarne solamente tre, per ora. Li ho letti, naturalmente e sono persino avvilita. Possible che tre finalisti (12 scelti da giurie su oltre 400!) siano così….così orripilanti? Non sto scherzando e non ci possa ancora credere. Ma è proprio così. Per primo ho letto “La casa” di Angela Bubba. Un assaggino? La famiglia Manfredi sta discutendo su come cucinare tre pernici:………..”che era meglio star soli, sia pur col sangue amaro o morso dalle pidocchie, he non tenersi un altro respiro tra quelle là. Quelle pazze, pazze, solo così si potevano essere. Anselmo, intanto, anche lui si sbattacchiava il fiele per la dannazione sua! Sbollicinava con furia, infatti, alle sue figlie e a al mondo anche, che lui di quelle pernici là non ne voleva proprio sapere. E s’appugnavano adesso, Maria e Pina, sopra i modi di fare quei cuori. I funghi , no! No per davvero! Non potevano andar bene. Ci voleva un brodo infatti, soltanto quello, uno di quei lavacri grassi e caldi.”
    eccetera. Potrei raccontarti degli altri due romanzi ma penso di averti già seccata abbastanza. Ciao Mirna cara.

  2. Ho sempre pensato alla relazione ambigua tra Lewis Carrol e Alice Liddel. Ho percepito , leggendo qua e là ( ho studiato Alice in Wonderland alle superiori come testo di letteratura inglese, quella del nonsense) qualcosa di non pulito, come dicevi tu, attenzioni imbarazzanti…Non so…E mi ha rovinato la figura dell’autore.Alice rimane comunque un bel ricordo che avevo da bambina, un libro fantastico e ho anche visto e rivisto il cartone animato Disney. E’ bello tornare un pò bambini…

  3. …sono d’accordo con Raffaella… e poi non si era dibattuto anche su una lettura di “Alice” secondo le teorie freudiane (e sappiamo bene tutti cosa cio’ significhi…). Beh, fra il film recente di Tim Burton e i posts su Alice mi sono quasi decisa a leggere finalmente “the actual thing” – il libro. Mi sono resa conto, specialmente dopo il film, che ho sempre e solo letto versioni tagliate o per l’infanzia, ora e’ giunto il momento di colmare la lacuna… chissa’ magari in inglese? Il post di oggi mi incuriosisce molto e forse puo’ dettare altre interpretazioni al racconto. noto una somiglianza nel rapporto fra Carroll e Alice a “Lolita” di Nabokov con probabilmente tutt’altre implicazioni. Ma niente e’ cosi’ appagante come la caduta di Alice dentro l’albero…e la scoperta del mondo parallelo!

  4. Stupendo libro “Sono stata Alice”!! certo ammetto chè è romanzato e molte cose vengono interpretate nella versione che fa più comodo per intrattenere, cioè quella romantica, segreta etc. Però visto le lacune notevoli proprio riguardo le memorie del periodo in cui la frequentazione di Dodgson con la famiglia Liddell erano all’apice sembra strano che così da un momento all’altro si rompano i rapporti! e che oltre la corrispondenza di Alice e Dodgson distrutta siano state eliminate le pagine di diario di lui che corrispondono alle foto con la piccola Liddell…Insomma nascono dubbi legittimi…
    Del libro mi ha colpita il pensiero di Alice e le sue deduzioni i suoi ragionamenti insomma il suo mondo personale.. ed è anche verosimile pensare che una bambina come lei pure senza avere piena conoscenza delle conseguenze delle sue azioni vedesse dodgson con attrazione pure influenzata forse da quel poco che conosceva di questo argomento.
    é stato anche tanto commovente leggere tutte le divisioni, e le morti dei cari che Alice ha dovuto vedere lungo tutta la sua vita.
    Spero con tutto il cuore che ci facciano il film basato su questo libro..so che esiste qualcosa di vicino “Dreamchild” del 1985 ma non so se esiste in italiano e comunque vorrei vedere una versione con attori odierni…sarebbe un sogno che si realizza!!

