COME ERAVAMO. Come siamo, come diventeremo?
pubblicato da: Mirna - 1 Aprile, 2020 @ 10:30 amSono tanti, ma ci stiamo adattando, come un micio quando cerca il suo angolino protettivo per dormire.
Comunichiamo giornalmente con amici e conoscenti , seguiamo l’andamento della pandemia dal nostro nido sicuro e caldo.
Quindi viviamo un’apparente sicurezza che cerchiamo di mantenere e condividere con sorrisi, messaggi di speranza e amore, canzoni, consigli piccoli e pratici per non naufragare.
Perchè dobbiamo resistere per noi e per gli altri
Non ci appallottoliamo soltanto sul divano, ma facciamo ginnastica : chi da sè, chi seguendo minicorsi in TV, chi facendo le scale su e giù.
Poi cuciniamo: sperimentiamo nuove ricette che mangeremo soli o con i familiari.
Qualcuno dipinge, chi sistema fiori e foglie in quadretti deliziosi, chi scrive blog, poesie o racconti, chi sistema librerie piene di polvere…come sta facendo ora Stefania abbarbicata sulla scaletta per valutare quali testi vetusti da buttare.
E poi le mitiche diapositive che mio marito adorava scattare.
Dalla nascita di Stefania fino alla sua maggiore età.
Quindi ieri sera ci organizziamo con proiettore obsoleto da sistemare sulla scaletta di legno , telone e tante scatole piene di ricordi passati.
Mimilla non ama i cambiamenti in casa per cui si rifugia in camera, sul mio letto che per lei è sempre una zattera di salvataggio dai cambiamenti di routine.
Appare Stefania appena nata e poi Piero ed io giovani, belli e felici.
I nostri primi san Valentino nell’appartamento -sempre questo- allora semivuoto ma già con alcuni quadri che mio padre ci aveva regalato.
Innamorati e pronti ad affrontare il mondo.
I primi compleanni di Stefania la quale – mentre fa andare manualmente e con fatica il proiettore – si commuove. E dice che eravamo i suoi “eroi”.
Bellissime torte fatte da Piero per lei .
Le vacanze al mare noi tre con nonna e nonno , zii, cugini.
Vent’anni di vita che correva piena di progetti piccoli e grandi risultati raggiunti, con la certezza che potevi fare, condividere, vivere senza impedimenti.
Eravamo tranquilli perchè la bellezza e le possibilità di essere lieti sembravano scontate. So che apprezzavamo i bei momenti.
I viaggi a due come la Grecia con rose e vino di Resina, Tunisi e Cartagine, il mare dalle navi, gli scorci delle isole slave, la Germania dei castelli. I viaggi e le gite a tre per far conoscere alla nostra bambina la Bellezza dell’Italia: Urbino, Venezia, Portofino, Firenze.
Le feste, gli incontri a Merano, a Carpi, a Rimini, in Toscana, in Liguria dove la nostra famiglia si era estesa.
Abbiamo riletto tanti anni della nostra vita in una di queste sere di clausura mentre fuori un virus subdolo minaccia molte persone. Abbiamo assaporato quanta dolcezza nella maggior parte dei nostri anni ci hanno accompagnato aiutandoci anche a superare perdite importanti.
Siamo consapevoli di essere privilegiati perchè possiamo trincerarci in luoghi sicuri pieni della nostra storia personale.
Siamo grati a questo Umanesimo italiano che pur tra tante incertezze dà la precedenza alla Vita.
Molti di noi saranno diversi dopo questa esperienza: da parte mia posso anticipare che sarò ancora più grata di vivere qui in questa città-salotto, che apprezzerò ancor di più ogni mutare di luce e fiori, che “abbraccero” più strettamente – per un po’ di tempo soltanto metaforicamente – le persone a me vicine.