Le Letture di Maria Grazia

pubblicato da: Mirna - 19 Agosto, 2023 @ 11:34 am

Nell’oasi di silenzio che ogni estate cerco di creare intorno e dentro di me per interrogare la mia coscienza e scavare nel groviglio dei sentimenti ho trovato qualche lettura che ha fatto da smeriglio ad alcuni pensieri…

Leggendo le prime pagine de “I violini di Saint- Jacques” di Fermor ho pensato all’avvio delle “Elegie duinesi” di Rilke in cui si afferma che “ il bello è solo l’inizio del tremendo”. Durante il ballo di carnevale del Martedì Grasso sull’isola di Saint-Jacques nelle Antille francesi, da un’esplosione di colori, di sfarzo e allegria verranno pian piano a galla tanti imminenti disastriavvolti da una minaccia di proporzioni bibliche che nessuno riesce a prevedere e che porterà all’inabissamento dell’isola nell’oceano. Il finale della novella è un vortice di grande pathos e tragedia, raccontato sempre con una dovizia di particolari; sembra di essere davvero in quel ballo di carnevale, di danzare con gli ospiti, di assistere alla frenesia delle percussioni, di provare reale timore per il destino dell’isola e di tutti i suoi abitanti.

Un libro che ha ulteriormente elargito bellezza è stato “ Il cercatore di luce”di C.Abate in cui lo scrittore indaga la vita del pittore arcense G. Segantini con una prosa lieve e luminosa ove l’eleganza interiore cerca pienezza di fonti e testimonianze per levare lo sguardo verso la natura e da lassù planare con una apertura panoramica sugli oggetti e le situazioni descritte nel testo.

“La nipote” di B. Schlink mi ha offerto invece pagini sferzanti di intrighi e segreti tra i due giovani protagonisti, Kaspar e Birgit nella Berlino degli anni Sessanta. L’aura di mistero in realtà è già palpabile dalle prime pagine che aprono la storia, in quanto troviamo Kaspar in lutto per la moglie, Birgit, alle prese con la causa della sua misteriosa morte. Per trovare una risposta, Kaspar inizia ad indagare sul passato e sul presente di Birgit, e pagina dopo pagina Kaspar scopre i segreti della vita della moglie, che tra la dipendenza dall’alcool e la figlia avuta da un altro uomo, lasciata nella Berlino Est al momento della fuga, lo portano a rifugiarsi nuovamente nel passato andando alla ricerca di Svenja, la figlia abbandonata. In questa ricerca Kaspar incontra anche Sigrun, la nipote. Da questo incontro Kaspar scopre che Svenja e Sigrun sono rinchiuse in una bolla politicamente estremista, dal quale vuole salvarle. I temi del riconoscimento, della colpa, della negazione del passato nazista della Germania son qui declinati nella ricerca ossessiva di una verità attraverso la lenta conoscenza della nipote ritrovata.

Un romanzo che esalta il primato dell’attesa sulla conquista, del futuro sul presente, della speranza sul possesso è proprio “Leggere Lolita a Teheran”di Azar Nafisi. Attraverso questo libro l’autrice descrive come da una serie di incontri semiclandestini tenutisi a casa della stessa (dal 1995 al 1997) con sette delle sue migliori studentesse emerga una visione personale della storia dell’Iran post rivoluzione. Gli incontri rappresentano un’ occasione di fuga e tutto il libro è un susseguirsi di descrizioni su come queste donne analizzando e discutendo di testi letterari abbiamo cercato di comprendere ed in un certo senso accettare la realtà del presente. Questo avviene leggendo e riportando passi letterari di quattro autori (Nabokov, Austen, James, Fitzgerald) che lasciano intravedere somiglianze ed elementi in comune proprio con le donne.

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