  5. Salve, io il libro in questione non l’ho letto, ho letto alcune dichiarazioni dell’autrice, la trama e vari post e commenti qui e in altri siti. Già l’operazione della biografia romanzata mi sta antipatica di per sè solitamente,mi è sempre parso troppo facile mangiare sulla vita vissuta finchè fa comodo e poi partire per supposizioni illazioni o fantasia pura facendolo passare bene o male per un dato di fatto, e molto di rado mi ha regalato buone letture. Intervengo solo per il fastidio che mi dà vedere svilite così le figure di C.L.Dodgson e di Alice Liddell, ridotte negli articoli e post che ho visto a vuoti simulacri ante-litteram di Nabokov/Humbert Humbert-Lolita. Per non parlare dei presunti “punti oscuri” e “zone d’ombra” sul rapporto fra Dodgson Alice e la famiglia Liddell, siccome si basa tutto sul sentito dire, e dato che a mio avviso è molto più vile insinuare il dubbio dicendo e non dicendo che lanciare apertamente accuse, mi sembra che l’autrice ci marci sopra parecchio e che la parte inventata di sana pianta da “dati acquisiti” che aquisiti non sono, sia forse eccessiva (parlo sempre di dichiarazioni dell’autrice e di lettori e di articoli, non del libro). Riporto infine un’estratto dalla recensione di un libro che mi ha incuriosito maggiormente e che se ne avrò modo, leggerò, come pure quello della Benjamin, è un saggio di un’autentica studiosa del lavoro di Dodgson//Carroll:

    Ecco il memorabile incipit dell’opera: “Charles Dodgson nacque il 27 gennaio 1832. Visse la sua vita, e morì il 14 gennaio 1898. Lewis Carroll nacque il primo marzo 1856 ed è ancora tra noi. I cento anni di studi che circondano l’autore delle ‘Avventura di Alice nel Paese delle Meraviglie’ e di ‘Attraverso lo specchio’ si sono occupati in massima parte, come dimostrano i fatti, della sua seconda incarnazione. Si sono dedicati soprattutto alla robusta mitologia che circonda il nome ‘Lewis Carroll’ più che alla realtà dell’uomo, Dodgson. (…). I motivi, tuttavia, si possono spiegare solo in parte in termini razionali. Quando ho cominciato a rivolgere la mia attenzione a questo autore così leggendario (nel senso letterale del termine) il ritratto ‘ufficiale’ di Lewis Carroll non era ancora stato seriamente messo in discussione, anzi la cosa aveva dell’impensabile. Era il ritratto di un pretino vittoriano, timido e compassato, imprigionato per certi versi in un’eterna fanciullezza. (…). Un uomo che non aveva una vita, che viveva fuori dal mondo, senza contatti umani, quasi un monaco, che visse casto e morì vergine” (p. 7). Soprattutto: il ritratto d’un uomo che stava a suo agio soltanto con bambine e ragazzine. Sostanzialmente un pedofilo. Vero? Ma niente affatto. La Leach non ne era convinta e aveva ragione.
    Tutto ha avuto inizio nel 1996, quando, durante sue ricerche nell’archivio Dodgson, trovò un documento che risultava, da un secolo pieno, “pagina di diario tagliata”. Gli studi carrolliani avevano ribadito che l’assenza di certe pagine del suo diario era una questione nucleare, proprio perché in quelle righe si risolveva il mistero relativo alla natura della sua amicizia per la piccola Alice (Liddell). Bene: la Leach trova un foglietto. Scritto da una delle nipoti di Carroll. Sorpresa: è autentico, è inedito, è rivoluzionario. E cosa racconta? Racconta che il reverendo insidiava la governante e la figlia maggiore dei Liddell, Ina. Non certo una bambina di undici anni. Curioso, no?

    tratto dall’articolo di Gianfranco Franchi :
    “Leach Karoline La vera storia del papà di Alice (in the shadow of the dreamchild)”
    su http://www.lankelot.eu

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