LA CERIMONIA DELL’ADDIO
pubblicato da: Mirna - 7 Febbraio, 2024 @ 11:51 amdi Roberto Cotroneo
Mi piacciono molto i romanzi di Cotroneo, scrittore e lettore di vita.
Mi piace la sua esigenza di scrivere e vivere in modo intrecciato. Vita:letteratura. Letteratura:vita.
Da tempo ho abbandonato il mio fluire sulla carta, ma stamattina osservando i segni del carnevale sul pavè del piccolo parco: coriandoli multicolori disposti a strisce, mulinelli, ghirigori ho sentito l’esigenza di scrivere.
Sono corsa a casa e ho aperto questo diabolico PC.
Sono scissa nel buttarmi a capofitto tra gli amici, quindi nella vita fluente e lieta e nel rimanere in attesa malinconica di ciò che non tornerà.
Sono imbevuta di assenze. Mi sento “smarginata”.
I sogni del mattino di questi ultimi mesi sono o grigi e ansiogeni e chissà perchè ciò che vivo in sogno si svolge sempre a pianterreno dove prima del risveglio vedo il fantasma di Mimilla che scivola via e mi fa svegliare.
Così è scivolato via mio fratello il giorno dell’ultimo dell’anno nel suo modo elegante e solitario, come è sempre stato.
Un principe elegante e solo.
Eugenio se n’è andato, come se n’è andato il protagonista di questo romanzo che lascia la moglie in attesa per decenni.
Perchè lui era scomparso un giorno a Roma e non era più tornato. Ma la moglie decide ugualmente, al di là di ogni ragionevolezza, di aspettarlo. Perchè ci dice Cotroneo, in un capitolo avulso dalla narrazione in cui lo scrittore appare, la vita è sempre un’attesa.
L’attesa sembra un lento rito per prepararsi all’addio, è una negazione dell’assenza.
Questo romanzo mi ha fatto riflettere sul nostro dolore delle assenze che non possiamo negare, sul nostro afferrarci alle zattere della consolazione, su quella caparbietà occidentale di dover essere sempre lieti a costo di sentire in sordina mancarci il cuore.
Allora cantiamo con piacere e consolazione, come fossimo mille specchi di un caleidoscopio.
La protagonista del libro, Anna, fa durare il “lutto” tutta la vita. Perchè? E’ come se fosse imprigionata e protetta da questo abbandono di cui non conosce la causa. Sta assolvendo ad una cerimonia. La cerimonia degli addii. Che forse noi, figli ansiosi di decenni egocentrici, non riusciamo a superare.
Perchè chi ci lascia ci lede. Offende il nostro Io, ma non la Vita che indifferente gira e ci regala dolori, ma anche bellezze.
Ben venga dunque il film di Wim Wenders “Giorni Perfetti” che ci spiega un altro approccio alla nostra piccola esistenza.
Essere qui, ora.
Così la vostra book blogger è riapparsa con due consigli. Libro e film.
In attesa di rivederci mercoledì 14 febbraio 2024 per recitare poesie.
In un Bar.