pubblicato da: Mirna - 23 Maggio, 2022 @ 9:57 am
Troppo tempo che non mi affaccio a questo mio Blog che tanto mi ha fatto compagnia in qusto ultimo decennio! E durante il Covid.
Dopo il mio remake dell’anca ho però latitato …troppo imegnata con stampelle e Affini.
MA FINALMENTE POSSO ACCANTONARLE.
Se posso però rimanere senza scrivere di ciò che ho letto, mai potrò stare senza leggere. Avere libri sempre accanto di tutti i generi sebbene preferisca la narrativa buona, quella che ti fa evadere e che ti apre altri orizzonti, è, questa sì, una “stampella” necessaria per la Vita.
Credo di aver letto un libro al giorno o quasi. Molti acquistati, altri presi nella nostra efficientissima Biblioteca.
E alcuni molto belli.
Ho trovato una nuova voce potente e disinibita in Giulia Baldelli.
L’estate che resta, ed,Guanda
Avvincente come può essere la storia di tre ragazzi intrecciati da una passione a tre. Senza pruderie, ma con una grande empatia delle fragilità dell’animo umano. Un triangolo fra Giulia, Mattia e Cristi la bionda creatura selvaggia e triste. Una storia d’amore totalizzante.
Raccontata in uno stile chiaro e impeccabile.
La piccola conformista
di Ingrid Seyman, Sellerio, ed.20121
Divertentemente tragico come spesso è la vita. Una ragazzina che cerca di dissociarsi dalla bella mamma figlia dei fiori che ama un marito con problemi psicologici. Esther vuole diventare cattolica e rifiuta l’ebraismo del padre che è sempre opprimente con le sue liste di cose da fare. Lei vuole diventare di “destra” in questa famiglia sgangherata degli anni Settanta dove ci si aggira in casa sempre nudi.
Tra le estreme contraddizioni della bella mamma sessantottina e il padre che esorcizza l’ansia di un prossimo olocausto, Esther, nella scuola cattolica, cerca di capire e di riflettere.
La comicità può raccontare anche gli aspetti più oscuri degli individui, l’ironia e la lucidità possono sondare il mistero della felicità e del dolore.
Ed ora imnersa in un mondo cosmico grazie al romanzo straordinario di Richard Power, premio Pulitzer e tanti altri.
Smarrimento ed. La nave diu Teseo
Rapporto del giovane astrobiologo rimasto vedovo troppo presto e il suo geniale figlioletto “diverso” affetto forse da autismo. Non si può raccontare, si deve leggere, come si deve leggere il nostro percorso nella vita di un pianeta che non è l’unico nel Cosmo e che stiamo disruggendo con noncuranza.
I dialoghi tra padre e figlio sono paradigmi di domande esistenziali che esulano la quotidianità.
Richard Powers ci conduce verso l’immaginazione infinita e verso le questioni più urgenti del nostro tempo.
Leggere queste pagine è come entrare in un’altra dimensione che sappiamo esistere ma che non sappiamo vedere.
I consigli di Maria Grazia. Quando a primavera contempliamo la chioma fiorita di un ciliegio o in autunno i grappoli pesanti di una vite o la tavolozza di colori delle arance e dei cachi spesso si tende a dimenticare che lo splendore è reso possibile dalle radici invisibili e nascoste nel terreno.E così il romanzo di José Saramago dal titolo La zattera di pietra, pubblicato nel 1986 ha radici profonde nella questione colonizzatori/colonizzati, sfruttatori/sfruttati insomma nella dicotomia Nord/Sud con tutte le implicazioni connesse all’imperialismo, a preconcetti razziali, domini economici ma lo splendore delle sue pagine risiede nella creazione di una zattera di pietra e nella navigazione verso l’Africa e il sud America,finalizzata alla creazione di una nuova area culturale che nasca dalla separazione della penisola iberica dall’Europa.Nel romanzo Il mondo estremo dell’austriaco Christoph Ransmayr pubblicato nel 1989 le radici son ancora piu’ invisibili e si prestano a continui processi di trasformazione e creatività: Tomi appare la città dell’esilio e della morte di Ovidio, una città chiusa tra un mare livido e una montagna aspra: un mondo estremo dove ogni persona, ogni cosa è segnata dall’eccesso, un mondo che si colloca fuori della civiltà e fuori del tempo.Convivono, con continue intersezioni, il presente (un presente con le tracce di tragici ricordi della storia recente) e il passato, il tempo dell’esilio di Ovidio e insieme il tempo remoto in cui si svolgono i miti delle Metamorfosi. È un romanzo tutto costruito sulla suggestione delle Metamorfosi: c’è la vicenda, romanzata, della stesura e della distruzione, da parte di Ovidio, del poema incompiuto (e Cotta – un oppositore del regime augusteo venuto a Tomi sulle tracce di Ovidio – spera di ritrovare l’intero poema e intanto rintraccia solo brandelli di episodi metamorfici a lui riferiti da Eco, la serva e prostituta di Tomi, che ha udito quei racconti della viva voce di Ovidio); ci sono personaggi reali del passato (Ovidio stesso che, sempre evocato,sembra scomparso nel nulla; Cotta; Pitagora, il filosofo di Samo che ora, con la mente ottenebrata, fa il servo nella casa di Ovidio), personaggi che si mescolano, nelle vicende di quel mondo allucinato, con i personaggi dei miti narrati nel poema ovidiano (Licàone, Aracne, Eco, Tereo con Procne e Filomela, Fama,Batto, e altri ancora).Anche nel romanzo di Carlo Sgorlon dal titolo La foiba grande pubblicato nel 1992 invenzione e storia danno vita a pagine pregne di tutto il dolore e lo sgomento di una comunità che viene sradicata, incredula fino alla fine rispetto a quanto stava accadendo, anche davanti i suoi morti. Costretta ad arrendersi all’evidenza: il mondo che conoscevano era scomparso per sempre e non sarebbe risorto mai più. Quell’Istria in cui la gente conviveva in pace – sotto l’egida della stessa religione cattolica, che univa e facilitava i rapporti – era stata annientata dalla brutalità dei nazionalismi. E gli istriani, orgogliosamente portatori di tante identità, dovettero scegliere per sopravvivere: o slavi, o italiani. Mai più istriani.
Nelle pagine di un altro romanzo letto recentemente, pubblicato da Serena Penni dal titolo Silenzio,
pubblicato nel 2013 terra e cielo paiono confondersi su una tela di avvenimenti nella vita di Chiara in cui nel presente incombono le ombre inquietanti di un passato. Cio’ che l’albero ha però di fiorito vive di cio’ che tiene sepolto e la luce par brillare ancor piu’quando sboccia dalle tenebre. »
Grazie, Mirna, per esserti riaffacciata su questa pagina! Tutti siamo felici della tua ottima ripresa, senza stampelle, e penso anch’io – come Maria Grazia – che sarebbe bello rivedersi prima che l’estate ci disperda un po’… Proporrei anche un incontro in pizzeria: vediamo che ne dici tu e che ne dicono gli amici lettori. A presto!
Ciao Mirna, è bello saperti qui a scrivere. Sono contenta di saperti di nuovo “in pista”!. Sto leggendo Anne Tyler “La treccia alla francese”; è un’autrice sorprendente perché crede nella possibilità che l’uomo nonostante tutto possa comprendere il bene. Da leggere sempre. Un abbraccio a tutti e a presto. Miki
Grazie dei consigli cara Miki, lo leggerò appena possibile! Mirna